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Una campagna, sette anni in d20
Paolo "Ermy" Davolio:
Vorrei condividere con voi una determinata esperienza, e i pensieri che ho elaborato a riguardo.
Parlo della "nostra" campagna di DnD 3.x. Sette anni di campagna, sospesa da poco più di un anno per motivi esterni al gioco, in cui facevo il DM.
Vi pregherei, per ora di sospendere il giudizio. Anzi, mettiamolo subito nero su bianco, il giudizio:
"E' stata una parpuziata di dimensioni colossali". Su questo dovremmo essere d'accordo tutti, credo ;)
Ma anche "E' stato uno degli eventi che hanno accomunato maggiormente gli anni della mia adolescenza": è un dato di fatto, anche solo matematico.
Oppure "E', al momento, almeno il 90% del tempo che abbia dedicato al mondo dei gdr in tutta la mia vita": idem come sopra.
Soprattutto in virtù delle ultime due frasi tra virgolette, non riesco proprio a guardarmi alle spalle con amarezza, e a pensare di avere "sprecato" sette anni di tempo dedicato ai gdr.
Inoltre, sto scrivendo per poter riguardare con occhio critico e costruttivo, ovviamente insieme a tutti voi, questa importante esperienza. Per capitalizzarla definitivamente e estrapolarne ciò che ce n'è stato di buono... Ma anche perchè, dopo un anno di pausa e dopo aver "aperto gli occhi" ad un nuovo modo di giocare, sia io che i miei giocatori abbiamo ancora voglia di volgerla al termine e finire quello che si era cominciato... In qualche modo.
Lascio in sospeso questo paragrafo, voglio andare con ordine. Prima vorrei vedere come si è arrivati a questa "parpuziata" da manuale.
Spero che questo lungo papiro possa, oltre che probabilmente scartavetrarvi le meningi per la rottura, essere nel suo piccolo una fonte di riflessione per chi, venendo dal gioco tradizionale, vuole passare oltre e cercare di “capitalizzare” la propria esperienza come voglio fare io.
In principio...
Avevo 14 anni. Primo anno di scuole superiori.
Un'attività extrapomeridiana del mio Istituto Tecnico, il famoso "Corso di Giochi di Ruolo". Ci partecipai, trovandoci un gruppo di ragazzi più ferrati in materia, a tratti anche esterni alla scuola, che organizzavano gli “alunni” per giocare ai "grandi classici": AD&D, Vampiri Maquerade e Vampiri Dark Age. D&D 3a era in giro da relativamente poco, e li non c'erano ancora DM capaci di masterizzarlo.
The Forge era (forse, non ho controllato le date) ancora un embrione nella testolina di Ron Edwards, figuriamoci i gdr "New Wave". Pertanto, per noi erano gli anni dell' "interpretazione": la chiave per giocare con successo ad un gdr era, secondo i master del Corso, interpretare bene il proprio personaggio (e cos'altro si poteva fare, ai tempi del "gioco di narrazione"?).
Con quest'idea ben fissata nella testa, il demone del gdr mi possedette in tutta la sua Furia: qualche mese dopo, stavo già reclutando i miei amici per mettere in piedi un... "qualcosa" di D&D. Manco mi ricordavo ci fossero più edizioni in giro contemporaneamente, a dir la verità, e a malapena avevo idea di cosa fosse una campagna. Presi su due dei miei amici più cari e altri si aggregarono a poco a poco. Gradualmente facemmo una colletta per comprare i tre manuali base della 3a edizione. Guardai il primo episodio della trilogia cinematografica del Signore degli Anelli con la Guida del DM in mano. Ero a dir poco entusiasta.
Giochiamo a D&D!
Sì, giochiamo!
..."giochiamo a D&D"? Cosa voleva dire, per noi, giocare a D&D?
Eravamo ragazzini che sapevano a malapena cosa fosse un gioco di ruolo... Figuriamoci se eravamo in grado di definire una CA condivisa (prima avremmo dovuto, perlatro, inventarcela) o avere delle aspettative di gioco consapevoli! Però, tutti eravamo amanti del fantasy (anche se ancora forse non lo sapevamo), un po' più introspettivi della media, e con una certa dose di fantasia. Il giocatore medio, insomma. Mi ritrovài a fare il DM quasi senza rendermene conto, nessun altro voleva farlo.
