Autore Topic: Pirateria, Creative Commons e altre amenità connesse  (Letto 13147 volte)

Re:Pirateria, Creative Commons e altre amenità connesse
« Risposta #15 il: 2011-05-29 17:18:22 »
Non mi sono spiegato.
Il fenomeno in generale della pirateria fa male a chi pubblica in CC.
Anche adesso non ti sei spiegato, hai solo detto la tua opinione, senza spiegare  ;)

 
OK, X chi ha voglia di una lunga dissertazione, rinvio qui http://ltsn.altervista.org/legg20.html
Alberto M.   - Ventura"il problema è che io ci tengo a che il mio personaggio resti vivo, ma lui non ci tiene tanto" (by Jasca)

vonpaulus

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Re:Pirateria, Creative Commons e altre amenità connesse
« Risposta #16 il: 2011-05-29 17:45:24 »
Pur essendo a favore della libera distribuzione della cultura dei copyleft dei CC etc. sono altrettanto convinto del rispetto del lavoro delle persone che decidono di mettere in vendita le proprie opere di ingegno.


Quindi di pirateria si tratta in quanto questi artisti, autori etc. hanno stabilito di fronte al mondo che vogliono un compenso per il prodotto del loro lavoro. Non esiste differenza tra opera di ingegno e bene fisico. Se pago per una birra (invece di fabbricarmela in casa)  devo essere disposto a pagare per un gioco (invece di scrivermelo da solo). Esiste anche qualcuno che da via la birra gratis e mette fuori la cassa delle offerte. Così come esiste qualcuno che invece del prezzo chiede una donazione.


L'utente ha sempre il diritto di rifiutare la logica del prezzo e rifiutarsi di acquistare un gioco o un disco a pagamento così come ovviamente può rifiutarsi di acquistare un birra.




Francesco Berni

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Re:Pirateria, Creative Commons e altre amenità connesse
« Risposta #17 il: 2011-05-29 18:23:44 »
you wouldn't download a beer.
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Serenello

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Re:Pirateria, Creative Commons e altre amenità connesse
« Risposta #18 il: 2011-05-29 20:11:21 »
you wouldn't download a beer.
screw you, i would if i could (cit)
« Ultima modifica: 2011-05-29 20:36:43 da Paolo Bosi »

Francesco Berni

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Re:Pirateria, Creative Commons e altre amenità connesse
« Risposta #19 il: 2011-05-29 20:34:25 »
fanmail per aver preso al volo la citazione
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Iconpaul

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Re:Pirateria, Creative Commons e altre amenità connesse
« Risposta #20 il: 2011-05-29 20:45:03 »
@Salkaner/Alberto: Il ragionamento è corretto e fa leva sulle esternalità positive di rete (maggiore diffusione -> maggiore valore attribuito dagli utenti al bene), che nei gdr sono un elemento molto importante per le analisi di mercato.

A questo punto sarebbe necessario vedere se la teoria corrisponde alla pratica e se davvero le quote di mercato di D&D siano aumentate dal 2000 ad oggi.

OT: Per i prodotti di lusso esistono anche i cd. effetti snob, che sono esternalità di rete negative: alcuni clienti di Ferrari potrebbero attribuire all'auto un valore minore proprio per il fatto che sono diventate molto diffuse e tutti i "pezzenti" se le possono permettere.
Paolo Migliavacca - "Teodosio". Fanmail: 2

