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Il mio difetto
il mietitore:
tanto per ribilanciare la statistica lo dico: io scelgo per il colore :P Se le meccaniche sono fighe ma il colore o quantomeno quello che gira attorno al semplice sistema mi dice poco probabilmente cercherò di girare largo. Poi magari mi capita di provarlo e mi piace. Ma nell'immediato seguo il colore.
con i videogiochi, invece, talvolta mi lascio affascinare da qualche interessante meccanismo di fondo (aaahh, Journey...).
Mattia Bulgarelli:
Dunque, io mi sento "misto" in questa questione.
Mi piace il "lato tecnico" di qualsiasi cosa: quando lavoravo nelle assicurazioni ero l'unico in agenzia a leggersi le condizioni di polizza per poter consigliare meglio (o rassicurare, o risolvere dubbi al) il cliente.
Ora, nell'attività con Manuela (mia moglie per i nuovi arrivati), indovina chi si smazza la burocrazia (che non mi piace, però "la capisco")?
Quando giocavamo i parpuzi da 300+ pagine, chi era che si smazzava i regolamenti? Io, e questo mi ha aiutato (cfr. mio articolo sull'INCbook 2011, la parte sulla "selezione darwiniana dei giocatori") a non mandare a ca...sa un hobby pieno, all'epoca, di paginate di numeri, statistiche, ecc.
Anche oggi le meccaniche mi piacciono. Moreno & Domon mi hanno intrigato perlandomi di CnV come di un gioco in cui "puoi fare questo e le meccaniche ti aiutano (invece di ostacolarti)".
"System Does Matter" per me non era un concetto alieno, come ribadii sull'INCbook e sul LARP Symposium book 2010.
Il color? Bello, certo.
Il ventordicesimo fantasy "coi nani e gli elfi" mi fa sbadigliare sonoramente (quanto Claudia, credo), ma penso sia solo perché è il ventordicesimo, non tanto per i nani e gli elfi in sè.
Quindi sì, subisco il fascino del "gioco nuovo (meccaniche) che fa roba nuova (colore)", ma non saprei dire quale influisce di più. Penso entrambi parimerito... E se mi dite che ci sono entrambe mi avete già venduto il gioco!
Fabio Succi Cimentini:
A me, una volta presa fiducia verso il magico mondo dei bomboloni alla cream, system matters e così via, è capitato sia di cominciare a guardare alle meccaniche come al colore (ma questa direi che è esperienza comune) sia di avere a volte un'esperienza molto interessante: cioè che le meccaniche mi portassero a guardare il colore da un'altra prospettiva. A rivalutare, magari, qualcosa sulla carta 'meh.'
La manifestazione più eclatante di questo è stata con IMdA. Ho sempre pensato che la post-apocalisse non sia troppo la mia cup of tea: la reputavo troppo plumbea per i miei gusti, "un mondo in cui conta solo sopravvivere" idem, non mi reputo un grande fan di Mad Max, tra i miei amici sono notoriamente un detrattore di Kenshiro e in generale maschere antigas e ispirazioni fetish non sono la mia estetica preferita, tanto che ricordo che intorno ai due anni fà avevo dato un'occhiata ai playbook che circolavano e proprio non mi attirava.
E' capitato poi che intorno a Settembre scorso mi sia ripresa un poco di voglia di vedere "chissà cosa è successo di nuovo nel mondo di GcG": ho dato un'occhiata ai topic su AW che predominavano già, è scattata la molla "beh, se in quell'ambiente ha fatto quest gran successo mi sa che qualcosa che merita c'è; proviamo" la curiosità ha finito per farmi comprare il gioco in pdf, e ho finito per rimanere a bocca aperta.
Delle tante cose che mi han fatto cadere la mascella di quel gioco, una in particolare la trovo significativa e alla fine mi ha portato a partecipare al topic: l'attenzione all'economia e alla politica del mondo dell'apocalisse. La scarsità di risorse che informa tutto il libro (la scelta dei nomi e delle opzioni), il baratto, il fortificatore, il potere dell'angelo di far valere le sue capacità mediche come influenza sociale (se lo vuole, certo.)
Al contempo, per altri canali, scoprivo Un cantico per Leibowitz (che devo ancora leggere), e così mi sono accorto di un elemento che mi ha fatto rivalutare un sacco il genere post-apocalittico: ben vengano i mutanti, lo homo homini lupus e le bande di razziatori, ma a me intriga molto vedere come la società rinasce. Quali regole emergeranno, chi sarà disposto a fare qualcosa per plasmare il mondo secondo la propria idea di quello che è giusto o chi semplicemente farà cosa per adattarsi e vivere in modo magari dignitoso, magari improntato alla sopravvivenza. Vedere cosa diventerà il mondo: mi sono accorto che questo genere, che non avevo mai guardato con troppo interesse se non per singole opere, ha invece enormi potenzialità sui temi che mi interessano.
Il che mi ha portato a rafforzare la mia idea che ormai il gioco di ruolo è maturo e da prendere con spirito di scoperta, quando ti aiuta a fare questi ribaltamenti di prospettiva.
Quindi beh, forse è un po' off topic dato che, più che delle meccaniche, parlo della fiducia che oramai ho nel fatto che certi design producano un sistema non solo funzionante ma anche illuminante e capace di aiutarmi a scoprire qualcosa di nuovo.
Certo, sta anche alla singola persona: deve aver voglia di farsi sorprendere.
Serenello:
Io mi lascio interessare da tutto ma se non mi prende il color un gioco non lo compro.
Per esempio NCAS o Annalise non mi hanno convinto col color e anche se sarei molto curioso di comprarli e giocarli per assimilare meglio alcune loro meccaniche non riesco a decidermi a farlo :-\
Ezio:
--- Citazione da: Serenello - 2012-03-28 11:11:23 ---Io mi lascio interessare da tutto ma se non mi prende il color un gioco non lo compro.
Per esempio NCAS o Annalise non mi hanno convinto col color e anche se sarei molto curioso di comprarli e giocarli per assimilare meglio alcune loro meccaniche non riesco a decidermi a farlo :-\
--- Termina citazione ---
Per me è il contrario.
Sulla carta Covenant mi sembra un'idea esplosiva.
La lettura del manuale non mi dice niente.
Dico sempre che devo decidermi a provarlo per vedere davvero ma... non mi sono ancora deciso.
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