Autore Topic: [Trollbabe] Tempi del Tipo d'Azione: Magia [SPLIT da: Scala dell'Obiettivo e effetti speciali]  (Letto 3177 volte)

Rafu

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[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]...se voleva fare un conflitto "magia", la trollbabe doveva trovare un angolino tranquillo e salmodiare almeno un ora o due.


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[cite]Autore: Antonio[/cite]quanto è il tempo minimo che deve durare un tiro magia?


Citazione
[cite]Autore: Korin Duval[/cite]...avevamo il dubbio, però abbiamo considerato [...] che la TB avesse avuto il tempo di prepararsi durante la lunga e scenica filippica precedente.


Citazione
[cite]Autore: IL MANUALE, tradotto e postato da Moreno, enfasi mia[/cite]Pagina 60-61:: "Il Tipo di Azione Magia è quasi completamente l’opposto: flessibile invece che limitato, con tempi lunghi piuttosto che immediato. Sebbene possa essere usato per uccidere o stordire qualcuno, può anche servire a raccogliere informazioni, fornire un mezzo di trasporto per raggiungere un luogo, mandare o ricevere oggetti, salvare o soccorrere qualcuno, controllare il comportamento altrui, alterare le caratteristiche fisiche di una situazione o comunicare con qualcuno.
Questo Tipo di Azione richiede tempo; non è materiale da “scena d’azione”. Identificando il Tipo di Azione di un Conflitto come Magia, per definizione stai dicendo che la trollbabe ha un sacco di tempo per prepararsi indisturbata. A volte, questo non avrà senso, e se è così, beh, non scegliere Magia come Tipo del Conflitto (a proposito: la magia “istantanea”, veloce, è possibile in Trollbabe, ma la ottieni in maniera diversa).

(Quelle sopra sono gli unici riferimenti espliciti che ho trovato nel manuale a "quanto dura" un'azione di tipo magico. Non escludo, naturalmente, che possano esserci altre indicazioni altrove nel testo: questa edizione non ha un indice analitico. Tuttavia, quello trascritto da Moreno e qui da me citato è, per intero, il paragrafo in cui il Tipo d'Azione Magia viene spiegato.)

Moreno spiega anche:
Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]Più avanti a pagina 131 parlando di un conflitto di tipo magico dice "che dura un ora", come esempio, ed è quello che dico quando devo spiegare la cosa in fretta senza dovermi infilare in una discussione su cosa voglia dire "un sacco di tempo". Dico "ce l'hai un ora di tempo prima che quello ti trapassi con la lancia? No? Allora non puoi usare un conflitto di tipo magico".

Il testo di pag. 131 qui citato recita:
Citazione
... Il Conflitto per interferire deve avere lo stesso Tipo di Azione del primario. Questo può sembrare un po' frustrante: se io sto facendo un rituale magico che dura un'ora, perché non correre a pugnalare l'altra trollbabe, o raggiungere il troll e portarlo via di peso? Ma vedila in questa maniera: ...

Penso che possiamo essere tutti d'accordo che in questo testo, che parla di tutt'altra regola, quell'espressione "che dura un'ora" è un tanto-per-dire, una semplificazione molto deliberata.

La regola, invece, fa riferimento al tempo in maniera soggettiva, non "oggettivamente" misurata:
[ulist]
  • tempi lunghi
  • non immediato
  • richiede tempo
  • non “scena d’azione”
  • la trollbabe ha un sacco di tempo per prepararsi indisturbata[/ulist]

    Voi come vi regolate realmente al tavolo* per "permettere" i conflitti di tipo Magia?
    Accordo estetico del tavolo? Implicito o esplicito?
    Rimettete la cosa al GM, che può di volta in volta permetterlo o vietarlo?
    O applicate «Identificando il Tipo di Azione di un Conflitto come Magia, per definizione stai dicendo che la trollbabe ha un sacco di tempo per prepararsi indisturbata» come un "se il giocatore della Trollbabe lo dichiara, vuol dire che per lui/lei esteticamente ha senso, quindi va bene" (e naturalmente narrate di conseguenza)?

    * = sì, sto suggerendo di rispondere con actual play. Ma siccome questa è una conversazione salottiera, mi va bene anche un "io la prossima volta che giocherò vorrei provare a..."

