Autore Topic: Intervista ad un ex giocatore  (Letto 10140 volte)

Casca

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Intervista ad un ex giocatore
« il: 2013-09-04 00:04:49 »
Ciao a tutti,
ho "intervistato" un ex giocatore di gdr e penso sia interessante postarvi(dopo che gli ho chiesto il permesso) la nostra chiacchierata.

INTERVISTA

Io:quanti hanni hai e da quando giochi ai gdr?

Lui:33, ho giocato per 6 anni

Io:ti ricordi con quale gdr hai iniziato?e ti ricordi come ti è stato presentato?

Lui:Dungeon & dragons chiacchierando con Aragorn(nome vero…lol)

Io:quali altri gdr hai giocato?

Lui:Ad&d, richiamo di chtulu, vampiri, giochi WW
      Più quelli che ci inventavamo noi

Io:quale fra questi ti è piaciuto di più e perchè?e quale invece hai trovato più innovativo e perchè?

Lui:Ad&d quello che mi è piaciuto di più per l’ambientazione
      Richiamo di chtulu quello più innovativo perché mette al centro la psiche e perché la cosa più          importante e giocare la storia in quanto il finale è abbastanza prevedibile

Io:Come definiresti "gioco di ruolo"?

Lui: La possibilità di vivere un altra vita
Che cos'è il master?

Lui:Il master è dio...la tua nemesi... matrigna madre natura...

Io:e qual è il suo scopo?

Lui:Divertendosi creando un ambientazione e una storia, guidare i giocatori e farli divertire...un buon master deve riuscire a mantenere il giocatore tra uno stato di eccitazione e una sensazione di libertà

Io:hai mai avuto master "non buoni" (secondo la tua definizione)?

Lui:Certo...la cosa però non è bianca o nera, è una sfumatura di grigio

Io:Pensi che nei manuali dei gdr che hai giocato ci siano sufficienti informazioni per diventare un buon master? oppure c'è bisogno di una qualche dote personale senza la quale è impossibile fare il master?

Lui:Tutti possono fare il master...è logico che ognuno è espressione di quello che è...un buon giocatore, un buon master è garanzia di un buon personaggio, una buona storia
Quindi tutto e questione di persone, il gruppo è la cosa più importante.
C'è un gdr per ognuno di noi 

Io:Come risolvevate di solito le questioni non coperte dalle regole oppure di dubbia decifrabilità nel vostro gruppo?

Lui:Discutendo...Ragionando...Litigando...anche questo era giocare e dovrebbe esserlo anche adesso
Le regole si possono interpretare
È un atto creativo

Io:ci sono mai stati episodi di reazioni esagerate (contestualizzate al fatto che si sta giocando)? (ad esempio qualcuno che la prendeva troppo male per la morte di un personaggio, o qualcuno che arrivava a rovianare la sessione perchè non si stava divertendo?)

Lui:No, mai
Io:pensi che il master sia un giocatore?

Lui:Certo che si

Io:Il master, secondo te, è un giocatore che però a differenza degli altri, ha il compito di divertire, di creare una storia, ti dare l'impressione di libertà, di essere giusto nei confronti degli altri giocatori ecc...
non credi che sia un posizione "poco sana" dal mero punto di vista ludico?
cioè, non è che un giocatore di monopoli abbia queste incombenze di solito, no?

Lui:No, infatti
È questo che rende unico i gdr
Vivere è difficile
Giocare la vita di un altro lo è altrettanto
Il master è un passo successivo...

Io:questo punto mi è un po' oscuro, puoi spiegarti meglio?
mi riferisco a "il master è un passo successivo"

Lui:Secondo me non solo è sano ma anche propedeutico
Il master è colui che vuole sperimentare la forza creativa, deve essere in grado di giocare e poi masterizzare

Io:tu hai mai fatto il master?

Lui:Si
Poche volte preferisco giocare...
È faticosi fare il master, sono pigro

Io:ti è mai capitato di modificare un risultato, cambiare una regola o far andare la storia in direzione diversa da quella che volevano i giocatori?

Lui:No
Io:ti è mai capitato di vedere quelle cose fatte da un master quando tu eri giocatore?

Lui:Nulla di così rilevante, così come con me

Io:pensi in generale che un master possa fare quelle cose?

Lui:Se non è palesemente un torto che possa rischiare di degenerare …
Io:cosa pensi, quindi, della regola(che c'è in tutti quei giochi che hai citato tranne chtulu credo) che dice che il master è "sopra la regole"?

Lui:Il sistema di gioco e l'ambientazione/storia sono due cose diverse
Io master posso abolire la regola del movimento, ad esempio, basta dirlo prima! La storia puo richiederlo, fa parte della natura umana nella misura in cui questa pratica ha un senso per la storia e non diventa un abuso
Io:pensi che fosse un "divertimento condiviso" nel vostro gruppo?

