Autore Topic: [CnV] (ma in fondo non solo): etica del giocatore, etica del PG, etica del gioco  (Letto 15525 volte)

 
Su suggerimento di Ezio e Mattia, splitto dal 3ad di BoredUlam, per un dubbio sulla morale di Cani nella Vigna, ma non solo...
 
In particolare da questa risposta di Ezio qui:
 


Per te, Pietro, cos'è giusto? Per te, Pietro, cosa farebbe Fratello Thomas? Ricorda: Fratello Thomas ha AUTORITA'. Non esiste, in questo momento, Autorità più alta. Non Dio, non la Chiesa, non il Sovrintendente.
L'unico che può decidere per Thomas sei tu, Pietro. Cosa fai?



 
La pare che ho grassetato a me crea più confusione, che chiarezza.
In pratica,  la mia sensazione, dalla lettura del manuale, dei vari fora et similia, è che il, giocatore, costruisco a partire dallo scarno "codice morale " descritto in ambientazione l'etica, la moralità e la personalità del mio Cane.
In questo posso, amio assoluto piacemento, far confluire, etica, morlae, e aspettative del giocatore.
 
Risultato? le mie aspettative potrebbero allegramente non coincidere con le sue.
 
V. ad esempio questo IMHO stupendo post di Zachiel in antro ambito
(Una piccola nota a margine per piangere il mio ultimo personaggio di D&D, che mi ha abbandonato dopo un anno e mezzo di gioco e quattordici livelli passati insieme, per essersi aggirata in una città in condizioni di luce fioca senza una torcia. Fallì un tiro di sopravvivenza, si perse, venne dominata, uccisa e fatta risorgere da un vampiro. Ora è felice, ha l'eterna giovinezza che tanto cercava. Io sono un po' meno felice, che devo cambiare PG)

 
Ora questa sipegaizone di Ezio mi mentte un pochino in difficoltà.
 
Voglio dire, c'è qualcosa che impedisca (o anche, che scoraggi, che sconsigli, che generi problemi ) Pietro di pensarla in un modo e a Thomas di pensarla in un altro? Che porti certi scrupoli a PIetro, se fosse al posto di Thomas, e altri a Thomas se fosse al suo posto?
 
 
Non so se sono stato chiaro...
 

 
 
 
Alberto M.   - Ventura"il problema è che io ci tengo a che il mio personaggio resti vivo, ma lui non ci tiene tanto" (by Jasca)

Ezio

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Partiamo da un paio di concetti basilari.

Il primo: Fratello Thomas non esiste.
Fratello Thomas è un costrutto dell'immaginazione di Alberto (nome volutamente casuale per il giocatore X), che Alberto sfrutta per analizzare determinati elementi del gioco. Magari Alberto vuole esplorare i temi dell'innocenza e della fiducia, e allora Fratello Thomas sarà innocente e fiducioso, oppure ad Alberto interessano di più la violenza e la sopraffazione, e allora creerà un Fratello Thomas violento e bullo.
Thomas è un burattino senza volontà, senza desideri e senza un'intelligenza propria, ma Alberto è il burattinaio: ha volontà, desideri e intelligenza, e usa Thomas per interagire con un ambiente che altrimenti non potrebbe raggiungere.


Diventa quindi difficile parlare, in primo luogo, di "desideri del personaggio". Il personaggio non ha desideri, è Alberto ad averne... e li esprime attraverso il personaggio.
Può benissimo essere che Alberto abbia creato un personaggio molto diverso da sé, e che lo faccia agire in modi che Alberto non seguirebbe mai. Anche in questo caso, però, non si può parlare di "desideri del personaggio". Il Personaggio, Thomas, rimane un costrutto senza volontà, ed è Alberto a prendere per lui tutte le decisioni significative, in questo caso costringendosi a pensare in maniera diversa da quanto farebbe di solito.
Non è quindi Thomas ad agire, ma è Alberto a pensare: "Cosa farei se fossi Thomas?", ovvero, parafrasandolo: "Cosa farei se i limiti morali, culturali e fisici entro cui mi trovassi fossero diversi?"