Tronk

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Re:Pirateria, Creative Commons e altre amenità connesse
« Risposta #21 il: 2011-05-29 22:08:27 »
Non condivido del tutto il ragionamento di Salkaner/Alberto. Per le automobili non fa una piega, ma i GdR sono un'altra cosa e come spesso accade con le metafore si enfatizza un punto ma se ne trascurano altri.
Premettendo che per me la scelta di come distribuire una propria opera dovrebbe spettare all'autore e a nessun altro. Fra gli effetti più importanti (riportati anche nella discussione sulla forgia) di una diffusione libera (lecita o meno) c'è la possibilità di creare un circuito di diffusione dell'opera e arrivando a più utenti trovarne alcuni disposti a contribuire con il lavoro dell'autore.
Per i giochi indipendenti può assumere un ruolo ancora più importante in quanto permettono ad autori poco conosciuti (magari alla loro prima pubblicazione) di arrivare alle "masse" e crearsi un nome da poter spendere in seguito.
Quando poi è presente anche una versione cartacea il discorso si complica ulteriormente: la copia digitale (lecita o meno) ha lo stesso appeal? La veste grafica può essere diversa, il risultato di stampa e rilegatura casalinga non sono paragonabili a quelli di tipografia.

Considerando tutto questo penso che sia impossibile valutare se la distribuzione illecita di un GdR danneggi le parti coinvolte e in quale misura.


[Avrei altre obiezioni al ragionamento di Alberto, ma in questo contesto sono fuori luogo, quindi non mi dilungo.]

Fabrizio

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Re:Pirateria, Creative Commons e altre amenità connesse
« Risposta #22 il: 2011-05-30 00:05:57 »
Il core di Eclipse Phase è stato rilasciato tramite CC
Ed apparentemente, la pirateria non ha avuto effetti negativi su di loro http://story-games.com/forums/comments.php?DiscussionID=13816&page=1

Michele Gelli

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Re:Pirateria, Creative Commons e altre amenità connesse
« Risposta #23 il: 2011-05-30 03:09:09 »

Volevo aggiungere alla discussione un altro case history.


Lavoravo alla Granata Press (quindi stiamo pescando "un poco" indietro). Avevo per ragioni professionali accesso diretto ai dati di vendita. Maison Ikkoku è in TV, in chiaro, non censurata, sul circuito Junior TV replicata a tutte le ore del giorno e della notte. In zone come Forlì era possibile vederne anche 4 puntate al giorno, fra nuove e repliche. Ricordo che si parla più o meno di anni 80, dove avere due videoregistratori era "roba da Ricchi". E comunque una copia di una VHS perdeva significativamente di qualità rispetto all'originale.


Gratata Press stampa la serie in videocassetta. Le videocassette contengono le puntate passate in TV "as is", senza NESSUN lavoro di sistemazione del doppiaggio. La serie svivacchia al pelo della chiusura. Col passare delle uscite le vendite vengono fisiologicamente erose fino ad arrivare al punto limite. Come tentativo di salvataggio si inserisce il macrovision, che per l'epoca era un sistema anticopia abbastanza efficace. Vendite triplicate (o quadruplicate, non ricordo esattamente, ma per certo aumentate da un numero all'altro di svariate volte).

--
Michele Gelli - Narrattiva
<< I'm the next Avatar. Deal with it. >> Korra (Legend of Korra)

Re:Pirateria, Creative Commons e altre amenità connesse
« Risposta #24 il: 2011-05-30 04:47:08 »
@Michele: c'è da dire che (e qui lo so che mi odierai) stiamo parlando di 20-30 anni fa... ;-) Adesso il mercato è un poco diverso, e soprattutto l'ambito specifico di cui parliamo, i gdr indie, ha caratteristiche peculiari MOLTO forti e caratterizzanti...


Tra cui un aspetto "morale", ma più che morale diciamo solidale, che io sento molto pressante su di me (forse sono l'unico, ma nel dubbio scrivo): io, se dovessi scaricare un gdr indie in pdf su qualche torrent per poi giocarlo e apprezzarlo, ma senza poi mai pagare la mia copia all'autore, mi sentirei in colpa, proprio come se rubassi 10 euro dal portafoglio di un amico.


