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[SLOW DOWN] Gioco dell'anno

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Mattia Bulgarelli:

--- Citazione da: Alessandro Piroddi (Hasimir) - 2013-10-23 01:20:49 ---Ragazzi, ecco.
Il nocciolo del problema, e la ragione per cui il BoS e l'attuale "Gioco dell'Anno" non saranno MAI premi sensato per l'universo Indie è tutta qua.

La scaletta di valori è tutta al contrario rispetto a ciò che sono i valori alla base dell'intera filosofia che, volenti o nolenti, si trova alle spalle dei giochi che piacciono a noi.

[...]
Possiamo ragionevolmente contare sulle dita di una mano il numero di persone che è entrato in un negozio di hobbistica per comprare una Mini4WD o un mazzo di Yu-Gi-Ho e, vedendo dei libri su uno scaffale di cui non sapeva NULLA, ha detto... cavolo, adesso spendo 30€ e mi leggo 300 pagine!
[...]
Ad ogni modo i Distributori NON hanno alcun reale peso nella diffusione.
Lo avrebbero se facessero arrivare i gdr nelle edicole, nelle librerie generiche, nei supermercati, nelle biblioteche, nelle scuole... come in parte accade Germania, guarda caso.

Ron Edwards sono tredici anni che ha da dire contro il modello commerciale e divulgativo fondato sul vassallaggio ai Distributori e sul culto del "prodotto editoriale" rispetto al "gioco da giocare" ... ma in finale è solo un hippy con idee balzane...

--- Termina citazione ---

STANDING. EFFIN'. OVATION.

E comunque, fa sempre bene rileggerselo:
http://www.gentechegioca.it/smf/index.php?topic=2675.0

Iacopo Frigerio:
Credo ci siano diverse componenti nella questione e il problema principale sta nel cercare di mettere assieme più piani che cercare di non ignorarne alcuni.
Penso anche a quanto siano diversi i punti di vista da Autore, Giocatore, Negoziante, Produttore e altri... E ci sono anche molti altri punti di vista, tra chi adora le fiere, adora i tornei di gdr, adora le con, adora i giochi indie.

Ora ognuno di noi non può essere rappresentante di tutti i piani, non è ammissibile cognitivamente.
Tra l'altro in molti casi si va su un discorso di approccio paradgmatico, da discussioni che coinvolgono medi sistemi, e per non sgranare cerco di rimanere vincolato al tema Gioco dell'Anno.

Il rischio principale è quello di ridurre tutto a pochi piani, di cui siamo parte e ignorare gli altri, di cui non facciamo parte, ma che sono parte fondante e a volte importante del discorso.

Comincio da cose banali, anche solo agganciandomi a parte delle cose emerse da Alessandro, Vigiak e Luca.
Il Gioco dell'Anno nasce e ha una vocazione commerciale, vuole anzi diventare proprio un trampolino di lancio per la commercializzazione di un prodotto (e già commercializzazione è un termine confuso, c'è dentro affari, diffusione, soldi, fiducia non è un termine comodo, ne semplice). Lasciando perdere i difetti di gioventù e gli errori di misura, il GdA nasce per rivolgersi a tutta la popolazione italiana e per cercare di diffondere le vendite ovunque.
Il sistema-Italia di negozianti e distributori è totalmente imperfetto, a tratti dannoso ma non ha senso non rivolgersi a quello che oggi rimane il principale terminale di diffusione e vendite del gioco in Italia.

Il Gioco dell'Anno ha questa vocazione, e la ha esplicitamente fin dalla sua incarnazione, e questo porta i suoi pesi. Se si vuole concentrarsi solo sul fatto che (per citare Alessandro, ma senza volerlo contrastare in modo diretto) "un gdr andrebbe giudicato quasi esclusivamente in base alla sua efficacia presso gli appassionati (è funzionale? è fruibile? che soglia d'ingresso pone? etc) e solo dopo, come notazione secondaria, si possono valutare ANCHE cose come il sex-appeal, la vendibilità, etc." il GdA è esplicitamente fin dalla sua incarnazione un premio sbagliato. Serve ad altro, fa altro. Se si vuole un premio che si concentri su quello che dice Alessandro, andrebbe creato ad hoc (poi va da sé che a me farebbe solo piacere se si creasse, ma poi lla domanda rimane sempre quella, chi se ne prende la responsabilità? Continuo a vedere ben poca gente con questa voglia).

