Autore Topic: Furore nominalistico  (Letto 13409 volte)

rgrassi

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Furore nominalistico
« il: 2009-03-06 14:28:26 »
Una domanda sincera...
Il furore nominalistico dei teorici del new wave da cosa nasce?
Rob
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da rgrassi »
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Iacopo Frigerio

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« Risposta #1 il: 2009-03-06 14:33:10 »
L'epistemologo Kuhn direbbe che nasce dallo sforzo di alcuni teorici (o sostenitori di una teoria) per promuovere il nuovo paradigma quando ormai è evidente alla comunità scientifica che il vecchio paradigma ha troppi buchi per poter cercare di reggere ancora a lungo.
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da El Rethic »
L'amore è quel particolare rapporto nel quale una persona può mostrarsi perdente

rgrassi

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« Risposta #2 il: 2009-03-06 14:35:14 »
Quindi è necessario definire nomi nuovi anche per esprimere concetti descrivibili anche con parole esistenti?
La domanda mi è sorta spontanea leggendo il thread con "Lines" e "Veils".
Rob
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Alessandro Piroddi (Hasimir)

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« Risposta #3 il: 2009-03-06 14:35:34 »
Dici il fatto di dare un nome alle cose?

Suppongo dall'intento di voler creare un linguaggio comune, che pertanto necessità di termini specifici dal significato specifico.

E qui secondo me c'è stato l'errore di fondo di usare parole troppo familiari, generando non poca confusione.
Ancora oggi un sacco di gente parla di giochi "narrativisti" pensando di parlare di tutti quei giochi che hanno un elemento narrativo molto forte ... come Vampire :shock:
Cioè sono ancora fermi al Role/Roll-Play ed etichettano il Role con questa parola che gli sembra essere la nuova etichetta di moda :P
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Iacopo Frigerio

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« Risposta #4 il: 2009-03-06 14:48:23 »
Citazione
[cite] rgrassi:[/cite]Quindi è necessario definire nomi nuovi anche per esprimere concetti descrivibili anche con parole esistenti?
La domanda mi è sorta spontanea leggendo il thread con "Lines" e "Veils".
Rob


uhm domanda semplice che ha una risposta complessa... O unica: Dipende!

In generale molti termini rimangono gli stessi perchè indicano le stesse cose
Stella è lo stesso nominativo sia in prospettiva Tolemaica che Copernicana.
per comportamento si sottointende allo stesso oggetto sia in ottica Comportamentista che Sistemica.
Cambiamo però le definizioni ricalibrate a seconda della nuova prospettiva teorica.
Inoltre la nuova prospettiva, oltre alla ridefinizione di molti concetti spesso necessita anche la creazione di nuove parole, che si riferiscono a concetti nuovi o a indicatori nuovi, o all'abbandono di altri termini che sono ormai disfunzionali se non fuorvianti...

Ovviamente la cosa non è progressiva, alcune teorie successive possono riprendere (spesso ammodernando) termini precedentemente abbandonati. In un ottica contemporanea, con la coesistenza di più teorie un termine usato da una parte è snobbato dall'altra, ma durante la stessa giornata e sotto la stessa pioggia.
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L'amore è quel particolare rapporto nel quale una persona può mostrarsi perdente

Alessandro Piroddi (Hasimir)

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« Risposta #5 il: 2009-03-06 14:57:12 »
madonnam un cross-post generale XD

vediamo...dipende.

Velo che senso ha nel mondo dei gdr tradizionale?
Nessuno, si potrebbero immaginare 100 significati.
E senza un termine specifico, non ci sarebbe linguaggio adatto a definire l'oggetto e la sua funzione senza ricorrere, ogni volta, a lunghe spiegazioni e distinguo.

Stabilendo un termine specific si risolve tutto ed anzi si "oggettifica" qualcosa, potendolo quindi sfruttare meglio.