Il secondo: Cani nella Vigna è un gioco che ti chiede di "sentire nella pancia" la fiction.
Per capire questo concetto ti faccio un esempio in negativo.
È, in pratica, l'opposto esatto del giocatore del Paladino che, vedendo un villaggio soffrire per colpa delle scelte sbagliate del Re non fa nulla perché è Legale, senza battere ciglio, magari perché la sua Fede gli impone di rispettare il giuramento di servire il Re.


Per giocare a Cani devi essere disposto a sentire i personaggi, sia il tuo che quelli degli altri, PNG compresi. Devi vederli SEMPRE come persone vere, devi immedesimartici, non trattarli come pezzi del Risiko.
La domanda: "Cosa farei se fossi Thomas?" del punto precedente deve venire dalla pancia, non dalla testa.
può sembrare un'apparente contraddizione, ma non lo è. Io trovo che sapere che non c'è filtro, che non è il personaggio a decidere ma sempre e solo tu, sia molto utile nel "sentire" le cose, dato che il Personaggio perde quel valore di scudo che invece ha il Paladino dell'esempio (io vorrei aiutarli, ma il Personaggio non può. Non sono io lo stronzo, è lui.)

Cani è particolarmente crudele in questo: ti da in mano tutto il potere. Non c'è una Fede dietro cui nasconderti in fiction o un GM che ti toglie i PX di interpretazione nella realtà: i Cani posso cambiare le regole della Fede (tutto quello che fanno sarà quindi avvallato dalla Fede) e il GM non da PX.


Ora, veniamo alla situazione specifica.

Tu, Alberto, hai creato un personaggio dolce, pio e un po' timido: Fratello Thomas.


Thomas si trova nella Città di Sorella Edith che ho scritto nell'altro thread, te lo cito:


Arrivando al Ramo di Golden Grass trova Edith, una ragazza dolce, solare, ottimista e deliziosa sotto tutti gli aspetti che però è isolata dalla Comunità perché ha fatto sesso, del tutto consenziente, con Marcus, un ragazzo serio, onesto, attento.
Sarebbero una bellissima coppia... se gli venisse permesso di rimanere insieme e se lei (e solo lei, a lui non viene detto nulla) non fosse trattata come una puttana (e lei sta iniziando a pensare di esserlo davvero).


Ora, Fratello Thomas sa, glie lo hanno insegnato, che il sesso prima del matrimonio è sbagliato. Tu, Alberto, hai deciso di giocare un personaggio pio e rispettoso delle regole.

Bene.
Come giudichi Edith?

Prima di rispondere ti ricordo una cosa: non hai giustificazioni. Thomas ha il potere di cambiare la Fede e dichiarare che Dio vuole che il sesso prematrimoniale non sia più peccato senza per questo essere meno pio.


A questo punto la scelta è TUA. Calati nei panni di Thomas, se vuoi, e giudica: l'educazione che Thomas ha ricevuto è sufficiente a fargli passare sopra il trattamento iniquo di Sorella Edith oppure no?
Se dirai di si allora sarà compito del GM metterti davanti, nella prossima Città, ad un esempio ancora più estremo e chiederti: "Anche adesso?"

Vedi, non so se sia possibile capirlo senza aver giocato, ma questo genere di scelte sono DIFFICILI.
Dato che non hai schermi, dato che sai che sei TU a decidere, non il manuale o il Personaggio, sai che sei stato tu a dire: "Sorella Edith merita di diventare una pariah" (e ti ricordo cosa ti è richiesto fare verso i PNG: capire che sono persone).


In un qualunque momento hai il potere di dire: "QUESTO È TROPPO!" e decidere che non conta l'educazione ricevuta, NESSUNO potrebbe tollerare quella situazione.

Questo genere di giudizio morale è il cuore di Cani nella Vigna, ed è il modo con cui la morale del giocatore filtra e colora il gioco e la situazione fittizia che si crea, molto più pesantemente e prepotentemente di qualunque dettaglio "da setting" il manuale possa darti.
Just because I give you advice it doesn't mean I know more than you, it just means I've done more stupid shit.