Poi ovviamente ci sono gigantesche perversioni. Rimango ancorato al caso concreto, cioè il mio. Quest'anno non ho partecipato, ne sono stato costretto, perché nessuno dei miei giochi eliggibili (quelli pubblicati entro la finestra del regolamento) era presente in distribuzione o nei negozi. Nessuno se ne è voluto fare carico, sono giochi troppo economici (troppo poco margine), troppo poco "appariscenti" (la confezione è misera) e nessuno li crede commercializzabili. Probabilmente c'è una ragione di fondo (peraltro c'è da dire che non credo avrebbero meritato vittoria, molti sono giochi adatti ad introdurre al giocare di ruolo, ma non per introdurre il gioco di ruolo, penso ad esempio a GxB). Però probabilmente in questo caso c'è un problema ancora più a monte, dato che faccio comunque fatica a trovare (all'interno di persone che si occupano di blog, fanzine etc.) persone interessate a scrivere un articolo (o co-scrivere) riguardo al lancio del Play-Away come collana e filosofia. Di queste perversioni è giusto (e lo rinvio a Vigiak, per quanto non abbia effettivamente una soluzione) tenerne conto. La presenza nei negozi è a mio stesso avviso imprescindibile, però esiste un "filtro oscuro". Anche Contenders non è presente nei distributori e negozi. "Il tema non è commercializzabile!", ma così non è nemmeno presente, se non è presente nessuno potrebbe interessarsene, se nessuno se ne interessa diventa difficile si crei domanda e via verso questo circolo vizioso. Posso suggerire che anche solo la presenza su negozi online certificati possa costituire una presenza garantita (negozio dell'editore, ma penso anche a Lulu o DriveThrou), ma è solo un tentativo.

Anche il discorso Convention è a mio avviso un discorso a doppio taglio. Io faccio parte attiva del "movimento delle con", ne organizzo una che nei nostri confini ha una discreta importanza. Però non possiamo riferirci solo a queste. Hanno una portata limitata (anche potenziale, quante persone si potrebbero gestire, quante basterebbero?), hanno un limite geografico (chi ha mai raggiunto la Sicilia, la Sardegna, la Valle D'Aosta o Trieste, ma anche solo quali nostre convention stanno in pianta stabile in Piemonte, Lazio o Umbria?) e questi limiti sono ben lungi da poter essere superati. Non sto parlando del "movimento delle con" in sé. Ma faccio il raffronto tra la volontà di portata del GdA con l'effettivo riferimento delle con. Servirebbe un sistema di Con, organizzato centralmente o totalmente ararchico (è lo stesso) ma oggi non è proponibile ed è comprensibile che l'organizzazione di Lucca pensi e guardi ad altro.

Poi... penso che alcuni degli spunti critici di Luca abbiano un senso. Il GdA in sé ha senso che rimanga per lo scopo che ha, ma un premio solo (un premio e tre quarti considerando il gioco di ruolo dell'anno, che sono (anche per motivi di diffusione e commercializzazione) figli di un dio minore, non che la cosa sia priva di senso, per carità) è troppo poco per una nazione che ha un interessante materiale umano ma che su tutto il resto è arretrata (non è una critica, anche una constatazione, mi pare ovvio che un paese con tanto bel tempo e sole e attività culturali, attrazioni etc. abbia una cultura del gioco al tavolo più scarsa di paesi che invece godono di condizioni climatiche peggiori, con più ore di buio, freddo, pioggia etc..). L'ho scritto nella mia lettera della prima riunione, lo ribadisco ovunque posso, che va dato maggiore peso e riconoscenza a quegli editori che investono nell'Italia, magari creando loro una edizione localizzata nuova, a quegli autori italiani che portano vento nuovo in Italia, per me la coltivazione di una cultura ludica di riferimento passa da una maggiore attenzione al pubblico, ma passa anche dal creare maggiori "eroi" italiani, a cui ispirarsi e a cui radunarsi. (per dire, considero che se avessimo iniziato l'anno scorso sarebbe stato un ottimo inizio, L'unico anello riassume molte più caratteristiche positive di Rogue Trader).

