Sono assurdamente coinvolta da questa partita di MonsterHearts. Credo che l’ultima volta che sono stata così presa da un gioco sia stato nella campagna dell’apocalisse ventoso che MCizzavo (e la vicinanza temporale fra le due cose non fa che confermarmi una volta di più quanto sia migliorata la mia vita ludica da quando sono arrivate le partite su hangout) .
E’ accaduta una delle cose che è sintomo di una partita ben riuscita: il mio personaggio mi ha sorpresa, ha fatto scelte e avuto reazioni che non mi sarei aspettata.
Mi rendo conto che la sbrodolatona qui di seguito non è altro che un “let me tell you about my character”, ossia una cosa da cui nella vita reale rifuggo con terrore. Che posso dire, se annoia, passate oltre. Io avevo voglia di metterlo per iscritto per farmelo uscire dalla testa
Ariel è una Chosen, una prescelta, una persona che, se esistesse e la conoscessi, mi farebbe tenerezza per tutte le aspettative irrealistiche che ha nei confronti della vita. E’ una ragazzina, ma le sono state affidate enormi responsabilità. Sente di avere sulle spalle la sicurezza mistica di Moonshine, la cittadina in cui vive, ed è intenzionata a portare a termine il suo compito.
MA è anche un’adolescente e quindi, ovviamente, pensa di avere idee migliori su come fare le cose rispetto agli insegnamenti di suo padre, prescelto prima di lei.
Con lui vive un forte conflitto. Gli tiene nascoste diverse cose, per esempio il fatto che non agisce da sola ma ha un paio di amici che la aiutano. Per arrivare a chiedere aiuto a lui, si è proprio dovuta trovare in una situazione in cui non sapeva assolutamente che pesci pigliare e c’era gente che rischiava la vita (ovviamente, chiedere consiglio al genitore non è servito a un tubo e ora lei è nella merda peggio di prima, manco fossimo in un libro di Harry Potter).
Perchè ecco, a Moonshine della gente sta scomparendo senza lasciare traccia. E si è manifestato un licantropo. Ed è arrivato Loki, che al momento agisce attraverso il suo agente Alexander l’Infernal probabilmente per arrivare alla propria liberazione attraverso un qualche macchinoso piano. Ed è arrivata una creatura costruita come Gaia l’Hollow. E c’è una congrega di maghi che tirano fulmini dalle mani.
Insomma, è un casino. Se ci fosse un termometro che misura il livello dell’attività soprannaturale in città, il mercurio avrebbe rotto il vetro e sarebbe schizzato sul soffitto.
E, Ariel, che è una personcina ammodo, vorrebbe proteggere e salvare tutti.
Di certo vorrebbe proteggere la sua amica Gaia, che in questa storia è una vittima: era un’innocente creaturina che è stata presa e schiaffata nel corpo di un’adolescente in piena tempesta ormonale. Povera Gaia, ovviamente è una persona un po’ strana ma, nella sua situazione, chi non lo sarebbe? Ariel capisce che la freddezza e la distanza così come la violenza improvvisa quando viene provocata fanno parte della sua natura. E non ha nessun dubbio che Gaia sia una persona in fondo buona, un’amica che merita tutta la sua fiducia. Non per niente le sta volentieri accanto, le ha rivelato la sua vera attività di protettrice della città dal soprannaturale. Gaia addirittura la aiuta, insieme al suo amico David è la sua banda di “Scoobies”.
Ah, David. Qui è dove le cose cominciano a farsi complicate. Ariel, che è sempre vissuta immersa fino ai gomiti nel soprannaturale, non è disturbata dalla stranezza di Gaia. Nemmeno quando ha rivelato il suo vero aspetto le ha fatto più effetto di tanto.
A David invece sì. Perchè David è una persona NORMALE. Certo, aiuta Ariel e non si fa problemi a tirare una quadrella al primo licantropo che passa di lì, ma lui pensa che si tratti di una semplice caccia al mostro e quindi perché Ariel non caccia anche Gaia, ora che si è rivelata? In fondo è un mostro anche lei.