Sempre tornando all'ingenuità di quei tempi, mi rendo conto che noi volevamo "giocare a D&D", non "fare una campagna di D&D" o "una one-shot di D&D": non avevamo idea di dove saremmo finiti, di come qualche centinaio di pagine patinate ci avrebbero dato i primi input per innumerevoli pomeriggi e sere a superare sfide e lottare per salvare il Grande Regno. Abbiamo fatto sette anni di campagna per inerzia, quasi senza rendercene conto, spinti principalmente dal nostro divertimento.
Cosa volevamo davvero, cosa abbiamo intravisto in quelle pagine patinate? Forse, semplicemente "l'avventura": uno sfogo per la nostra immaginazione e creatività, un mezzo per fare cose fiche in un mondo che c'era solo nella nostra testa. Io come DM, vedevo un progetto: battaglie epiche, personaggi che crescono e fanno esperienza fino ad ottenere i mezzi per salvare il mondo, sfidando il destino e le probabilità. Sicuramente è il progetto a cui abbia dedicato più tempo in tutta la mia vita: sette anni di preparazione di avventure, di continua messa a punto della backstory e di stesure di Home Rules, più la messa in pratica di tutto questo al tavolo da gioco. Una faticaccia, senza ombra di dubbio... Ma non riesco a pensare a nessun altro progetto in cui abbia investito così tanto tempo ed energie, e con quella costanza. All'epoca di certo ero ancora nelle condizioni di potermelo permettere (beati tempi delle superiori...).
Ritengo importante almeno provare ad analizzare le nostre aspettative di gioco dell'epoca, cosa che ho tentato nel paragrafo precedente; ora però passo oltre, prima di farmi possedere del tutto dal "romantico fantasma delle belle sessioni che facevamo una volta", che sarebbe controproducente.
Chi eravamo (fino ad un anno fa)?
Non eravamo tutti uguali, noi "Dragamine". Il nome viene direttamente da un evento In Gioco, era il "titolo" che si era dato la compagnia di avventurieri, dopo che la loro gilda li aveva mandati all'ennesima missione suicida. Oltre che un gruppo di giocatori, eravamo (e in parte siamo ancora) anche un gruppo di amici, che uscivano la sera a bersi una birra o a ballare e che stavano bene insieme. Qualcuno ci chiama “Dragamine” ancora adesso.
Alcuni Dragamine sono andati e venuti, più o meno rapidamente. Tratterò di quelli che sono rimasti più a lungo e fino all'ultimo, molti dei quali sono anche miei carissimi amici. Al momento uno solo, oltre a me, è presente in forum, un certo Nicola (Tibo), non ricordo bene con che nickname. Per gli altri userò una lettera. Cercherò di spiegare quello che penso dei gusti e delle aspettative di gioco di ciascuno “allo stato dell'arte”, cioè quando un anno fa cause di forza maggiore ci hanno spinto a sospendere la campagna.
Il Boss (Paolo, io):
dopo le prime avventure, in particolare in seguito ad un dungeon particolarmente pulp, gli altri mi iniziarono a chiamare "Boss"; era la prima volta in vita mia che avevo un soprannome vero e ne andavo particolarmente fiero. Sì, ero uno di quelli che si definivano, magari senza dirlo esplicitamente, "un buon DM", soprattutto perchè vedevo che i miei giocatori si divertivano davvero. Era un piacere vederli così presi e coinvolti... Quando me ne accorgevo, era un piacere soprattutto per il mio ego. Ah, beata gioventù...
Sono stato un forte sostenitore del "realismo" e dell' "interpretazione", e la maggior parte delle nostre Home Rules vertevano su questi due elementi. Ma ero anche un sostenitore del "personaggio che deve poter interagire col mondo", del "mondo con azione-reazione", del "le regole del manuale esistono per essere rispettate: in caso di regole che sembrano senza senso, sul momento si rispettano, poi magari si scriverà un'Home Rule in un momento successivo, dopo un'analisi meno estemporanea", del "il metaplot è cacca: nessun manuale 'ambientativo' deve venire prima del piacere di giocare".
