Autore Topic: [link][inglese] Alcuni dati di vendita  (Letto 6664 volte)

Moreno Roncucci

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[link][inglese] Alcuni dati di vendita
« il: 2010-09-01 07:57:34 »
In questo thread di rpg.net sono stati postati diversi dati di vendita di gdr nel corso degli anni
http://forum.rpg.net/showthread.php?t=534443

Sono tutti da prendere con le molle (nel thread c'è già stata una lite su numeri definiti "sciocchezze") ma danno un idea di quanto il gdr "tradizionale" sia in crisi. (non che il gdr indie stia vendendo sfracelli, ma insomma, se devo cercarmi un editore e dividere con lui i guadagni per vendere 200 copue in più....)

Come pietra di paragone, Burning Wheel ha passato da poco le 7000 copie della versione "revised", e My Life With Master, pur essendo venduto solo direttamente da Czege (non è mai stato distribuito da IPR nè da nessun altro) ha passato le 1500 copie nel 2008
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« Risposta #1 il: 2010-09-09 21:22:58 »
Diaspora, in un anno, ha toccato le 1500.

Ferruccio A.C.

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« Risposta #2 il: 2010-09-10 10:39:49 »
Dresden files RPG è già in ristampa con 5000 copie vendute dalla sua uscita avvenuta il 23 di giugno ad Origins(beh d'altra parte è veramente un gioco con le palle quadridimensionali)

Kagura

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« Risposta #3 il: 2010-09-10 13:30:35 »
Concordo con Mr Sick, Dresden é davvero un bel giocone :)
I dati di vendita si riferiscono alla prima stampa o sono comprensivi di eventuali ristampe?

giullina

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« Risposta #4 il: 2010-09-10 15:04:44 »
Se non ricordo male la prima stampa era da 5000 copie per volume.
Questi i dati di vendita Evil Hat aggiornati a Luglio: http://www.deadlyfredly.com/2010/07/evil-hat-sales-numbers-q2-2010/
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Moreno Roncucci

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« Risposta #5 il: 2010-09-10 15:58:48 »
La Evil Hat con Dresden Files (una serie con un sacco di fans negli USA) è ormai uscita dall'ambito "Indie" ed è diventata una realtà nota anche nei circuiti distributivi classici dei gdr. Anche come casa editrice ormai non è più molto definibile "indie" (che, ricordo, è un termine relativo all'autopubblicazione, non al contenuto, e si applica. ad essere rigorosi, al gioco e non alla casa editrice. Dresden non è Indie). D'altronde loro stessi non si definivano "Indie" ma "small press" (che ha meno connotazioni "rivoluzionarie" e si riferisce solo al fatto che la casa editrice è (ancora) piccola)

Non è una distinzione di lana caprina: il dubbio è "quanto può arrivare a vendere un gdr autoprodotto"? Se non è più autoprodotto, diventa "quanto può arrivare a vendere un gdr di un piccolo editore"? Che è una domanda diversa...
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giullina

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« Risposta #6 il: 2010-09-10 16:46:34 »
non sono d'accordo: se il discrimine per la definizione "indie" è l'autopubblicazione, Evil Hat ci rientra a pieno: il gioco è (c) Evil Hat, scritto da Hicks, Donoghue e Balsera; il materiale riferito ai Dresden Files è (c) Jim Butcher, ma il gioco è proprietà intellettuale della compagnia composta dagli stessi autori. Fred raccontava dell'essere andato personalmente in banca a chiedere un prestito per la stampa.
Il confronto con Mouse Guard RPG, pubblicato da Archaia su licenza di Crane, è impressionante in termini di controllo del processo.

Tutto questo non ha nulla a che fare con il fatto che gli Evil Hatters non siano grandi fan del termine indie, perché ce ne sono almeno sette definizioni diverse; secondo la definizione che ne dai qui sopra, rientrano, e non ha nulla a che fare con la quantità di copie vendute.

(per assurdo io concordo con la definizione indie = autoprodotto e li considero indie anche se loro non si vedono tali :D)
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Ferruccio A.C.

