[cite]Autore: patmax17[/cite][p]Quì si parla di "come evitare il railroading", se volete discutere sul railroading da altri punti di vista credo sia più ordinato e pulito aprire un altro topic (anzi, visto l'andazzo forse sarebbe meglio aprire un nuovo topic intitolato "Come evitare il railroading?" e iniziare a discutere lì, visto che quì si è detto relativamente poco a riguardo negli ultimi 50+ post :s)[/p]
appena Arioch decide il da farsi vediamo se splittare.
Nel frattempo parlo un pò di quando giocavo al mondo di tenebra.
All'epoca trovai questa soluzione per evitare il railroading:
io preparavo un abbozzo di giocata. Fondamentalmente decidevo cosa era successo, dopodichè ne parlavo con i giocatori dicendogli a grandi linee la traccia iniziale della storia, in modo che loro preparassero dei personaggi coinvolti e interessati alla vicenda.
il sistema di gioco all'epoca era semplice. C'era un netta suddivisione (istintiva, e identificata a posteriori da un mio giocatore, ma innegabilmente presente) tra fase iniziale, in cui i giocatori facevano ipotesi su cosa poteva essere successo, facendo tiri e indagini appropriate, in seguito alle quali il Narratore, io, rivelava indizi o vere e proprie parti di storia.
In genere per bocca di PnG, ma a volte anche in altro modo (sopratutto nel caso di poteri magici che potevano farti guardare indietro nel tempo o roba simile).
Quando i giocatori avevano capito più o meno qual era la situazione si ingegnavano su come risolverla. Seguiva uno scontro di qualche tipo (raramente le cose si sono mai risolto in modo diverso) e un epilogo in cui, più o meno tutti insieme, si decideva cosa succedeva (o meglio, i giocatori proponevano la loro soluzione a determinati dettagli, e io, Narratore, dicevo se riusciva o proponevo delle alternative).
Se volete posso fare un esempio pratico di giocata. Ce l'ho sempre a portata di mano.
Non era un vero e proprio railroading, ma è anche vero che i giocatori creavano dei PG interessati e motivati ad esplorare la trama preparata dal Narratore. Questa fase era indispensabile (e fu la vera innovazione, nelle nostre giocate dell'epoca).
Il Narratore, io, doveva trovarsi nell'ottica del non volersi imporre, dell'accettare le visioni altrui e spesso integrare elementi dei giocatori in modo puramente soggettivo.
Abbiate pietà. ^_^
La parte più difficile, quando si integravano i dettagli degli altri giocatori, era non pestare i piedi agli altri giocatori, cioè non dare l'idea di privilegiare qualcuno a scapito dell'altro.
Purtroppo il gioco spingeva un pò nell'altra direzione.