Scusate, ma se conosco Mario lo stiamo fraintendendo già da un po': lui, a parer mio, intende dire che in matematica quando un argomento è esaurito esso è esaurito, e non c'è direzione sensata in cui un trattato si possa ampliare. Al contrario, è mio parere di storico orientalista che, nelle discipline umanistiche che più tratto come nelle altre di cui semplicemente mi diletto, ogni trattato (tesi, articolo, saggio) sia sempre il risultato di una mediazione pragmatica e spesso dolorosa fra l'immensa varietà di argomenti potenzialmente trattabile, la sconfinata profondità potenzialmente raggiungibile, e invece i limiti oggettivi del tempo e del conto pagine a disposizione. Ma questo, forse, è proprio di tutte la materie tranne la matematica? In ogni materia della quale mi ritengo sufficientemente competente da leggere un trattato, comunque, ne sono certo: non vi è argomento che possa umanamente essere "esaurito".