Autore Topic: [link][inglese] Alcuni dati di vendita  (Letto 9936 volte)

vonpaulus

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[link][inglese] Alcuni dati di vendita
« Risposta #30 il: 2010-09-16 14:32:54 »
Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]
Citazione
[cite]Autore: vonpaulus[/cite][p]Tornando alle definizioni, trovo strano riferirsi all'indipendenza di un gioco e non di un autore. Se dipendi da qualcuno per un interesse (es. distribuzione del gioco) è difficile che questo non riesca a condizionarti anche su altri interessi (altri giochi). Si sviluppa un rapporto di forze tra professionisti in cui ciascuno opera nel proprio interesse ma in cui l'indipendenza è ormai subordinata al calcolo economico.[/p]
[p]Quindi, se una volta in vita tua ha pubblicato un articolo su un gdr, non potrai MAI PIU' essere "indie"?[/p][p]Vallo a dire a Greg Stolze o a John Wick!  :-)[/p][p]E' come dire che, nel campo dei fumetti, Frank Miller non potrà mai fare fumetti indie perchè ha fatto in passato Daredevil.  O che tutti i fumetti indie fatti da Winick cessano di essere indie perchè dopo ha fatto Green Lantern...[/p][p]In realtà, il fatto che "indie" sia l'opera specifica e non l'autore (se non come "autore di questo fumetto/gdr indie) è normalissimo. Sarebbe strampalato il contrario.[/p]
Citazione
[cite]Autore: vonpaulus[/cite][p]D&D è stato indipendente per pochissimo, tipo tre anni,[/p]
[p]Nemmeno. Gygax aveva il 33%, non controllava la società nemmeno all'inizio. D&D non è mai stato indie. Ed inoltre, bisogna vedere quanto c'era di Arneson nel manuale...[/p]
Citazione
[cite]Autore: vonpaulus[/cite][p]comunque si. Gurps lo è ancora adesso[/p]
[p]Ah. quindi tutti quelli che scrivono per GURPS si autopubblicano e possono decidere in libertà formato, distribuzione e prezzo? Ma guarda, non lo sapevo...[/p][p]Sinceramente, ti invito a rileggerti questo con più attenzione:
Definition of Indie RPGs[/p][p]Se poi vogliamo metterci a discutere "indie sì, indie no" è meglio andare in altro thread.[/p]


Le espansioni no ma il manuale base di Gurps si che è indie.
Altrimenti per qualsiasi gioco basterebbe un qualsiasi contributo da parte di autore diverso dal creatore editore che il gioco sarebbe Small-Press
Altrimenti anche Burning dovrenne essere considerato non indie a causa dei significativi contributi accreditati a Thor e Drozdal sulla wiki.

Ron dice:
1. Independent = self-published, creator-owned

Se il publisher/creator si avvale successivamente di collaboratori si perde lo status di Indie? me lo sono perso

Comunque resto della mia idea che indipendenti lo sì è come persone e non come prodotti perché gli interessi economici si intrecciano ed una volta che uno mi tiene con le palle inchiodate su un prodotto non morto mi tiene in generale inchiodato.

Renato Ramonda

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« Risposta #31 il: 2010-09-16 14:46:55 »
La domanda di fondo e': chi ha il potere decisionale sul futuro del gioco? Chi puo' decidere di metterlo gratis su internet se gli gira? Chi puo' decidere di fare o NON fare una nuova ristampa? Chi ha il potere di decidere sull'uscita o meno di una riedizione, o di un restyling? A chi rimangono i diritti intellettuali sull'opera?

Se la risposta e' "il creatore", allora e' "creator owned".

Aggiungerei che "creator-owned" e "self-published" non sono obbligatoriamente due cose che vanno a braccetto: Swashbucklers of the Seven Skies e' "creator-owned" (i diritti sono di Chad Underkoffler su tutto) ma non e' "self-published" perche' della parte di produzione fisica e delle magagne di marketing, ect, se ne e' occupata EvilHat. Cosi' come per Happy Birthday Robot di Daniel Solis.
« Ultima modifica: 2010-09-16 15:20:08 da renatoram »

Moreno Roncucci

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« Risposta #32 il: 2010-09-17 01:11:25 »
Riportando il thread in topic, ecco un altro punto di vista (e altri dati):
Internet Killed the Tabletop Star
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vonpaulus