Sarà che questi autori indie li sento molto vicini - sono semplicemente appassionati dell'hobby che ci accomuna, gente che ha scritto un gioco e l'ha messo in vendita; e magari con quei soldi ci pagano le bollette. Diamine, potrei essere io tra meno di dieci anni! In circostanze diverse, potrei essere io OGGI!
E, sarà che so che quelli che ci guadagnano sono soltanto gli autori (e/o gli editori nel caso della triade di case che tanto amiamo) o comunque soltanto le persone che ci hanno messo il sudore della propria fronte, in quel gioco.
Rinominato "Ermenegildo" vox populi, in seguito al censimento dei Paoli.

Ezio

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Re:Pirateria, Creative Commons e altre amenità connesse
« Risposta #25 il: 2011-05-30 12:19:57 »
Tra cui un aspetto "morale", ma più che morale diciamo solidale, che io sento molto pressante su di me (forse sono l'unico, ma nel dubbio scrivo): io, se dovessi scaricare un gdr indie in pdf su qualche torrent per poi giocarlo e apprezzarlo, ma senza poi mai pagare la mia copia all'autore, mi sentirei in colpa, proprio come se rubassi 10 euro dal portafoglio di un amico.


No, non sei l'unico, faccio così anch'io ^^
Just because I give you advice it doesn't mean I know more than you, it just means I've done more stupid shit.

Ivano P.

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Re:Pirateria, Creative Commons e altre amenità connesse
« Risposta #26 il: 2011-05-30 20:42:07 »
Citazione
"Proprietà intellettuale" è un altro diffuso termine propagandistico che consiglio di evitare.

Perché?

Visto che si è usciti dall' ambiente forgita/Indipendente aggiungo un aneddoto mio
Nel mio caso (come in molte associazioni live) ho subito tentativi di pirateria sociale, ossia tentativi di prendere il regolamento che usavano, modificarlo arbitrariamente (contro gli scopi per cui è stato fatto, e azzerando tutto il lavoro dietro, visto che di fatto avrebbero aggiunto pezzi a caso a votazione), alternati a tentativi di eliminarmi dallo staff (riusciti quand ero sotto tesi con conseguenze disastrose).
Nel caso specifico avrei vinto la votazione, non si è arrivati a votare perché si trattava di una mia propretà intellettuale.
ma conosco vari casi in cui al poveraccio che si era sbattuto per il gioco, appena le cose sono andate bene è andata mooolto male (a esser precisi, è una delle ragioni per cui ho sin da subito chiarito il concetto -il regolamento è mio-).
Essenzialmente lo scopo non era tanto piratare il regolamento quanto rubare quello che vedevano come un posto al sole. Senza sottolineare che era mia "proprietà intellettuale" e arrivare a stabilire che l'associazione non può andare contro la legge ci saremmo ritrovati con continui conflitti a ogni cambiamento d' umore tra i soci.

Iconpaul

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Re:Pirateria, Creative Commons e altre amenità connesse
« Risposta #27 il: 2011-05-30 21:00:37 »
Citazione
"Proprietà intellettuale" è un altro diffuso termine propagandistico che consiglio di evitare.

Perché?
Il diritto d'autore concede facoltà molto più ridotte rispetto a quelle della proprietà fondiaria (o di cosa mobile), vedi il limite temporale, la tutela della sola espressione (e non dell'idea), le libere utilizzazioni...
Altrimenti, anche perchè è una traduzione impropria dell'inglese Intellectual Property, dove property è un fascio di diritti esclusivi (atti a escludere altri dal godimento di un bene), non nello specifico una proprietà come la intendiamo noi in italiano.

Più ampiamente, si critica la sussistenza di diritti ampi ed esclusivi su beni che sono pubblici in senso economico: il loro godimento non è rivale (il fatto che io ne goda non limita l'utilità che tu trai dal godimento dello stesso bene) nè esclusivo (il godimento del bene crea dei benefici esterni, che vanno a vantaggio anche dei terzi).
Paolo Migliavacca - "Teodosio". Fanmail: 2

Leonardo

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Re:Pirateria, Creative Commons e altre amenità connesse
« Risposta #28 il: 2011-05-30 23:31:02 »
Quindi di pirateria si tratta in quanto questi artisti, autori etc. hanno stabilito di fronte al mondo che vogliono un compenso per il prodotto del loro lavoro. Non esiste differenza tra opera di ingegno e bene fisico. Se pago per una birra (invece di fabbricarmela in casa)  devo essere disposto a pagare per un gioco (invece di scrivermelo da solo). Esiste anche qualcuno che da via la birra gratis e mette fuori la cassa delle offerte. Così come esiste qualcuno che invece del prezzo chiede una donazione.

