Play by Forum > (Apocalypse World) PbF 1: Madison County

Gioco

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Matteo Stendardi Turini:
Mentre la rigiri fra le mani, quella sorta di placchetta metallica comincia quasi impercettibilmente a vibrare; nessuno oltre te nei dintorni (diamine: nessuno oltre te al mondo!) riuscirebbe ad accorgersene, ma tu sì. E quella vibrazione sale dalle tua dita lungo le braccia, le spalle, fino alla base della testa, ed inizi a percepire un sommesso brusio.


Sembra che l'oggetto voglia dirti qualcosa, ma è come se non ce la facesse, nonostante tutti i suoi sforzi. Ti sembra stanco, esausto... Ma ancora vivo. Dovresti trovare probabilmente un modo per ravvivarlo, o ricaricarlo.

Mr. Mario:
Mi gratto la corta barba sul mento. Energia. Gli serve energia, questo sembra chiaro, ma bisogna capire quale.

Un po' sopprappensiero, infilo il... come chiamarlo? La prima parola che mi viene in mente è 'baccello' ma chiaramente non ha senso, dovrò pensare ad un nome più sensato... ad ogni modo lo infilo in una tasca della tuta, lascio l'officina e mi incammino verso i piani alti di Madison, dove ho installato le pale a vento e dove tengo gli accumulatori delle loro dinamo.

E poi Colonel mi ha detto di passare da lei, ed è di strada.

Matteo Stendardi Turini:
Quando esci dal vagone, Robinson, senti dei rumori di ferraglia poco distanti, e la risata dei bambini che scappano cercando evidentemente di non farsi sentire da te: "Ci avrà visti? Ci avrà visti?" mormorano fra loro con eccitazione.

Colonel, tu dove ti trovi?

Matteo Suppo:
Io sono all'armeria, sto facendo vedere a un paio di ragazze come puntare un'arma e sparare. Non sono armi vere quelle che usiamo, ma scacciacani che fan solo rumore.


"Due mani. Ben salde. O la pistola ve la prendete in faccia per il rinculo. Fidatevi, non è bello. Io l'ho imparato a 7 anni."

Matteo Stendardi Turini:
"E quand'è che ce ne fai usare una vera, Colonel?" biascica per tutta risposta una delle due, una biondina esile di forse 15 anni di nome Tiara, mentre solleva le braccia tenendo la scacciacani a due mani e puntandola verso un cartello stradale con su scritto STOP poggiato al muro.


"Non impareremo mai, se non ce ne fai usare una vera!" ribadisce socchiudendo un occhio; quindi preme il grilletto. Il botto riecheggia per il capannone. La ragazzina assorbe bene il contraccolpo, senza scomporsi.

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