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D&D 4 ma non solo - actual play
Simone Micucci:
ssssssssssssssssssssssssssssigh!
Cominciamo anche con la mia va...
Come ben sapete tutti sono Simone, e come ben sapete per la maggior parte sono un membro entusiasta del gruppo di gioco di Zero.
io ricordo col cuore aperto un bel discorso di Moreno ad Hasimir, in cui gli diceva che il suo gruppo di gioco è innamorato della care belle vecchie giocate di una volta. Cieco completamente difronte al fatto che quelle giocate non erano belle, ciechi difronte al senso di noia, ciechi difronte a qualsiasi cosa...l'unica cosa è che ormai la loro mente si era convinta di quanto belle fossero quelle giocate, avvenute soltanto nel mondo dei ricordi e dell'immaginario del gruppo.
Ricordo con molta molta precisione di quando Elia si sentiva frustrato dalle scelte del gruppo, sopratutto quando lui aveva un'idea che prontamente veniva sfottuta, canzonata, disillusa. Ma Elia non lo ricorda. Per lui non è mai avvenuto (fortunatamente Daniele e Riccardo hanno una mente apparentemente più solida, altrimenti avrei pensato di essermi inventato tutto). Ricordo con molta precisione le scelte che prendevo per il bene della storia a vampiri, a scapito dei pe, a scapito della libertà dei giocatori, a scapito del divertimento di diverse persone...eppure improvvisamente queste cose non sono più vere, oppure erano assolutamente normali, addirittura divertenti.
Ho un sacco di dubbi per la testa e visto che anche io faccio il master nel gruppo questi dubbi sono molto pressanti, tanto che a volte arrivo persino a chiedermi se al gruppo piaccia davvero giocare di ruolo.
Ok sto esagerando (forse), ma io davvero non riesco a guardare a quelle care vecchie giocate di una volta e vedere tutti quei momenti divertenti...in anni e anni di gioco vedo come momenti divertenti cose che si potevano tranquillamente ricavare da una partita di pallone, una serata al pub o una discussione post cinema. D&d e vampiri c'entravano davvero poco con quel divertimento.
Abbiamo giocato più di un anno di cronaca a Werewolves the Forsaken. Indubbiamente un gioco con un setting interessante che ci ha preso molto. Quando poco tempo fa chiedo a tre di loro (Riccardo, Elia e Daniele) cosa abbiano trovato divertente scopro che era il rapporto tra i personaggi, le sottotrame che si potevano creare, il rapporto tra i vari branchi (sia pg che png) ecc ecc...
stesso identiche cose ottenute da Mage the Awakening.
Cioè si sono divertiti con tutte cose che il gioco non gestiva, che erano lasciate esclusivamente a noi (spesso a me, che infatti ero il Narratore, ma guarda un pò) (e infatti ci hanno messo mesi ad ingranare...ed alla fine hanno ingranato...ma non "grazie al gioco", ma oserei dire "nonostante il gioco").
Con Elia parliamo e dalla nostra giocata a d&d (una precedente, non quella di Zero) e la parte più divertente è stata la creazione dell'ambientazione. -_-
Esatto contrario di Daniele, che ha tutt'altri interessi (è sveglio solo durante il combattimento? Non proprio. Direi che agisce sopratutto durante il combattimento...per il resto mi sembra abbastanza attento, spesso più degli altri, ma meno attivo...almeno nel mio feedback).
in ogni caso, passiamo a qualcosa di meno generico e iniziamo a far attivamente parte del Topic:
rispondo brevemente a Paolo Davolio: D&d non prevede creazione condivisa del setting, questa è un'aggiunta tutta nostra e introdotta relativamente da poco tempo.
rispondo molto più brevemente a Renato: ho fatto un ragionamento molto simile. Credo sia una qualche forma di difesa, ma ho studiato troppo poco questo campo per poter dare un parere adeguato.
Rispondo invece a Zero:
approvo in pieno quella che è stata la tua gestione della cosa. A cominciare dalla proposta di fare qualcosa di classico il sabato pomeriggio (d&d), e qualcosa di diverso in altra data.