Lui:Certamente...ne sono sicuro

Io:ti è mai capitato di avere al tavolo un giocatore(magari tu) che sembrava "non stesse giocando allo stesso gioco" ?

Lui:Si non tutti sono sempre in forma, anch' io certamente

Io:più che altro mi riferivo a cose come stili di gioco differenti
ad esempio avere al tavolo uno con uno stile più "interpretativo" e un altro con un stile più "tattico"

Lui:Che ognuno è diverso e ha il suo stile, per questo è importante saper scegliersi i giocatori
In generale ci deve essere feeling
Ho iniziato più avventure di quelle che ho finito…

Io:Ecco, parliamo di questo
i motivi per cui di solito non finivate le campagne(e magari i motivi per cui hai smesso di giocare) sono solamente legati al mondo extra-gdr o hanno anche a che fare con il gioco stesso?

Lui:Premesso che se vuoi giocare trovi il modo...erano per la maggiorate motivi extra gdr...anche se non mancano incomprensioni o più generalmente mancanza di interesse

Io:Non pensi che un gioco che per funzionare abbia bisogno di buon master(e non di un semplice master) e un sentito feeling fra i giocatori, ma che non da indicazioni concrete e comprensibili(se non qualche vaga linea guida) per ottenere quelle cose, sia un gioco, dal punto di vista del design, fatto male?
senza contare il fatto che spesso ci sia bisogno di accorgimenti sul sistema per farlo funzionare come si vuole(vedi l'eliminare le regole sul movimento)

Lui:Non se la cosa più importante è la storia/ambientazione
Il design è più terreno del master

Io:beh il design dovrebbe essere terreno di quelli che il gioco lo fanno, non di uno dei giocatori no?

Lui:Le regole sono fatte per aiutare non per creare un problema
Io:però scusa, se mi dici che per giocare a un gioco di ruolo c'è bisogno di tutte quelle cose e che la cosa più importante sono storia è ambientazione allora perchè uno dovrebbe comprarsi un manuale?

Lui:I manuali sono per i principianti...
O se hai un dubbio

Io:no io intendevo un'altra cosa
da quello che sembra,tu stai dicendo che un gdr è composto da
buon master+giocatori con feeling+ambientazione/storia+ sistema(che però va modellato in base alle esigenze del gruppo)
quindi uno può giocare ad un gdr anche senza un manuale
e quindi quando giocavate a dnd in realtà stavate giocando un vostro gioco

Lui:Certo un buon master è in grado di far giocare uno alle prime armi
Secondo me no, non stavamo giocando ad un nostro gioco.

Io:ok, sono un po' confuso dalle tue risposte
probabilmente non abbiamo la stessa idea di gioco

Lui:I gdr non sono giochi da tavola

Io:si ma da come li descrivi tu non sono proprio giochi

Lui:Le regole sono importanti ma il buon senso lo è più di più
In effetti i gdr non sono giochi
Sono una cosa molto più complessa
Sono una porta verso un altro mondo...
Dove le regole sono solo dei modi per interpretare quella realtà...
Quindi il sistema, il design, le regole sono solo un metro di misura...
Al mondo non c'è UN solo metro di misura
Pensa in un altro mondo :-)
 
Io:quindi in un certo senso, voi giocavate sempre allo stesso gioco, cambiavate solo storia/ambientazione e qualche tecnica per essere più coerenti con la storia/ambientazione

Lui:Un ambientazione di vampiri non va bene con le regole di ad&d
Le regole di vampiri non vanno bene il richiamo di chtulu

Io:un ambientazione di vampiri non va bene neanche con le regole di vampiri

Lui:...questa è un altra storia

Io:ti faccio l'ultima domanda

Lui:Non esiste un gioco perfetto esiste quello che ti piace

Io:proveresti un gioco di ruolo in cui tutte quelle cose che hai detto sopra sono regolamentate nel manuale, in cui c'è scritto esattamente quali diritti/doveri si hanno, qual è lo scopo del gioco ecc?

Lui:Teoricamente si ma in realtà non gioco più ai giochi di ruolo da anni...ma questa è un altra cosa

FINE

Commenti?
alcune volte un'invasione di zombie è necessaria

Niccolò

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Re:Intervista ad un ex giocatore
« Risposta #1 il: 2013-09-04 00:26:04 »
mi sembra che le domande siano a volte poste in modo un po' capzioso. rischiano di essere interpretate come "manipolazioni" senza charitable reading. in futuro prova ad essere più neutro sulle tue posizioni quando formuli le domande.

Casca

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Re:Intervista ad un ex giocatore
« Risposta #2 il: 2013-09-04 00:53:54 »
Si, hai ragione, ma sono sicuro ci fosse il charitable reading, essendo "l'ex-giocatore" mio fratello :-)
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Moreno Roncucci

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Re:Intervista ad un ex giocatore
« Risposta #3 il: 2013-09-04 01:18:44 »
Mi sembrano risposte abbastanza tipiche. Così come il fatto che il suo gruppo non giochi più.