Nicola (Tibo):
autore di molti dei personaggi più pulp, uno dei Dragamine più capaci di creare spunti di gioco e "mettermi in difficoltà" sia con personaggi particolarmente lammati che con giocate apparentemente assurde o autodistruttive, ma che poi si rivelavano essere ottime imbeccate per il DM o per altri pg. Un "creatore di buon gioco" e, in quanto lammone, un'ottima spalla durante la stesura di HR. Amante dell'interpretazione e del realismo come me, ma anche della "sfida": più un mostro aveva GS alto e la missione sembrava disperata, e più si divertiva. XD Dovendo trovare un difetto nel suo modo di giocare, forse direi che, come me, era un sostenitore dell'interpretazione a tutti i costi e del “ci sta da personaggio”.
M. :
quello che amava giocare l'eroe. Scriveva personaggi che sembravano usciti direttamente dall'epica cavalleresca o dal Signore degli Anelli, con particolare patos e drammaticità (spesso solo nella sua testa, ahimé). All'inizio, avevo l'impressione che non fosse sulla nostra stessa lunghezza d'onda nel gioco, poi ho cercato di dargli le giuste imbeccate (oggi direi Bangs) e ne è uscito del bello: probabilmente il giocatore che ha creato più gioco e mi ha dato più spunti. Amante dell "'epicità" e della "figosità", probabilmente gli piaceva essere intrattenuto dal DM e dagli eventi travolgenti, più che esserne partecipe o fautore. Anche amante dell' "interpretazione", e, in teoria, del "realismo", ma su questo credo lo dicesse senza esserne davvero convinto.
F. :
l' "esploratore di personaggi". Una volta fece un bellissimo mago abiuratore, e dopo qualche avventura disse: "ho raggiunto la massima soddisfazione con questo personaggio, gli ho fatto fare cose fichissime, ora passo e ne faccio un altro". A quello successivo, dopo un'avventura, disse: "questo personaggio non mi piace, non riesco ad interpretarlo. Lo cambio." Credo che l'importante, per lui, fosse avere del gioco "suo", adatto al suo personaggio... Avere tante occasioni di gioco. Effettivamente interagiva poco con gli altri personaggi, se non quando ne aveva davvero bisogno... Ciononostante col suo gioco ha spesso fatto fare "WOW" al resto del tavolo, e ancora oggi ridiamo di alcune scene del suo nano barbaro. Altro amante dell'interpretazione a tutti i costi.
G. :
una giocatrice che ha tenuto praticamente quasi sempre lo stesso personaggio, in almeno cinque anni di gioco. Abbiamo sempre avuto l'impressione che questa sua elfa ladra fosse un po' lo specchio di lei: tanto il personaggio quanto il giocatore volevano un sacco di Spotlight. Qualche volta vedevo che monopolizzava il gioco con determinate azioni, che impiegavano un sacco di tempo, e gli altri giocatori sbuffavano, ma "ci stava da personaggio", quindi non potevo farci niente...
Paolo "Ermy" Davolio:
S. :
il moroso di G. , con diversi anni in più di noi e un background ruolistico molto diverso dagli altri Dragamine. Si aggiunse dopo due o tre anni di campagna, ma aveva già giocato da almeno una decade, credo anche di più. Uno stratega, forse era quello che aveva capito meglio l'intento (teorico) di D&D. Non gliene fregava davvero molto dell' "interpretazione", ne tantomeno del "realismo". Ciononostante il fatto che desse troppa corda a G. nei suoi comportamenti disfunzionali, insieme al continuo invito verso di me ad usare la regola0 ("le regole per la lotta non hanno senso, non possiamo fare finta di niente?" "Il DM salva i PNG ogni volta che ne ha bisogno per andare avanti con la storia, è ovvio...") hanno fatto tendere il bilancio di qualità del suo contributo al nostro gioco, credo, decisamente in negativo.
Alcuni di noi oggi sono diversi e hanno maturato gusti di gioco più o meno differenti. Dei Dragamine sopra indicati, sicuramente non parteciperebbero più alla campagna G. ed S. , in parte per i comportamenti disfunzionali che li caratterizzavano e che mi scoraggerebbero a richiamarli, in parte per motivi esterni al gioco.
Cosa facevamo?
Veniamo al sodo: in cosa consisteva la nostra campagna di D&D?
Iniziammo con D&D 3.0, passamo alla 3.5 poco dopo la sua uscita. Negli ultimi anni di gioco, abbiamo quasi tutti ammesso che la campagna non era più di D&D, ma di qualcosa di diverso, fatto da noi... Ironicamente lo chiamavamo “Dungeons&Dragamine”, da tante HR ci avevamo infilato di mezzo.
