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Spione PbF 1 - fase 5 - Manovre
Moreno Roncucci:
Va bene, va bene, eccomi! 8)
Un ufficio, in un anonimo appartamento di un palazzone di periferia. Fuori, l'insegna parla di import-export. In realtà, una della "case sicure" che l'HVA gestisce a Berlino Ovest.
Al tavolo, un uomo con la barba lunga e i vestiti sgualciti. E' "Benjamin Shulz", e anche l'altro ufficiale dell'HVA presente lo chiama così. Dopotutto, è da tanto tempo il suo nome che lui stesso fatica a ricordarsi quello vero...
I due discutono, animatamente, alla fine Shulz appoggia la fronte sul tavolo, stremato. "ma io devo andare via da Berlino! Ormai qui sono bruciato, dovete farmi rientrare!".
L'altro si siede, dopo aver girato attorno al tavolo più volte come un avvoltoio. "ogni cosa a suo tempo, herr Schulz. Dobbiamo prima assicurarci che non ci possano essere altre cose compromettenti che possano saltar fuori, a causa sua. E quel profilo psicologico ci interessa ancora, e molto. Mi parli ancora del figlio di Thomas Baum, e cerchi di non tralasciare nessun dettaglio..."
Claudia Cangini:
Un po’ imbarazzata per il suo scatto di poco prima, Gretchen si era alzata per aituare la sorella a sparecchiare. “E poi è una storia già finita... probabilmente.”
“Peccato,” aveva commentato Ellen facendo scorrere l’acqua sui piatti sporchi.
“la vita è troppo corta e triste per non concedersi almeno un momento di dolcezza.”
Per un momento Ellen le sembrò ben più vecchia e stanca di quanto meritassero i suoi 28 anni.
La ragazza proseguì, ma sembrava parlare più a se stessa che alla sorella minore.
“A volte ci diamo tanto da fare per cose che ci sembrano importantissime, per rendere il mondo un posto migliore... E non ci rendiamo conto di quanto poco basterebbe per rendere migliore il mondo di chi ci sta accanto...”
Gretchen fissava la sorella stupita dalla sua uscita. “Ah!,” esclamò Ellen. “Quasi dimenticavo!”
Si asciugò in fretta le mani e tirò fuori una bottiglia da uno stipetto. Il tono riflessivo di poco prima era scomparso, ed era ritornata la ragazza energica di sempre.
“Per chiudere la cena in bellezza,” annunciò versando in due bicchieri un dito di un liquore straniero introvabile a Berlino Est.
Chissà chi glielo aveva portato. Gli amici che le procuravano queste cose improbabili erano un’altra delle piccole ribellioni che amava esibire anche davanti alla loro defunta madre (generalmente facendola arrabbiare moltissimo).
Gretchen sorrise suo malgrado di fronte all’incorreggibilità della sorella.
Marco Costantini:
"Le ho già detto tutto quel che so, compresa l'unica cosa che potrebbe esserci d'aiuto" esalò Shulz, quasi in lacrime.
"Christian Baum ha una relazione clandestina con un delegato francese alla NATO. I due si incontrano più o meno regolarmente nello studio di Baum coprendo gli incontri come fossero normali sedute terapeutiche". Shulz ripeté tutto meccanicamente, come un bimbo che recita a memoria la poesia di Natale.
Poi alzò la testa e si rivolse con occhi spiritati all'altro uomo: "ma io non posso fare più nulla qui! Sono bruciato, maledizione!Bruciato! Voi dovete mandarmi a casa. Vi ho detto tutto quello che sapevo. Non posso fare altro". La disperazione ed il terrore gli scioglievano la lingua.
Claudia Cangini:
Scusa Marco, un chiarimento perchè c'è una cosa che non ho capito.
Ma se il motivo dell'interesse dell'HVA nei confronti di Christian era questa relazione, perchè volevano dei documenti dal suo studio?
Mi sfugge il nesso... :oops:
Marco Costantini:
--- Citazione ---[cite] Claudia Cangini:[/cite]Scusa Marco, un chiarimento perchè c'è una cosa che non ho capito.
Ma se il motivo dell'interesse dell'HVA nei confronti di Christian era questa relazione, perchè volevano dei documenti dal suo studio?
Mi sfugge il nesso... :oops:
--- Termina citazione ---
Pensa che io non capisco cos'è che non capisci :) Siam messi bene direi :P
Comunque mi par di capire (almeno questo) che l'incomprensione viene dalla mia ultima manovra che quindi vado a snocciolare di più.
All'HVA servono le trascrizioni delle sedute (o quel che è) di una tizia in cura da Christian. Per prelevarle si servono di un loro asso nella manica, vale a dire di Thomas che ,fortuna fortuna, non solo è una spia dell'HVA ma è anche il padre del terapista che ha in cura la tizia.
Ma che succede quando Thomas muore? A quanto pare (stando alla manovra di Moreno) ai tizi serve ancora quel profilo e chiedono al povero di Shulz di raccontare tutto ciò che sa su Christian, nella speranza, di trovare qualcosa che possa permettergli di prendere quei documenti. Finchè non ho agito io quelle informazioni potevano essere anche semplicemente gli spostamenti di Christian e i suoi orari (magari l'HVA avrebbe introdotto qualcuno nel su studio per prenderli), ma io ho deciso di aggiungere un altro dettaglio e cioè questa relazione. La mia idea (appena abbozzata e non molto velata) è che l'HVA potrebbe sfruttarla per minacciare Chris, costringendolo in cambio del loro silenzio a dargli quel che vogliono (ovviamente Manovre e Crisi ci diranno cosa succede realmente; questo è solo quel che pensavo quando ho eseguito il mio turno).
In particolare l'idea mi è venuta ripensando ad un precedente post di Moreno (se non erro) in cui aveva suggerito che Shulz sapesse qualcosa di compromettente su Chirs.
Tra l'altro a questo punto esplicito un altro passaggio. Notate che il delegato con cui se la intende Chris è volutamente neutro (potrebbe essere maschio o femmina). Questo ci lascia campo aperto per descrivere in che modo la loro relazione sia clandestina (sono due uomini; lei è sposata; lui è sposato; e mille altri situazioni imbarazzati).
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