Questa distanza che si è creata tra i suoi due migliori amici, le uniche persone di cui si fida, ad Ariel spezza il cuore. Perchè non può rinunciare ne all’uno ne all’altra.
Non può rinunciare a Gaia perché non ha fatto nulla di male, è sempre l’amica leale di sempre.
Non può rinunciare a David perché il suo rapporto con lui è quello che le conferma che, dopotutto, anche lei, Ariel, è una persona normale. Anche lei ha una vita al di fuori del fare a cazzotti con le divinità norrene una notte sì e l’altra pure. Lei non finirà come suo padre, coi segni degli scontri addosso, chiuso in una vecchia casa silenziosa, sempre solo tra i suoi libri e i suoi segreti che non divide con lei...
No, a lei tutto questo non succederà, lei avrà una vita e lo dimostra il fatto che può avere una persona normale come amico.
Certo, Ariel, come no.
A portare ancora più scompiglio nel mondo di Ariel arriva Alexander l’infernale. Ha fatto ogni genere di casino in città. Attraverso di lui, Ariel ha fatto la (sgradita) conoscenza di Loki e si sono messi le mani in faccia a vicenda più di una volta.
Ma, in fondo, anche lui è una vittima. Anche se nei casini ci si è messo da solo ora sta chiedendo aiuto per uscirne. Soprattutto, ora ha chiesto aiuto A LEI. Bum! un’altra responsabilità sulle sue spalle.
Ma lei si prende anche questa e, non riuscendo a cavarci le scarpe, china il capo e chiede aiuto al genitore. Che non è di aiuto proprio per un cazzo e se ne va senza spiegazioni a metà della conversazione lasciandola sola con un drogato di mitologia nordica legato a un tavolo.
E per forza una poi si stizzisce! E poi va a finire che quando il drogato bisognoso di conforto ci prova, lei cede. E qui è la prima volta che Ariel mi sorprende. Davvero lo farà? Davvero.
Forse perchè ha bisogno di conforto anche lei, forse perché lui la intenerisce, forse per fare dispetto a suo padre... comunque capisco che questo è quello che farebbe Ariel, quindi, ovviamente, lo fa. E ovviamente subito dopo le viene l’ansia perché è stata un’idea pazza, e poi dovrebbe correre a occuparsi di ALTRA gente che è sparita.
La fase post-coitale è abbastanza burrascosa: lui fa lo sprezzante, lei lo prende a cartoni ma alla fine hanno un momento in cui sono gentili l’uno con l’altra e sembrano quasi due esseri umani.
Ariel comincia a circolare francobollata ad Alexander perché non osa perderlo di vista nel timore che Loki gli faccia del male/lui faccia del male ad altri/faccia del male a se stesso.
Cosa prova Ariel per Alexander? Un mischione di attrazione fisica, impazienza, pietà, frustrazione, tenerezza, preoccupazione e speranza che alla fine, dopotutto, possa rivelarsi un essere umano decente.
E così ora Ariel cerca di venire a capo dell’ennesima sparizione.
E’ una sparizione che tocca da vicino Sarah, la Mortale e il dolore evidente di lei la turba moltissimo. Ovviamente, il fatto che le cose siano arrivate a questo punto senza che lei sia riuscita a risolverle, lo sente come una sua responsabilità.
E’ qui che le arriva l’ultima tegola: suo padre è stato rapito dai maghi sparafulmini (che, ha scoperto nel frattempo, vogliono farla fuori per motivi ignoti usando Gaia).
Io stessa sono rimasta sorpresa di quanto questa notizia la abbia scossa e destabilizzata nel profondo. Aveva sempre visto suo padre come un rompiscatole, uno che le nascondeva le cose e magari non la stimava, ma non aveva mai dubitato della sua forza. Ora lo scopre vulnerabile, ora si accorge che a lui ci tiene infinitamente e sta impazzendo di preoccupazione.
In questo momento il mondo di Ariel è a pezzi e lei è seduta su un cordolo di marciapiede con la testa tra le mani.