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Coerenza con la Fiction - Regole e Giocatori
Vittorio Del Bianco - [Lord Zero]:
--- Citazione ---[cite]Autore: Antonio[/cite]secondo me molto deriva dal fatto che in un gioco tradizionale giochi di solito molto competitivo verso gli altri (soprattutto in D&D) .... famoso è il filmatino con il ladro che fa attacco di opportunità con la ballista perché non viene vietato da regolamento
--- Termina citazione ---
Infatti è proprio questo il punto. Il tradizionale deriva dal wargame e ne incorpora meccaniche e spirito, tanto che è facilmente avvertibile lo stacco tra il "gdr" e il "gioco vero" quando si gioca a D&D e simili. :-)
Parlare di fiction e coerenza in ambito tradizionale è come sparare sulla croce rossa... nei gdr moderni questi problemi non si pongono se non come riflessi condizionati dalle abitudini del passato: un principiante assoluto del gdr non si porrà nemmeno il problema (constatato personalmente sul campo). I soli che staranno a dibattere se è giusto o sbagliato che una persona zoppa possa fare certe cose altrimenti diventa sbilanciato, sono coloro che ancora faticano a superare i danni da parpuzio accumulati negli anni.
Come anche questa cosa dell'autolimitarsi... ci si autolimita quando i giochi sono fatti male e se si spinge sull'acceleratore si rompe tutto! :-)
Superiamo questa cosa: non dovrebbe mai passare il messaggio che per giocare ad in gioco è necessario autolimitarsi altrimenti non funziona (compreso il fatto che la fiction si "rompe"): era vero in passato (in particolare per il master, che doveva autolimitarsi come pochi), ma oggi il problema vero è proprio il contrario! ;-)
Moreno Roncucci:
--- Citazione ---[cite]Autore: IacopoBenigni[/cite]
--- Citazione ---[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite][p]"l'approvazione collettiva" è il MALE. Fa rientrare dalla finestra quei meccanismi sociali storti di "branco" con "giocatori dominanti" che si era cercato di togliere insieme alla regola zero. NESSUN gioco funzionale la usa (la fan mail in AiPS è data individualmente, il veto in CnV è individuale, in Sporchi Segreti un obiezione è accolta con un solo voto a favore, in Trollbabe la cosa è detta in maniera esplicita e spiegata molto bene: non ci si deve accordare, ciascuno deve fare quello che vuole)[/p]
--- Termina citazione ---
[p]Secondo te c'è una differenza tra approvazione collettiva come l'hai descritta poco sopra e una decisione collettiva come per esempio la regola del framing TUTTINSIEME delle scene di gruppo de Il Gusto del Delitto? Non sono sicuro di essermi spiegato bene quello che voglio sapere è se si è scoperto perchè una funziona in un GDR e l'altra no. Mi riservo di fare domande aggiuntive se avrai voglia e tempo di rispondermi ;) . C'è anche l'ipotesi che io abbia letto male il manualino de "Il gusto del delitto".[/p]
--- Termina citazione ---
Infatti, il framing nel gusto del delitto non è collettivo.
Esempio di framing collettivo:
"ragazzi, cosa facciamo succedere adesso?"
"facciamo che incontro Lady Elisabeth al mercato?"
"ma che idee! Vuoi farci perdere tempo per stè cazzate?"
"... OK, avete ragione voi, iniziamo dal dungeon..."
Esempio di Framing de Il Gusto del delitto:
Da REGOLAMENTO: si inizia in un ambiente della casa. Quale, è irrilevante. Si tira su una tabella o se sceglie a caso, tanto è solo Colore, e NON è il framing. E' il palcoscenico.
Ora inizia il framing:
"io entro stirandomi e dico "che bellissima giornata"
"io leggo il giornale e sbuffo "oggi pomeriggio pioverà"
"Io intanto servo il tè, in rigoroso silenzio"
"io arrivo dal giordino, con i piedi sporchi di fango"
Stesso esempio, ma con approvazione collettiva:
"posso entrare e dire che è una bellissima giornata?"
