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Kagematsu: che esperienze di gioco da?

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Matteo Stendardi Turini:
Io l'ho giocato una volta, a Lucca (Kagematsu: Lavinia).

Prima di provarlo ero molto interessato, forse per l'hype che si era creato; non sapevo granché del gioco, se non che una ragazza prendesse le parti del samurai e gli altri delle donne del villaggio, e queste ultime dovessero cercare di sedurre il samurai e potessero accumulare punti di Amore o di Pietà a seconda di come la ragazza giudicasse gli approcci dei personaggi nei confronti di Kagematsu.

Il gioco sembra un orologio: ogni singola meccanica va al suo posto a meraviglia.
Ha solamente due aspetti che non mi hanno fatto una buona impressione:

- la giocatrice di Kagematsu lancia i dadi dietro uno schermo: per quanto funzionale come meccanica (lo è davvero!), il mio passato da giocatore di Ad&d mi ha portato a sentirmi un po' a disagio (nonostante il fatto che, sicuramente, non dubitassi di Lavinia).

- l'assegnazione dei punti di Amore e Pietà: è una meccanica fantastica. Veramente, secondo me è geniale: una persona giudica il modo di aprrocciarsi del tuo personaggio al proprio in base al suo gusto soggettivo; ti senti veramente sotto giudizio.
L'unico problema è che, anche se poi nella realtà non era sicuramente così, durante il gioco ho sentito come se il giudizio fosse più legato alla creazione della scena che all'approccio in sé, e quindi mi sentivo spinto a creare una scena per cercare di "compiacere il master" (ossia la giocatrice di Kagematsu), e non a giocare semplicemente il personaggio con tranquillità. Anche se poi, invece, ho creato scene che piacevano a me, avevo la netta impressione che i punti di Amore o di Pietà potessero essere distribuiti più in base alla riuscita della scena che all'approccio (non che Lavinia l'abbia fatto, ripeto; è solo la sensazione che ho avuto durante la partita).

Per una valutazione del gioco in sé, credo che l'AP di triex sia perfetto. Se sei amante di determinati tipi di situazioni - e nello specifico del "gioco della seduzione", come lo chiama triex - allora Kagematsu ti farà impazzire.
Personalmente, quello è un "gioco" che non mi attira nemmeno nella realtà; a fine partita (anche se non l'ho completata del tutto), ho pensato: "Bel sistema, ma non mi interessa."

Ezio:
Io porto un po' di AP.

Come dice il Vellu (con cui ho giocato entrambe le partite che descrive) il gioco ti mette sulla graticola. Personalmente in entrambe le partite che ho giocato ho sentito enormemente la rivalità con le altre Donne.
Nella prima tenevo abbastanza a Kagematsu, giocato da Claudia, e ho sentito un moto di gelosia schietta nei confronti del Vellu quando il ronin si è rotolato nel fieno con la sua donna piuttosto che con la mia, che amava. Ero immedesimato nel personaggio, tenevo molto al suo successo, ero in piena modalità "gioco passionale" e... dio se ha bruciato essere traditi così! L'ho sentito proprio!
Nella seconda odiavo profondamente il Kagematsu della Katia, anche se lo rispettavo. Questo ha reso sempre più difficile approcciarlo, tanto che non ho neppure osato arrivare ai gesti più elevati. D'altro canto odiavo il personaggio della Lavinia più di Kagematsu (eravamo letteralmente all'opposto) e nell'ultima scena, che è stata assieme, ho letteralmente fumato dalla rabbia. Credo che chi era al tavolo abbia letteralmente visto la mia emozione in quel momento.
La Donna di Lavinia, una miko, ha detto una serie di cose che hanno fatto balenare nella mia immaginazione, immediatamente, l'immagine della mia Donna, una bushi, che ballava nuda attorno al tempio in fiamme... con la sua sacerdotessa dentro, è ovvio. Così, d'istinto. Hanno dovuto richiamarmi per farmi notare che le scene non sono donna vs donna, ma donna vs Kagematsu. Questo ha aggiunto all'intensità, dato che la mia unica arma per farla pagare a quella stronza bionda della miko era passare attraverso quella merda di samurai...

Il continuo tira e molla, la continua incertezza del gioco (si, Kagematsu ha detto adesso di amarmi, ma fra una scena, magari, lo dice anche all'altra, e con lei va a letto!) ti porta a livelli di tensione notevoli, se sei disposto a metterti davvero in gioco e non ti limiti a tirare freddamente dadi.

