immaginate un grande territorio fatto di tante lande, un pò come i planisferi fantasy, dove i vari stati sono tematicamente diversificati.
Ora immaginate che questa lande siano virtuali e si chiamino forum.
Ci sono le jungle infestate dai troll della tana del goblin (e i capi delle città stanno recentemente bandendo i troll dai loro confini, almeno temporaneamente).
Ci sono le montagne brulle e perigliose di Gi-Dierit'Alia, c'è la tana del drago, che a dispetto del nome è un posto tranquillo. Ci sono le carovane di gente che gioca stanziate nei terribili e scomodi territori di vanilla.
E adesso immaginatemi, munito di bastone, che attraverso queste lande. E mi chiedo: "quand'è che si smette di essere uno di quelli che fa domande per iniziare ad essere uno di quelli che da risposte?".
Roberto Grassi risponderebbe "quando hai studiato il manuale del narratore di Levity" (scusa Rob, ma la tentazione era troppo forte =P ).
Le domande non smetti mai di farle, quantomeno a te stesso (ovviamente se sei una persona curiosa e aperta), ma le risposte....eh, quelle ce le hai quando inizi a farti una tua idea di come gira il mondo. Forse non sono davvero risposte, diciamo che sono più pareri e riflessioni che vengono fuori a questo viandante virtuale quando incrocia il proprio punto di vista con quello di qualcun altro.
Qualche giorno fa ho scritto dei miei gusti sulla conversione di meccaniche in fiction.
Quel discorso era nato da alcune riflessioni sull'arbitrarietà del master nel gioco tradizionale.
E guarda caso, pochi giorni dopo spunta fuori un discorso simile su gdritalia che entro breve cambia leggermente per andare a trattare della differenza che passa tra le "Regole" e la "Fiction".
Per fare un'esempio di alcune narrazioni di AiPS e di come io giocatore non verrò penalizzato se il mio personaggi subisce qualche avversità. Io sono liberissimo di narrare come salvo la mia bella rompendomi un braccio, o rovinando giù per una discesa rocciosa, senza trovarmi con una penalità di 3 al prossimo conflitto perché ho un braccio rotto. In sostanza non vado a perdere influenza IO GIOCATORE, anche se il personaggio subisce delle conseguenze IN FICTION poco piacevoli.
E allora qualcuno mi ha fatto una domanda innocente. Probabilmente un'obiezione che gli pose qualche giocatore, o un problema riscontrato al tavolo.
Mi ha detto:
A difesa del fatto che le "cose" della Fiction, dovrebbero avere un aggangio nella meccanica, è dovuto al fatto che ciò che non ha effetto in termini di gioco, allora non ha effetto nella Fiction...praticamente qualsiasi cosa venga narrata e non abbia effetto in termini di gioco, allora può essere ignorata come se non fosse mai accaduta: il tuo personaggio viene frustato? Lo ignoro e faccio qualcos'altro (non "stringo i denti", lo ignoro come se non accadesse); ti si è rotta una spalla? Uso il braccio senza problemi; ti tieni a malapena in piedi? Continui a far tutto senza nessun problema; eccetera, eccetera.
Io sorrido a leggere questa "obiezione" (il mio interlocutore è stato di mente molto aperta, capendo perfettamente le mie spiegazioni successive). Perché? Se non accade
in gioco non ha effetto sulla fiction....come se la fiction NON fosse una parte importantissimi del gioco.
Eppure la sua obiezione è valida.
A volte ci troviamo a giocare con dei giocatori (sopratutto giocatori esperti di tradizionale...i master di tradizionale questi problemi sembrano averli in percentuali minori) ai quali serve di sapere un'informazione tipo
"hai subito 3 danni alla gamba destra, che si rompe. Riduci la tua velocità a 2, inoltre se non ricevi cure mediche di grado Elevato entro 3 giorni ti va in cancrena e perdi altri 1 HP a giorno", altrimenti sono convinti che il personaggio non subisca ripercussioni di alcun tipo.
Premesso che questo tipo di gioco NON è sbagliato, ma è sbagliato applicare questo ragionamento in tutti i giochi.
In realtà in tutti i giochi di ruolo noi giochiamo principalmente per la fiction. La produzione di fiction è una prerogativa del gioco, non può essere bypassata ed è assolutamente deleterio confondere le REGOLE con la FICTION.
In realtà nella maggior parte dei giochi noi non le confondiamo. Faccio due esempi beceri, sperando che sia comprensibile dove voglio arrivare.
In d&d 3.5 non c'è scritto che se vado in giro saltellando a piedi uniti ho una riduzione di velocità. Eppure io non mando in giro il mio PG saltellando a piedi uniti come fosse Snoopy. Perché? Da regole potrei. Perché non mi piace.
In D&d 3.5 le cariche (a differenza della corsa) non stancano il PG e possono essere fatte all'infinito. Eppure io non mando in giro il mio PG costantemente a movimento doppio. Perché? Potrei. Perché non mi piace.
Vampiri - c'è scritto che un personaggio con forza 4 + Potenza 2 può sollevare un motorino sopra la testa, eppure io non mi presento all'Elysium con il motorino sopra alla testa, anche se da regole potrei. Da regole del mondo di gioco intendo. Che poi è mancanza di buon gusto o violazione della Masquerade è un'altra questione.