Moreno Roncucci

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Accordarsi prima esplicitamente al tavolo? Se lo dici a Ron ti spara...  :-)

No, semplicemente, segui le regole: narri.  Anche perchè sarebbe assolutamente insensato dire che, solo perchè una specifica magia in una data situazione ha richiesto un tot di tempo, un altra magia (o la stessa in un altra situazione) debba richiedere lo stesso tempo.  Quindi, chi narra... narra!

Il giocatore descrive la trollbabe che si concentra, su un braciere su cui getta polveri e ossa.  E poi tira.

Se RIESCE, sono IO a dire il tempo che ci mette. In base al mio gusto estetico e alle cose già stabilite in gioco.

Se FALLISCE, e decide di rinunciare, l'incantesimo può essere interrotto o non funzionare in qualunque momento, a sua discrezione. Anche subito.

Se RITENTA, con un tiro ulteriore, automaticamente dovrà prolungare la narrazione per altro tempo. E si ricomincia con i tre casi visti prima.

Capisci che anche se (sfidando l'ira funesta di Ron) giochiamo MALE Trollbabe mettendoci d'accodo prima...  non ci riusciamo a definire prima quanto durano gli incantesimi, perchè un tiro ulteriore li allungherà?

Cosa succede se qualcuno sbaglia? Semplicemente glielo faccio notare. Attenzione, NON "come GM". In questo gioco il GM non ha nessun potere particolare di "custode delle regole" (Ron è quello che ha scritto quest'articolo sul fatto che siano due ruoli distinti, dopotutto).  Lo faccio notare come GIOCATORE AL TAVOLO.

Cosa succede se il giocatore dice che vuole dichiararlo lo stesso? Beh, dipende dalla situazione.  Anche tu, se un altro giocatore a Risiko ti dice "voglio tirare il doppio dei dadi, me ne frego di quello che dice il regolamento", reagirai in maniera diversa a seconda della situazione, no?

(a me non è mai successo, quando segnalo la cosa finora si è semplicemente cambiato il tipo di azione senza problemi)
« Ultima modifica: 2010-12-16 23:52:58 da Moreno Roncucci »
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Rafu

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Moreno, non so a che domanda hai risposto, ma sicuramente non a quella che ho fatto io nello OP di questo thread. Ó_ò

La domanda, casomai fosse davvero così poco chiara, non è: "quanto tempo immaginario impiega una trollbabe nella fiction per effettuare un rituale magico" (alla quale la risposta sarebbe: "lo decide chi narra"). Riformulo la domanda in:

Voi al tavolo come "verificate" che ci siano le "condizioni" per poter usare il Tipo d'Azione Magia? Usate un qualche meccanismo di esplicita convalida (diverso rispetto a quel che fareste per gli altri Tipi d'Azione)?

Spero adesso di essere stato più chiaro. Anche se, secondo me, era più chiara prima. ^_^;;

Mattia Bulgarelli

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[cite]Autore: Rafu[/cite]Voi come vi regolaterealmente al tavolo* per "permettere" i conflitti di tipo Magia?

Nella mia limitatissima esperienza (un PBforum ed un PBEM iniziati da non molto, che però mi permettono di passare al setaccio le regole), direi che il mio metodo è:

"Solo se in fiction la TB non è sotto pressione immediata da parte di qualcuno e l'azione non ricade negli altri due tipi. Nei casi dubbi, decide chi chiama il Conflitto".

Actual Play? Una scena con la mia TB nel PBforum, ma lì era chiaro che non c'erano PnG a farle fretta, e, da GM, il PBEM di cui al thread che trovate QUI, che tra l'altro illustra anche un caso dubbio.
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Moreno Roncucci

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[cite]Autore: Rafu[/cite]Moreno, non so a che domanda hai risposto, ma sicuramente non a quella che ho fatto io nello OP di questo thread. Ó_ò


Allora non ho capito la domanda...  =:-I

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[cite]Autore: Rafu[/cite]Voi al tavolo come "verificate" che ci siano le "condizioni" per poter usare il Tipo d'Azione Magia? Usate un qualche meccanismo di esplicita convalida (diverso rispetto a quel che fareste per gli altri Tipi d'Azione)?


..e continuo a non capirla.  O meglio, a leggerla ne capisco il senso grammaticale (o almeno credo) ma non ne capisco bene il senso nel gioco...

