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Complessità vs profondità

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Simone Micucci:
"la complessità è definita dalla quantità di cose che devi _sapere_e_considerare_ prima di poter fare una scelta corretta."

"Corretta" in questo caso è sinonimo di "voluta"/"consapevole"? Oppure "corretta" lascia intendere che altre siano sbagliate?



"la profondità è definita dalla quantità di scelte _non_banali_ eseguibili in relazione a chi interagisce con te"

Invece qui non capisco quale possa essere la differenza tra scelte banali e scelte non banali.

Niccolò:
è un riassunto.

facciamo un esempio: stai giocando a super mario e davanti a te compre un goomba. puoi scegliere

a) di saltarlo, superandolo o
b) di non saltarlo, morendo.

la scelta è banale.

in dnd, hai un nemico a 2 metri. lo colpisci con il 4+.

a) puoi caricarlo e fargli un attacco che lo colpisce col 2+ o
b( puoi avvicinarti e fargli 4 attacchi che colpiscono col 4+/6+/8+/10+.

la scelta è sostanzialmente banale.

in parpuzio, se davanti a un'interazione dove è evidente che devi accettare le condizioni del png. se le accetti il gioco va avanti e il master è contento. se non le accetti il gioco si blocca e il master è scontento. la scelta è banale, scontata.

in magic stanno lanciandoti un incantesi che li fa vincere.

a) lo counterspelli o
b) scelgi di non counterspellarlo?

scelta banale.

una scelta profonda è diversa: non è autoimaticamente chiaro quale scelta sia migliore, ma la scelta si rivela migliore o peggiore nel contesto della partita, e del momento.

viceversa, un gioco complesso mette una barriera di conoscenza, di maestria del sistema A FRONTE, come precursore della capacità di riconoscere la scelta corretta, ma una volta che hai il bagaglio di conoscenze necessario, la scelta è fondamentalmente banale e ovvia.

magic è un buon esempio, se lo conoscete: all'aumentare dei cardset, il numero di mazzi considerabili validi in torneo, controintuitivamente,  si RIDUCE, perchè alcune scelte sono così forti che tagliano fuori tutte le scelte non alla loro altezza (i famosi mazzi in meta)

il parallelismo con i gdr non è automatico, ma c'è e non si riduce alle interazioni "videogiocoso-boardgameose", ogni interazione in un gioco è potenziale donte di profondità, e ogni regola di complessità. è più difficile forse capire riconoscere che c'è "una scelta giusta", ma se c'è inficia immediatamente la profondità potenziale del gioco.

Simone Micucci:
Si riesco a starti dietro.

Si tratta di distinguere tra caratteristiche dei giochi che rendono chi li padroneggiano notevolmente più bravi di chi non li padroneggia.

Per intenderci: in Annalise spesso e volentieri so gestirmi le mie risorse in modo da uscire con una serie di vantaggi (o quantomeno da minimizzare gli svantaggi) dai Momenti. Questo è un affare di complessità, giusto? Nonostante poi magari non ci sia una scelta giusta e sbagliata comunque la complessità del gioco mi permette di gestirmi meglio di qualcuno che è meno pratico di me con quella complessità.

Qualcosa del genere l'ho visto in cani nella vigna, con la capacità di destreggiarsi con la narrazione di blocco/accuso/rilancio, la scelta dei fallout, così come nella capacità di usare le cerimonie e i conflitti a seguire. Questa è sempre questione di complessità?

In Trollbabe la capacità di destreggiarsi con le Relazioni (alcuni trucchi tipo prendere alcune Relazioni nemico all'inizio per crearsi una pool di rilanci da fare in seguito al momento opportuno), la capacità di destreggiarsi con l'impostazione degli obiettivi dei conflitti, con le narrazioni (il fallimento in TB è un'arma estremamente potente) diventa questione di complessità? O di profondità?

Niccolò:

--- Citazione ---Per intenderci: in Annalise spesso e volentieri so gestirmi le mie risorse in modo da uscire con una serie di vantaggi (o quantomeno da minimizzare gli svantaggi) dai Momenti. Questo è un affare di complessità, giusto? Nonostante poi magari non ci sia una scelta giusta e sbagliata comunque la complessità del gioco mi permette di gestirmi meglio di qualcuno che è meno pratico di me con quella complessità.

--- Termina citazione ---

si, ma è veramente una complessità minima rispetto a -per esempio- listone di talenti o di incantesimi (o solo all'elenco di regole di combattimento) di dnd3.
però si.

il fatto che se non fai un claim lo fa un'altro è un elemento che aumenta la profondità: perchè ti chiedi "claimo io questo elemento? e se non lo claimo, lo claima qualcun'altro?" (scusate l'uso di "claimare")


--- Citazione ---Qualcosa del genere l'ho visto in cani nella vigna, con la capacità di destreggiarsi con la narrazione di blocco/accuso/rilancio, la scelta dei fallout, così come nella capacità di usare le cerimonie e i conflitti a seguire. Questa è sempre questione di complessità?

--- Termina citazione ---

si e no: sapere come funzionano le regole è complessità, saperle sfuttare è un'applicazione del gameplay, non parliamo più di profondità o di complessità, nel momento in cui fare una scelta è una scelta. devi vedere QUALI E QUANT SCELTE avresti potuto fare oltre a questa. ad ogni modo sarebbe una barriera molto leggera. tendere a ZERO complessità non solo è praticamente impossibile, ma è anche probabilemnte negativo. un minimo di complessità è un male necessario per dare un minimo di varità, e la varietà è un elemento importante per la profondità.


--- Citazione ---In Trollbabe la capacità di destreggiarsi con le Relazioni (alcuni trucchi tipo prendere alcune Relazioni nemico all'inizio per crearsi una pool di rilanci da fare in seguito al momento opportuno), la capacità di destreggiarsi con l'impostazione degli obiettivi dei conflitti, con le narrazioni (il fallimento in TB è un'arma estremamente potente) diventa questione di complessità? O di profondità?

--- Termina citazione ---

è di complessità quando c'è una "barriera di informazioni" che si può superare imparando.
è profondtà se c'è una rete di scelte interconnesse che non sono valide in assoluto ma in relazione alle scelte altrui.

poi prendi "valido" con le pinze: in un gioco dove si vince è molto più semplice defire una scelta valida o meno, in un gioco creativo che molti gdr è meno facile capire se una tua scelta è considerabile "una buona giocata" oppure no, soprattutto perchè non è banale capire quali altre scelte avresti potuto fare, a volte sono infinite.

quello che voglio far capire è che la complessità in un gioco è un valore sostanzialmente negativo, al di la di un minimo necessario, che toglie spazio a valori più utili come, appunto, la profondità.

mentre se vai a parlare di gdr in gir, spesso vedi cani nella vigna o simili accusati di essere poco profondi, a differenza di dnd. mentre è il contrario: la complessità di dnd lo rende un gioco infinitamente meno profondo.

Simone Micucci:
Ok penso di aver capito.
Scusa, non sono più abituato a questi discorsi. ^_^

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