Ammetto la mia colpa: sono abituato ad inserire dei, controdei e quant'altro nelle mie campagne di d&d (anche se con quella insieme a Cervantes...no...alla fine c'entravano anche lì...poco, ma c'erano...ma porco cane). Non escludo che ci sia una sorta di imprinting e faccio effettivamente caso soltanto adesso che si tratta della solita campagna (non proprio uguale a tutte le altre, voglio lasciarne fuori un 10%, anche se sono indubbiamente troppe).
Cose che ho trovato divertenti? Creare l'ambientazione, inserire il mio personaggio, la promessa del master che potrò creare nuovi personaggi da alternare al mio e adattare alla storia che si verrà a creare e aiutare Riccardo nella creazione del personaggio (si, mi diverte...e allora? Credo che sia un rigurgito da master)
Cose che ho trovato noiose? Nella prima giocata (quella in cui non abbiamo fatto d&d) davvero poco.
Interventi che mi hanno colpito? I tuoi tentativi di dirigere le cose con un minimo di senso, nel tentativo di scremare ciò che è superfluo e di individuare ciò che è importante.
Cose che mi hanno infastidito? L'impuntarsi con quella cavolo di minaccia non meglio identificata... ho tentato di spiegare che qualcosa che arriva spacca tutto e va via, senza poter essere fermata o contrastata, non è una minaccia (scusate dico io...dipende solo dal master e i giocatori non hanno modo di contrastarla, ne di evitarla...è solo un cavolo di deus ex machina che arriva quando uno non sa che inventarsi e deve smuovere la situazione, non è una minaccia...).
Comunque Zero sono basito quanto te, soprattutto quando mi trovo a riscontrare costantemente feedback vocali perfettamente contrari a quanto visto al tavolo da gioco (e anche questo mi risulta normale...è un caso che si è manifestato molte volte leggedo i forum). Io personalmente direi di continuare sulla strada da te proposta (sabato qualcosa di classico, domenica altro) e chiedere feedback, senza però sembrare faziosi a favore dei giochi nw (secondo me questo incentiva il meccanismo di difesa, ma non so davvero come fare a non sembrare fazioso -_- ).
Moreno Roncucci:
Ciao Thomas!
Prima di tutto ti segnalo la mia risposta nel thread già segnalato da Paolo. Riguarda un caso non identico al tuo ma abbastanza simile.
In generale, strane cose accadono nei gruppi di gdr "tradizionale". Sarà la struttura quasi settaria, l'abitudine ad affidarsi ad un GM per tutto, l'abitudine a celarsi a vicenda ogni problema "per il bene del gruppo", ma si innescano spesso dei meccanismi "storti" che poi si fa una gran fatica a eliminare.
Uno di questi "meccanismi storti" è "la sopravvivenza del gruppo viene prima di tutto". Si accettano giocate penose, avventure brutte, sabati interi dedicati a preparare avventure per un gioco che non ti piace, pur di "tenere unito il gruppo".
Ma cosa significa, in generale, "tenere unito il gruppo"? Il perpetuarsi di una straccio di possibilità di giocare, per quanto senza divertirsi troppo. La paura di non avere più nessuno con cui giocare se il gruppo "si rompe". I gruppi di gdr tradizionale fanno tanta fatica a trovare un equilibrio fra i giocatori, che basta un niente per alterarlo. Basta un gioco dove "quello bravo" del gruppo, che si è imparato D&D a memoria, non sia più bravo di una giocatrice con più fantasia. Basta che il GM chieda al gruppo di contribuire di più al gioco (e questo scatena il panico: "non ne ha più voglia? Smette? Ci lascia senza GM? Oddio, la catastrofe!"). I gruppo più "fortunati" che non cadono in certe meccaniche disfunzionali sono di solito quelli in cui "il gruppo" non esiste solo per giocare, e i rapporti extra-gioco sono più forti di quelli nel gioco, oppure quelli dove tutti sono in grado di fare il GM a richiesta e quindi il fatto di cambiare gusti non viene visto come un "tradimento". Ma gli altri? Sono gruppi spesso tenuti insieme dalla paura. La paura di andare anche peggio, la paura che il GM molli, la paura di essere estromessi da "teoria nuove" che non si capiscono. La paura, anzi, il terrore, di ogni cambiamento. Memori del tempo che ci è voluto per ritrovare un instabile equilibrio l'ultima volta che qualcuno si è aggiunto o se ne è andato dal "gruppo".