Provo a rispondere a quello che ho capito, se mi sbaglio ancora magari rispiegamela. Vuoi sapere:  una volta che un giocatore (o il GM) dichiara un conflitto, e poi definisce il tipo come "magia", che tipo di verifica viene fatta al tavolo per stabilire se la dichiarazione è valida?

Se la domanda è questa, la risposta è "la stessa che si fa su qualunque altra dichiarazione: se qualcuno si accorge che è contro il regolamento, lo fa notare". Da una dichiarazione all'altra cambiano ovviamente le regolò che deve rispettare, hai già fatto tu un riassunto nel primo post delle condizioni che devono esserci per un conflitto magico. Se non ci sono  uno dei presenti al tavolo dice "non potresti farlo, sei in combattimento e ti serve tempo indisturbata". Non è concettualmente diversa dalla verifica che si fa se un giocatore inizia a narrare la sua vittoria: qualcuno al tavolo dice "ehm, no, la vittoria la deve narrare il GM".   Se ci sono discussioni sulle regole, si controlla in manuale. Non esiste un qualcuno a cui viene affidata la qualifica di "custode delle regole" (nel mio gruppo lo faccio io, anche quando non sono il GM, ma è perchè sono quello che le conosce meglio)

Esperienze personali...  mmm...  di solito quello che vedevo sbagliare, soprattutto i primi tempi, era il confondere il tipo d'azione del conflitto con l'azione dichiarata dalla trollbabe nella fase equa e trasparente. "sto lanciandogli un incantesimo, è magia", come nel thread da cui deriva questo.  Quindi ho dovuto spiegare diverse volte (specie alle giocatrici che non avevano mai letto il manuale) e poi ricordare spesso in seguito, che se non avevano i requisiti richiesti (un sacco di tempo indisturbate) non potevano scegliere magia (di solito comunque quando chiedevo lo scopo del conflitto, era quasi sempre una variante di un combattimento o di un conflitto sociale)

Questo "far notare" non è una cosa formale, non è che esclamo "veto" o cose simili. Dico al giocatore/giocatrice qualcosa tipo "non potresti dichiarare un conflitto magico, sei in mischia".

Nella pratica non mi provoca particolarmente più problemi degli altri due tipi. Anzi, i problemi sono gli stessi: scambiare l'azione della trollbabe con il tipo di azione. (e così per esempio un conflitto dove pesti un prigioniero per farlo parlare, spesso devo correggerlo da "combattimento" a "sociale"). Quindi no, non c'è una procedura particolare diversa dagli altri tipi di azione.

Cosa succede in situazioni dubbie? Non lo so, non mi sono mai capitate. Le condizioni per un conflitto di tipo magia sono abbastanza nette, è difficile che nella fiction non sia chiaro se la trollbabe è da sola o in compagnia, se è attaccata da qualcuno o no.
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Rafu

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[cite]Autore: Korin Duval[/cite]"[...] Nei casi dubbi, decide chi chiama il Conflitto".

Una posizione chiarissima, la tua. Grazie.

Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite][p]Allora non ho capito la domanda...  =:-I[/p][p]..e continuo a non capirla.[/p]

...però, questa volta, ritengo che tu alla mia domanda abbia risposto.  ^__^

Anche se, a voler essere proprio pignolo: ;P
Citazione
[cite]Autore: Rafu[/cite]* = sì, sto suggerendo di rispondere con actual play. Ma siccome questa è una conversazione salottiera, mi va bene anche un "io la prossima volta che giocherò vorrei provare a..."

Ma comunque, restiamo invece salottieri che è più divertente. ^_^

Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]Nella pratica non mi provoca particolarmente più problemi degli altri due tipi.

Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]Cosa succede in situazioni dubbie? Non lo so, non mi sono mai capitate.

OK... quindi la tua esperienza di a.p. è che non hai mai vissuto situazioni in cui non fosse immediatamente evidente a tutti se la trollbabe avesse avuto abbastanza tempo e abbastanza calma. O sto travisando?

Ah, casomai non fosse già evidente a tutti, la mia domanda sorge proprio da questo scambio tra voi due nell'altro thread (relativo all'esempio di AP di Korin):
Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]...se voleva fare un conflitto "magia", la trollbabe doveva trovare un angolino tranquillo e salmodiare almeno un ora o due. Quello che hai descritto è un conflitto di tipo Sociale...  ;-)

Citazione
[cite]Autore: Korin Duval[/cite]...avevamo il dubbio, però abbiamo considerato che la componente "voglio un effetto sovrannaturale" avesse il sopravvento, e che la TB avesse avuto il tempo di prepararsi durante la lunga e scenica filippica precedente.