Per darvi un'idea, tra le HR inserite figuravano:
-PX d'interpretazione, che si accostavano a quelli per i GS e che erano progettati in modo da non perdere d'incisività con l'aumentare di livello (pure questioni matematiche).
-bonus alla CA che aumentasse con l'Attacco Base, senza obbligare il pg a dipendere dall'armatura (se il pg indossava armatura questo bonus comunque calava).
-parate (.....)
-colpi mirati (..... ..... .....)
-numerose nuove razze e classi di prestigio
Tra le regole opzionali introdotte figuravano:
-colpi mortali (minaccio critico -> minaccio mortale -> morto)
-armature che danno Riduzione del Danno
-riaddestramento
Vi sarete accorti subito che molte di queste regole erano boiate, perlomeno in riferimento a D&D, che avrebbe voluto offrire una CA Gamista.
Ma noi, probabilmente, non volevamo una CA Gamista... O perlomeno non solo o non tutti.
Di certo non avevamo una CA coerente, manco sapevamo cosa fosse e manco sapevamo di averne bisogno.
Perciò proviamo questo: in qualità di DM, cosa vantavo di poter offrire ai pg, nella campagna di D&D?
1) Realismo: negli ultimi mesi c'ero arrivato anch'io che il realismo non è qualcosa che può essere offerto dal regolamento (in senso tradizionale)... Il regolamento non ce la fa a fare “la fisica del mondo di gioco”, e questo oggi lo sappiamo tutti. Qualche volta, “filtravo” il regolamento attraverso il mio Buon Senso per rendere più realistiche determinate cose, ma sappiamo tutti quanto questo in realtà non sia la soluzione...
Tralasciando ciò, quello che di certo cercavo di offrire era un mondo realistico, nel senso di “verosimile” (nel suo essere fantasy), cioè... Coerente con se stesso, in qualche modo; questo si riallaccia con l'altro punto...
2) Un mondo influenzabile dalle azioni dei personaggi: volevo che il mondo (cioè tutto a parte i pg) reagisse in maniera coerente a ciò che facevano i personaggi, e che loro ne fossero consapevoli. Sono sicuro, almeno in parte, di esserci riuscito (lo testimonierebbero alcune giocate molto interessanti, di cui ora non scrivo per evitare di dilungarmi più di quanto già non faccia). Nell'ultimo paio d'anni, l'impressione che avevo, come DM, era che il mondo di gioco (oggi direi più in generale la SIS) sarebbe potuto andare avanti benissimo anche senza di me, in teoria... Se solo avesse saputo stabilire da solo le proprie reazioni XD Scherzi a parte... Non stavo scherzando. Da un certo punto in poi, uno dei miei impegni principali era “misurare” ciò che i pg avevano fatto e stabilire di conseguenza gli eventi che ne derivavano, in maniera quasi naturale.
3) Mettere i personaggi al centro: volevo che i personaggi fossero gli eroi, i veri protagonisti della storia, coloro che potevano salvare il mondo. Questo, ho iniziato a metterlo coscientemente in pratica dopo un paio d'anni, forse, ma la gradualità era in parte voluta: mano a mano che il tempo passava, i pg guadagnavano maggiore prestigio, potere e (scusatemi l'ovvietà) responsabilità, e i giocatori maggiore esperienza e maturità per esserne consapevoli (14 anni, ricordate...).
Non volevo “difendere” la storia: se i giocatori trovavano un modo per ribaltare l'avventura in un modo che non avevo previsto... Meglio! Più pane per i loro denti e meno lavoro per me. Qualche volta l'hanno fatto, altre volte hanno “minacciato” di farlo e hanno rinunciato spaventati mentre gli dicevo: “Fatelo! Fatelo vi prego FATELOOOO!”. In breve, il fantasma del railroading era lontano, perchè lo volevo tenere lontano, e questo molti dei giocatori ce l'hanno sempre avuto chiaro. Lo stesso è valso, quasi sempre, anche per la regola 0: fin da subito ci fece schifo, a quasi tutti, e la rifiutammo per sottinteso.
