Su, su patrick, è ovvissimo che sto solo difendendo a spada tratta la mia posizione.
Comunque vedo di rispondere un po' a tutti.
Luca: secondo me c'è una bella differenza tra il "parlare da comizio" ed il (per esempio) "saper risultare simpatico al gruppo". Il primo è un partito preso. Il secondo può essere il primo se agli altri sta simpatico quello che fa comizi... ma può essere esattamente il contrario se uno dei miei giocatori è Claudia.
Una cosa poi è la sicurezza nello sparare le frasi dei png, una cosa quella nel sapere le regole senza doversi rileggere il manuale e soprattutto (il mio punto debolissimo) nell'accorgermi dieci minuti più tardi di essermi dimenticato una regola che avrebbe totalmente cambiato il corso della partita.
Prendo D&D, perché mi capita di fare il master a quello... arbitrare un incontro non è solo creare una tensione lì ed ora, è consumare le riserve del gruppo in modo che poi l'incontro successivo sia più difficile e quindi emozionante (per gente che si emoziona sopravvivendo in condizioni avverse, ovviamente). Senza farlo e seguendo le regole da manuale ed avventura, nessuno scontro può nemmeno lontanamente impensierire i giocatori.
Quindi settimana scorsa dimenticarmi che il tal PNG può lanciare un incantesimo che gli migliora del 90% le probabilità di colpire, quando il medesimo PNG può fare 10d6+1d10+11 danni in un colpo (contro un barbaro da 200 punti ferita tondi) avrebbe voluto dire rendere l'incontro con il drago (un drago!) di stasera. Riuscire a non dimenticare queste cose quando gioco a D&D (e lasciamo stare il discorso "gioca ad altro che non te lo richiede") per me è un traguardo talmente importante da essere uno dei motivi per cui voglio giocarci ancora, ed ancora, finché non mi dimentico più queste cose.
E poi il traguardo diventerà un altro, ed un altro ancora. Però (di conseguenza) ogni volta che passo un venerdì sera a giocare a qualcos'altro è tempo che tolgo al mio imparare come si usa bene quel sistema. Che non è neppure Parpuzio, è proprio D&D 3.0.
Sul giocare più di pancia, Lavinia, magari se ne parla in altra sede, che non mi sento troppo a mio agio a parlarne in forum. Certo alcuni giochi non ti puniscono per averlo fatto come fa D&D, ma non credo sia quello il problema, quanto il fatto che se gioco totalmente di pancia (testimonia Serenello che lo so fare, a quanto pare) comunque non mi pare di prendere scelte "con la psicologia del personaggio".
E' un tipo di bravura anche quella secondo me, ed il mio divertimento dipende sia dalla mia bravura in questo che dalla bravura degli altri (principalmente in land mi piace vedere la bravura nel rendere con la descrizione delle sole azioni i sentimenti di un personaggio complesso e coerente, nel gioco da tavolo mi focalizzo di più su cossa fanno i PG che su come viene descritto, ma se qualcuno riuscisse a far vivere il suo PG e farmelo sentire in pancia credo che cercherei di sposarmi quella persona. Fate che sia una donna vi prego.)
Quindi ribadisco, sulla base di queste affermazioni. Secondo me la bravura dei giocatori (ma intesa come essere bravi a fare quello che del gioco mi emoziona) è fondamentale per il divertimento.
Ed è fondamentale, per me, che io mi senta bravo a fare quello che gli altri si aspettano da me (divertirli, intrattenerli).
Quando ho fatto da master a Trollbabe, per esempio (c'era Khana presente) mi sono divertito molto anche se non mi sono sentito bravo per nulla, ma ci sono volte che non sapere come far funzionare il gioco (non essere "bravo") mi mette addosso un'ansia incredibile,e non mi godo la partita (successo a Lady Blackbird, per esempio... successo a D&D 4e con un combattimento nell'acqua, dopo essermi accorto che la profondità era il triplo di quella che avevo comunicato ai giocatori e che ha permesso tattiche tutte diverse ed a sfavore del mostro)
Quando non faccio il master credo di essere molto più soddisfatto di me stesso, eccetto quando mi alieno dalla partita (è successo giocando a NCaS, con Ivano Piva nel gruppo se non sbaglio. Ero quello che muoveva i dadi colorati in formazione canticchiando la musichetta del tetris). Giochi sbagliati per me, suppongo.
Voglio provare a fare un esempio di come il non sentirmi bravo ad un gioco mi mette in difficoltà, facendomi divertire meno.
Si tratta di una land, quindi per quelli che non fossero familiari è un play by chat dove si gioca un po' con chi si vuole in un pool di N utenti del sito.
Il capo della mia gilda è bravo (dal mio punto di vista). Quando i master propongono un evento lui sa tirar fuori 7-8 cose diverse da far fare alle persone che vogliono occuparsene, si tratti di semplici "tu potresti contattare il master per fare un tiro di conoscenze bardiche su questo argomento" o di "voi tre potreste andare in missione ad esplorare i sotterranei di quella villa".
Io non ho questa chiarezza di visione. Vedo le cose palesi e basta. Se lui pensa di fare 7-8 cose io ne vedo 2, ed il più delle volte non riesco a trovare una motivazione in gioco per cui il mio personaggio dovrebbe interessarsene.
Esempio in-game.
Un porto fluviale con grosse importazioni di materiali rari è governato da tre mercanti, emissari di tre diverse città portuali (A, B e C per comodità). Una nave viene bruciata, uno dei mercanti viene avvelenato, tre uomini del mio corpo di guardia vengono incolpati ed il maresciallo che è a capo del mio ordine (un PG) viene chiamato a testimoniare.
Il maresciallo propone:
1. tre persone fanno il viaggio in nave con un falso mercante di B e il mercante di C
2. altri quattro consegnano col teletrasporto il vero mercante di B e lo nascondono e lo proteggono.
3. quelli di livello più basso proteggeranno e faranno la guardia al falso mercante di B
4. io mi consegno o mi faccio prendere e mi faccio processare
5. un altro parla con il mercante di A (quello di cui sappiamo pochissimo)
6. tre di quelli di prima parlano con il mercante di C
7. quattro altri partono per A per scoprire qualcosa sul mercante di lì e sulla sua compagnia mercantile.
Le mie idee erano più o meno:
Lanciamo una divinazione per scoprire chi ha ammazzato il vecchio mercante di C
Se non ce la facciamo, boh. E' troppo rischioso impegolarsi.
Ed ho un PG che è un ambizioso assassino sadico che avrebbe volentieri minacciato di morte tutti e tre i mercanti per dare ai miei signori il controllo sul porto... ma non avrei saputo come farlo.