Ora, già abbiamo appurato che «la componente "voglio un effetto sovrannaturale"» non ha affatto «il sopravvento», e questo non torna certo in discussione. Invece sto "zoomando" su un'altra parte della questione:

Inizialmente Moreno aveva indicato un possibile "errore" nella giocata di Korin basandosi (anche) sul criterio del tempo e della tranquillità («doveva trovare un angolino tranquillo e salmodiare almeno un'ora o due»), mentre nella specifica situazione al tavolo (virtuale) Korin aveva ritenuto questo criterio soddisfatto («...che la TB avesse avuto il tempo di prepararsi durante la lunga e scenica filippica precedente»).
Vediamo cioè come lo stesso criterio soggettivo ("lungo tempo e tranquillità") può essere soggetto a interpretazioni diverse: secondo Korin, nel momento in cui stava giocando, "evidentemente" la TB aveva tempo e tranquillità sufficienti (cosa su cui ha poi cambiato idea ripensandoci a freddo); secondo Moreno che commentava questo esempio, invece, "evidentemente" di tempo e di tranquillità non ce n'erano abbastanza. Se in quel momento invece fossero stati due giocatori allo stesso tavolo a trovarsi in disaccordo, con che criterio sarebbe stata risolta la divergenza? Korin propone che l'ultima parola vada a chi chiama il Conflitto, e a me questa sembra un'interpretazione sensata della regola, ma vedo anche come possano essercene altre.

Da qui in poi, sono benvenuti* i post di chi ha vissuto delle situazioni di ambiguità al tavolo (due o più persone in disaccordo se una trollbabe avesse avuto abbastanza tempo e abbastanza calma per iniziare un Conflitto di Magia) e vuol raccontare di come e con quale metodo, in quell'occasione, si sia arrivati a un accordo.

* = soprattutto, se non esclusivamente.

Niccolò

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[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]OK... quindi la tua esperienza di a.p. è che non hai mai vissuto situazioni in cui non fosse immediatamente evidente a tutti se la trollbabe avesse avuto abbastanza tempo e abbastanza calma. O sto travisando


credo stia dicedo che, dalla sua esperienza, una volta che è chiara la precisa limitazion del conflitto di magia - che sostanzialmente è "non devi essere sotto pressione immediata", sia molto difficile che non sia chiaro se in una situazione si possa o meno usare la magia.

Actual Play.
Brunilde (questa, ma con le corna) sta passeggiando verso la sua prossima meta, quando attraversando una palude maleodorante, si imbatte in un Troll che sta rotolando a terra, contorcendosi dal dolore, mentre delle ferite laceranti gli appaiono come dal nulla.
Brunilde: "Conflitto, Magia! Chi cazzo sei, vattene via!" (citazione letterale).
Obbiettivo: Scaccio lo spirito con un esorcismo.

Questa cosa è possibile o è un errore?
Io l'ho vista possibile perché non era Brunilde ad essere sotto attacco / in combattimento.
Secondo voi?
« Ultima modifica: 2010-12-17 02:24:56 da khana »
il dado si lancia da solo, e da qualche parte nel mondo un orco muore - vincitore di un Ezio D'Oro per la Boiata della Settimana! ("This Is Something Only I Do!"™)

Rafu

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[cite]Autore: khana[/cite]Brunilde (questa, ma con le corna) sta passeggiando verso la sua prossima meta, quando attraversando una palude maleodorante, si imbatte in un Troll che sta rotolando a terra, contorcendosi dal dolore, mentre delle ferite laceranti gli appaiono come dal nulla.
Brunilde: "Conflitto, Magia! Chi cazzo sei, vattene via!" (citazione letterale).
Obbiettivo: Scaccio lo spirito con un esorcismo.

Dopodiché, che cosa è successo? Come avete narrato quel Conflitto?

