Giocando mi sono venuti alcuni dubbi sulla narrazione e affronterò l'argomento esattamente come in un mio precedente thread sui conflitti.. in pratica vi dico quello che ho capito io (e come lo abbiamo giocato al mio tavolo), e "voi" (quelli che ne sanno più di me) mi dite dove sbaglio. :-)
1) Dopo che i dadi sono stati lanciati e i d4 applicati, il pubblico col d4 più alto decide se vuole influenzare uno dei due lati .. non si narra ancora quello che è successo, si aspetta l'eventuale (può anche non intervenire in questa fase) intervento del pubblico.
2) Fatto il punto 1 (vedi sopra) si può passare alla narrazione:
- il protagonista narra il suo successo (se ha successo) E il fallimento dell'antagonista (se l'antagonista fallisce)
- l'antagonista narra il suo successo (se ha successo) E il fallimento del protagonista (se il protagonista fallisce)
- il pubblico che ha usato il d4 narra il successo/fallimento del lato che ha influenzato (protagonista o antagonista) al posto del rispettivo *tagonista (quindi parte dei punti precedenti vengono "bypassati") se col suo intervento ha cambiato il risultato (da positivo a negativo o viceversa). Il pubblico non narra nulla se con il d4 ha portato il risultato esattamente sul fulcro (in questo caso il lato opposto dichiara una conseguenza che si avvererà nell'escalation.. cioè se fallirà il nuovo tiro: ad esempio se nel fulcro ci finisce il protagonista, l'antagonista dichiara l'escalation.. ma non narra ancora nulla).
- il pubblico narra sempre come interviene la minuzia in gioco nel momento in cui decide di giocarla (indipendentemente dai risultati/esiti che verranno poi decisi e quindi narrati alla fine).. ad esempio se Tom il pistolero (una minuzia) si schiera con il protagonista in un conflitto a fuoco, potrà narrare che Tom estrae le sue pistole e spara all'impazzata contro i nemici del protagonista (ma non si narra ancora l'esito del conflitto).
3) Se c'è una escalation (cioè uno o entrambi i lati "cadono" sul fulcro), non si narra ancora nulla (dichiarazione delle conseguenza a parte) e si ritirano i dadi. Alla fine si narra come da punto 2 tranne per il fatto che si dovrà incorporare nella narrazione la fase di stallo iniziale. l'escalation ed eventualmente la conseguenza. Se si ottiene nuovamente un risultato sul fulcro, non si narra ancora, si dichiara una nuova ed aggiuntiva conseguenza e si ritira nuovamente (e così via). Se alla fine della "serie" si riesce nel tiro, non si avvera nessuna conseguenza, altrimenti si avverano tutte insieme (onestamente su questo ho forti dubbi).
4) Prima di iniziare una qualsiasi narrazione, il protagonista decide se rischiare un legame. Può deciderlo due volte. Solo alla fine (quando ha rischiato o deciso di non rischiare il legame) si narrerà l'esito del conflitto nel suo insieme secondo le procedure del punto due. Se sono stati rischiati i legami, la narrazione deve incorporare anche questo fatto.
In sostanza, a parte le dichiarazioni di intenti, di conseguenze (nell'escalation) e di come intervengono le minuzie, non si narra nulla se non alla fine del conflitto: solo quando tutte le possibili meccaniche di risoluzione sono state adoperate si legge il "totale" e si narra l'esito. Inoltre, mi pare che il blocco nella sequenza IIEE sia sempre su intention: I->IEE. Giusto?
Ecco un esempio preso da un AP giocato fresco fresco (stasera... finito un paio di ore fa):ContestoIo sono il Protagonista e il mio personaggio è il Dott. Avernus, un brillante scienziato che ha convinto alte sfere della gerarchia ecclesiastica a permettergli di curiosare in stabilimenti segreti ed altamente tecnologici della Chiesa. Era scortato da un Cardinale (il suo antagonista diretto principale) e diversi uomini della polizia privata della Chiesa. Il mio amico (Dott. Brown) era con me (tecnicamente è un mio legame), e dopo un breve dialogo con lui circa il mio subdolo scopo di intrufolarmi nella sicurezza Vaticana decido di passare ai fatti e dichiaro un Conflitto.
ConflittoA questo punto procediamo così:
1) io dichiaro il mio intento: "violare la sicurezza della Chiesa" e dichiaro la prassi (sotterfugio)... la leva è franchezza/sotterfugio.
2) dichiaro inoltre come ho intenzione di ottenere il mio obiettivo (fino ad ora non ho narrato nulla, circa le azioni intraprese dal mio protagonista per ottenere l'intento.. si sa solo cosa sta facendo e cosa ha intenzione di fare): dico che userò i miei "aggeggi" (ho degli impianti cibernetici) per registrare informazioni e per iniettare trojans nei computer principali con la scusa di fare il mio lavoro (ero li per esaminare "materiale scientifico"). Non sono sicuro che in questo momento sia lecito dichiarare cosa cercherà di fare il protagonista.. stando alle regole credo sia sbagliato: ditemi voi.
3) l'antagonista dichiara il suo intento: "iniettare nei miei impianti cibernetici uno spyware nanotecnologico". In pratica la Chiesa vuole spiarmi.. e il portarmi qui doveva servire a questo scopo (anche questo è stato narrato dopo la dichiarazione dell'intento... in realtà questo è già più lecito, visto che chiarisce solo l'intento, non il modo per ottenerlo). Inoltre l'antagonista dichiara come prassi sotterfugio.
4) Si tirano i dadi: l'antagonista ottiene il suo intento e io no. Tra il pubblico uno dei giocatori ha un 4 da usare e vorrebbe vedermi vincitore nel mio intento .. ma non interviene ancora (il suo 4 non mi aiuterebbe.. troppo lontano dal fulcro e non ha intenzione di impedire l'intento dell'antagonista).