4) Trama e sfide avvincenti: sì, volente o nolente... Parte (gran parte) del mio compito era intrattenerli, c'è poco da fare. Dicono che mi venisse bene, magari hanno anche ragione, ma oggi come oggi probabilmente faticherei a farlo di nuovo, e preferirei che si intrattenessero l'un l'altro (come in AiPS) anzichè aspettare la pappa pronta dal DM. Non è che mi dispiacesse pensare alla backstory e preparare le sfide, ma in D&D 3.x farlo era molto, MOLTO impegnativo e richiedeva una spesa di tempo e fatica notevole: creare un dungeon/incontro credibile e coerente con se stesso, bilanciarlo, riempirlo di cose “interessanti” e di cose “realistiche”, un poco alla volta... Troppo, troppo, troppo per una testolina sola, se ci si mettono anche tutti gli altri compiti del DM. Se in questo topic dico “la mia campagna”, è colpa del punto 4).
Questo è, in breve (sì, in breve =D ) l'insieme delle cose che volevo offrire ai pg e che (alcune cose più o meno di altre) mi divertivano.
Perchè abbiamo chiuso?
Il motivo ufficiale della sospensione della campagna dei Dragamine è (e non è un segreto) una seria rottura dei rapporti tra alcuni giocatori a cui, probabilmente, non c'è rimedio. Non ne tratterò qui, non mi sembra il caso e non dovrebbe essere di interesse per la nostra analisi.
In secondo luogo, anche se non fosse successo questo, non è un segreto nemmeno che io ultimamente avessi poca voglia di fare il DM. Era... Stressante. Preparare una sessione di gioco in una/due settimane e dover sudare per farla giocare la domenica pomeriggio è, ammettiamolo, davvero stressante. Il lavoro del DM in un sistema come D&D 3.x è faticoso e ingrato (perchè il sistema non ti aiuta) e all'epoca non ero in grado di scrivere Home Rules che mi facilitassero il lavoro: nemmeno speravo che “il lavoro” potesse davvero essere reso più facile.
Ricominciamo?
E ora, veniamo alla vera domanda, che alcuni mi ripetono nell'orecchio da un anno: “quand'è che ricominciamo?”
Perchè ricominciare? Caspita, di mezzo ci sono stati litigi, nuove esperienze di gioco, rapporti d'amicizia che si polverizzano e che si rinsaldano, “miti di Buon Gioco” che vengono sfatati, morose che vanno e vengono... Un anno di vita, caspita! Un anno! Dopo un anno, qualcuno ha ancora voglia di ricominciare!
Perchè ricominciare? PERCHE' NE ABBIAMO ANCORA VOGLIA, ECCO PERCHE'!
Perchè se dopo un anno di vita, ancora, tu DM, ti besi il cervello su cosa i pg avrebbero potuto fare, se i giocatori a saltibocconi ti dicono che vorrebbero almeno finire la campagna, persino quelli che non rivorresti al tavolo... Allora forse non era tutto da buttare.
O forse sì?
Chi è che sta parlando, il “fantasma delle belle sessioni che facevamo una volta”, il “fantasma di un gruppo di amici che non esiste più”, o è qualcos'altro?
...io, voglio credere che ci sia qualcos'altro, e ho i miei buoni motivi: alcuni amici sono andati, qualcuno è tornato, qualcuno di nuovo si è unito al gruppo e ora gioca anche con noi ad altro. Il gruppo di amici ormai ce lo siamo ricostruiti (anche e soprattutto al di la del tavolo da gioco) e ne siamo soddisfatti, non dovrebbe essere quello il problema.
Perchè voglio finire la campagna?
Perchè una storia non è tale finchè non scrivi The End, come dice Ezio. Perchè c'è ancora qualcosa li, nella mia malata testolina, ma soprattutto in quell'enorme e potentissimo Spazio Immaginato Condiviso che ci siamo creati in sette anni di campagna, che aspetta di essere sviscerato in tutto il suo potenziale di divertimento. Perchè la nostra visione di gioco è maturata, e ora potremmo superare gli errori del passato, andare a caccia di una CA coerente e passare dritti al sodo senza bighellonare per altri sette anni. Sì, voglio finire la NOSTRA campagna.
...
...Ma come?
Ma come?
E qui entrate in gioco voi.
Non è un caso che abbia smesso di scrivere “campagna di D&D” da un qualche paragrafo: era già qualche anno che di D&D c'era rimasto (a tratti) giusto il nome. Quello che noi volevamo, ammettiamolo, probabilmente non era D&D, ma qualcos'altro.
Cosa?