Passo 2.
Brunilde recita l'esorcismo e, anche se ha un tentennamento dovuto allo strano potere aumentato dello spirito, si ricorda improvvisamente un sigillo di protezione imparato alla torre dell'alta magia e lo pronuncia.
Un glifo magico si disegna sotto allo spiritello, che si rivela essere uno spriggan decisamente arrabbiato e malevolo.
(Tiro fallito + Tiro aggiuntivo "si ricorda un incantesimo")

Minacce varie da entrambe le parti, Brunilde disegna una runa sulla sua spada e molla un fendente magico allo spriggan, che con il suo immenso potere spiritico blocca l'arma a mezzaria.
(Tiro fallito)

Alzando la voce e insistendo nella cantilena, Brunilde riesce a spezzare la forza dello spriggan e a centrarlo con la lama benedetta dall'esorcismo, ma con suo rammarico non succede nulla... ma avendo distratto lo spriggan dal povero troll, questo si alza e con il suo potere sciamanico scaccia lo spirito da questo mondo
(Tiro fallito + Tiro aggiuntivo "un aiuto inaspettato").
« Ultima modifica: 2010-12-17 02:42:01 da khana »
il dado si lancia da solo, e da qualche parte nel mondo un orco muore - vincitore di un Ezio D'Oro per la Boiata della Settimana! ("This Is Something Only I Do!"™)

Moreno Roncucci

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[cite]Autore: Rafu[/cite]OK... quindi la tua esperienza di a.p. è che non hai mai vissuto situazioni in cui non fosse immediatamente evidente a tutti se la trollbabe avesse avuto abbastanza tempo e abbastanza calma. O sto travisando?


Non proprio. Ogni tanto capita che non sia capito bene la situazione o che, appunto, non si ricordi la regola). Però dopo che il GM spiega meglio la situazione, il giocatore descrive meglio cosa vuole fare la trollbabe, e io spiego meglio la regola, è abbastanza chiaro il tipo di conflitto giusto (questo spesso passa attraverso un cambio di descrizione dell'azione da parte della trollbabe: per esempio, se scopre che non può fare un conflitto magico lì e ora, magari invece di cambiare tipo di conflitto dice che va ad appartarsi da qualche parte in privato, e inizia un lungo rituale magico)

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[cite]Autore: Rafu[/cite]Inizialmente Moreno aveva indicato un possibile "errore" nella giocata di Korin basandosi (anche) sul criterio del tempo e della tranquillità («doveva trovare un angolino tranquillo e salmodiare almeno un'ora o due»), mentre nella specifica situazioneal tavolo(virtuale) Korin aveva ritenuto questo criterio soddisfatto («...che la TB avesse avuto il tempo di prepararsi durante la lunga e scenica filippica precedente»).
Vediamo cioè come lo stesso criteriosoggettivo("lungo tempo e tranquillità") può essere soggetto a interpretazioni diverse: secondo Korin, nel momento in cui stava giocando, "evidentemente" la TB aveva tempo e tranquillità sufficienti (cosa su cui ha poi cambiato idea ripensandoci a freddo); secondo Moreno che commentava questo esempio, invece, "evidentemente" di tempo e di tranquillità non ce n'erano abbastanza. Se in quel momento invece fossero stati due giocatori allo stesso tavolo a trovarsi in disaccordo, con che criterio sarebbe stata risolta la divergenza? Korin propone che l'ultima parola vada a chi chiama il Conflitto, e a me questa sembra un'interpretazione sensata della regola, ma vedo anche come possano essercene altre


Beh, se fossimo stati allo stesso tavolo avrei potuto segnalare il problema a Korin immediatamente, e come è successo nel thread Korin avrebbe convenuto con me e ci saremmo ricondotti al caso descritto prima...  :-)

Se due giocatori allo stesso tavolo discutono, secondo me il problema è nella descrizione della scena.  La regola è davvero chiara, e descrive delle situazioni "sì/no" in cui non si è costretti a stabilire se la trollbabe è disturbata "abbastanza": quindi il problema probabilmente sta nella descrizione della scena. Visto che a descrizione la fanno in due, il giocatore (per le azioni della trollbabe e delle relazioni) e il GM (tutto il resto), non c'è uno dei due che "decide": semplicemente si spiegano meglio.

