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[inglese] Sul parlare di teoria al tavolo...

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Mauro:
Posso portare un AP: l'altro ieri sera, Grey Ranks.
La missione era di liberare dei bambini presi in ostaggio in una scuola.
La squadra entra nella scuola tramite un passaggio; nella mia scena, dovevo causare una qualche catastrofe; narro che aspetto che non ci siano rumori fuori dalla porta, la apro, controllo che il corridoio sia libero, faccio cenno agli altri di avanzare e mi metto nel corridoio a fare da palo.
Ora: le informazioni pubbliche sul mio personaggo erano che aveva una fede molto forte, che tendenzialmente si sarebbe comportata da fanatica, che per la situazione emotiva rischiava di sacrificarsi come martire e che doveva causare un disastro; a questo punto, ho fatto notare una cosa: fossi stato negli altri, avrei fatto arrivare un soldato tedesco. Facile che, vista la situazione del mio PG, la mia risposta sarebbe stata in qualche modo eccessiva (sparargli, attaccarlo in corpo a corpo, ecc.); questo avrebbe potuto causare la morte di uno dei nostri, magari per la reazione del tedesco, cosa che avrebbe incasinato ancora di piú il mio personaggio (povera :( ).
È seguita una breve discussione sul "Ma quanto dobbiamo pestare duro?", in cui io ho detto che, per quanto mi riguarda, potevano andarci pesante quanto gli veniva, perché piú fa male meglio è, perché trovo che giochi come Grey Ranks vengano meglio quando colpiscono sul personale, quando mettono il giocatore di fronte a scelte difficili, quando toccano l'emotività del giocatore.

Dovessi dire qui le stesse cose? Trovo che i giochi narrativisti vengano meglio quando le scelte toccano il giocatore, quando sono giocati con passione (nel senso del play passionately di Burneko).
Lo avessi detto cosí al tavolo? Sarei ancora lí a spiegare cos'è una CA, cos'è "narrativismo", perché in realtà un gioco non è narrativista, cosa vuol dire "giocare con passione".

vonpaulus:
siamo tutti amici da tempo e condividiamo differenti esperienze (tipo la rievocazione storica).
In realtà non saltano mai fuori problemi di relazione tra le persone ma solo di preferenze sul gioco/modo di giocare o sul color.
Forse sottovaluto, per inesperienza, la situazione "problemi al tavolo".

E poi si siamo molto maturi (nel senso di vecchi) SIC :)

Mauro:
Non è questione (solo) di maturità: parlare di CA, di narrativismo, ecc., presuppone una conoscenza della teoria (altrimenti si spiega quella invece di affrontare la questione sorta al tavolo), un interesse verso di essa (altrimenti alla seconda volta che sento "CA" inizio a sbadigliare) e l'accettare che, almeno a livello di possibilità, possa essere vera (altrimenti contesterò i concetti della teoria, invece di discutere la questione sorta al tavolo; non per fare casino, ma perché se considero falsa una cosa che motivo ho di discutere basandomi su di essa?).
Se invece parafraso quei concetti, aggiro direttamente tutti quei problemi.
La teoria fornisce un insieme di strumenti e una terminologia utili a studiare l'oggetto e a parlarne in maniera sintetica tra persone che la conoscano; non è detto che al tavolo questo sia vero per tutti, né è detto che la profondità permessa dalla teoria sia adeguata a discutere ogni situazione che si presenti.

vonpaulus:
Ci ho pensato un pò su e devo rivedere un poco la mia posizione. In effetti la Teoria è uno strumento troppo complesso per la sua introduzione a "crisi in corso" in quel caso occorrono metodi più diretti.
Ma in fase di debriefing e di tavolo "out of game" rimane uno strumento utile per comprendere, e quindi affrontare il problemi al tavolo ed in particolar modo quelli ricorrenti.

Paolo

Matteo Suppo:
Beh è l'opinione un po' di tutti.

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