Questo non è un AP. Questo è un racconto degli eventi di ieri sera dal punto di vista di Amanda. In corsivo, i commenti di Lapo.
1. MENSA
Erica mi segue come un cagnolino, è carina, è dolce ma… è anche insistente, vuole attenzione, è gelosa. Devo spiegarle che le persone devono mantenere la propria individualità, forse perfino… dignità.
Eppure, eppure, è così fresca, così spontanea, mi ricorda tutta quella parte di umanità che ho perso, o meglio: che in gran parte non ho fatto in tempo neanche a sviluppare.
Ma che succede? David. Ancora David. Sta ancora infastidendo qualcuno.
Diana? Le ha messo le mani addosso, sta oltrepassando il limite. Ecco cosa succede a lasciar passare una settimana, avrei dovuto insegnargli le buone maniere già dopo quella festa.
[ho avuto qualche problema a giustificarmi il fatto che la seconda sessione sia iniziata 7 giorni dopo la fine della prima, avevo un sacco di cose da fare: in primis, mettere a posto suo David]
Mi avvicino, Diana gli sta tenendo facilmente testa, ma lui le tira un colpo basso.
Basta! Lo afferro e lo porto di peso in bagno.
Sento lo sguardo di Erica che mi brucia la schiena. (invidia? desiderio di possesso? vuole che parli solo con lei? in ogni caso, non mi piace)
2. BAGNI
Gente come lui capisce solo le maniere forti. Beh, vediamo se queste le capisce.
Mi parla. Cerco di capire le sue motivazioni, i suoi problemi. Mi ignora, sprezzante. Mi offende (o almeno ci prova). Si fa delle idee (ma è mai questa la reazione che la preda deve avere di fronte al
pericolo?).
Inizio ad avere un piano, gli prometto emozioni forti. Mi tocca. È viscido, ma non mi interessa, sto pensando a quello che devo fare, quello che sto per fare, sto pensando da vampiro e in questo stato questo corpo così umano non è poi così importante, non ha poi tutte queste sensazioni.
Di solito faccio di tutto, per mantenere il contatto, la mia umanità, ma non adesso. Adesso sono a caccia. Mi avvicino al suo volto, invitante… lo prendo per il culo, ma poi lo mordo. [la mia voglia di morderlo valeva pure 1px]
Ahhh, ci voleva, sa di umano, sa di giovane, sa di ormoni e di paura e di aggressività [non ricordo che 3 aggettivi avevo usato ieri]… ora basta, però, qualche giorno di anemia lo terrà quantomeno più calmo. E avrà
avuto la sua parte nel placare la mia sete. Sete che non ricordavo così forte [condizione: assetata], dannazione… basta, basta, basta! Mi scuoto, mi stacco, a fatica… ma è troppo tardi: è esangue, è morto.
Cazzo, ho perso il controllo.
[no, scema: l'hai perso allucinantemente! potevi bere massimo un litro, e ne hai bevuti 6! che cazzo!]
Cazzo, non era così che doveva andare. [rammarico per la mancanza di autocontrollo]
E mi hanno visto tutti, uscire dalla mensa. [penso solo alla mia pellaccia, in questo momento]
Ora c'è troppa gente in giro per portarlo via, lo siedo sul wc e chiudo la porta, ci penserò stanotte a nasconderlo.
3. BOCK
È sera, e ho un corpo da recuperare. Cazzo: la porta è sfondata.
Dall'interno.
Ma che cazzo succede? Arriva il professor Bock [il vampiro della città], è furente… con me??
OK, è morto in ragazzo della scuola, ma non credevo gli sarebbe importato così tanto.
Ah! Come? Un neonato? David? Cazzo.
Già da umano era un rompicoglioni di prima categoria; ed è tutta colpa mia.
Inoltre, si lamenta del mio rapporto con Erica, vuole che io gliela porti in modo che diventi una sua thrall… non so neanche cosa voglia dire, ma suppongo significhi schiava, marionetta… non voglio.
Furente, mi chiede cosa mi abbia insegnato mio padre… beh, che dire: troppo poco, evidentemente.
Che cazzo di casino.
4. ERICA
Siamo a casa mia, sul grande letto sotto il lucernario, ci sono le stelle.
Fa buio presto, in questa stagione. Erica è dolce, carina, umana… ma anche fastidiosamente dipendente, non mi lascia abbastanza spazio.