Se la situazione è ancora ambigua, sarà naturale che no dei due la spinga da una parte o dall'altra: se per il giocatore non c'è abbastanza disturbo perchè la trollbabe sia disturbata, il GM può descrivere con dovizia di particolari QUANTO casino c'è in giro. O il giocatore spiega meglio esattamente cosa fa la trollbabe, chiarendo magari che non lancia l'incantesimo lì, ma lo fa in un posto appartato (ma qui vado davvero nel campo delle ipotesi, come ho detto non ho mai incontrato situazioni in cui non ci si chiarisse. Però ho visto di questi "aggiustamenti" per permettere il tipi di conflitto voluto, anche dopo un chiarimento)

Ora, può darsi che io sia in una situazione particolare: che abbia abbastanza "autorità" sulle regole al mio tavolo che la mia interpretazione sia data per assodata, mentre invece ad un altro tavolo la precisa interpretazione possa essere disputata. E' un caso ipotetico perchè appunto non mi è mai capitato (e qui quindi si esce dall'actual play e si va per i giardinetti dell'immaginazione), ma in un caso come questo secondo me non ha senso dire "decide il giocatore" o "decide il GM". Il GM non è il supremo custode delle regole, le regole sono condivise. Ma allo stesso tempo non è che il giocatore possa tranquillamente fare in gioco qualcosa che gli altri vedono come contro le regole.  Questo non è un caso di "autorità narrativa", come per esempio il fatto che da regole chi dichiara il conflitto ne sceglie il tipo: qui ci sarebbe proprio un dissidio su QUALI SONO LE REGOLE.  Non si può proseguire il gioco, proprio come non si potrebbe proseguire a giocare a Risiko se non si è d'accordo sul numero di dadi usabili.

A quel punto, a gioco fermo, la palla passa al contratto sociale (che dipende anche dalla situazione): se siamo a casa di Vincent Baker probabilmente alza la cornetta del telefono e lo chiede direttamente a Ron qual è la regola giusta. In altri gruppi di gioco si deciderà, come gruppo, di usare un interpretazione "temporaneamente" per continuare a giocare finchè non si riesce a controllarla, e magari in altri ancora si smette e basta.

Citazione
[cite]Autore: khana[/cite][p]Actual Play.
Brunilde (questa, ma con le corna) sta passeggiando verso la sua prossima meta, quando attraversando una palude maleodorante, si imbatte in un Troll che sta rotolando a terra, contorcendosi dal dolore, mentre delle ferite laceranti gli appaiono come dal nulla.
Brunilde: "Conflitto, Magia! Chi cazzo sei, vattene via!" (citazione letterale).
Obbiettivo: Scaccio lo spirito con un esorcismo.[/p][p]Questa cosa è possibile o è un errore?[/p]


E' un errore. "Questo Tipo di Azione richiede tempo; non è materiale da “scena d’azione”. Quello è un conflitto di tipo "combattimento" (se vuoi scacciare via lo spirito con la forza, facendogli male) o Sociale (se vuoi spingere lo spirito ad andarsene di sua volontà, anche se magari in seguito a paura o minacce).

Notare che questi due tipi di azione non impediscono assolutamente di usare magia nello scontro. Esattamente come, in un conflitto magico, puoi benissimo descrivere come usi un pugnale (reroll item) lanciandolo alla gola di qualcuno.  Il racconto che hai fatto di come si è svolto il conflitto sarebbe stato perfettamente applicabile anche in un conflitto di tipo "combattimento".
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Niccolò

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[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]E' un errore. "Questo Tipo di Azione richiede tempo; non è materiale da “scena d’azione”. Quello è un conflitto di tipo "combattimento" (se vuoi scacciare via lo spirito con la forza, facendogli male) o Sociale (se vuoi spingere lo spirito ad andarsene di sua volontà, anche se magari in seguito a paura o minacce).


sempre che lo spirito sia ostile. se lo diventa SOLO DOPO il tnttio di esorcismo, immagino ci sia il tempo di fare il rituale che vuoi.

Emanuele Borio

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[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]E' un errore. "Questo Tipo di Azione richiede tempo; non è materiale da “scena d’azione”. Quello è un conflitto di tipo "combattimento" (se vuoi scacciare via lo spirito con la forza, facendogli male) o Sociale (se vuoi spingere lo spirito ad andarsene di sua volontà, anche se magari in seguito a paura o minacce).