Va beh, ho parlato di meno di un quarto delle cose che volevo dire e ho rubato fin troppo tempo rispetto a quello che avevo a disposizione. Mi spiace non avere tempo per partecipare meglio a queste discussioni.

Niccolò:
ogni volta che ci dimentichiamo sta cosa, non siamo più degli appassionati, ma delle pecore.


--- Citazione da: Alessandro Piroddi (Hasimir) - 2013-10-23 01:20:49 ---
--- Citazione ---il primo acquirente di un prodotto e' il distributore e il secondo e' il negoziante. L'appeal che un prodotto ha sul mercato passa anche da questi attori, ancor prima del pubblico di appassionati.
--- Termina citazione ---

Ragazzi, ecco.
Il nocciolo del problema, e la ragione per cui il BoS e l'attuale "Gioco dell'Anno" non saranno MAI premi sensato per l'universo Indie è tutta qua.

La scaletta di valori è tutta al contrario rispetto a ciò che sono i valori alla base dell'intera filosofia che, volenti o nolenti, si trova alle spalle dei giochi che piacciono a noi.

Appassionati.
Negozianti.
Distributori.

Io personalmente (ma ho il vago sospetto di non essere l'unico) ritengo che un gdr andrebbe giudicato quasi esclusivamente in base alla sua efficacia presso gli appassionati (è funzionale? è fruibile? che soglia d'ingresso pone? etc) e solo dopo, come notazione secondaria, si possono valutare ANCHE cose come il sex-appeal, la vendibilità, etc.

E mi sento sempre più alienato quando mi sento rispondere che no, innanzi tutto il target di un gdr dovrebbero essere i sogni bagnati dei Distributori... che a loro convenienza faranno arrivare il prodotto ai Negozianti... i quali se va bene non nasconderanno troppo i manuali dietro allo scaffale dedicato a ciò che fa davvero girare i soldi, come i GCC o i videogiochi.

Negozi?
Ma quali negozi?
A Roma (cazzo, Roma Capitale, mica pizza e fichi) per ogni nuovo negozio che apre ne chiudono tre.
Negozi specializzati in gdr, o con una reale varietà, non ne esistono quasi più.
Se vuoi qualcosa puoi ordinarlo, altrimenti sugli scaffali ci sono i soliti noti (e spesso nemmeno quelli, ricordo che il famosissimo e diffusissimo e commercialissimo Pathfinder ho dovuto inseguirlo ONLINE per poterlo regalare a un amico... nella Grande Roma Capitale).

Guardiamoci in faccia.
La diffusione NON passa per i negozi, dato che i negozianti NON guadagnano sulla vendita di 1 manuale una tantum sui 100 che si sono dovuti comprare e che, con ogni probabilità, gli resteranno sullo scaffale a prendere polvere plausibilmente per anni.
Io cominciai a giocare in seconda media (20 anni fà?) perchè un amico mi ha introdotto a un hobby che lo appassionava.
Un sacco di gente ha cominciato a giocare perchè IO ho fatto altrettanto.
TUTTI quelli che conosco condividono una storia identica.

Possiamo ragionevolmente contare sulle dita di una mano il numero di persone che è entrato in un negozio di hobbistica per comprare una Mini4WD o un mazzo di Yu-Gi-Ho e, vedendo dei libri su uno scaffale di cui non sapeva NULLA, ha detto... cavolo, adesso spendo 30€ e mi leggo 300 pagine!