Ma questo non è un problema che possa risolversi con le maniere forti… no no no, sopratutto dopo stamattina, le maniere forti… portano troppe consequenze.
[ho recentemente acquistato il potere Ipnosi, con il primo avanzamento]
La allontano con parole dure [le tolgo l'unica stringa, per poterla ipnotizzare], fa due passi indietro, mi grida contro cose che non pensa, è ferita e arrabbiata.
Poi la guardo negli occhi, le sussurro parole di tranquillità, le dico che la rispetto, ma che voglio la mia indipendenza, i miei spazi, e non deve essere gelosa di nessuno… le mie parole sono come musica, leggerissime: non le sente consciamente, le sente nel profondo. La cambiano, la rompono, la plasmano: mi risponde in modo affermativo… ma troppo freddamente, troppo roboticamente… oddio, cosa ho fatto!?
Questa non è più Erica, questa non è più la giovane umana fin troppo esuberante che conosco.
L'ho rotta, l'ho rovinata, o forse no?
Sono disperata, la bacio, la carezzo: l'effetto pare svanire, pare riprendersi, facciamo sesso, per disperazione. La sento di nuovo viva, di nuovo lei… forse, forse, solo forse questa volta non ho sbagliato.
Spero, di non aver sbagliato.
Devo fare una passeggiata, schiarirmi le idee. Ma sopratutto, trovare David! È mia responsabilità. Le propongo di accompagnarla a casa, ma non vuole, mi propone di dormire da me.
D'accordo, le dico, ma dovrai aspettarmi un po': ho bisogno di fare una passeggiata (e non solo).
Prima di salutarmi, mi chiede un favore. Mi strappa una promessa che però era qualcosa che avevo già pensato in prima persona, proprio quella mattina in mensa: la promessa di farla pagare a Roxanne, lei e le sue continue frasette omofobe. Sono seriamente curiosa di sapere come pensa di farlo Erica, credo che le chiederò il suo parere. Sto perdendo contatto con l'umanità, sto diventando un essere fatto di calcoli utilitaristici: l'unico modo che mi verrebbe in mente per farle capire la cosa, sarebbe eccitarla in prima persona, farle sentire le sensazioni che denigra. L'ho già fatto con Victoria ma, devo dire, non ha poi funzionato gran che.
5. BOCK
[questa scena me la ricordo meno di altre; per esempio: perché stavo "cercando" David, se è Marked for the hunt?]
Sotto la statua del fondatore della città c'è il professor Bock, si aspettava che gli portassi Erica, gli dico che non sarà un problema, ma insiste. Poi divaga e si lamenta della mio attaccamento a questi mortali, dice che sono cose che devo lasciarmi indietro, orpelli inutili ad un vampiro, soltanto un peso. Ma gli rispondo male [shut down] e a quanto pare tocco qualche corda scoperta: mi dice che invidia la mia capacità di
provare ancora queste cose, la mia umanità residua. [condizione: invidia della mia umanità]
Mi dà anche il compito a casa di istruire David, e se non ne sarà soddisfatto me lo farà uccidere.
6. STRADA
Sto camminando per la città, assorta nei miei pensieri, quando un ululato squarcia il silenzio della notte.
Corro sul luogo, sta succedendo un casino. (ma cazzo! un casino nella mia città!)
Resto un attimo interdetta: c'è un enorme lupo… o quasi.
Ed ha l'odore di Diana, anche se diverso… e capisco che quella componente strana del suo odore era proprio il lupo, ora predominante.
Sta lottando con Darius, compaiono delle catene d'argento, s'incazza, le fa esplodere. È su Darius, gli ha trapassato una spalla con una zampa, poi con voce roca dichiara che vuole ottenere il dominio del branco, è fuori di sé.
(vuole la città?? la città è di Bock… è inarrivabile per me, e gliela lascio volentieri… finché segue la mia morale; su quella, non ha e non avrà dominio)
Fa per andarsene, cerco di fermarla, ma non ne ho i mezzi, sono spiazzata.
[sapendo del binding di Darius, avrei potuto placcarla o qualcosa del genere]
Nel frattempo, la spalla devastata di Darius si sta rapidamente ri-componendo di fronte ai nostri occhi.
Ma che cazz'??