Ok, e' chiaro che qualsiasi gioco, anche D&D, puo' essere giocato con trame di tipo politico/sociale/rivoluzionario. Io mi stavo chiedendo pero' se esistono che, specificamente, trattano di questo tema. E che magari si pongano come obiettivo piu' o meno dichiarato quello di mettere in luce alcuni aspetti del Potere, quelli piu' logoranti. Misspent youth lo conosco per sentito dire ma non l'ho mai provato. Shock mi semrba interessante ma anche li' in realta' la politica e' solo uno dei possibili temi. Poi vi chiedevo appunto se ci sono cose specifiche in italiano...
Grazie e ciao
FG
Allora, se ho capito bene, cerchi giochi che abbiano come tema specifico qualcosa che riguardi la politica, la società o la rivoluzione? Cioè, che non si limitino ad averli come possibili temi (come AiPS) e basta che ce ne sia uno (la politica, anche se non c'è rivoluzione, per esempio)?
In questo caso sì, ce ne sono tantissimi. Diciamo che ce ne sono sempre stati (giochi come Cyberpunk, Unknown Armies, Paranoia, e persino Call of Cthulhu avevano una loro precisa visione della società e della politica). La differenza fondamentale con i giochi a cui facevi riferimento, è il diverso ruolo del giocatore.
Nei giochi vecchi, tendenzialmente simulativi o incoerenti, il giocatore era un passeggero in un viaggio a destinazione fissa. Il mondo era quello deciso dal GM, l risposte erano quelle decise dal GM. E' vero che anche in D&D si può parlare di politica, ma ne parla il GM, magari facendo vedere politici corrotti, che i giocatori devono sconfiggere (e se invece provano ad allearcisi, li "punisce")
Quando arrivano giochi coerentemente narrativisti, invece, il ruolo del giocatore cambia totalmente: il gioco (e il GM) non fanno più affermazioni perentorie, ma pongono domande, dubbi, a cui il giocatore risponde a livello personale.
Non vado oltre con la teoria perchè qui siamo in "gioco concreto" e non in "sotto al cofano", ma per me questa differenza è tanto pratica, concreta, e visibile chiaramente in gioco, che non richiede di addentrarsi troppo nella teoria per farla notare.
Prima di proseguire, una domanda: come te la cavi con l'inglese? Perchè ho alcuni link ad articoli in inglese su questi temi che forse potrebbero interessarti...
In generale, ogni gioco è plasmato nel suo funzionamento dalle convinzioni dell'autore, ed utilizzato in gioco da altre persone. Raramente un gioco non spinge da nessuna parte (e se lo fa, vuol dire che è un gioco che non serve a niente), quindi il dialogo che si instaura al tavolo si può dire che è fra giocatori (GM compreso, se ce ne è uno o più) e designer, tramite le procedure di gioco.
Per esempio... pochi giochi sono più "politici" di Polaris. L'autore l'ha dichiarato pubblicamente, ma era abbastanza evidente già dalla lettura del manuale: Polaris ti DICE, papale papale, senza alcuna via di scampo, che l'attivismo politico in favore di una massa imbelle, ti spegne, ti prosciuga, e alla fine ti corrompe. Che gli idealisti di oggi sono i demoni di domani. E' tutto sotto metafora, ma è una metafora molto trasparente e scoperta: quando i cavalieri dell'ordine delle stelle lottano per proteggere un popolo semiaddormentato che guarda adorante l'aurora che preannuncia l'alba che li ucciderà, è difficili non vedere tanti paralleli (ed è triste il fatto che siano visibili da chiunque, in qualunque paese del mondo). Cosa può dire il giocatore di fronte a questa corruzione che non può evitare? Non molto. Può scegliere che per il protagonista, è meglio morire. E' meglio morire che diventare come quelli che ha combattuto. Ma non ci sono altre alternative.
Più aperto e molto meno pessimista è Cani Nella Vigna: non dar retta a quelli che giudicano i giochi per sentito dire da qualcuno che una volta ha visto la copertina e crede che sia un gioco di piccoli torquemada: Cani nella Vigna, come tutti i western migliori, è MOLTO politico. il tema, girato in chiave religiosa, è quello tipico del western: il conflitto insanabile fra individuo e società (non è un caso che il western sia stato sacrificato con l'arrivo dell'edonismo anni 80 che ha nascosto questo conflitto, cercando di convincere tutti che facendo quello che la società voleva da te, saresti stati il massimo dell'individualismo... tutti quanti uguali uguali, massificati nel "distinguersi"... e così i problematici e complessi personaggi western sono stati sostituiti da muscolosi Combattenti per la Libertà che non si facevano mai domande)
Sto concentrandomi su giochi in cui l'aspetto politico è fortissimo e preponderante: altrimenti dovrei citare Sporchi Segreti (che fa dei pregiudizi dei giocatori motore di contrasto e spinta del gioco), Il gusto del delitto e Kagematsu in cui la differenza d classe sociale è onnipresente, 1001 notte, tutto giocato fra intrighi di corte, Contenders, con la sua immagine di una società disperata in cui l'unica maniera di soddisfare i propri sogni è combattere e infrangere quelli altrui, etc etc., ma in questi giochi l'elemento personale, umano, è più importante di quello sociale e politico.
Molti altri giochi non li cito perchè sono in inglese e non (ancora) tradotti: Steal Away Jotdan, Carry, Gray Ranks, Mars Colony, etc.)
Però, fra tutti, c'è un gioco che spicca secondo me per la maniera diretta e precisa con cui punta non a temi politici generali, o mascherati da metafore, ma ad uno dei temi politici più importanti dell'ultimo secolo:
Spione. Se non lo conosci la pagina è
questa (volevo indirizzarti verso dei pdf scaricabili liberamente che mostrano parti del gioco, ma il sito di Narrattiva è stato rivoluzionato in questi ultimi giorni e pare siano spariti, spero li rimettano su al più presto, intanto ti segnali il
sito in Inglese dove c'è molto più materiale).
L'autore di Spione (Ron Edwards) sarà ad internoscon e presenta un ashcan (una versione preliminare giocabile) di un gioco che dovrebbe andare ancora di più dentro alle ferite politiche del XX-mo secolo:
SHAHIDA (ne parlo
QUI