"no, per me piove"
"... OK, piove..."
C'è un esempio di Vincent Baker sul fatto che esiste SEMPRE un sistema per stabilire cosa entra o viene modificato nell'esplorazione.
A dice: "Immaginate che sul tavolo, ci sia un vasetto di pesche sciroppate"
Ariele Agostini:
--- Citazione ---[cite]Autore: vonpaulus[/cite][p]Siccome a me piacciono i conflitti dirò che il modo migliore per far rientrare una situazione in fiction è quella di avere una regola per cui l'antagonista sfrutta la tua situazione a suo vantaggio, come il tag o il compel degli aspetti in fate o l'uso delle conseguenze in covenant.
Avrei preferito che anche AIPS avesse una regola di approvazione collettiva piuttosto che un consiglio ad autolimitarsi nell'uso dei Traits.[/p][p]salut
PAOLO[/p]
--- Termina citazione ---
Credo ci sia una terza via, per AIPS. Considerando anche il TIPO di fiction che tende a ricreare, che è molto più regolamentata da regole esterne al gioco (ovvero l'estetica e le strutture narrative di un telefilm) per come la vedo io se dovessi giocare un infortunio o un handicap fisico di qualche tipo e volessi che fosse importante.... lo metterei nei miei tratti. In questo modo avrei ottenuto entrambe le cose. E avrei anche un tema in più da sviluppare durante la serie, o anche soltanto durante la singola stagione: nulla vieta a fine stagione di cambiarlo con qualcosa di diverso, anche e soprattutto se parte delle tue trame sono state rivolte al superamento di questo handicap, o se valuti che il suo impatto sulla storia sia scemato, o anche solo che non lo reputi più interessante da approfondire e vuoi concentrarti su altro. Chiaro che la cosa va a riflettersi "al contrario", un po' come mettere il famoso "Sono cieco, ma il Signore guida la mia mano: 3d10" in Cani... però intanto c'è, e peso ne ha eccome!
O ho frainteso?
Mattia Bulgarelli:
@Paolo & Ariele: riguardo AiPS, l'uso dei Tratti raramente è un problema, nel senso che, anche nei casi dubbi, anche se il giocatore dice "lo uso" non si va a rovinare nulla.
Anzi, è un metodo per dare nuovi significati allo stesso Tratto... che è poi parente stretto (o la stessa cosa?) di quello che dice Ariele.
Semrpe come dice Ariele, se ho ben capito, rramente in AiPS i 3 Tratti saranno completamente fuori tema, un po' per il Pitch, un po' perché i giocatori creeranno scene in cui sanno di poter usare quei Tratti, un po' perché i Tratti migliori per AiPS sono ampi (cfr. manuale: non mettere "forte", metti "culturista").
Le volte in cui il giocatore si auto-limita nell'uso dei Tratti è perché proprio non c'entrano nulla, perché sarebbero una bruttura, al punto che è LUI GIOCATORE a dire "ma no, che c'entra".
Mirko Pellicioni:
L'auto limitazione va vista in una chiave matura di contributo alla fiction, non in una mera limitazione delle proprie possibilità.
Infatti ho visto spesso che giocatori tradzionali sbroccano nelle prime partite di The Pool in una vera e propria sbronza di libertà.
Così abituati a chiedere "permesso" nel fare le cose si trovano inizialmente spaesati nel non avere più la "mamma" che li controlla e quindi si mettono a fare le più grosse scemate che gli passano per la mente.
dura però poco, poi ci si rende conto che non è divertente "leggere di nascosto il giornale alla fantozzi" se non sei controllato!!!!!!!
Allora scatta una maturità di gioco che ti porta appunto a fare scelte sensate con la fiction e con il personaggio, appunto ti limiti alle condizioni e alle azioni che "ci stanno bene!"
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