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Consigli per una letteratura Fantasy
Mauro:
Di italiano, personalmente consiglierei L'Ultimo Elfo, L'Ultimo Orco e Gli Ultimi Incantesimi, di Silvana de Mari, editi da Salani. Pur con qualche remora sul terzo, mi sono piaciuti sia per lo stile di scrittura, sia per la storia che va delineandosi; l'ambientazione è molto "decadente", nel senso che, come si intuisce dai titoli, diversi aspetti del mondo vanno morendo. Dovrebbe uscire ancora un quarto e ultimo libro.
Stranieri, a me sono piaciuti i libri di Gemmel e quelli della Furey (la Saga dei Manufatti del Potere: Aurian, Aurian: l'Arpa dei Venti, Aurian: la Spada di Fuoco, Aurian: Dhiammara; e quella dei Maestri del Sapere: Il Cuore di Myrial, L'Occhio dell'Eternità e Lo Spirito della Pietra; tutti editi dall'Editrice Nord), ma soprattutto per questi ultimi non saprei dire molto, li ho letti parecchio tempo fa.
--- Citazione ---[cite]Autore: MikeT[/cite]avete letto "Il Silmarillion?" Com'è? Mi ha sempre incuriosito, ma ho sentito pareri enormemente contrastanti
--- Termina citazione ---
È un libro di storia e geografia con un approccio dal punto di vista del mito; è interessante e approfondisce diversi aspetti della cosmogonia tolkieniana, ma in effetti può essere pesante.
Aggiunta: quanto sopra è ovviamente semplificato, è solo per rendere l'idea; in pratica, il libro tratta la storia del mondo dalla sua creazione mitica a opera di Eru Ilúvatar fino alla fine degli eventi di Il Signore degli Anelli, tracciandone sia gli eventi principali, sia diversi aspetti di geografia (cambi della struttura del mondo, ecc.).
--- Citazione ---[cite]Autore: El Rethic[/cite]non è detto che questa sia la versione pura che avrebbe voluto Tolkien, è in effetti un opera postuma, redatta grazie al lavoro del figlio Christopher. Pur essendoci ottime basi di probabilità non abbiamo la conferma che tutte le storie inserite nel libro furono approvate come ufficiali da JRR
--- Termina citazione ---
Abbiamo la certezza del contrario, almeno fino a un certo punto: per certo, esistono versioni posteriori a quelle pubblicate in Il Silmarillion (almeno in parte pubblicare in The History of Middle-earth).
Renato Ramonda:
Due parole anche sul Silmarillion.
Quello che troviamo nelle librerie e' edito dal Christopher Tolkien (aka il succhiasangue) e NON e' "Il Silmarillion". E' una collezione di appunti del padre, e si vede. E' densissimo, contiene si e no 10 pagine di discorso diretto su tutto il libro, ed e' fatto di 5 parti che coprono in pratica tutta la storia di Arda dal mito della creazione in poi.
A me, da tolkien-nerd, e' anche piaciuto. Ci sono i semi di una quantita' di storie estremamente epiche. Ma e' ovvio che risulti pesante.
(peraltro, c'e' di fatto perfino Elric: Turin Turambar ha troppe similitudini per non entrarci per niente :) ).
Ricordo che in lista Fantascienza c'erano alcuni (come il Valla e il Curtoni) che si ricordavano bene di aver visto girare per le case editrici ed il fandom di allora (cioe' loro :) ) stralci del Silmarillion che Tolkien stava scrivendo, e NON e' quello che e' stato pubblicato. Se devo fare una supposizione... penso che sarebbe stato (appunto) un romanzo epico sulla storia di Morgoth e di Beren e Luthien e del recupero del Silmaril.
Paolo "Ermy" Davolio:
Io con il Silmarillion ho avuto un'esperienza traumatica... XD L'ho letto ai tempi della terza superiore, ma ricordo che è stata un'impresa da maratoneta... E' sicuramente il perfetto libro di cosmologia del mondo di Tolkien, ma ha qualche problema di scorrevolezza in più di un punto... Io ho dei veri e propri buchi neri di vuoto di memoria su interi capitoli XD
Forse dovrei rileggerlo, è tanto che non lo tocco... Magari oggigiorno potrei riuscire ad assaporarlo meglio, chissà.
SPOILER:
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...però c'erano scene così sburre... Tipo il cane dei Valar che tiene a bada da solo il demoniaccio lupesco sul ponte, o tipo il principe elfico che ha deciso di andare incontro a morte certa e va a bussare alla porta del dio del male, ci combatte e lo ferisce gravemente facendolo gemere di dolore per l'eternità... Che bello...
/SPOILER
Niccolò:
la saga dei belgariad, di eddings. in 5 libri, tipico romanzo di "coming of age", non particolarmente originale ma tempestato di personaggi memorabili e dal buon intreccio. consigliato caldamente agli adolescenti, o agli adulti che volessero rivivere qual periodo con un occhio non troppo ingenuo.
fa il paio con la saga dei mallorean, dove... succedono le stesse cose (l'idea è che la storia è una profezia iterativa), ma non te ne accorgi, e i temi adolescenziali lasciano spazio a responsabilità e adulthood...
Fabio Succi Cimentini:
Uno arrivato in Italia ma ormai introvabile (credo) fuori dalle biblioteche:
Guy Gavriel Kay, Il paese delle due lune (Tigana, in originale).
Cosa c'è di tipicamente fantasy? La creazione di un mondo, la presenza della magia.
Solo che questo mondo è diverso dalle classiche terre sterminate di ispirazione celto-nordica, è una penisola di forte ispirazione italiana (Kay è scrittore di diversi romanzi di storia, alternativa o meno, di ambientazione mediterranea) divisa in piccoli regni-province e invischiata nella guerra tra due potenti stregoni: uno di questi, Brandin della lontana Ygrath, perse il figlio che comandava l'invasione del regno di Tigana - e inflisse ad esso una punizione terribile. Una magia grandiosa, che non solo sterminò Tigana ma anche lo cancellò - letteralmente - dalla memoria del mondo. Vent'anni dopo, gli ultimi discendenti del regno si muovono per la penisola tessendo un piano di vendetta.
Più che alle epopee epiche, il romanzo si rifà alle tragedie scespiriane della vendetta, costruendo una storia intrisa di malinconia e fatalità, in un mondo più mediterraneo del solito e umano. Più che bene e male esistono azioni e conseguenze, anzi il ciclo delle conseguenze è il filo rosso del romanzo. La magia è rara ma terribile, custodita nelle mani di poche persone che per operarla hanno pagato un grande prezzo, e con l'assenza di creature soprannaturali, incarnazioni dello spettro morale o classici elementi del fantastico tutto il peso è assegnato all'umanità dei personaggi. Così potrebbe ricordare George R.R. Martin, ma è più conciso, meno bizantino e meno morboso (senza essere un detrattore, anzi) del Ghiaccio e Fuoco.
Insomma, gran bel romanzo.
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