E con questa paura, non si potrebbe MAI ammettere che le vecchie partite, quelle che hanno tenuto insieme il gruppo per anni, siano men che perfette. Equivarrebbe a sminuire il calore del gruppo, delle esperienze passate del gruppo. Non importa che i giocatori siano visibilmente annoiati, non seguano nemmeno il gioco, o non si presentino una metà delle volte: quando glielo chiedi, il gioco è sempre "bellissimo".
(e qui si capisce la reazione scomposta e aggressiva che subirono le teorie di Edwards all'inizio, quando iniziava l'articolo sul GNS con la frase "My straightforward observation of the activity of role-playing is that many participants do not enjoy it very much. Most role-players I encounter are tired, bitter, and frustrated.". Cosa che per quanto ho visto non solo nei gruppi nelle case ma anche alle convention, è verissima e salta agli occhi a quasi tutti gli osservatori esterni...)
La situazione della partita che descrivi è disfunzionale in partenza: ti sei messo a fare qualcosa che non volevi fare e che ti causa frustrazione (ma non era un gioco?). Rileggi questo che hai scritto:
"un vecchio membro del gruppo chiede di tornare a giocare (se ne era andato perchè stufo) a dnd o a giochi white wolf."
Se ne era andato perchè stufo. Cavolo, si divertiva un casino, eh? Chissaà che speranze di tenerlo nel gruppo ci saranno quindi adesso, a giocare ancora a Dnd e giochi white wolf... eppure, immagino che sia stato lui a non volere provare giochi nuovi... ma questo vuole ritrovarsi con gli amici (nel qual caso si adattava: "che giocate? Non lo conosco, posso venire a provare?"), o pretende che il gruppo non cambi mai, come la Mamma, pronto per lui per tornare quando gli passa lo smago per il gioco, ogni volta?
Perchè mai pensano di avere diritti sul tuo tempo? Perchè "sei il GM"? Per "il bene del gruppo"? Perchè "è tuo dovere"?
Ma se il gruppo è tanto importante per loro... perchè non dicono invece "guarda, siamo un gruppo, siamo amici, proponi quello che vuoi giocare, noi ci stiamo in qualunque caso e non vorremmo mai farti fare qualcosa che non vuoi"? Le amicizie dovrebbero funzionare così... ma è vera amicizia quella che si forma in un gruppo di gdr? A volte magari sì, e allora questi sono i gruppi in cui certi meccanismi non si instaurano. Ma per la maggior parte non è amicizia, è dipendenza, ricattini morali, conservatorismo a tutti i costi, negazione dell'evidenza, e paura, paura, soprattutto paura.
E' uno dei principali consigli di Edwards. E' anche una delle conseguenze ovvie del big model. Ed è anche il mio consiglio. Gioca con i tuoi amici. Cioè, prima IDENTIFICA i tuoi amici. Amici veri, non in generale "quelli del gruppo". Se il tuo gruppo somiglia a tanti altri gruppi "tradizionali" in mezzo c'è gente che se non giocaste insieme non vedresti più. No. Gioca con gente con cui andresti anche a mangiare semplicemente una pizza, senza giocare. Gente con cui ti trovi bene.
E che si comportino da amici. E gli amici non ti fanno perdere il sabato perché fanno le frigne sul gioco da giocare (al massimo, si offrono di perdere LORO il sabato a preparare un avventura per il gioco che LORO vogliono proporre)
"Si decide di fare dnd4 per soddisfare tutti e per riallacciare i rapporti. Ovviamente l'incombenza del master tocca a me (addio sabato mattina sigh)". E questo sarebbe comportarsi da amici?
