Ciao ragazzi, il vostro interesse mi ha fatto un sacco piacere, le vostre osservazioni mi sono state molto utili e mi hanno dato altri spunti di riflessione!
Cerco di rispondere alle vostre domande, non le cito perché molte si somigliano o possono essere raggruppate sotto un’unica domanda.

Parto dalle
tessere del domino, che hanno suscitato molte perplessità. Qui c’è stato un equivoco, e rileggendo il mio AP mi sono resa conto di essere stata poco chiara. Vedete, a me piace un sacco giochicchiare con gli oggetti che ci sono sul tavolo. A Polaris gioco con la candela, in NCaS giocavo con i sassolini speranza/disperazione, in altri GdR gioco con i dadi…Insomma, mi piace il “contatto fisico” con gli elementi del gioco. Avrei voluto le tessere del domino in aggiunta al tiro dei dadi…Così, per fare più atmosfera, per avere qualcosa con cui giocare, da sistemare anche magari a caso mentre si tiravano i dadi per i conflitti. Inizialmente il GM, Enrico, aveva pensato di giocare una vera partita a domino invece de conflitti, ma l’idea è stata subito cartata, per i motivi che Ezio ha spiegato: sarebbe stata una partita “falsata”, perché la nostra abilità al domino non corrisponde con quella dei nostri personaggi!
Per quanto riguarda il
Reverse Museum, le nostre affermazioni, alcune volte, potevano essere cambiate. Esempio. “Ok, proseguo…cioè, volevo dire, sto fermo”. Oppure: “Sì, lo vedo…Cioè, intendevo No, non l’ho proprio notato!”. In altri casi, non si poteva cambiare (come l’esempio che ho citato, in cui l’esitazione di Filippo e la sua risposta sbagliata sono state interpretata dal Master come una reale esitazione, e il ragno non gli ha lasciato tempo per andarsene e gli ha fatto un’altra domanda). Un altro caso in cui ci siamo incasinati riguardava Elena: dopo aver varcato una porta, non riuscivo più a capire se ero ancora in un’area del Museo in cui le cose funzionavano al contrario o se era tutto normale…Facevo affermazioni per cercare di capire se valesse ancora la regola “reverse” o no, ma non riuscivo a districarmi e capire. Ne sono uscita solo dopo qualche minuto... Questo era solo un gioco linguistico, che però ha dato bene l’idea della confusione in cui si trovavano i nostri PG a Mad City, un mondo in cui vigono regole completamente diverse dal nostro…
Passo a parlare dei
finali, altro argomento piuttosto discusso, e anche qui cerco di spiegarmi meglio.
Le ultime 2 scene del gioco consistevano in un conflitto contro il Marionettista (in cui ognuno di noi tirava quindi per
2 volte). La posta in gioco erano degli oggetti che il Marionettista aveva con sé: da una parte, gli oggetti che noi desideravamo, quelli che lui ci aveva sottratto all’inizio del gioco (un fotografia di Elena piccola con il padre, un pupazzo della rivale in amore di Milena, un documento importantissimo per la carriera di Lorenzo e una foto di Jacopo, il tossico amato da Stella); dall’altra, una chiave: la chiave era l’unico modo per uscire da Mad City, perché durante l’ultima entrata avevamo, casualmente, “bloccato” tutte le uscite. Ovviamente i nostri PG, dopo il conflitto, potevano scegliere solo una di queste cose: la chiave oppure l'oggetto.
Ora, i finali, ci ha spiegato Enrico, potevano essere:
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very bad: perdendo entrambi i confitti con il Marionettista e scegliendo l’oggetto, il PG sarebbe rimasto a Mad City e morti dopo il conflitto.
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bad and sad: perdendo entrambi i conflitti ma scegliendo la chiave per uscire, il PG sarebbe tornato nel mondo reale, avrebbe visto un’ultima volta la luce del sole e poi sarebbe morto.
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bad: vincendo almeno un conflitto con il Marionettista, e scegliendo l’oggetto dei suoi desideri, il PG non sarebbe morto, ma sarebbe rimasto a Mad City.
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happy ending: vincendo almeno un conflitto con il Marionettista e scegliendo al chiave, il PG sarebbe tornato al mondo reale.
Dopo le ultime due scene ognuno di noi ha scritto su un biglietto cosa sceglieva (oggetto o chiave) e perché. Sulla base di questo Enrico ha narrato i finali. Non so se il GM li avesse pianificati (alcuni no: a me ha detto chiaramente “Non mi aspettavo proprio che scegliessi la foto di tuo padre!”, mentre a Valentina ha detto: “Sapevo che Milena avrebbe scelto la vendetta!”), magari li aveva solo abbozzati…Li ha narrati lui, comunque, poi ha chiesto: “Volete aggiungere qualcosa?”. Ma tutti eravamo soddisfatti e abbiamo chiuso lì.
Ora, passo alle informazioni su
Elena Giglio, come richiesto.
Cosa ti tiene sveglio? : Un incubo ricorrente, pieno di sangue.
Qual è la tua strada? : Ricordare ciò che mi è successo nell’infanzia, e “sbloccarmi”, iniziare a vivere una vita normale.
Cosa ti è appena successo? : Ho trovato una vecchia foto che ritrae me e mio padre, e questo ha risvegliato “qualcosa” in me.
Come talento di sfinimento avevo scelto qualcosa che rispecchiasse la vera Elena, quella del mondo reale: Passare Inosservata.
Come talento di follia, la sua naturale controparte: Brillare (1-2: attiri l’attenzione, 3-4: crei un diversivo; 5-6: accechi i nemici o li bruci).
Entrambi i talenti non erano sul manuale, li abbiamo creati io ed Enrico.
I
dadi, confesso che non so cosa fosse suggerito sul manuale...Noi avevamo: disciplina, bianchi con ghirigori strani verde acqua; follia, neri con ghirigori strani rossi; sfinimento, neri con ghirigori strani blu; dolore, grigi. Le monete disperazione/speranza erano nere.
Ultima osservazione: Sì, abbiamo
giocato in gruppo. Ci siamo incontrati alla fine della prima sessione e abbiamo vagato per Mad City insieme. Tutti, in fondo, cercavamo il Marionettista, che ci aveva sottratto qualcosa di caro, tutti eravamo ossessionati dalla Solitudine. Nei conflitti, in genere c’era un protagonista principale che tirava al posto di tutti (quindi salvava tutti ma si prendeva anche tutti i danni). In alcuni conflitti, tiravamo invece tutti (come contro Mr. Greed durante il domino, o contro il Marionettista), ma gli esiti erano singoli: ognuno poteva aver successo o fallire, ognuno si prendeva i suoi danni.
Il GM ha ammesso che in molti gli hanno già detto che avrebbe dovuto farci combattere singolarmente. Ma era la sua prima esperienza a NCaS, quindi all’inizio anche lui doveva prendere familiarità con le meccaniche di gioco, creare nemici e situazioni proporzionati ai PG.
Scusate se sono stata così lunga, ma volevo spiegarvi bene. Se ho dimenticato qualche domanda che mi avete fatto, o volete approfondire ulteriormente alcuni aspetti, non esitate a chiedere! Vi ringrazio ancora per l’interesse, mi fate sentire molto “partecipe”, io che di solito ho una vista molto limitata dei GdR (ovviamente limitata dal punto di vista del giocatore, spesso non conosco i manuali…)