Qualcosa che include, perlomeno, i punti 2, 3 e 4:
Trama e sfide avvincenti
Mondo che reagisce dinamicamente e verosimilmente alle azioni dei personaggi
Mondo con i personaggi al centro.
No, non voglio Exalted. XD
Stando seri... D&D 3.5 non credo ci soddisferebbe più; se la soluzione è tornare a quello, bisognerà HR-arlo pesantemente, ancora più pesantemente di quanto facevamo prima, ma in maniera più consapevole. Rendere coerente la CA di una partita a D&D 3.5 è come creare un buco nero: forse è fattibile, ma con quali risorse e fatiche non si sa...
Mutant&Mastermind 2a edizione potrebbe essere un discreto ripiego, ma è ancora un gioco in parte incoerente, e quella parte di sistema di combattimento che ha ereditato dal d20 puzza di ruggine e fa fatica ad ingranare.
Leggo del bene sul Solar System, forse potrebbe fare al caso nostro, ma forse anche no, non saprei...
...di certo, noi all'epoca non abbiamo realmente scelto D&D 3.x, ma... ci è capitato. Ci piaceva quello che il sistema prometteva (solo qualche anno troppo tardi capimmo che non manteneva queste promesse) e non avevamo gli strumenti per cercare altro: a malapena sapevamo che esisteva, dell'altro.
Vi ringrazio per aver raggiunto la fine di questo papiro. Vi chiedo scusa per eventuali strafalcioni nell'italiano, è un qualche anno che non prendo in mano la penna...
E ora: a voi la tastiera.
Marco Costantini:
Aaaaaaaaah, quanti bei ricordi.
Pensa che ho avuto un esperienza praticamente speculare alla tua: dopo anni (ripeto, anni, non uno solo) dall'abbandono della classica megacampagna di D&D, il "vecchio gruppo" (di cui io sono stato l'elemento "giovane", essendo entrato per ultimo e avendo giocato per meno di un paio d'anni, mentre c'era chi giocava da 5/6 anni) si rimette in contatto per giocare ancora a D&D. La cosa non è nata da me (che non ero neppure il vecchio master) ma dagli altri, avendo saputo dell'uscita della quarta edizione. Sono finito a fare il master e devo dire che la nostra esperienza è stata drammaticamente negativa.
Proprio riguardando alla mia esperienza, se dovessi proprio suggerirti un gioco per finire in bellezza ti direi di provare con AiPS: in questo modo avrai una vera conclusione della campagna, come se fosse una serie tv, e potrete affrontare tematiche importanti ed interessanti per i singoli giocatori/personaggi. In più come GM non dovrai fare un lavoro estenuante. Anche il SS può andare, essendo comunque un buon traghettatore da classic a indie.
Niccolò:
--- Citazione ---Il motivo ufficiale della sospensione della campagna dei Dragamine è (e non è un segreto) una seria rottura dei rapporti tra alcuni giocatori a cui, probabilmente, non c'è rimedio. Non ne tratterò qui, non mi sembra il caso e non dovrebbe essere di interesse per la nostra analisi.
--- Termina citazione ---
dicci solo questo: nessuna responsabilità del "gioco"?
cmq...
quello che descrivi E' il solar system
Paolo "Ermy" Davolio:
--- Citazione ---[cite]Autore: Domon[/cite]
--- Citazione ---[p]Il motivo ufficiale della sospensione della campagna dei Dragamine è (e non è un segreto) una seria rottura dei rapporti tra alcuni giocatori a cui, probabilmente, non c'è rimedio. Non ne tratterò qui, non mi sembra il caso e non dovrebbe essere di interesse per la nostra analisi.[/p]
--- Termina citazione ---
[p]dicci solo questo: nessuna responsabilità del "gioco"?[/p]
--- Termina citazione ---
Non direi. O perlomeno non che io sappia.
I litigi e le rotture di cui parlo io sono stati tutti legati a questioni non riguardanti il tavolo da gioco, anche se nelle ultime sessioni alcune "discussioni tra i personaggi" sembravano lo specchio dell'astio che c'era alcuni giocatori.
--- Citazione ---[p]cmq...[/p][p]quello che descrivi E' il solar system[/p]
--- Termina citazione ---
Lo terrò in considerazione.
Altri suggerimenti?
Tra parentesi ...presto linkerò questo topic anche ai giocatori con cui vorrei ricominciare, di modo che possano venire a scrivere la loro.
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