62
« il: 2012-11-09 23:03:33 »
Vincenzo, ti ringrazio moltissimo per la risposta che mi hai dato. Mi hai fatto capire quale sia uno dei punti che ho ben fermi in testa io, ma che non ho scritto con sufficiente chiarezza nel manuale.
Il Tempo deve portare le risposte alle domande iniziali in gioco mettendo i personaggi in situazioni che alludano, senza mai comunicarle direttamente, a tali risposte.
Nel tuo esempio del figlio che ha fatto un incidente d'auto, nella scena del locale se io fossi stato il Tempo avrei forse portato in gioco un incidente fuori dal locale che coinvolgesse un/a amico/a di Antonio, ad esempio. Così su due piedi, però, senza conoscere le altre risposte e, in particolare, quelle del Padre, è solo la prima cosa che mi è venuta in mente. Incrociando le risposte del Padre e del Figlio di solito c'è abbastanza materiale per dare una direzione alle scene, sapendo che cosa andare a toccare.
Mi rendo conto, però, di non aver scritto come fare sul manuale, ed è una cosa che dovrò specificare chiaramente. Vi ringrazio per il feed-back!
-
Giacomo: ah, ok, ho capito che cosa intendessi. Sì, ho preferito lasciare la possibilità di decidere quanto personali dovessero essere le risposte perché se avessi obbligato, da regole, a inserire necessariamente vicende personali, probabilmente qualche giocatore avrebbe potuto trovarsi a disagio, ottenendo quindi l'effetto contrario di chiudersi a riccio; in questo modo, invece, la privacy viene mantenuta, e chi vuole può scegliere se metterci del proprio oppure se creare un personaggio di fantasia (o se mescolare realtà e finzione), ma sempre con la libertà di non doversi giustificare in alcun modo agli occhi degli altri giocatori.
C'è anche un altro motivo legato al fatto che non volevo che la catarsi del gioco arrivasse forzatamente, ma che fosse invece una conseguenza della fiction. Insomma, volevo che Novanta minuti fosse più simile al vedere un bel film insieme ad alcuni amici che a un seduta psicoterapeutica di gruppo. Questo si riallaccia a una mia considerazione personale sull'importanza della finzione come schermo che probabilmente qui è fuori luogo.
Grazie mille di nuovo per gli utilissimi spunti!