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[SLOW DOWN] Gioco dell'anno

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Danilo Moretti:
Sono molto in sintonia con Iacopo che di tutti mi sembra quello con la visione più realistica della situazione, io ho avuto i suoi stessi problemi con la "door selection" dei distributori, ma non ritengo che sia perché sono "cattive sanguisughe" ma semplicemente perché sono dei commercianti e usano criteri legati a quella sfera: in negozio prezzo e confezione (per il cliente ignaro) arrivano prima del buon design. Fatevene una ragione.

Non centra un tubo la passione, la divulgazione del buon design ecc che sono cose (bellissime) pertinenti - casomai - alla sfera associativa.

Ogni volta che scatta il disco sui "sistemi malati" si esce sempre a parlare di come sia brutta la doppietta "diffusione del gioco e commercializzazione dei giochi" salvo poi seguire gli stessi binari (stampa e vendi, vendi e stampa) ma oltretutto facendolo fuori dal canale distributivo (perché non si vuole sottostare alle loro regole) e quindi in modo meno efficace, col passaparola tra amici e sui SN/forum (che altro non sono che associazioni "non localizzate") e ritrovarsi a concentrare il 90% delle vendite in una/due convention l'anno.

Ah, già ma non sono vendite, sono sistemi di autofinanziamento (la semanticora).

La verità è che il GdR più bello e Fare gli Editori.

7-9: un po' ci fai e un po' ci sei
10+: ci fai e ci sei

Mr. Mario:

--- Citazione da: Danilo Moretti - 2013-10-24 01:02:09 ---in negozio prezzo e confezione (per il cliente ignaro) arrivano prima del buon design. Fatevene una ragione.
--- Termina citazione ---

Credo che il mio modo di farmene una ragione sia desiderare che qualcuno smetta di creare trappole che allontanano persone dal mio hobby, o quanto meno che si smetta di incoraggiare i creatori di trappole con un premio.

Spero in una correzione di rotta o per quanto mi riguarda il "gioco dell'anno" potrebbe rapidamente diventare il sinonimo di "gioco da non comprare quest'anno". Sarebbe divertente verificare in quanto tempo questa può diventare una tendenza.

Niccolò:

--- Citazione ---Sono molto in sintonia con Iacopo che di tutti mi sembra quello con la visione più realistica della situazione, io ho avuto i suoi stessi problemi con la "door selection" dei distributori, ma non ritengo che sia perché sono "cattive sanguisughe" ma semplicemente perché sono dei commercianti e usano criteri legati a quella sfera: in negozio prezzo e confezione (per il cliente ignaro) arrivano prima del buon design. Fatevene una ragione.

--- Termina citazione ---

il carretto di mele bombardato: lo conosci? lo hai letto? hai capito bene cosa dice?

se le cose che fanno bene al nostro hobby come attività si allineano male con le cose che servono a un distributore per fare vendite a tante cifre, continuare a inseguire quella chimera è solo un cancro. in cui alla lunga ci rimettono (ci hanno rimesso! ci stanno rimettendo!) editori, autori e cosumatori.

Moreno Roncucci:

--- Citazione da: Mr. Mario - 2013-10-24 02:34:01 ---
--- Citazione da: Danilo Moretti - 2013-10-24 01:02:09 ---in negozio prezzo e confezione (per il cliente ignaro) arrivano prima del buon design. Fatevene una ragione.
--- Termina citazione ---

Credo che il mio modo di farmene una ragione sia desiderare che qualcuno smetta di creare trappole che allontanano persone dal mio hobby, o quanto meno che si smetta di incoraggiare i creatori di trappole con un premio.
--- Termina citazione ---

Fanmail e standing ovation.

Danilo Moretti:
scusate ma davvero non capisco, da una parte ci sono discorsi di un nuovo sistema commerciale alternativo a sostituzione del diavolo, dall'altra lo stesso ambiente che ne tesse le lodi contiene editori (autoproduttori ecc - me compreso) che continuano a battere (sopratutto) strade tradizionali (distribuzione nel "ghetto" dei negozi specializzati, concorrendo a premi farlocchi, presenziando alle con ecc).

Capisco e rispetto che filosofie alternative e desiderata personali siano importanti e che ognuno vorrebbe il meglio per l'hobby (no, su questo dei dubbi inizio ad averli, ma vabbé), ma al lato pratico e tangibile a quali sono i risultati in Italia (diciamo dal 2008 a oggi) di questo metodo nuovo?
Perché qualcuno lo starà seguendo vero?
No davvero, perché ogni volta che esce fuori questo discorso poi di dati veri se ne vede sempre pochi (in compenso tutti a tirare fuori il vangelo dei carretti bombardati).

Nemmeno a me personalmente piace dover mescolare l'aspetto bassamente commerciale a quello creativo, ma una cosa che ho imparato dai tempi di Rune (e si parla di più di 20 anni fa) è che se il mio gioco/rivista/prodotto non ha visibilità può essere il migliore prodotto di sempre ma mi rimane sul groppone. Per avere visibilità c'è bisogno di presenza continuativa sugli scaffali e per rimanere vivi sugli scaffali (come singolo prodotto) c'è bisogno di catturare prima il distributore/negoziante e non lo fai solo con il design.

Non ci piace questo discorso?
Non ci interessano le questioni commerciali?
Abbiamo a cuore il bene di un hobby sano e scevro da contaminazioni?

Ok
Allora si abbandoni davvero e del tutto l'aspetto commerciale, si facciano associazioni, si traducano, distribuiscano e divulghino giochi free o in licenze accomodanti senza badare alla loro forma, si battano terreni inesplorati cercando di coinvolgere non gli amici degli amici o il pubblico da Con (o peggio di fare Con tra e per gli amici) ma ci si concentri su gente presa da contesti nuovi (al nostro ambiente).

Insomma si faccia davvero gli alternativi/indipendenti.

Diversamente avremo infinite discussioni come questa dove si critica un premio a cui nessuno vorrebbe partecipare (ma che se poi vinci: "vabbè allora te lo sei meritato", ma se non lo vinci: "ecco i soliti trogloditi") e dove si mescolano le visioni inconciliabili come quelle dell'appassionato, del critico ludico e dell'editore che si "azzuffano" credendo di essere sullo stesso ring.

poi, sta cosa del creare trappole...
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