2 cent su the pool:
Manfredi, c'è una bella differenza fra non tematico e non focalizzato. The pool non ti dà la possibilità di gestire uno scontro tattico, non lavora per ricreare un atmosfera o una trama, non mette i giocatori in competizione per risorse comuni, non ti fa esplorare una spirale di perdita di controllo, non ha meccanismi che facciano leva sui sentimenti o le convinzioni dei giocatori. Fa una cosa ben specifica: dà UNA SOLA risorsa limitata, e impone ai giocatori di decidere per cosa rischiarla. Non importa questa decisione a cosa corrisponde in fiction, hai ragione quando dici che può essere molte cose diverse. Ma di fatto ti dice, questo è tutto quello che hai. Concentrare tutto su quella decisione, di fatto, focalizza il gioco, perché lo incentra su quel punto.
Se in D&D voglio ottenere un obiettivo ho una vagonata di possibili risorse da spendere, molte delle quali si ricaricano automaticamente, e modi diversi per ottenerlo. Al punto che una buona fetta del gioco riguarda la gestione di queste risorse (Tiro una cura adesso oppure no? Tiro adesso l'incantesimo di quarto livello o aspetto il prossimo incontro). C'è una decisione del quanto vuoi rischiare, se vuoi tentare di affrontare un altro incontro oppure accamparti (da cui la leggenda della giornata di cinque minuti dell'avventuriero), decisione che può essere aggirata però in mille modi.
"Ok, il nano è di guardia, tabella degli incontri casuali, due hobgoblin attaccano dalla boscaglia"
"ma non ho ancora dormito otto ore e non ho recuperato gli incantesimi"
"peggio per te."
Qualunque punto, qualunque punto, qualunque decisione chiave cerchi di mettere al centro di D&D, il sistema ti permetterà di aggirarla in qualche maniera. E' questo il senso di non focalizzato: non ha un centro. Il che non è necessariamente una cosa negativa, bada bene. Solo rischiosa.
Altri 2 cent per tornare in topic.
Il 'con questo gioco non posso fare tutto' deriva spesso dal fatto che per avere un po' di soddisfazione da un gioco tradizionale, ti occorre un sacco di tempo. La mia ultima, davvero soddisfacente, campagna di D&D è durata un anno e mezzo. Giocherei un anno e mezzo, tutte le settimane, a Kagematsu? Ma neanche per sogno. A Polaris? Sarebbe un'agonia, anche se lo adoro. Ah, guarda, leggo però di questo 'dì di sì o tira i dadi' qui su questo cani nella vigna. Un anno e mezzo a giocare dei ragazzini che discutono di religione? Non se ne parla nemmeno, però questa sembra una cosa carina da mettere nel nostro D&D, così non dobbiamo stare lì a guardare l'abilità quando il mago vuol fare qualche trucco, o il guerriero vuole sollevare un tronco. Sì, dai copiamo questa regola nel nostro gioco.