E anche come punto di aggregazione in cui essere "contaminati"... i negozi non funzionano più.
Spazio, tavoli, un negoziante che si sbatte per dare disponibilità a chi vuole di trovarsi e giocare... QUESTO diffonde e contamina... le pareti foderate di titoli mediocri da dalla bella copertina, no.
E, giustamente, non sono in molti a sbattersi così... o punti sui giocatori di ruolo in quanto "nerd" e speri di vendergli carte e miniature nel mentre che occupano il tuo spazio tavolato... o quello spazio lo riservi ai tornei di GCC e miniature e, francamente, fai affari MOLTO migliori.
O sei un pazzo che lo fa per passione.

Ad ogni modo i Distributori NON hanno alcun reale peso nella diffusione.
Lo avrebbero se facessero arrivare i gdr nelle edicole, nelle librerie generiche, nei supermercati, nelle biblioteche, nelle scuole... come in parte accade Germania, guarda caso.

Ron Edwards sono tredici anni che ha da dire contro il modello commerciale e divulgativo fondato sul vassallaggio ai Distributori e sul culto del "prodotto editoriale" rispetto al "gioco da giocare" ... ma in finale è solo un hippy con idee balzane...


--- Termina citazione ---

Moreno Roncucci:
Il Peccato Originale è il mischiare elementi di giudizio tanto diversi, da rendere il premio alla fine "sbagliato" a prescindere. Se premi il manuale che piace ai negozi, che attragga i nerd di un altra sottonicchia, che sia innovativo e valido nel design...  o hai un culo pazzesco, che in certo anno un singolo gioco sia al top in tutte queste categorie, o sei costretto a dare il premio a giochi che secondo certi criteri non lo meritano...

Esempio: se un premio cinematografico fosse "per la migliore sceneggiatura ed effetti speciali e incassi", tempo fa l'avrebbe vinto Indipendence Day, e il premio avrebbe perso ogni credibilità sul fronte sceneggiature. L'anno dopo lo vince Pretty Woman e perde ogni credibilità sul fronte effetti speciali. In pochi anni facendo il giro perde tutte le credibilità possibili e diventa una barzelletta.

Quindi, primo aspetto: separare i premi, un premio al game design non può essere dato in base al numero di illustrazioni (notare che questo è meno vero nei GdT, ma nei gdr essendo LIBRI hai in pratica messo insieme un premio alla qualità letteraria ad uno per il numero di figurine...)

Secondo commento, riguardo puramente all'aspetto "vendite"....   mi pare che (come sempre, purtroppo, in Italia) a livello commerciale nei gdr nei negozi il modello sia "prendi i soldi e scappa". 

"Chi se ne frega se poi alla fine il gioco non lo soddisfa, l'importante è ipnotizzarlo con la copertina cartonata, fargli sganciare i soldi, e metterli in cassa. Se poi dopo qualche  mese dice che i gdr sono schifezze e smette, checcenefrega? Gli venderemo cards"

No, perchè TUTTI i discorsi sull'effetto "vendite" che ho sentito paiono basarsi sull'idea "entra, compra, e poi chi se ne frega".

Poi non ci meravigliamo se i gdr nei negozi sono in continua crisi dal 1983...

È proprio così strana l'idea "sarà più difficile da vendere subito, ma è un bel gioco, divertente, se lo gioca farà entrare altri clienti in negozio per cercarlo"? Cioè che alla fine il buon design di un buon gioco alla lunga abbia effetto sulle vendite? O ormai all'idea che un gdr sia bello anche da giocare, i commercianti hanno proprio rinunciato?

Mattia Bulgarelli:

--- Citazione da: Moreno Roncucci - 2013-10-23 15:21:26 ---O ormai all'idea che un gdr sia bello anche da giocare, i commercianti hanno proprio rinunciato?

--- Termina citazione ---

Fanmail a Moreno per la lucida analisi... se il paziente è malato, il BRAVO medico lo dice.
Sennò continuiamo a cantare "va tutto ben, madama la marchesa" (e cito cose di prima che io nascessi, tanto dire quant'è "all'italiana" la situazione). :(

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