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Apologia del Gioco Tradizionale
Mirko Pellicioni:
Ti rispondo in quanto io stesso ti ho suggerito di provare i NW prima di continuare.
Personalmente conosco i giochi NW da quasi 2 anni ma per vari motivi non ho avuto modo di provarli a fondo salvo qualche partita alle fiere.
Solo in questi ultimi mesi mi ci sono messo con impegno e ho scoperto tante cose interessanti.
La prima cosa è che 20 anni di esperienza con i giochi tradizionali non ti servono a molto, i GDR NW sopratutto narrativisti applicano paradigmi di gioco e hanno obbiettivi DIVERSI rispetto a tutto quello che ho giocato prima.
Io non sono del partito che dice che i giochi tradizionali sono tutta cacca, che tutto è parpuzio ecc. ma ammetto che certe competenze e ruoli dell'arbitro nei giochi tradizionali sono a dir poco sbilanciate e totalmente sguarnite di regole da riversare sul rapporto sociale del gruppo tutte le magagne.
È come se per giocare a briscola a decidere quale carta è briscola fosse uno dei giocatori che lo decide a tiramenti suoi (per fare una bella partita a briscola per carità) e l'unico modo per prevederlo è essere "amico" di questo giocatore.
Ho provato in anni di gioco i limiti dei GDR tradizionali e li posso confermare tutti:
Railoading, DM dio, giocatori zombi, liti contestazini, ecc.
Ho sempre pensato fosse un problema prettamente sociale, invece ho scoperto che era dovuto ad un madornale BUCO dei GDR che io chiamo di 2a generazione.
Per verificare questo ho giocato per un anno a D&D 1a edizione (verisone Gygax) per scoprire che D&D giocato nudo e crudo per ammazzare mostri e trovare tesori era molto ma molto meno problematico.
Questo perchè la maggiorparte delle persone che gioca ai GDR, oggi, vuole creare storie immedesimarsi sentirsi protagonista di una vicenda e i GDR tradizionali, senza un DM "illuminato" questo non te lo possono dare.
Guarda per esempio il railoading o l'illusionismo, se io DM decido che la storia avrà un certo percorso (preparo PMG, incontri ecc.) e poi i PG non mi seguono la cosa preparata che faccio?, o li inganno con un pò di illusionismo o li frego con una trama fintamente libera ma invece legata al binario che ho scritto io.
Spesso finiva, per esperienza, che i giocatori cercavano di compiacermi, erano miei amici, e seguivano la mia trama diventando senza volarere dei pupazzi sotto il mio controllo.
Questo cose le ho potute notare, chiaramente, proprio giocando con i giochi NW che queste cose te le risolve, in modo così drastico che a volte fai fatica a giocarci bene le prime volte (data la cattiva abitudine acquisita).
Poi è chiaro che un GDR tradizionale giocato così come è scritto in modo umile e chiaro, senza schermo può funzionare, io adesso ci gioco così, ma mi ha fatto bene vederne i limiti, ora da D&D mi aspetto solo del sano eumate, con inframezzati momenti narrati, e ci va benisssimo.
Altri giochi vedi Vampiri, invece, faccio fatica a ritirarli fuori perchè so per certo che quelle tematiche potrei trattarle meglio con altri giochi fatti meglio!!!
Antonio Caciolli:
ma chi è quel coglione che pianta i chiodi con le scarpe?!?!?!??!?!?!??!?!?!?!??!?!?!?!??!?!?!?
vabbé le metafore col gdr non funzionano mai, ma da che mondo è mondo tutti cercano di usare gli strumenti migliori per fare le cose che devono fare
il letto per dormire, la tavola per mangiare, le forbici per tagliare la carta e non l'appuntamatite. poi è ovvio che ci sono quelli che dormono sulle panchine, ma non è la condizione ideale
ora se le metafore non vi piacciono non le usiamo, ma non scriviamo le storie fantastiche del riparatutto con la scarpa. perché allora mettici che un folletto.
non è un rant è una costatazione mattiniera e non ho fatto colazione, ma sembra quasi che meglio comprare una macchina scassata che poi la riparo io e vedrete come verrà invece che prendere una fuoriserie (allo stesso prezzo poi)
tornando alle cose serie. non puoi parlare di parpuzio se giochi solo a parpuzio. lo so che è una mia idea e quindi può essere sbagliata, ma secodno me è come dire che sei cieco, quando semplicemente hai gli occhi chiusi.