Ecco... ci sono proprio 2 passaggi che faccio  fatica a digerire... o meglio faccio fatica a digerirli insieme (separatamente, non avrei alcun problema)
 
 
Partiamo da un paio di concetti basilari.


Il primo: Fratello Thomas non esiste.
Fratello Thomas è un costrutto dell'immaginazione di Alberto (nome volutamente casuale per il giocatore X), che Alberto sfrutta per analizzare determinati elementi del gioco.
 
 

 
e
 
Citazione

 
Per giocare a Cani devi essere disposto a sentire i personaggi, sia il tuo che quelli degli altri, PNG compresi. Devi vederli SEMPRE come persone vere, devi immedesimartici, non trattarli come pezzi del Risiko.
 

 
Perchè sono proprio i 2 modi opposti con cui mi verrebbe "naturale" giocare.
 
Ovvero, parlo X me: per "sentire" i personaggi, il modo migliore è proprio dimenticarsi che è un costrutto ovvero fingere davvero, assumere che esiste e abbia una propria volontà e personalità.
 
Per intenderci, usualmente quando gioco di ruolo, vale solo la seconda, non la prima.
 
 
 
Sulla seconda partedel tuo post, invece, ti ringrazio perchè  adesso mi è molto + chiaro. (e mi è + chiaro anche una cosa che avevo giocato male nella mia prima partita, magari poi posto l'AP)
Alberto M.   - Ventura"il problema è che io ci tengo a che il mio personaggio resti vivo, ma lui non ci tiene tanto" (by Jasca)

Moreno Roncucci

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Approvo al 100% il post di Ezio, e ribadisco una cosa che ha già scritto, perchè è davvero il punto focale di tutto.

Devi giocare come se non solo il tuo PC, ma TUTTI i personaggi che incontra, siano persone vere

Non sto parlando di "realismo", o "verosimiglianza": se ci sono ben vengano ma sto parlando di una cosa diversa: sto parlando di giocare come se quelle persone soffrissero veramente, e non fossero solo una fabbrica di xp.

Pare banale, il 99% di chi gioca a D&D direbbe "beh, io lo faccio sempre", ma non è vero. Se fosse vero, non faresti mai nessun xp. Il primo goblin che uccidi sarebbe un omicidio. Rimarrebbe lì, a gorgogliare e a gemere mentre muore, a guardarti con lo sguardo che si spegne a dirti "perchè"...  e tu non sapresti che rispondergli, e non hai ancora fatto 15xp. Come farai a fare le stragi che servono per passare di livello?

Per giocare a CnV, aver giocato prima ad un gdr, qualunque gdr, dove devi fare xp, o dove devi "risolvere casi", non ti aiuta, anzi, ti ostacola parecchio. Tu sei una persona che ha giocato un sacco, e quindi non sarà facile buttare via tutte le tue abitudini di anni di gioco.

Quello che aiuta, giocando CnV, è aver letto un sacco di romanzi, o visto film, con storie di interesse umano (non solo sparatorie ed effetti speciali), l'immedesimarti nei protagonisti e chiederti cosa avresti fatto al loro posto...

Cosa impedisce al giocatore di far dire il suo Cane "OK, visto che ho l'autorità, adesso cancello tutte le leggi che non mi piacciono e trasformo la Fede in quello che mi pare"?  Il fatto che il suo Cane è vero, è vivo, ha una storia, e non lo farebbe.

Cosa impedisce al giocatore di ammazzare tutti quanti e fregarsene? Il fatto che ha di fronte persone con ragioni, problemi, sofferenze.

Tutto il sistema si basa su questo.  Non scherzavo e non esageravo quando dicevo che è il primo gdr che richieda assolutamente maturità per essere giocato.

Ma Ezio non ha detto che il PC non esiste? Certo. Non esiste la pedina gestita da GM che tu hai solo in custodia. Non esiste il pupazzo. Non esiste un qualcosa che, sai, fa quello che vuole e tu non puoi farci niente. Sei tu che fai, che parli, che agisci. Ma lo devi fare pensando a come parla, agisce, fa, la persona vera, reale, di carne e sangue, che stai immaginando.