Spero che almeno non vada nei forum a dire come devono giocare quelli che ancora giocano....
"Big Model Watch" del Forum (Leggi il  Regolamento) - Vendo un sacco di gdr, fumetti, libri, e altro. L'elenco lo trovi qui

Casca

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Re:Intervista ad un ex giocatore
« Risposta #4 il: 2013-09-04 01:29:27 »
Credo che il suo gruppo non sia mai uscito dalla fase "adolescenziale" di quel tipo di gdr e che come quasi tutti i gruppi adolescenziali dopo un po' si separano(credo che il gruppo di cui parla, ai tempi, fosse anche il suo gruppo di amici).
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Giorgia

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Re:Intervista ad un ex giocatore
« Risposta #5 il: 2013-09-04 09:08:48 »
Come mai tuo fratello non gioca più? Avete mai giocato insieme?
I requisiti per una discussione sono onestà intellettuale e una mente aperta, senza questi nessun confronto è possibile. Una traduzione libera per Dungeon World http://www.dungeonworld.it

Niccolò

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Re:Intervista ad un ex giocatore
« Risposta #6 il: 2013-09-04 14:14:48 »
Citazione
ma sono sicuro ci fosse il charitable reading

intendo dire, da parte di un eventuale lettore.

Casca

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Re:Intervista ad un ex giocatore
« Risposta #7 il: 2013-09-04 14:42:54 »
Come mai tuo fratello non gioca più? Avete mai giocato insieme?
Risponderò in ordine contrario.
Abbiamo giocato una sola volta assieme, il giorno in cui mi ha introdotto ai gdr. Facemmo un dungeon con la scatola rossa di dnd, io ero l'unico giocatore, lui credo si stesse playtestando per fare il master ai suoi amici. Da allora non abbiamo mai più giocato assieme, ma ne abbiamo spesso parlato, avevamo idee molto diverse sulla questione, lui aveva una visione più"mistica" io no.
Per il resto credo che mio fratello nel concreto non giochi più per motivi pratici, abita all'estero, ha una famiglia, non conosce nessuno che giochi ecc...
Ma se posso azzardare un ipotesi, e credo di poterlo fare essendo mio fratello, penso che la sua visione del gdr(come quella del suo gruppo) fosse strettamente vincolata anche a questione sociale e personali. Di conseguenza una rottura di questi equilibri ha portato anche allo smettere di giocare. Non soltanto nel senso che l'insieme di quelli con cui giocava corrispondeva in larga parte con l'insieme dei suoi amici ma anche nel senso che, credo, per loro giocare ai gdr avesse una componente intima e sociale tale da far si che non si potessero più chiamare gdr senza.
In realtà è un discorso complesso, se fossi interessata però sarei felice di ampliarlo.
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Casca

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Re:Intervista ad un ex giocatore
« Risposta #8 il: 2013-09-04 14:44:59 »
Citazione
ma sono sicuro ci fosse il charitable reading

intendo dire, da parte di un eventuale lettore.
Pensi si possa risolvere se si aggiunge ad inizio post che quel "ex giocatore" in realtà è mio fratello o oramai la frittata è fatta?  :P
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Giorgia

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Re:Intervista ad un ex giocatore
« Risposta #9 il: 2013-09-04 15:05:14 »
In realtà è un discorso complesso, se fossi interessata però sarei felice di ampliarlo.
:) A me interessa  :) ma non vorrei che tuo fratello fosse poco contento di questa divulgazione.
I requisiti per una discussione sono onestà intellettuale e una mente aperta, senza questi nessun confronto è possibile. Una traduzione libera per Dungeon World http://www.dungeonworld.it

