Qui invece rispondo a Mattia:
È vero che al secondo fallimento il GM è tenuto a fare una descrizione che invogli il giocatore a tirare di nuovo per riprendersi la narrazione (p. 90 par. 3).
Ma... non so, mi pare una cosa un po' "estrema" per un gioco tutto sommato "casinaro" come TB.
La gravità delle cose che possono succedere in fiction dipende molto dal "mood" al tavolo, ma questo è Mauro che ce lo deve spiegare: ti è sembrata una narrazione adatta o una prevaricazione?
Non considero "il mood al tavolo" un criterio affidabile.
Certo, molto spesso (specie nei gruppi "tradizionali") è l'unica indicazione che hai, e ti adatti. Ti devi arrangiare con quello che hai. Ma:
1) non è affidabile, qualunque giocatore potrebbe romperlo.
2) è equivocabile facilmente, si basa sul "non detto" e su cose tipo esitazioni o espressioni.
3) Impegna un sacco dell'attenzione del GM, a detrimento del gioco.
4) Per evitare i 3 problemi precedenti, spinge ad un gioco "safe" che evita qualunque rischio di andare in terreni scabrosi (così sei sicuro di non fare danni anche senza fare molta attenzione)
5) ricollegandosi alla 1: pare una cosa di cui si debba occupare il GM, invece che una cosa di gruppo.
Per i gruppi abbastanza "consapevoli" da imparare ad usarli, sono molto più affidabili linee e veli, cioè la possibilità per chiunque, al tavolo, di indicare contenuti sgraditi o di cui sia sgradita la descrizione esplicita. Richiedono un ambiente sociale "sano" in cui nessuno si debba vergognare ad usarli ma visto che questo è anche il presupposto per poter giocare con tranquillità, se non c'è è meglio non giocare proprio.
In un ambiente in cui si usano con consapevolezza linee e veli, per me si può tranquillamente portare (se nessuno obietta) anche lo stupro in gioco, visto che (appunto) non è un problema per nessuno.
Nel mio gruppo di gioco sono io stesso a porre una "linea" contro gli stupri alle Trollbabe (le giocatrici sono libere di descrivere, se vogliono, stupri alle loro trollbabe quando narrano loro, ma finora non mi è mai successo...) quindi il problema non si pone. Ma non voglio decidere per i gruppi dove non gioco.
Edit: crosspost con Mattia: Riguardo a questa domanda:
Per Moreno: Linee e Veli sono descritti e previsti nel manuale di TB? Non riesco a trovarli... ?__?
Linee e veli non sono citati nel manuale di Trollbabe, ma Edwards ne parla (in
Sex and Sorcery e diversi thread su the forge) come un aspetto intrinseco del gioco non disfunzionale: le persone hanno cose che le disturbano e ne parlano con gli amici al tavolo. Con "linee e veli" dai semplicemente un nome a questa cosa intrinseca di OGNI gioco non disfunzionale. Non è una "regola" come che dado tirare o chi narra cosa: se qualcuno al tavolo chiede di non far entrare in gioco una cosa che lo disturba (una linea), deve essere rispettato, QUALUNQUE sia il gioco. Siamo sul piano sociale, non quello delle procedure di gioco.
Anche per questo Edwards polemizza con i regolamenti che assegnano una "fase in cui si tracciano linee e veli", come se fosse una procedura di gioco in cui si fissano prima dei paletti validi per sempre. Questo è un equivocare il senso di quei termini: puoi SEMPRE chiamare una linea o un velo, anche senza chiamarli così (ma la terminologia aiuta ad essere chiari), in QUALUNQUE gioco, e se lo chiami o no dipende dal contesto (a volte una cosa dà fastidio in un contesto, e in un altro no. E' sbagliato cercare di prevederlo a priori assegnando una fase in cui "parli ora, o taci per sempre")