[edit: crosopost]
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Ezio

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Mi aspettavo che questo apparente paradosso ti colpisse ;-)

Alberto, ti capisco, anche a me piace.
Ed è proprio così che faccio e non è un paradosso.

Quando lo gioco io Fratello Thomas ha una personalità e degli ideali che sono differenti dai miei, e quando dovrò fare delle scelte io le farò basandomi su quello che so di Fratello Thomas.


Però, dato che sento tutti come esseri umani arriverò ad un punto in cui dirò: "No, per quanto sia bigotto, stupido e pio QUESTO non può accettarlo".
A un certo punto, cioè, valuterò che neppure l'educazione pia di Thomas potrebbe indurlo a sparare in testa a Sorella Edith.

Il punto fondamentale, qui, è che sono stato io a deciderlo. Io ho valutato che, secondo i parametri che avevo impostato per Thomas, questo è troppo.
È a questo punto che la MIA moralità sta influenzando il gioco, ed è a questo punto che Thomas si rivela una marionetta. Magari per Moreno sparare in testa ad Edith non sarebbe stata una gran cosa (perché Moreno è onestamente convinto che il benessere della società venga prima) ma a me, Ezio, pare una cosa talmente grossa che non riesco ad immaginare Thomas nell'atto di compierla.

Non è che mi sto allontanando dal personaggio. Anzi, ci sono talmente dentro che non riesco più a riconoscere le scelte "mie" da quelle "sue" (ovvero "condizionate dai parametri che mi sono imposto").
È solo a posteriori che mi rendo conto di quello che ho fatto e mi rendo conto che tutte le scelte che credevo dettate dai parametri fizionali sono in realtà state scelte totalmente mie. Sul momento ero immerso nel personaggio, non me ne rendevo conto. Sul momento ho solo visto qualcosa di GROSSO e ho usato il mio potere per fermarlo: "Fermi!" dice Thomas, "Da questo momento il sesso prematrimoniale è lecito, così vuole il Re della Vita!"



L'azione è stata dettata dalla MIA volontà e dalla MIA percezione, espressa attraverso Thomas e veicolata dal ridursi delle distanze tra "me" e "lui".

È per questo che si dice di non fare i Torquemada, in Cani. Ogni personaggio deve avere una morale UMANA, con cui sia possibile relazionarsi e attraverso cui sia possibile esprimere sé stessi.
È per questo che non esiste alcun Libro della Vita scritto, e che le regole della Fede sono così vaghe: sono tutte "trappole" del gioco che inducono, inconsciamente, a mettere sé stessi e il proprio giudizio sul tavolo.
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(conflittato)
 
Approvo al 100% il post di Ezio, e ribadisco una cosa che ha già scritto, perchè è davvero il punto focale di tutto.

Devi giocare come se non solo il tuo PC, ma TUTTI i personaggi che incontra, siano persone vere

Non sto parlando di "realismo", o "verosimiglianza": se ci sono ben vengano ma sto parlando di una cosa diversa: sto parlando di giocare come se quelle persone soffrissero veramente, e non fossero solo una fabbrica di xp.
 
 

 
Ammetto che, pur avendo giocato meno del 25% della mia esperienza a D&D (pur avendo inizato da lì, come molti) mi stava per venire alle labbra "beh, io lo faccio sempre". :D
Ma non sarebbe stato vero.
 
La risposta corretta è "bhe, è quel che di solito faccio almeno da 15 10 anni (IRL) a questa parte".
 
No, dico sul serio.
 
 
 
Cosa impedisce al giocatore di far dire il suo Cane "OK, visto che ho l'autorità, adesso cancello tutte le leggi che non mi piacciono e trasformo la Fede in quello che mi pare"?  Il fatto che il suo Cane è vero, è vivo, ha una storia, e non lo farebbe.

Cosa impedisce al giocatore di ammazzare tutti quanti e fregarsene? Il fatto che ha di fronte persone con ragioni, problemi, sofferenze.

OK, tutto questo mi va non bene, mi va benissimo.
 