Yes.
Al massimo si poteva fare: Conflitto Combattimento: lo immobilizzo.
Dopo di che Conflitto Magia lo esorcizzo. ^^
Ciao, sono Meme! - Fanmail 64 - DN=2 - Ingegnere delle Scienze Agrarie, Contadino, Nerd di Professione.

Moreno Roncucci

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[cite]Autore: Domon[/cite]sempre che lo spirito sia ostile. se lo diventa SOLO DOPO il tnttio di esorcismo, immagino ci sia il tempo di fare il rituale che vuoi.


No, da quello che ho capito, la trollbabe sta cercando di esorcizzare lo spirito PRIMA CHE UCCIDA IL TROLL. E' una scena d'azione (e che azione!) la trollbabe sta cercando in pratica di separare due persone in un combattimento mortale. Sta agendo nell'arco di SECONDI, altro che ore....

Se ho capito male e il troll viene tenuto in vita dallo spirito, che si limita a farlo soffrire con i tagli, allora sì, potrebbe optare per "tipo: Magia", ma sarebbe una descrizione diversa (per esempio, la trollbabe porta in un luogo più appartato il troll che si lamenta per i tagli, gli prepara un decotto  di erbe per lenire il dolore, e quando la luna si alza nel cielo inizia a tracciare rune magiche su tutto il corpo del troll...)
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Rafu

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[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite][p]Se due giocatori allo stesso tavolo discutono, secondo me il problema è nella descrizione della scena.  La regola è davvero chiara, e descrive delle situazioni "sì/no" in cui non si è costretti a stabilire se la trollbabe è disturbata "abbastanza": quindi il problema probabilmente sta nella descrizione della scena. Visto che a descrizione la fanno in due, il giocatore (per le azioni della trollbabe e delle relazioni) e il GM (tutto il resto), non c'è uno dei due che "decide": semplicemente si spiegano meglio.[/p][p]Se la situazione è ancora ambigua, sarà naturale che no dei due la spinga da una parte o dall'altra: se per il giocatore non c'è abbastanza disturbo perchè la trollbabe sia disturbata, il GM può descrivere con dovizia di particolari QUANTO casino c'è in giro. O il giocatore spiega meglio esattamente cosa fa la trollbabe, chiarendo magari che non lancia l'incantesimo lì, ma lo fa in un posto appartato (ma qui vado davvero nel campo delle ipotesi, come ho detto non ho mai incontrato situazioni in cui non ci si chiarisse. Però ho visto di questi "aggiustamenti" per permettere il tipi di conflitto voluto, anche dopo un chiarimento)[/p]


Questa è una serie di osservazioni che mi sembra molto interessante, perciò grazie di averle postate.  ^__^

Tuttavia:
Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]Questo non è un caso di "autorità narrativa", come per esempio il fatto che da regole chi dichiara il conflitto ne sceglie il tipo: qui ci sarebbe proprio un dissidio su QUALI SONO LE REGOLE.

Continuo a sostenere che è un caso di quantificazione di un criterio soggettivo, però.

Se per esempio Davide dice che in quel momento:
Citazione
[cite]Autore: khana[/cite]Io l'ho vista possibile perché non era Brunilde ad essere sotto attacco / in combattimento.

...vuol dire che qualcuno (in questo caso, Davide che era il GM il giocatore di Brunilde; e questa è una cosa di cui possiamo certamente discutere, volendo) si è domandato "Brunilde ha abbastanza tempo? Brunilde ha abbastanza tranquillità? Ci sono i presupposti per fare un rito magico, in questa circostanza?" e si è risposto di sì. Vuol dire che in quel momento, quella scena non è apparsa agli interessati come "una scena d'azione", e che Brunilde non è sembrata agli interessati essere sotto una pressione tale da impedirle di effettuare un rituale magico.

Se al tavolo avevano presenti le regole, si sono posti queste domande e si sono dati queste risposte, allora mi sembra che da manuale la risposta alla domanda:
Citazione
[cite]Autore: khana[/cite]Questa cosa è possibile o è un errore?

...debba essere per forza: «Nessun errore.»
Rispondere altrimenti significherebbe entrare nel merito delle risposte che loro si sono dati. Chiederci cioè se adesso, a noi, solo dalla descrizione che ci è stata riportata, sembra che Brunilde in quella scena avesse la tranquillità, il tempo ecc.: una valutazione soggettiva.
« Ultima modifica: 2010-12-17 04:15:07 da Rafu »

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