Il mio consiglio, è di parlarne sinceramente fra amici: "amici, io mi sono sinceramente rotto i coglioni di questa cosa. Non ho più intenzione di perdere sabati a preparare partite per annoiarmi. Vorrei divertirmi giocando, e non annoiarmi. Spero che anche voi apprezziate i giochi con cui mi diverto io, e ci divertiamo di più insieme, senno', mica è necessario trovarci per forza per giocare, potremmo trovarci qualche altro giorno della settimana per andare al cinema".
Aspettati espressioni di panico, ricatti morali, strepiti. E' li' che riconosci chi sono veramente gli amici, e chi è lì solo per sfruttarti.
[edit: crosspostato con Simone]
Dr. Zero:
Ringrazio tutti per le risposte.
Per prima cosa, Moreno, ti dico che il sacrificio è motivato. Io faccio il master a dnd il sabato pomeriggio a patto che la domenica pomeriggio si giochi a un gioco non ciofega (volevo dire new wave, scusate).
Perchè? Perchè forzando la mano e tipo facendo sei sessioni di fila con giochi nuovi si è arrivati al punto che Alessio e Daniele hanno detto che hanno perso voglia di giocare.
Il fatto di far fare tutta l'ambientazione e situazione iniziale e dirmi quello che volevano fare a i giocatori è stato un modo per facilitarmi il lavoro (Cosi rispondo anche a Paolo).
Ma perchè diavolo uno si deve impuntare a creare un deus ex machina che al limite farà da sfondo e fare l'offeso se io dico che è inutile. Fortuna che non ho detto : "E basta co sta cazzata"
Il punto che proprio non comprendo a parte il ricordo delle bellissime giocate passate è perchè diavolo trovino queste cose interessanti da dedicarci almeno un'ora. C'è qualcosa che non mi quadra. Mi da l'impressione forte che ci sia una specie di necessità di avere un'atmosfera, un mondo suggestivo ma totale noncuranza a tutto il resto, ovvero il sistema
Terrò presente i tuoi consigli
Aggiungo pure che Riccardo ha detto che sarebbe tornato se si sarebbero fatti tali giochi (segue lista di vecchiume ludico).
Aggiungo pure che tutti hanno chiesto di fare dnd4. Aggiungo che ho detto che serviva loro un master e che il sottoscritto lo avrebbe fatto a tal patto
La frase di Renato sulla sconfitta personale mi ha fatto molto pensare. Credo te abbia ragione.
Ma come risolvo?
Per il resto penso che si possa trovare un giorno chi lo sa un gioco che vada bene per tutti.
Simone Micucci:
Zero...tutti hanno chiesto di fare d&d4 eccetto Simone -_-
Simone ha più di una volta ribadito che d&d lo annoia (provato anche con altri master, mi piace la creazione del personaggio, mi diverto con le saghe mentali, ma poi in partita i momenti divertenti sono davvero pochi, per non dire quasi assenti), eccetto che in caso di ruolo del master, nel qual caso un poco lo abbozzo, ma ultimamente le cose sono cambiate anche su quel fronte, almeno nel nostro gruppo. ^_^
Matteo Suppo:
La "minaccia fantasma", il mostro spaccatutto, può essere un ottimo generatore di avventure, anche senza doverlo prendere per forza a schiaffi. Basta pensare alle migliaia di problemi secondari che può provocare, da un buco nelle mura da difendere ai sacerdoti che si fanno pagare per "placare le divinità". *_*
In ogni caso il punto è un altro, e voglio portare anche la mia esperienza. Dopo aver interrotto il gioco anni fa per "non ho più voglia" all'uscita di d&d 4e sembrava essere tornata la voglia di giocare. Siamo durati una sola sessione, che è stata anche discretamente noiosa, a parte per la parte di cazzeggio in taverna.
Credo che il problema sia anche il fatto che siamo cresciuti, e non vogliamo ammetterlo. Le sessioni "di una volta" avevano qualcosa di magico, era la spensieratezza di essere ragazzi, qualcosa che oggi ci sognamo e che non riusciamo a raggiungere col gioco perché semplicemente non era il gioco a provocarlo.
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