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« Risposta #7 il: 2010-09-10 17:20:45 »
Ops ... doveva essere un whisper. mi cancellate questo intervento per favore? :)
« Ultima modifica: 2010-09-10 17:30:53 da Mr Sick »

Emanuele Borio

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« Risposta #8 il: 2010-09-10 19:23:54 »
Citazione
[cite]Autore: Mr Sick[/cite][p]Ops ... doveva essere un whisper. mi cancellate questo intervento per favore? :)[/p]

Basta che lo rendi whisper cliccando su modifica e poi inserendo il nome della persona a cui lo dovevi inviare nell'area Whisper :D
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Moreno Roncucci

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« Risposta #9 il: 2010-09-10 20:10:39 »
@Giulia :  Oops! Sono andato cercare il thread dove mi pareva di aver letto questa cosa di Dresden Files, e in effetti Fred Hiks lì dice una cosa diversa:

As to Evil Hat's indieness, I feel I need to say that we have rarely made a claim to the indie label without others first applying it to us. I don't know that I, at least, have often felt truly a "part of" any sort of indie scene. For years, Chad Underkoffler and I have joked about our stuff being "too indie for the mainstream, too mainstream for indie", and I think that's continued to be the case. We aren't indie; we aren't trad; we aren't mainstream; we're Evil Hat. Period.

Honestly, the cyclical nature of this topic just upholds how truly ridiculous the "indie" label is, and how little control the indie community actually has over what the label means any more. The market has taken over ownership of the term, and that means the market decides what indie means anymore, at least in a commercial, "man on the street" sense.


Non concordo con lui sul termine "indie" (per me rappresenta una differenziazione sostanziale, una diversa maniera di concepire il gdr non tanto come tipo di regole ma come tipo di attività), ma è vero che quii rifiuta solo il termine, non dice nulla sul fatto che Dresden Files lo sia oggettivamente o no.  Grazie per la correzione.
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vonpaulus

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« Risposta #10 il: 2010-09-13 12:06:52 »
ma quando vendono i "big guys"?
giusto per un confronto.

i giochi finora citati sono tutti "small press".
Quanto al termine "indie" o in generale alla definizione di "indipendente" trovo che normalmente, nella musica, nei giochi, nella politica, venga autoassegnata per figheggiare un pò.

saluti
PAOLO

Moreno Roncucci

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« Risposta #11 il: 2010-09-13 15:35:12 »
Citazione
[cite]Autore: vonpaulus[/cite]ma quando vendono i "big guys"?
giusto per un confronto.


Ne parla proprio il thread di rpg.nt di cui ho messo il link nel primo post. Quelle informazioni sulle vendite dei cosiddetti "big guys" è proprio la base di partenza del thread.

Citazione
[cite]Autore: vonpaulus[/cite]i giochi finora citati sono tutti "small press".


Se non hai letto il thread che dà origine a questa discussione... beh, è ovvio, si sta parlando di questi in rapporto a quelli.

Se l'hai invece letta, credo che le scarsissime vendite citate (a confronto di una certa immagine un po' falsa che si cerca di spacciare di "grandi siccessi di vendita" per giochi mainstream dalle vendite men che modeste) ti abbia tratto in inganno: quelle citate non sono edizioni "small press", sono "big league", nel mondo dei gdr. Non vedi la differenza nelle vendite? Beh, è il punto del thread...  :-)

Citazione
[cite]Autore: vonpaulus[/cite]Quanto al termine "indie" o in generale alla definizione di "indipendente" trovo che normalmente, nella musica, nei giochi, nella politica, venga autoassegnata per figheggiare un pò.


Questa è un po' una trollata, visto che, a differenza di musica, giochi, politica, etc, per i gdr indie esiste una definizione precisa, efficace, oggettiva, che dipende da dati di fatto verificabili e non da "impressioni" o "immagini".

Poi, che un sacco di gente decida COSCIENTEMENTE (o perchè non la conosce) di non usarla, portando questa confusione anche nel mondo dei gdr, è un problema di chiarezza espositiva. Basta specificare "sto usando la definizione esatta e precisa" o "sto decidendo di non usare la definizione precisa per fare confusione" e tutto è più chiaro.
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« Risposta #12 il: 2010-09-13 16:49:13 »
Si ma in quel topic non vedo la possibilità di ricavare dati certi sul mercato attuale.