Facciamo un passo avanti:

Ultima scena della partita con la Katia, dopo che la miko si era defilata. La mia nobile parte per tentare di strappare la promessa. La Katia tira e dice che non ci sono riuscito. A questo punto mi faccio coinvolgere in una spirale discendente di atti di disperazione. Arrivo a puntare la mia lancia al ventre di Kagematsu, il seno scoperto e le lacrime agli occhi.
Ogni volta che tiro un dado mi dico che è la volta buona, che quest'ultima umiliazione avrà l'effetto desiderato. Ogni singola volta, e ogni singola volta la Katia alza gli occhi e mi dice che non basta.
ARGH!!!! ODIO!
Alla fine ce la faccio. Sto praticamente strisciando ma ce la faccio. Kagematsu combatterà la Minaccia. Ho perso l'onore ma non ho compromesso col mio desiderio di difendere il villaggio a tutti i costi.

E' stata una scena molto intensa, che ho sentito moltissimo, che mi ha fatto battere il cuore.
Se avessi saputo, fin dall'inizio, a quale valore dovevo puntare, anche approssimativamente, ovvero se i dadi fossero stati scoperti, non avrei MAI osato tanto. Non mi sarei MAI fatto risucchiare in quella spirale discendente di umiliazione continuamente alimentata dalla speranza.
Inutile dire che la scena sarebbe venuta molto più loffia e non avrebbe portato un frammento di quell'emozione che invece ha portato.


--- Citazione ---[cite]Autore: Antonio[/cite]ultima: non ho capito la storia di chi ha paura più alta fa la scena.... quindi se uno rimane con paura alta monopolizza le scene fino a che la paura scende?
--- Termina citazione ---


Non è esattamente così. Se due donne vogliono chiamare contemporaneamente una scena ha la precedenza quella con la Paura più alta.
Se questa regola viene usata per monopolizzare le scene o interviene Kagematsu (che se ricordo bene ha la precedenza, nel framing, sulle Donne) oppure... cambia giocatore. Quello è uno che non vuole giocare, vuole solo fare il bullo.

Antonio Caciolli:
leggerò l'AP, grazie delle info e dei commenti che non mi erano minimamente passati leggendo il manuale (forse colpevole il mio immedesimarmi nel giocare un kagematsu con la mia mente maschilista "tette tette culo culo tira dado fai successo"

infatti ho chiesto preventivamente opinioni da chi lo avesse giocato. sfortunatamente non si riesce a provare tutto sempre e prima di rovinare una serata volevo capire meglio alcune cose (per rispondere a Tazio)

torno a ripetere però che gli esempi del manuale sono un po': bene voglio quel segno ... ok facciamo una scena in cui mi comporto così e cosa e poi tiriamo.

boh ovvio che amore e pietà sono differenti, ma molto di più nell'accezione di premio o non premio per il giocatore che mi ha fatto più "mettere aggettivo che si preferisce per rappresentare il metro di giudizio per assegnare pietà o amore" e questo mi piace pochino per adesso

ora  corro a leggere l'AP (quindi magari poi modifico il post :P)

cross post con Ezio

Ezio:
E io sono in crosspost con Matteo.
Rispondo a lui per una cosa, e preferisco fare un post separato.


--- Citazione ---[cite]Autore: Matteo Turini[/cite]L'unico problema è che, anche se poi nella realtà non era sicuramente così, durante il gioco ho sentito come se il giudizio fosse più legato alla creazione della scena che all'approccio in sé, e quindi mi sentivo spinto a creare una scena per cercare di "compiacere il master" (ossia la giocatrice di Kagematsu), e non a giocare semplicemente il personaggio con tranquillità.
--- Termina citazione ---


E che problema c'è? ;-)
L'idea del gioco è proprio quella. O, meglio, l'idea del gioco è di forzarti la mano, è di metterti in una situazione in cui, probabilmente, non vorresti essere.
Ti crei la tua donna senza sapere chi è Kagematsu e come verrà giocato. Bene. Se risultate compatibili è un terno al lotto (ma tanto rimangono i dadi a movimentare la situazione). Se non risultate compatibili inizia la vera tensione. Sei costretto a comportarti in maniera "innaturale", a forzare i tuoi comportamenti per compiacere il samurai che è appena arrivato in città.
Ne vale la pena?
Fin dove sarai disposto a spingerti, a tradire te stesso, pur di salvare il tuo villaggio?

Tu non sai cosa vuole Kagematsu, non sai quali sono i suoi metri di giudizio. Devi, per forza, sbilanciarti. Da quanto sei disposto a sbilanciarti nasce la storia e la sua premessa.

EDIT: Ah, mi sono scordato di dare ad Antonio il consiglio più importante.
GIOCA!
POI fatti venire i dubbi. Il gioco può incuriosirti o meno. Se ti incuriosisce (perché il colore ti piace, perché te ne hanno parlato, perché una prova la si concede a tutti...) giocalo. POI fatti venire questi dubbi così specifici e trovati da solo la tua risposta ;-)
E' davvero abbastanza inutile starne a parlare senza che tu abbia provato.

Antonio Caciolli:
la regola delle scene l'avevo capita proprio male
grazie delle delucidazioni

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