 
 
Dove mi perdo, dove proprio non capisco, è quanto segue (grassetti miei):
 

Ma Ezio non ha detto che il PC non esiste? Certo. Non esiste la pedina gestita da GM che tu hai solo in custodia. Non esiste il pupazzo. Non esiste un qualcosa che, sai, fa quello che vuole e tu non puoi farci niente. Sei tu che fai, che parli, che agisci. Ma lo devi fare pensando a come parla, agisce, fa, la persona vera, reale, di carne e sangue, che stai immaginando.

[edit: crosopost]

Benissimo che non esista la pedina! Benissimo che non esista il pupazzo.
Quello che non mi quadra, e che IMVHO stride con tutto quanto scritto finora, è che fratello Thomas no nfaccia quello che vuole.
Normalemnte i miei PG fanno quello che vogliono. E lo fanno perchè li ho creati io! Perchè io ho dato loro quella volontà. E, avendogliela data io, è ovvio che io sia quello che la sa interpretare meglio.
Il PG non è un pupazzo, è un personaggio.. ovvero visto dagli altri personaggi, è a tuti gli effetti una persona. Come sono persone i PNG.
Non so se sono stato chiaro....
 
Alberto M.   - Ventura"il problema è che io ci tengo a che il mio personaggio resti vivo, ma lui non ci tiene tanto" (by Jasca)

Ezio

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Alberto, hai letto il MIO post? Quando scrivo come inizi a muove Fratello Thomas "dall'interno" ma che, inevitabilmente, è il tuo giudizio quello che conta, anche se mascherato da "scelta in fiction" (perché Thomas non ha una volontà propria)?
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Alberto, hai letto il MIO post? Quando scrivo come inizi a muove Fratello Thomas "dall'interno" ma che, inevitabilmente, è il tuo giudizio quello che conta, anche se mascherato da "scelta in fiction" (perché Thomas non ha una volontà propria)?

L'ho letto dopo aver scritto il mex precedente.
 
CMQ continua a non tornarmi del tutto. Voglio dire, ok è Alberto che stabilisce che è troppo per Thomas. Ma appunto perchè Alberto valuta (testa) o sente (pancia, ma avrei anche detto cuore) che per come è fatto Thomas questo sia troppo per lui. Questo indifferentemente1 che per Alberto sia troppo o meno.
Vero è (ma questo non ne fa IMHO un burattino) che in corsa per forza di cose la personalità di Thomas verrà cambiata. e verrà cambiata sostanzialmente da Alberto. Ovvero è sempre Alberto a decidere come gli eventi (imprevedibili per definizione) scalfiranno e forgeranno la personalità di Thomas. Ma difficilmente Alberto deciderà di far fare a Thomas qualcosa di incoerente con Thomas (e questo si, ne farebbe un burattino).
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nota 1: ho esagerato: credo che quasi nessuno riesca ad essere 100% indifferente. Ma diciamo sostanzialmente indifferente.
Alberto M.   - Ventura"il problema è che io ci tengo a che il mio personaggio resti vivo, ma lui non ci tiene tanto" (by Jasca)

Mattia Bulgarelli

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Dunque, dando per scontato e acquisito (nel caso, ne parliamo in un thread a parte) che sì, il PG non esiste se non come concetto che fa da tramite alla nostra volontà, vorrei tornare a quello che credo sia il nocciolo del post iniziale [EDIT per Crosspost: e anche di questo suo post qui sopra] di Alberto/Salkaner, ovvero:

"Può, in CnV, un personaggio avere convinzioni diverse da quelle del giocatore (e la partita funziona)?"
La mia risposta è semplice: sì.

Per me è possibile "sentire di pancia" un personaggio che ha priorità e credenze anche diverse da quelle che ho io giocatore. E qui potrei scrivere un pippone infinito sull' "essere autori del PG", ma ne riparliamo un'altra volta.

Io penso (come Ezio) che la "scorciatoia mentale automatica" sia quella di far filtrare il giudizio del giocatore in quello del PG (in un modo non tanto diverso da quanto diceva Michele riguardo a Dubbio, che ti dà un personaggio, sì, ma alla fine sul palco, nudo, ci sei TU), e anch'io penso che un PG "troppo diverso" da sè stessi non sia proprio possibile "giocarlo e sentirlo autentico".

