[cite]Autore: khana[/cite]Io ho letto il blog di Baker e ho cercato qualche post su The Forge al riguardo e da quello che ho capito io, ma posso chiaramente sbagliarmi, questa "problematic feature of human existence" può tranquillamente rimanere riferita ai personaggi, o meglio, risulta "unsafe" quel gioco che porta il tuo personaggio verso scelte (morali) che tu non ti aspetteresti (o anche che proprio non vuoi).
Eh, qui la risposta sarebbe lunga... non perchè non si possa stringere in meno parole, ma perchè ho visto che ogni volta che lo faccio, poi c'è qualcuno che equivoca... è facilissimo dire magari dire "sì, la problematic feature è riferita ai personaggi" ma questo genera l'incomprensione su chi debba poi "risolvere" quella premise in gioco che è il giocatore...
Provando a metterla in poche parole (ma per un qualcosa di più preciso ed approfondito di specifico su story now sarebbe meglio un thread apposito), è come con il lettore/autore/personaggio di un libro... le cose "problematiche" avvengono al personaggio, nessun libro dirà al lettore "decidi adesso cosa farai della tua vita e scrivilo su questa pagina", è il personaggio che deve scegliere fra la sua integrità e i soldi, per esempio. L'autore mettendo il personaggio in quella situazione vuole dire qualcosa, il lettore, se non è un opera di mera propaganda, riflette su quello che ci ha capito, e nessuno si confonde sui ruoli.
Nel gdr sono tutti e tre la stessa persona (con "personaggio" qui in senso lato tutto quello che il giocatore controlla che non sempre è un individuo). E quando si parla di queste cose nei forum ci si incasina e ci si intrippa in frasi che iniziano partendo dall'uno e finiscono con l'altro.
In una storia, le cose accadono ai personaggi. Ma non lo decidono i personaggi. I personaggi non esistono. Il dialogo è fra autore e lettore. O fra autori e lettori. O fra giocatori.
Quando durante una partita a Cani nella Vigna dico "no, questa non passa. Questo PERSONAGGIO non la farà franca dopo quello che ha fatto" sto dicendo la mia intenzione di autore agli altri co-autore, non sto parlando al personaggio.
Da "creating Theme" di Vincent Baker,
QUI, che è la spiegazione più divulgativa anche se non è generale:
So, to sum up. Creating a theme means: a convincing human character in a situation that's dynamic across the line of a compelling issue, escalating naturally through increasingly high-stakes situations, ultimately to crisis and resolution, establishing outcome and consequences, and then finally generalizing the whole thing to our human experience.e:
Roleplaying is a kind of fiction, a medium, same as the short story, the novel, the film, the poem or the play. It has its own set of techniques, limitations and concerns. Some of them are radically different from those of other forms; some are surprisingly similar.Quando dico che le tre Creative Agenda sono giochi completamente diversi, o meglio COSE COMPLETAMENTE DIVERSE, non sto esagerando. Story Now è una forma di Fiction, esattamente come la letteratura, o la cinematografia. Quando si parla di Story Now bisogna farlo pensando ad autori, personaggi, lettori, mentre quando parli di vincere sfide in un gioco gamista parli di tattica, strategia, turni e risorse. Sono discvorsi diversi fatti con tecniche diverse. Quando si parla di Story Now è più utile ragionare in termini di letteratura che non in termini di dungeon.
Termino quindi con la definizione, con cos'è Story Now, da "Narrativism: Story Now" (ho aggiunto i grassetti per sottolineare le cose che per me rispondono alla tua domanda)
Story Now
Story Now requires that at least one engaging issue or problematic feature of human existence be addressed in the process of role-playing. "Address" means:
* Establishing the issue's Explorative expressions in the game-world, "fixing" them into imaginary place.
* Developing the issue as a source of continued conflict, perhaps changing any number of things about it, such as which side is being taken by a given character, or providing more depth to why the antagonistic side of the issue exists at all.
* Resolving the issue through the decisions of the players of the protagonists, as well as various features and constraints of the circumstances.
Can it really be that easy? Yes, Narrativism is that easy. The Now refers to the people, during actual play, focusing their imagination to create those emotional moments of decision-making and action, and paying attention to one another as they do it. To do that, they relate to "the story" very much as authors do for novels, as playwrights do for plays, and screenwriters do for film at the creative moment or moments. Think of the Now as meaning, "in the moment," or "engaged in doing it," in terms of input and emotional feedback among one another. The Now also means "get to it," in which "it" refers to any Explorative element or combination of elements that increases the enjoyment of that issue I'm talking about.
There cannot be any "the story" during Narrativist play, because to have such a thing (fixed plot or pre-agreed theme) is to remove the whole point: the creative moments of addressing the issue(s). Story Now has a great deal in common with Step On Up, particularly in the social expectation to contribute, but in this case the real people's attention is directed toward one another's insights toward the issue, rather than toward strategy and guts.
Wow, e questa è la versione ultra-corta! =:-O
[cite]Autore: khana[/cite]E lo spettatore può tranquillamente vedere cose che io non ho messo, che sono filtrate/modificate da quello che lui pensa di me, quello che lui pensa del concept del personaggio che sto usando, quello che lui pensa dell'azione descritta e quello che lui pensa del personaggio che in quel momento LUI sta interpretando.
Certo. Come in un qualunque altro media. Ma nessuno sosterrebbe che l'autore di un romanzo non può esprimere le sue convinzioni morali nell'opera solo perché il lettore dovrà interpretare l'opera, no?
Aggiungici che story now è unica fra le forme letterarie perché autori e fruitori sono le stesse persone (si trova la stessa cosa nella musica improvvisata, credo, ma lì non crei storie) e quindi i filtri non sono solo fra persone diverse ma anche interni: come interpreti le tue stesse decisioni?
Ma l'esistenza stessa di questi filtri "interni" mette a nanna qualunque affermazione sul fatto che in una conversazione questi aspetti della nostra persone saltino fuori meglio: quella è la situazione in cui i nostri filtri sono più attivi, e quello che dici è sempre influenzato dalla reazione che vuoi in chi ti ascolta. E' quando "giochi" che ti rilassi, sei più sincero (se non ti chiudi in modalità "safe", ovvio), e ti capita di stupirti tu stesso delle decisioni che hai preso e ci rifletti su dopo.