A me per esempio ha fatto venire in mente una possibile idea: immaginiamo un gioco in cui, in base a risorse meccaniche e risultati di gioco, è possibile manipolare Linee e Veli della narrazione ... tipo Taboo ma più articolato e volto al gdr!

Prima di immaginare Veli e Linee come specifici oggetti manipolabili io li concepivo unicamente come un tutt'uno "parte dei rapporti fra persone" e quindi non li "vedevo".
Ora che hanno un nome...li vedo...so che esistono come elementi a sè stanti...e quindi possono essere inclusi/esclusi/manipolati.

Ed ovviamente, arricchiscono il mio linguaggio tecnico.
Come per uno scenziato :P
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Mattia Bulgarelli

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« Risposta #6 il: 2009-03-06 15:01:40 »
Citazione
[cite] rgrassi:[/cite]Una domanda sincera...
Il furore nominalistico dei teorici del new wave da cosa nasce?

Per non dover ripartire ad OGNI thread con "ma per me il powerplay è questo", "no, perchè l'interpretazione si fa così", ecc... (se vuoi ti linko dei thread su IHGG dove io dico una cosa sulla Coerenza ed uno me la contesta... parlando del Colore!)

Insomma: serve a dare definizioni agli elementi base e non fare come quello che indica il mare ed uno capisce le onde, l'altro la nave che passa, uno guarda il dito, ecc.. :P
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Korin Duval »
Co-creatore di Dilemma! - Ninja tra i pirati a INC 2010 - Padre del motto "Basta Chiedere™!"

Furore nominalistico
« Risposta #7 il: 2009-03-06 15:57:13 »
Citazione
[cite] rgrassi:[/cite]Una domanda sincera...
Il furore nominalistico dei teorici del new wave da cosa nasce?
Rob


Perché fa figo
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Gabriele Pellegrini »

Moreno Roncucci

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« Risposta #8 il: 2009-03-06 16:53:20 »
Dall'uso dell'intelligenza, al posto del celodurismo
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Moreno Roncucci »
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Alessandro Piroddi (Hasimir)

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« Risposta #9 il: 2009-03-06 16:57:45 »
Ma l'intelligenza dice con forza che celhoduro!  :shock:
(il manuale... :lol: )
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Furore nominalistico
« Risposta #10 il: 2009-03-06 17:10:55 »
Siamo italiani.
Ci piacciono in termini stranieri, fanno più "cultura" di quelli italiani.
Tipo:
Hard Disk / Disco Duro (!!!)
Monitor LCD / Schermo a cristalli liquidi
Welfare / [non si sa bene che cosa perché cambia a seconda di cosa ha votato]

e una pletora di altri termini inglesi che sono diventati di uso comune nella lingua italiana, partendo da "sport"...
Prima lo si faceva con quelli francesi, poi col 20° secolo sono passati di moda.

Siamo fatti così. Parliamo (male) le lingue degli altri.
Probabilmente perché noi come popolo abbiamo smesso di teorizzare da tempo e sappiamo solo studiare le teorie degli altri.

Cmq non vedo il problema, i termini nei discorsi di "teoria" sono termini tecnici e quindi rappresentativi iconograficamente di un concetto definito che non può essere interpretabile.
Lo chiami "cubo", ma si chiama "esaedro regolare". Esaedro un termine preso in prestito dal greco, ma nessuno si fa probelmi...

Altro giochino linguistico curioso è Escalation, che in questo forum ha preso il significato posto nella teoria del gioco, contaminato dalla traduzione che ne è stata fatta in CnV.
Se vai in un qualsiasi contesto lavorativo da ufficio, "escalation" si usa in italiano da una decina d'anni e rappresenta l'azione di "andare a spaccare i maroni al responsabile di un altro affinché questo faccia pressioni su questo altro". Si usa Escalation, coniugato come fosse un verbo italiano: "Scalare" -> "Il programma non è pronto, gli sviluppatori ignorano le mie date di consegna e non siamo pronti per la fiera" "Scala... tieni il numero del responsabile" o anche "Vai di escalation, altrimenti non ci muoviamo".