Le uniche informazioni che ricavo sono

1) è vero che dal 1995 magic e simili hanno dato una forte mazzata al mercato dei GDR
2) negli ultimi 5, forse 10 anni, c'è stata una contrazione del mercato per i "big sellers", quando grande non c'è modo di saperlo se non in modo indiretto

Nota alla due: c'è chi dice che semplicemente la domanda si sia distribuita su più giochi (e quindi si compra lo stesso numero di librini e scatoloni di prima, ma adesso si comprano più giochi e meno "espansioni") oppure le risorse vengono impiegate più per partecipare alle CON (che in qualche modo costa parteciparvi) che non  nell'acquisto di cose; c'è chi dice che questo dipende da fattori interni ovvero meno gente interessata ai GDR chi a fattori esterni (crisi economica, invasion di alieni, il terrorismo islamico eccetera :) ) oppure che non sia proprio vero e che quindi la quantità di soldi spesi per i giochi è aumentata, ma si è distribuita.


Detto questo posso affermare che non ci ho capito una mazza ^^
« Ultima modifica: 2010-09-13 16:50:41 da IacopoBenigni »

vonpaulus

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« Risposta #13 il: 2010-09-14 11:14:04 »
Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]Questa è un po' una trollata, visto che, a differenza di musica, giochi, politica, etc, per i gdr indie esiste una definizione precisa, efficace, oggettiva, che dipende da dati di fatto verificabili e non da "impressioni" o "immagini".


Questa definizione non è condivisa. E' stata creata da chi poi l'ha utilizzata su se stesso. Creata in modo da esserne parte e da escluderne altri. Cioè da asserire una corrispondenza biunivoca Forge/Indie. Probabilmente se chiedi ad un musicista dell'Isola99 ti darà anch'egli una definizione precisa e chiara, ma non condivisa, di musica indipendente che crea una corrispondenza biunivoca indie/centri sociali.

Per quanto riguarda i giochi In particolare è dibattuto il fatto che il l'autore/editore debba anche essere distributore del prodotto per potere essere giudicato Indie. Infatti molte persone ritengono che nel processo di distribuzione non intervengano aspetti di tipo culturale che possano determinare una mancanza di controllo del prodotto da parte dell'autore.

Inoltre credo che per fatturati inferiori ai 100.000 dollari l'anno la definizione di indie sia praticamente automatica. Perché con il 50% di spese (tra tasse, stampe etc) avanzano due stipendi puliti che è quello che corrisponde a far lavorare marito e moglie.
A meno di voler confondere Indie con Amatoriale.

Aggiungo comunque che sono d'accordo con te che il gdr tradizionale sia in crisi e molto di più di quello innovativo.
Questo deriva secondo me dal fatto che il ruolo di un master tradizionale (incluso la regola-zero ed il system-zero) possono essere facilmente sostituiti da un computer e da una ambientazione on-line.
Si tratta comunque di giochi in cui, il giocatore è abituato a sbattere il naso contro porte chiuse non apribili e passaggi obbligati. Il grado di libertà ai giocatori è minimo e l'improvvisazione nulla. Quindi non serve un IA per sostituire il master.

Nei giochi di nuova generazione, che pure piacciono a pochi per ragioni altrove discusse, il grado di libertà ed improvvisazione insiti nel gioco non lo rendono gestibili da una Intelligenza elettronica ma si ha ancora la necessità della creatività biologica.

Riguardo invece ai piccoli e grandi considero grandi solo D&D, (forse) Pathfinder e Warhammer e mi sarebbero piaciuti i dati di vendita di questi prodotti (tipo quelli della FF). Ma nel tread ho trovato solo i dati degli anni 80.
« Ultima modifica: 2010-09-14 11:34:26 da vonpaulus »

Ezio

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« Risposta #14 il: 2010-09-14 11:49:25 »
Citazione
[cite]Autore: vonpaulus[/cite]E' stata creata da chi poi l'ha utilizzata su se stesso. Creata in modo da esserne parte e da escluderne altri. Cioè da asserire una corrispondenza biunivoca Forge/Indie


Questo presupposto, da cui parti, è falso.
Indie, nella definizione forgita, significa autoprodotto di cui l'autore conserva i diritti e di cui percepisce direttamente ogni guadagno.
Non c'entra nulla con The Forge o altro.

Ti sembra che il Buon Bob Grassi sia un'autore forgita? A me no, eppure è un'autore indipendente a tutti gli effetti.
Just because I give you advice it doesn't mean I know more than you, it just means I've done more stupid shit.

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