Posso giocare un mostro psicopatico come un Padrone de La Mia vita Col Suddetto Padrone? Sì.
Posso renderlo credibile? Sì.
Posso sentirlo "mio" simpateticamente? Fino ad un certo punto.

Ma sì, posso giocare un PG che "non sono io": forte come un bue, o con una mira infallibile, o pieno di charme e simpatia, o anche mezzo scemo ma di buon cuore.

Alla fine dei conti, all'atto pratico, di "gioco giocato" (che è quello che conta), Alberto, è che è un problema fino ad un certo punto: gioca pure un PG di CnV con convinzioni diverse dalle tue. Verrà messo alla prova. Vedrai che cosa succede: succederà che QUEL personaggio, in QUELLA situazione, ha cambiato idea (perché a te giocatore umano è sembrato sensato che lo facesse) o non l'ha fatto (per lo stesso motivo).

Ovvero: il tuo giudizio di giocatore influenza il PG, anche se le decisioni finali del PG non coincidessero con quelle che credi prenderesti tu stesso.

Ancora più breve: Alberto gioca Fratello Thomas. Alberto pensa che per far sembrare Thomas più sensato e credibile, data la situazione, sia il caso di far fare a Thomas così-e-cosà. Bene. Il resto è "di troppo". ^_^
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Paolo Busi

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Vero è (ma questo non ne fa IMHO un burattino) che in corsa per forza di cose la personalità di Thomas verrà cambiata. e verrà cambiata sostanzialmente da Alberto. Ovvero è sempre Alberto a decidere come gli eventi (imprevedibili per definizione) scalfiranno e forgeranno la personalità di Thomas. Ma difficilmente Alberto deciderà di far fare a Thomas qualcosa di incoerente con Thomas (e questo si, ne farebbe un burattino).
 

 
Scusami, puoi chiarire, per favore, cosa intendi per "qualcosa di incoerente"?

Moreno Roncucci

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Prima di tutto, una piccola precisazione che non inficia il discorso di Ezio, anzi lo rafforza.

I Cani non hanno il potere di cambiare la dottrina. Non possono cambiare né il contenuto del libro, né l'interpretazione "ufficiale" che ne da' il Consiglio degli Anziani.

Anzi, in termini di Teologia, è molto facile che il sovrintendente ne sappia molto più di loro, e possa citare punto per punto dove "sbagliano".

Quello che i Cani hanno l'autorità di fare, autorità assoluta, è il dire "in questo caso specifico questo non è peccato" (o dire che lo è) e determinare cosa va fatto per salvare la Città.

Questo gioco continuo fra globale/locale, teoria/pratica, dottrina/applicazione, ideale/reale è una delle tensioni costanti nel gioco: i cani sono persone a cui sono stati dati principi molto generali dicendogli che risolvono tutto, e devono usarli per proteggere le città (non le singole persone), e compito del GM è metterli in difficoltà con (1) applicazioni pratiche, (2) singole persone, (3) singoli casi, (4) singole situazioni.

Notare che invece i giocatori, come gruppo (comunità) HANNO la possibilità di cambiare (stabilire) gran parte della dottrina... perchè controllano il contenuto del Libro della vita. Out of character. Ma anche lì, da individui: non si mettono d'accordo, ma ogni singolo rilancio o parata fatto da un giocatore in quel preciso momento puù dire che una cosa c'è o non c'è nel libro...

Ruote dentro ruote dentro ruote,  in un meccanismo in cui per dire quello che vuol dire, il giocatore non parla più solo tramite il suo personaggio, ma deve fare comunque sempre riferimento ad esso (quando il giocatore dice che il personaggio evoca i fulmini dal cielo... ma lo fa spingendo due "4", non sta forse dicendo cosa conta pregare per i fulmini dal cielo in questo mondo? Se dicesse le stesse identiche frasi avanzando due "10" sarebbe la stessa affermazione?