:)

Parole, parole, parole...

Non penso sia "intelligenza", più che altro è "costumbre" :P (spagnolo x abitudine radicata).
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da khana »
il dado si lancia da solo, e da qualche parte nel mondo un orco muore - vincitore di un Ezio D'Oro per la Boiata della Settimana! ("This Is Something Only I Do!"™)

Moreno Roncucci

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« Risposta #11 il: 2009-03-06 17:25:34 »
Veramente, al nostro tavolo usiamo "linee" e "veli", credo che a nessuno di noi sia mai venuto in mente di usare "veils" o "lines"...   :shock:

I termini inglesi li uso quando la traduzione italiana sarebbe fuorviante (Creative Agenda) o sarebbe essa stessa un nuovo neologismo da imparare (Vanilla Narrativism).
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Moreno Roncucci »
"Big Model Watch" del Forum (Leggi il  Regolamento) - Vendo un sacco di gdr, fumetti, libri, e altro. L'elenco lo trovi qui

Furore nominalistico
« Risposta #12 il: 2009-03-06 17:27:55 »
Citazione
[cite] Moreno Roncucci:[/cite]
I termini inglesi li uso quando la traduzione italiana sarebbe fuorviante (Creative Agenda) o sarebbe essa stessa un nuovo neologismo da imparare (Vanilla Narrativism).


questa è quella che ho definito accezzione "tecnica".
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da khana »
il dado si lancia da solo, e da qualche parte nel mondo un orco muore - vincitore di un Ezio D'Oro per la Boiata della Settimana! ("This Is Something Only I Do!"™)

Mauro

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« Risposta #13 il: 2009-03-06 17:32:17 »
Citazione
[cite] khana:[/cite]Se vai in un qualsiasi contesto lavorativo da ufficio, "escalation" si usa in italiano da una decina d'anni e rappresenta l'azione di "andare a spaccare i maroni al responsabile di un altro affinché questo faccia pressioni su questo altro". Si usa Escalation, coniugato come fosse un verbo italiano: "Scalare" -> "Il programma non è pronto, gli sviluppatori ignorano le mie date di consegna e non siamo pronti per la fiera" "Scala... tieni il numero del responsabile" o anche "Vai di escalation, altrimenti non ci muoviamo"

Mai sentito con questo significato, invece l'ho sentito con quello dato in Cani nella Vigna: un aumento di intensità in qualcosa.
Che poi in Italia ci sia una tendenza all'esterofilia è vero.


Citazione
[cite] khana:[/cite]Esaedro un termine preso in prestito dal greco, ma nessuno si fa probelmi

Tra etimologie e neologismi/esterismi penso ci sia una decisa differenza; non fosse altro perché altrimenti non ci sarebbe nessuna parola italiana, sono tutte prese a prestito :)

Per il "furore nominalistico", non ci vedo nulla di nuovo: da sempre l'Uomo dà nomi un po' a tutto, soprattutto quando in una teoria si vuole definire un concetto per far capire che ci si sta riferendo a quello e non ad altro (la differenza tra massa e peso: sono stati definiti perché sono diversi e per poter rendere i due concetti senza ambiguità).
« Ultima modifica: 2009-03-06 17:33:48 da Mauro »

Mattia Bulgarelli

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« Risposta #14 il: 2009-03-06 17:33:02 »
Citazione
[cite] khana:[/cite]
Cmq non vedo il problema, i termini nei discorsi di "teoria" sono termini tecnici e quindi rappresentativi iconograficamente di un concetto definito che non può essere interpretabile.

Credo che il punto, IMVHO, stia qui: i termini tecnici nascono per parlare con PRECISIONE di "quella cosa là" e non (come disse più volte Moreno su IHGG, se la memoria non m'inganna) "ripartire ogni volta dall'invenzione della Ruota".
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Co-creatore di Dilemma! - Ninja tra i pirati a INC 2010 - Padre del motto "Basta Chiedere™!"

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