Secondo me il punto è quale sia il metodo migliore per garantire un compenso agli autori (e più spesso agli editori) per il loro lavoro, massimizzando allo stesso tempo il ruolo socialmente utile della diffusione della "cultura". Nel caso delle opere di intrattenimento, con il sistema attualmente in vigore, tu paghi un servizio: l'accesso all'opera dell'autore in una determinata forma e a determinate condizioni. Succede quando vai al cinema, quando guardi un canale satellitare a pagamento, quando acquisti un dvd o un libro o quando vai ad un concerto. Il lavoro (ed eventualmente la volontà) dell'autore andrà a contribuire a stabilire quanto valga questo accesso, ma tu non paghi mai direttamente per il lavoro dell'autore.

Un modello di questo genere funziona ed è remunerativo fino a quando colui che vende il servizio mantiene il totale e completo controllo su di esso, creando un collo di bottiglia nel sistema di distribuzione. Se siamo nel deserto, c'è un solo pozzo d'acqua, e tu hai i mezzi per difenderlo e consentire l'accesso solo a chi vuoi tu, dietro pagamento, allora gestisci un servizio economicamente vantaggioso. Se ci sono dieci pozzi e ne controlli solo uno andiamo tutti a prendere l'acqua agli altri e tu fallisci.
Il problema creato dalle nuove tecnologie all'industria dell'intrattenimento è proprio dovuto al fatto che tali tecnologie hanno reso infinitamente più facile distribuire un'opera al di fuori dei canali ufficiali. A questo si aggiunge quanto diceva sopra Ivano, in particolare relativamente al "godimento non rivale". La reazione sembra seguire sostanzialmente due strade parallele: cercare di chiudere i canali alternativi (l'avvelenamento dei pozzi) e, nell'impossibilità di farlo, stabilire per legge che i canali che non ufficiali sono illegali (se attingi ad un pozzo che non sia il mio il sultano ti decapita).

E' questo tentativo di restringere artificialmente l'accesso per proteggersi ad essere altamente impopolare, specialmente perché, in virtù del fatto che godere "illegalmente" di un'opera di finzione non inficia la possibilità che altri hanno di usufruirne (sia legalmente che no), chi tenta di legittimare la scelta di restringere l'accesso è spesso costretto a ricorrere a quelli che sono dei veri e propri ricatti morali (ve la ricordate vero la pubblicità "scaricare film è come rubare" che compariva anche nei dvd legalmente acquistati e che non si poteva bypassare avanzando alla traccia successiva?).

Mauro

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Re:Pirateria, Creative Commons e altre amenità connesse
« Risposta #29 il: 2011-05-31 12:28:04 »
I problemi che finora ho riscontrato con i modelli alternativi di cui ho letto sono principalmente (1) la presenza di persone che non importa quanto poco costi il file: se è elettronico, non va pagato; e (2) la difficoltà di retribuire le piccole realtà: il classico "Pago una quota e scarico quello che voglio" apre il problema di come dividere le quote tenendo in considerazione anche l'autore che magari vende trenta copie.

Una parentesi sul "non inficia la possibilità che altri hanno di usufruirne": vero, ma il problema è se l'autore abbia o no il diritto di decidere, almeno per un ammontare limitato di tempo, se la fruizione della sua opera debba sottostare a qualche condizione economica. Ovvio: la legislazione attuale è ridicola, ma questo non significa automaticamente che il concetto sia sbagliato.

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