parlando ho notato come chi gioca tradizionale tende a non riconoscere i difetti evidenti di quel gioco nel suo stesso gruppo. dice che non fa mai railroading e che i pg sono liber di fare quello che vogliono e poi ti racconta come pensa che si svolgerà la scena finale.
lungi da me dire che tu giochi così e che non sei capace di rendertene conto, ma siccome a tanti succede.
inoltre i problemi di parpuzio è che tutto è delegato al rapporto sociale tra le persone e quindi magari non sempre, ma c'è un alto rischio di incorrere nei problemi citati, che non sono frutto della fantasia perversa degli utenti di questo forum
Simone Redaelli:
Ok! grazie dei consigli.
Sapete, le cose che mi hanno spinto a scrivere qui sono principalmente due.
la prima è la curiosità, capirne di più su questi giochi, sapere da voi esperti se esiste un new wave che possa soddisfare quello che interessa a me.... ma questo ho capito che devo provarlo. e quindi lo proverò.
la seconda cosa è un moto di giustizia nei confronti del gioco con cui ho giocato con soddisfazione per tanti anni. noto che qui se ne parla malissimo, lanciandogli accuse assolute che non ritengo vere. Io credo che, giocato alla mia maniera (master impegnato e professionale) si evitino un sacco di quei guai che qui sono dati per assoluti. Benchè spesso tali guai li veda io stesso nel panorama dei giocatori di ruolo che mi capita di incontrare, ho però l'umiltà di pensare che non sia certo io l'unico a giocare a parpuzio in modo soddisfacente. Pertanto, per me e per tutti gli altri che come me lo giocano "bene" mi sono sentito di difenderlo perchè non vengano più dette delle frasi come "assolute". Anche perchè il GdR è uno strumento e come tale può essere usato coi fini più vari e con le esigenze più varie (mentre qui forse si danno per scontate un po' troppe cose). e non escludo che parpuzio possa restare la scelta migliore per un certo tipo di esigenze.
Per esempio, una frase assoluta fra tutte: il problema del "railroading" (che poi era il primo punto dell'Apologia).
Secondo me non è detto che con parpuzio si faccia per forza railroading. E lo dico perchè io posso non farlo (e quindi anche altri possono benissimo). E lo dico perchè io non l'ho fatto. E se volete un esempio pratico ve lo farò, ma mi sembra molto banale.
Sono conscio che non posso confrontarmi per bene coi nuovi giochi se prima non li provo, è per questo che questa prima parte di apologia doveva limitarsi a parlare di parpuzio. Non dò per scontato che i nuovi giochi non siano versatili, infatti la "domanda del riparatutto" è appunto una....domanda. in attesa di provarli avrei chiesto a voi esperti, nella seconda parte dell'Apologia, se e quale gioco new wave poteva venire incontro ai certi miei gusti che finora trovano soddisfazione solo in parpuzio.
alla luce di quanto mi dite però, forse non è proprio il caso di continuare, anche perchè comunque dopodomani parto per le vacanze e quando torno saremo a pochi giorni da Gnoccocon.
Poi vedrò di seguire il consiglio di provare i nuovi giochi anche durante l'anno, magari insieme a fabio "Tozzie".
Quindi, con un po' di tristezza, chiudo qui l'Apologia, chissò mai che, una volta provato questi giochi possa tornare a discuterne meglio.
grazie a tutti,
Simone
PS per Antonio: la metafora si presta malissimo ma ho cercato lo stesso di tenere quella dei boscaioli.
l'idea è di non dare le cose per scontate. il riparatutto potrebbe voler usare la scarpa perchè gli fa venire i calli alle mani e quei calli gli sono utili in altri lavori, potrebbe voler usare la scarpa perchè apparteneva a suo padre e usarla gli da una soddisfazione unica, potrebbe voler usare la scarpa perchè si vuol mettere alla prova con gli strumenti più difficili, potrebbe voler usare la scarpa per mille altri motivi degni, e come lui un sacco di altri riparatutto. Al di la del fatto che magari 'sta scarpa la sanno davvero usare benissimo. Quindi, lodare il martello va benissimo. denigrare la scarpa un po' meno. (ok, la metafora è ridicola!)
Daniele "fenna" Fenaroli:
Aloa!