Ora, per chiarezza, chiamerò questo gusto particolare che non mi fa andare in giro saltellando "
Coerenza con la Fiction" (termine che ho inventato ora, non so se esiste già e probabilmente non è un buon termine, ma cercate di essere clementi).
La Coerenza con la Fiction è quello che ci aspettiamo da una data situazione in un dato setting, ed è compito di tutti i giocatori (master compreso) rispettare questa coerenza. Come?
Seguendo il proprio gusto estetico e sforzandoci di fare quello che ci piace.In AiPS avere una gamba rotta cosa significa? Non hai un valore di velocità dimezzata, ma se stai giocando una serie realistica (e non hercules) vedrai che non andrai in giro a correre, a saltellare, a fare acrobazie (a meno che non ci sia un qualche elemento di fiction che lo giustifica; magari hai bevuto la pozione di Asterix. O magari il tuo PG si rigenera), perché se poco poco ci provi gli altri giocatori (i GIOCATORI, non i PG) ti guarderanno strano, chiedendoti "
ma...tu non avevi una gamba rotta? Non puoi correre"e tu cosa gli rispondi?
«Ah, frega sta ceppa. Mica c'è un valore di velocità! Faccio quello che voglio. Anzi sai che faccio? Volo! Mica ci sono regole che mi dicono che non posso volare!!»Se si è deciso per tenere un certo tono e il PG si rompe un braccio, ma un giocatore semplicemente lo ignora quel giocatore sta rovinando la coerenza con la fiction di tutti. Se la cosa infastidisce (e dovrebbe, perché rompe le premesse che TUTTI si sono dati) gli si farà notare.
Io me ne sono accorto quando abbiamo giocato una serie sui supereroi.
Uno di loro era invulnerabile e capace di generare esplosioni. E nessuna di queste due capacità era un Vantaggio. I suoi vantaggi erano "Sbruffone" "Il Mio Maestro" e "Mia Cugina". Il fatto che fosse invulnerabile e che potesse generare esplosioni erano tutta Coerenza con la Fiction!
Normalmente i personaggi sanno camminare e correre, se hanno una pistola possono sparare, se hanno le ali volano, possono soffiare su una candela, possono bere l'acqua dalla fontana. Lui poteva anche generare esplosioni ed era invulnerabile. Semplicemente usare o meno queste sue capacità non gli portava alcun vantaggio nei conflitti, era molto più interessato a far vedere i suoi legami e il suo caratteraccio.
In un gioco come AiPS sta ai giocatori, alla loro maturità e ai loro gusti portare in fiction gli elementi che ritengono interessanti. E sta a loro stessi salvaguardare la loro Coerenza con la Fiction.
Per una qualsiasi persona "profana di gdr" che gioca ad AiPS è normalissimo che se il suo Protagonista si rompe una mano poi quella mano NON LA USA. Eppure ci sono dei giocatori che hanno bisogno di veder scritto "-2 ai tiri per colpire se hai una mano rotta". Ne ho incontrato solo uno nella decina di serie che ho fatto e dopo che si è scontrato un paio di volte con il MIO gusto per la fiction (alla quale tengo particolarmente) ha capito che doveva rispettare determinati criteri di realismo, come concordato all'inizio.
Ripeto: in realtà questo gusto lo applichiamo costantemente, ma senza rendercene conto. È lo stesso gusto per la fiction che in d&d4 non ci fa andare in giro nudi dentro una tormenta di neve (tanto non ci sono le regole per morire assiderati), a meno che, per ragioni di fiction, il nostro PG non è in grado di resistere nudo a quelle condizioni (magari è un prode eroe barbaro e gli spiriti della natura non lo fanno congelare).
È lo stesso gusto che ci fa "parlare strano" quando interpretiamo un nobile di palazzo "che ha l'urgenza di conferir con lor signori, onde potervi esporre lo mio problema et consegnarvi remunerativa ricompensa se lor signori riuscissero a risolverlo". ^_^
Solo che si applica anche ad altri eventi, come "ti rompi un braccio" o "perdi la tua spada".
Faccio l'ultimo esempio: qualcuno mi disse che in AiPS se hai un'arma da fuoco oppure no non cambia niente. E io gli risposi che invece
cambia tutto. Non cambiano le TUE (del giocatore) possibilità di avere voce in capitolo, ma cambia tutto quello che puoi fare.
AiPS - Sei un debole impiegato e in un vicolo di notte ti assalgono 5 teppisti. Non hai armi con te. Hai possibilità di mettere un conflitto per farli scappare spaventati? O per ucciderli?
E invece la stessa identica scena non cambierebbe radicalmente se tu fossi armato di una pistola?
Non cambierebbe radicalmente se tu fossi zoppo e disarmato? Potresti scappare? Certo, ancora si, ma di sicuro non a piedi. ^^
E se tu fossi capace di generare esplosioni e invulnerabile le poste possibili non sarebbero diverse?
LA FICTION È INDISPENSABILE, anche se qualche volta le gente se ne scorda e crede che "
anche se è fatta di fuoco ed esplode se non fa 10d6 non è un'Esplosione di Fuoco".