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[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso

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Patrick:
Fondamentalmente sono d'accordo col turini. Nello specifico, Mario, non stai dicendo cose sbagliate, c'è da distinguere in che contesto si gioca (o in che contesto si svolge la relazione omosessuale di cui stiamo parlando). Io parlo di queste cose in un contesto sano, io mi concentro solo sulle due persone coinvolte. Il mio punto è, come già detto sopra, che non capisco perchè, a priori, un uomo debba amare un uomo diversamente da come amerebbe una donna. è chiaro che poi all'atto pratico nella società ci sono pregiudizi, gente ottusa, eccetera, ma io sto parlando della cosa da un punto di vista diverso (e comunque se stiamo giocando di ruolo la società è quella nel gioco, che può corrispondere o no con la nostra). E ovviamente se giocassi un personaggio per esplorare il tema dell'omosessualità -o dell'amore, o della vergogna, o della discriminazione,....- (giustissimo distinguo che fa notare Matteo), lo faccio con persone di cui mi fido (che non necessariamente sono persone che conosco, ad esempio con molti di voi non avrei problemi a giocare anche se non ci siamo mai parlati di persona).


Riguardo a Giacomo invece, puoi per favore spiegare perchè? [Premesso che sia una aspetto importante per il personaggio e la giocata, e che giochi con persone di cui ti fidi,] Che difficoltà avresti a giocare un ragazzo omosessuale (vedi mio precedente post ad esempio, o quello precedente di Mario)? Che difficoltà avresti in più rispetto al dover giocare una donna? In che modo un gay è più vicino a te rispetto ad una donna? E in che modo questo può essere un problema?
Cioè, passi tutto il post a dire che "i gay sono normali ragazzi" (sto semplificando moltissimo, scusate), ma poi continui a ripetere che faresti più fatica a giocare un gay che una donna. Puoi spiegare meglio i motivi? ^^

Mattia Bulgarelli:

--- Citazione da: Moreno Roncucci - 2012-05-26 21:45:48 ---Giocare un uomo credo farebbe saltare questo meccanismo, portando in gioco non un ideale, ma me stesso. Non avrei riferimenti (se non umoristici o macchiettistici, come hanno già fatto notare, e non vorrei giocare Kagematsu come una macchietta), non potrei appoggiarmi ad un immaginario costruito in anni e anni sin dall'adolescenza: dovrei, davvero, chiedermi come farei a sedurre un uomo.  Non si tratterebbe più di comunicare tramite una finzione con un altra persona, si tratterebbe di guardare dentro noi stessi. Molto, molto più unsafe.

--- Termina citazione ---

Credo che sia anche una questione di quanta fiction tematica e di quante esperienze personali uno ha da "portare al tavolo".

Se tu Moreno (come dire "tu Tizio") non hai mai letto/visto/altro una quantità sufficiente di materiale o avuto esperienze personali (es.: conosciuto omosessuali dichiarati) tale da formarti una serie di "riferimenti" (uso il tuo termine che mi piace), ovvio che non avrai la paglia necessaria per imbottire a sufficienza il tuo PG, e dovrai "metterci del tuo".

Cioè: di donne in fiction e di donne reali chiunque ne ha incontrate, si può fare il suo "pupazzino mentale" (PG) costruendolo con i pezzi che ha in memoria. Se non hai pezzi sufficienti che associ ad un certo tipo di personaggio... ovvio che qualcosa ti devi inventare.

Mattia Bulgarelli:
(e FANMAIL a Patrick per come sta gestendo il thread, riportandolo sul gioco, da Bravo Thread Opener™, e FANMAIL a tutti gli intervenuti per i commenti ragionati ma rispettosi, nonostante il tema delicato del thread. Delicato per i motivi spiegati nel thread stesso, tra l'altro!)