Andiamo a rispondere anche alle altri parti del tuo discorso
RAILROADING
LIBERTA’:
GUSTI AZZECCATI O MALASSORTITI:
In tutti questi punti, in tutte le affermazioni che hai fatto sostieni la possibilità che questi "eventi" possano non accadere (o accadere). Che ci possa essere un master che non faccia railroading, un master che non vincoli ai suoi gusti la storia, la possibilità che ci si metta daccordo prima.
Il punto è: perché possono quando non dovrebbero?
Cosa cappero costava mettere due righe in più, un esempio in più, un metodogia di come non creare danno sociale in manuali di 300 pagine? Niente.
Il che significa che il master bravo - prendendo la famosa definizione di Bruno - ste cose non le farà di suo, il master normale. quello che legge il manuale, che magari va su qualche forum a chiedere consiglio, ecc ecc si ritroverà invece invischiato in queste cose fino al collo.
IL GIOCO E IL RUOLO DEL MASTER:
Ok il master può avere - anche qui la possibilità, a mio avviso remota - altri scopi.
[1] Poi fai l'esempio del calcio e non specifichi cosa vuoi dire. Gli unici che non giocano, nel calcio sono i tifosi e i guardalinee e la terna arbitrale, perché sono arbitri.
Tutto il resto, compreso l'allenatore gioca, sia perché ha un obiettivo comune, la vittoria della partita, sia perché nella sua attività è sotto il cappello delle regole del gioco.
Gioca perché ha delle regole da rispettare e che sono valide anche per l'Allenatore, quindi può venire ammonito-espulso, può fare al massimo tre cambi, non può prendere a sberle o insultare i giocatori dell'altro team ecc ecc.
Ora il problema è che con le parabole e parlando di altro si incorre nel rischio che adesso inzia la diatriba col calcio.
Servono esempi di gioco di ruolo.
--- Citazione ---Affermo che: una persona che decida in tutta libertà di essere master non per giocare e divertirsi ma per far giocare, far divertire, mettersi al servizio dei propri giocatori e trarne da ciò personale soddisfazione non costituisce un’abominevole devianza del GdR, ma che sia invece una cosa accettabilissima e di tutto rispetto.
allo stesso modo affermo che: se una persona vuole assumersi una serie di oneri e compiti gravosi per trarne poi soddisfazione se riesce nei suoi intenti non costituisce una prova di personalità egoica e masochista ma di normalissimo e naturalissimo orgoglio professionale o artistico.
--- Termina citazione ---
Il punto è che praticamente è un lavoro.
Io quando sto con i miei amici, non voglio essere il loro capo, non voglio lavorare per loro, voglio divertirmi con loro.
Se fare il master implica tutte le responasabilità che dici - in GDR tradizionali le implica eccome -, significa che io, che ho solo voglia di divertirmi, mi romperò presto le balle di fronte a sta mole di lavoro; aggiungendo che in molti, moltissimi, nemmeno ci pensano a fare il master proprio per questa mole di lavoro. Siccome un master serve per giocare, che si fa?
Aloa!
Suna:
Ma perché è ancora diffusa questa falsa credenza che i giochi incoerenti sono più versatili dei giochi coerenti? E' una bufala allucinante! Anzi sei molto più libero nei giochi coerenti, perché non devi sprecare tempo a fare l'equilibrista sulle schifezze del sistema e ti puoi concentrare sul giocare!
Tant'è che i giocatori all'inizio non sanno nemmeno come gestire tutta la libertà che si ritrovano avendo autorità narrativa! Sono molto più limitanti i giochi incoerenti, altro che. Sempre lì a chiedere al master "mamma posso?" (ovvero, "cerco di fare questo e quello, ci riesco?" "riesco a vedere quella cosa?" "giro l'angolo e cosa vedo?" non cercare! Trova!). E' lì che adoro esempi di actual play come quel celebre scambio di battute relativo a Cani nella Vigna.
Giocatore: "Invoco il Re della Vita e gli chiedo consiglio"
Master: "ok, una luce squarcia il cielo e senti la voce del Re della Vita. Che cosa ti risponde?"
(vado a memoria, la citazione non è letterale)
Antonio: no no! La fuoriserie non è un cavolo allo stesso prezzo del catorcio! Il catorcio costa circa un 30% in più ed è pieno di supplementi necessari. La fuoriserie non ha nemmeno bisogno della benzina, in questa metafora.
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