E riguardo all'idea che ci possa essere una qualunque contrapposizione, anche minima, fra il giocare con passione immedesimandosi nel proprio personaggio e gestendo cose out-of-character, Vincent Baker lo ha scritto nel suo blog molto meglio di me:  "what nonsense!"
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Moreno Roncucci

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Poi, una piccola aggiunta, in risposta ad alcune cose cross-postate mentre scrivevo il mio post precedente.

Alberto, puoi farmi un esempio pratico della differenza che passa, per te, fra il giocare un ragazzo convinto che esista il Dio della Vita e che ci sia una certa Dottrina, con il giocare un Paladino di Tempus convinto che ci sia un tizio (tal Tempus) che gli infila nella testa degli incantesimi quando lo prega?

Mi spiego meglio: la differenza, a livello di regole e di gioco e di effetto è terrificante: Tempus lo gioca il GM, non tu, è il GM a dire cos'è giusto o sbagliato che tu faccia, non tu, e se sbagli, è il GM che ti toglie xp o i poteri, non tu. Ma non sto parlando di questo.

Parlo di una tua eventuale sensazione "ecco, questo tizio che gira in armatura e scaccia i non morti e lancia fulmini e fa sermoni per il Dio tempus sono io, è uguale a me" che non hai con Cani nella Vigna.
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Citazione
I propose that Immersion happens when three things coincide.[....]
The three things are the affirmed rightness of your vision, permission to act with passion, and faith in the robustness of the game's fiction. ("Time" is not one of the three, although they all take non-zero time to develop.)
The affirmed rightness of your vision
This is social. Your fellow players share ownership of your character, remember; you want and need for them to affirm that your vision of your character is right. They trust you with your character. They won't step in and contradict, override, undercut.

Permission to act with passion
Furthermore, whatever you have your character do, they won't react defensively. If your character threatens something they value, they'll deal with the threat passionately in response, but without ever carrying the struggle up into the social level.
Permission to act with passionFurthermore, whatever you have your character do, they won't react defensively. If your character threatens something they value, they'll deal with the threat passionately in response, but without ever carrying the struggle up into the social level.
You aren't constrained by the fear that having your character act might step on someone else's toes.

Faith in the robustness of the game's fiction
And you have to trust that the game has room for your character in it. You can't be worrying whether this decision that your character's making might break the game. You have to know, securely enough that it's unconscious, that even if your character transforms the game entirely, the game'll survive.


Oro puro.
I nitpicker danneggiano anche te. Digli di smettere.

(confl.)
 
Dunque, dando per scontato e acquisito (nel caso, ne parliamo in un thread a parte) che sì, il PG non esiste se non come concetto che fa da tramite alla nostra volontà,
 
 
 

In realtà invece varrebbe proprio la pena parlarne, ma lasciamo da parte per un momento.
 
 
 

 

Alla fine dei conti, all'atto pratico, di "gioco giocato" (che è quello che conta), Alberto, è che è un problema fino ad un certo punto: gioca pure un PG di CnV con convinzioni diverse dalle tue. Verrà messo alla prova. Vedrai che cosa succede: succederà che QUEL personaggio, in QUELLA situazione, ha cambiato idea (perché a te giocatore umano è sembrato sensato che lo facesse) o non l'ha fatto (per lo stesso motivo).

Ovvero: il tuo giudizio di giocatore influenza il PG, anche se le decisioni finali del PG non coincidessero con quelle che credi prenderesti tu stesso.

Ancora più breve: Alberto gioca Fratello Thomas. Alberto pensa che per far sembrare Thomas più sensato e credibile, data la situazione, sia il caso di far fare a Thomas così-e-cosà. Bene. Il resto è "di troppo". ^_^

 
OK: mi si conferma i lconcetto, che credo sia chiaro, a questo punto.
 
Alberto M.   - Ventura"il problema è che io ci tengo a che il mio personaggio resti vivo, ma lui non ci tiene tanto" (by Jasca)

Ezio

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Che concetto, Alberto? Vorrei capire se siamo allo stesso punto della discussione.
Just because I give you advice it doesn't mean I know more than you, it just means I've done more stupid shit.

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