Casca

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Re:Intervista ad un ex giocatore
« Risposta #10 il: 2013-09-04 15:21:32 »
Non credo mio fratello abbia niente da ridire, in tal caso beh siamo fratelli, non finiremo a litigare per un mio thread  :D
Io ho una mia idea(non so se la cosa sia mai stata analizzata o confutata) secondo cui un certo tipo di persone(di cui però non saprei fare un identikit preciso perchè mi mancano conoscenze base di sociologia, psicologia ecc...) se ha iniziato a giocare(o ha prevalentemente giocato) a certi gdr(in particolare adnd e vampiri) e ci ha giocato con molto trasporto e una certa noncuranza dell'aspetto "gioco" in favore dell'aspetto "ruolo", bene, questo categoria(che brutta parola) di persone a mio avviso ha introdotto all'interno del sistema di gioco(inteso come la somma delle procedure che trasformano il manuale in gioco reale) anche alcuni aspetti sociale e personali.
Ad esempio:
1)se non giochi con un certo tipo di persone non stai giocando di ruolo
2)se non hai certe doti personali non stai giocando di ruolo
3)se non certo un certo feeling del gruppo non stai giocando di ruolo
4)se non c'è una certa compatibilità di interesse non stai giocando di ruolo
e via così...
In pratica hanno inserito nel paradigma del gioco di ruolo anche componenti esterne al gioco stesso.
Un po' come se tu non stessi giocando veramente a calcio se non sei tifoso di una squadra precisa o se non stessi giocando veramente a risiko se non conosci la seconda guerra mondiale.
In pratica per loro(mio fratello e il suo gruppo, ma credo si possa esportare anche ad altri) giocare di ruolo non è una cosa come giocare a palla, è piuttosto quella "roba li" un po' indefinita. Credo, in ultima analisi, che di fatto non fossero veramente appassionati di gioco di ruolo, credo che fossero appagati dalla totalità dell'esperienza che loro identificano con il gioco di ruolo. Penso sia uno dei motivi principali per cui molti abbiano smesso di giocare o si rifiutino di giocare a giochi "diversi"...semplicemente gli manca qualcosa. Ma gli manca perchè hanno una "viziata" visione del concetto di gioco di ruolo.
Per fare un esempio, scusa se sono prolisso, è come se per me giocare a calcio fosse "giocare a calcetto con almeno 5 di quei 10 amici, in settimana, parlando di donne e motori, e alla fine si va a prendere una birra". Se una di queste cose viene a mancare smetto di giocare(in quanto non ho la passione per il calcio, ho la passione per quella "roba li") e se qualcuno mi propone di fare un torneo di calcio a 7 gli rispondo"ma quello non è giocare veramente a calcio!"
Spero di essermi spiegato senza aver offeso nessuno  :)
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Patrick

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Re:Intervista ad un ex giocatore
« Risposta #11 il: 2013-09-04 16:29:35 »
Luca, credo che tu stia dicendo cose molto vere: il gdr per molti è, prima che un gioco, un'attività di gruppo, da fare con quelle specifiche persone. Tutti i discorsi dei rituali e del "gruppo chiuso" sono legati al discorso che stai facendo tu ^^
Patrick Marchiodi, il Valoroso ~ Bravo Organizzatore di CONTM ~ Prima gioca, poi parla. ~ "La cosa più bella di INC11 è stata giocare con persone conosciute da due ore e avere l'impressione di giocare con amici di una vita" - Dario Delfino

Casca

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Re:Intervista ad un ex giocatore
« Risposta #12 il: 2013-09-04 17:09:05 »
Sarebbe carino capire il perchè queste cose siano successe e succedono.
Probabilmente è stato già fatto, così fosse ditemelo e la smetto  :)
Io personalmente ci vedo tre cause:
1)la nacessità di far parte di qualcosa; questo ti porta a pensare che ciò che fai con un certo gruppo non sia un mezzo per ottenere dell'altro ma un fine o persino una "creazione" del gruppo stesso (da questo deriva "se non fai come noi non giochi di ruolo")
2)una questione di marketing; creare un "giocatore di ruolo tipo" fa si che tutti quelli che si sentono vicini a quel "tipo" proveranno, se non l'han già fatto, a giocare di ruolo almeno una volta(o almento ad informarsi)
3)un certo tipo di gioco; in particolare quello proposto da Adnd e vampiri, che avallano certi atteggiamenti(ma, a mio parere, è la minore delle cause, semplicemente ha ingigantito le prime due)

Detto questo ci si potrebbe chiedere se c'è l'interesse di recuperare quei giocatori. O se c'è l'interesse a riproporre nei giochi di ruolo un qualche "quid" che ricordi quella "roba li". O (e questa secondo me è la cosa più interessante anche se un po' becera) ci sia un interesse, da parte di editore e designer, di ricreare uno o più di uno "giocatori tipo".
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Giorgia

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Re:Intervista ad un ex giocatore
« Risposta #13 il: 2013-09-04 18:32:32 »
Penso che sia differenza di priorità, per alcuni il gioco di ruolo è un modo per condividere un'esperienza con gli amici, per altri il giocare è il motivo che spinge a organizzare un gruppo.

Sul recuperare i giocatori dipende sia da come si propongono gli eventi che dall'effettiva voglia degli ex giocatori.
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Niccolò

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Re:Intervista ad un ex giocatore
« Risposta #14 il: 2013-09-05 08:37:50 »
Credo che il fenomeno di vivere il gdr come qhalcosa di cui vantarsi sia stato molto osservato negli ultimi anni su the forge, cosa che é culmjnata in una serie di thread sull'hobby davvero terribili (tra i quali, tangenzialmente, quello famigerato sul brain damage). Moreno di sicuro saprebbe dare indicazioni precise.

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