Mr. Mario:

--- Citazione da: Patrick - 2012-05-28 09:11:13 ---Fondamentalmente sono d'accordo col turini. Nello specifico, Mario, non stai dicendo cose sbagliate, c'è da distinguere in che contesto si gioca (o in che contesto si svolge la relazione omosessuale di cui stiamo parlando). Io parlo di queste cose in un contesto sano, io mi concentro solo sulle due persone coinvolte. Il mio punto è, come già detto sopra, che non capisco perchè, a priori, un uomo debba amare un uomo diversamente da come amerebbe una donna. è chiaro che poi all'atto pratico nella società ci sono pregiudizi, gente ottusa, eccetera, ma io sto parlando della cosa da un punto di vista diverso (e comunque se stiamo giocando di ruolo la società è quella nel gioco, che può corrispondere o no con la nostra). E ovviamente se giocassi un personaggio per esplorare il tema dell'omosessualità -o dell'amore, o della vergogna, o della discriminazione,....- (giustissimo distinguo che fa notare Matteo), lo faccio con persone di cui mi fido (che non necessariamente sono persone che conosco, ad esempio con molti di voi non avrei problemi a giocare anche se non ci siamo mai parlati di persona).
--- Termina citazione ---

Io faccio fatica a leggere questo senza leggerci la volontà di affermare un principio un po' assurdo. Parafraso ed esagero, per spiegarmi meglio, conscio del fatto che sto esagerando.

Quando dici:

--- Citazione ---Io parlo di queste cose in un contesto sano, io mi concentro solo sulle due persone coinvolte. Il mio punto è, come già detto sopra, che non capisco perchè, a priori, un uomo debba amare un uomo diversamente da come amerebbe una donna. è chiaro che poi all'atto pratico nella società ci sono pregiudizi, gente ottusa, eccetera, ma io sto parlando della cosa da un punto di vista diverso (e comunque se stiamo giocando di ruolo la società è quella nel gioco, che può corrispondere o no con la nostra).
--- Termina citazione ---
a me viene spontaneo leggere:
Prendo una situazione che per molti motivi è problematica e la spoglio di tutti gli aspetti problematici, riducendola ai minimi termini, fino a renderla simile al massimo a qualcosa a cui riesco a rapportarmi, e poi dichiaro che non capisco il problema a rapportarmici.

Non credo che la società si possa chiudere fuori dalla porta con un taglio netto.
Non credo che una società fantastica che viva nella mia immaginazione sia al riparo da quello che penso della società reale.

Ma sopratutto, e nella maniera più categorica, non credo che esista una cosa come 'il modo in cui un uomo ama una donna'. Credo che ci siano delle differenze enormi tra uomo e uomo, e persino nel modo che lo stesso uomo ha di amare donne diverse.

Non mi piacciono quindi i discorsi tipo 'gioca la relazione omosessuale come se fosse una relazione eterosessuale', perché a un certo livello, stipulano un'uguaglianza tra cose disuguali.

jackvice:

--- Citazione da: Patrick - 2012-05-28 09:11:13 ---Riguardo a Giacomo invece, puoi per favore spiegare perchè? [Premesso che sia una aspetto importante per il personaggio e la giocata, e che giochi con persone di cui ti fidi,] Che difficoltà avresti a giocare un ragazzo omosessuale (vedi mio precedente post ad esempio, o quello precedente di Mario)? Che difficoltà avresti in più rispetto al dover giocare una donna? In che modo un gay è più vicino a te rispetto ad una donna? E in che modo questo può essere un problema?
Cioè, passi tutto il post a dire che "i gay sono normali ragazzi" (sto semplificando moltissimo, scusate), ma poi continui a ripetere che faresti più fatica a giocare un gay che una donna. Puoi spiegare meglio i motivi? ^^

--- Termina citazione ---

Forse mi sono spiegato male, ma è semplicissimo: è sentimentalmente più profondo giocare un gay che una donna per me perchè sono uomo. Ovvero: per quanto possa giocare una donna o un uomo praticamente identici, con gli stessi problemi sociali, con le stesse idee e modi di fare, insomma due "cloni" per intenderci, giocare l'uomo (che sia gay o no) mi colpirebbe di più perchè è uomo come me, perchè questo mi avvicina a lui più facilmente. Quindi, il fatto che sia gay non cambia nulla, è il fatto che è uomo (e che sicuramente essere gay nel contesto di gioco è magari un problema in gioco o una pretesto su cui ragionare fuori gioco) che lo rende più difficile che giocare una donna.

Posso dirlo perchè giocando a La mia Vita con Angelica e Kagematsu, anche se contesti totalmente diversi, ho provato emozioni forti, ma più forti con Angelica e non solo perchè non ero in un Giappone medioevale, ma perchè ero uomo, era una cosa che poteva capitarmi nella vita reale. Poteva capitarmi anche se fossi stato donna, si, ma il solo essere un'altro sesso avrebbe creato una linea di distanza fra me e quella situazione, tanto da non potermi immedesimare bene in essa.

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