5) Ho fallito (e mi dimentico pure di prendere una qualità) ma annunciando che voglio rischiare il legame, la narrazione viene rimandata.
6) Rischio il mio legame (il Dott. Brown) per ritirare i miei d10 e i suoi (dell'antagonista) d4. Dichiaro come il legame mi aiuta (non è ancora nella fiction.. è solo una breve dichiarazione di cosa tenterà di fare il mio amico per aiutarmi): dico che il Dott. Brown prova a distrarre le guardie.
7) Tiro e fallisco di nuovo.. ma stavolta l'aiuto del pubblico può essere determinante per cambiare l'esito: lo è! Il 4 tenuto da parte viene usato per farmi ottenere l'intento e il pubblico narra che una guardia fa il doppio gioco (brevemente crea una minuzia per l'occasione: è un uomo che lavora per un "amico"). Dice che la guardia aiuterà Avernus a ottenere l'accesso ai sistemi di sicurezza della chiesa (si noti l'aiuterà.. non è ancora una cosa certa).
Dichiaro che non voglio rischiare l'altro legame e mi fermo qui e si passa alla narrazione.
Narrazione1) il pubblico che mi ha aiutato narra come ottengo il mio intento.. cioè ha l'ultima parola su quello che succede. In questo momento si narrano le azioni compiute da Avernus secondo i seguenti vincoli:
- Avernus ha tentato di violare la sicurezza ma ci riuscirà solo dopo l'intervento della guardia (e/o grazie alla guardia ... la minuzia introdotta dal pubblico)
- Il Dott. Brown cercherà di creare un "diversivo"
2) L'antagonista narra il suo successo ... cioè ha l'ultima parola su quello che succede: come il virus/spyware viene introdotto nei miei impianti cibernetici
In breve, si fa una narrazione complessiva e finale, che riassumendo per sommi capi è la seguente:Io (protagonista): "mi muovo tra gli armadi e i tavoli in cerca di punti di accesso alla rete... ma le guardie mi tengono d'occhio". "Faccio un cenno al Dott. Brown che inizia a fare un pò di casino, attirando l'attenzione".
Io (protagonista): "approfitto e inserisco dei trojan nel mainframe poi mi dirigo dal capo della sicurezza.. voglio scansionare il suo tesserino.."
Pubblico: "il capo della sicurezza si sta avvicinando insospettito... gira alla larga, non c'è nulla da vedere qui! .. dice.
Io: "maledizione" penso tra me e me
Pubblico: "Una delle guardie si avvicina al capo della sicurezza, e lo sprona ad avvicinarsi ad Avernus per controllarlo meglio (è il doppiogiochista)"
Io: Quando è vicino faccio finta di inciampare e gli vado contro: "scusate!"... e intanto passo il mio pollice con scanner cutaneo sopra il suo tesserino senza farmi notare."
Pubblico: "Sta attento.. scienziato!"
Antagonista: ma nessuno si è accorto che il capo delle guardie, afferrando il braccio del Dottore, gli ha iniettato un virus biotecnologico.
Osservazioni personaliDevo dire che il conflitto qui descritto mi ha lasciato qualche perplessità. Fra tutti quelli della serata mi ha lasciato più dubbi di tutti, per questo l'ho postato.
Prima di tutto la situazione è diventata confusa: forse il conflitto è stato chiamato troppo presto, ma sicuramente ha influito il fatto di dover narrare tutto alla fine ricordandosi le dinamiche dei risultati, le varie dichiarazioni, ecc.. Sono convinto di aver sbagliato qualcosa, perchè a pelle mi parrebbe più sensato narrare via via quello che accade nella fiction e poi partire da li per eventuali altre narrazioni (legate a ritiri, interventi di minuzie, escalation, ecc..).
In secondo luogo, la situazione che è venuta a crearsi mi ha lasciato l'amaro in bocca: l'intento dell'antagonista mi è sembrato forzato, la narrazione finale mi è sembrata fiacca, banale poco avvincente e a tratti ridicola. Ad esempio, se il capo della sicurezza "doveva" iniettare il virus, perché ha avuto bisogno della "spinta" della minuzia per avvicinarsi ad Avernus? Persino la minuzia e il suo uso sembra forzato... è come inserire in una situazione astratta qualcosa che dovrà essere perfettamente amalgamato quando diverrà concreta. Se ci fosse stata la narrazione della situazione "in fieri" (Avernus falliva e veniva narrato come.. anche se non in modo definitivo, un pò come in Annalise durante il "giro"), forse l'inserimento della minuzia sarebbe stato molto più facile, intuitivo e coerente.
Infine si è fatto molto "worksho formale", in particolare quando si sono definiti gli intenti. Nel definire il mio, ci siamo persi (tutti quanti) ad immaginare cosa avrebbe potuto ottenere per violare la sicurezza e in che modo (indice che forse l'intento non è stato per nulla chiaro fin da subito). Per quello dell'antagonista poi è stato anche peggio, cercando di narrare una mini storia del perchè e per come la chiesa vuole inserire in Avernus un virus biotecnologico, sul fatto che era questa la sua intenzione fin da subito, che in realtà nell'invito a visitare queste strutture segrete c'era questo secondo fine, ecc...
Immagino che questo fenomeno sia accaduto per due motivi: il primo sono le prassi (il pubblico deve valutare se le prassi che si vogliono usare sono in linea con l'intenzione dei personaggi coinvolti) e il secondo è il fatto di narrare tutto alla fine.
Aiutatemi a capire dove sta l'errore. :-)