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« Risposta #33 il: 2010-09-17 09:59:41 »
Interessanti i dati ma scontate le riflessioni. Siamo in un mondo che cambia ed è normale che i miei giochi di bambino (tipo il Subbuteo) siano sostituiti da giochi elettrici (tipo il fifa 2010).
Oggi ogni forma di informazione ed intrattenimento deve fare i conti con la multimedialità.
E, come ho detto qualche topic fa, i giochi di ruolo in cui il contributo dei giocatori è esclusivamente esecutivo e mai creativo possono già da ora essere gestiti dai server e sono quelli che vedono una migrazione profonda verso i sistemi elettrici. Infatti sono passati sul Pc i Wargame epoi certi tipi di RPG e pian piano arriveranno tutti. Magari fra vent'anni ci saranno IA programmate per i fare i Master di CNV.

Matteo Suppo

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« Risposta #34 il: 2010-09-17 10:03:40 »
Turing non vede l'ora
Volevo scrivere qualcosa di acido ma sono felice :(

Mattia Bulgarelli

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« Risposta #35 il: 2010-09-17 21:58:33 »
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[cite]Autore: triex[/cite][p]Turing non vede l'ora[/p]

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Moreno Roncucci

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« Risposta #36 il: 2010-09-20 01:21:47 »
Jenskot fa una disamina della nuova edizione di D&D (Essential), ma nel corso del thread vengono citate cifre che danno un idea di che successo abbia avuto D&D ai suoi tempi (il massimo boom è del 1983) e di quanto siano calate le vendite oggi...
D&D ESSENTIALS: Is it 4.5? Should I care? What is it?
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vonpaulus

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« Risposta #37 il: 2010-09-20 09:52:55 »
Video killed the radio star . . . .
molti dei giocatori di allora avrebbero tranquillamente giocato si MMORPG al posto di pen and paper se fossero stati disponibili.
Non credo che sia colpa della qualità dei giochi di oggi ma della disponibilità di numerose ed interessanti alternative.

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« Risposta #38 il: 2010-09-20 18:24:28 »
Citazione
[cite]Autore: vonpaulus[/cite]Non credo che sia colpa della qualità dei giochi di oggi ma della disponibilità di numerose ed interessanti alternative.

Vero in parte secondo me.

Vero, perchè tutte le attività ludiche devono fare i conti i videogames, non solo i gdr.

Però c'è da dire che un "certo tipo di gdr" parte già con le gambe spezzate in questa corsa. Il tradizionale  che si basa, come sappiamo, sul physical engine deve fare i conti con un VERO physical engine.. quello implementato e gestito da una macchina.
Il tradizionale offre:
- simulazione di un mondo virtuale mediante algoritmi di pseudofisica
- storie dirette e railrodate da una sola persona
- interazione sociale basata su pressioni
- richiede un master che si sobbarchi queste responsabilità (e nessuno lo vuole fare).

Un videogame offre
- simulazione di un mondo virtuale mediante anche gli stessi algoritmi (si pensi ai gdr per computer costruiti con le regole dei tradizionali) ma in maniera più performante, efficiente e chiara!
- storie predefinite dal designer del gioco (con al massimo qualche bivio per finali più articolati): qui il vantaggio è che non c'è bisogno di un povero pirla che deve passare settimane a preparare la "storia"
- assenza di interazione sociale dal vivo .. e considerando l'alternativa.. cioè le pressioni sociali, la cosa può essere un vantaggio!
- non richiede un master

Oggi, con le nuove tecnologie a disposizione (si vedano gli MMORPG), insistere a fare gdr tradizionali è un suicidio commerciale a mio avviso. L'unica alternativa è puntare su giochi che almeno offrano una interazione sociale sana al tavolo, e che non siano tradizionali. Veri gdr, come CnV, AiPS, Spione, ecc.. sono reali alternative ludiche al videogame: offrono cose che un videogame non può offrire.. e su tutti i punti!
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Rafu

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« Risposta #39 il: 2010-09-20 18:36:59 »
Gente, quella dei videogiochi non è pericolosa concorrenza, è benemerita differenziazione: quanto n miliardi di persone nel mondo giocavano a D&D o consimili, in realtà n-x miliardi fra loro avrebbero voluto, potendo, giocare con dei videogiochi che però al tempo ancora non esistevano. I videogiochi moderni, del resto, sono largamente figli di D&D e anche largamente figli di parpuzio. Ora che siamo rimasti solo noi x a giocare con i gdr, perché gli y=n-x hanno finalmente i loro videogiochi, possiamo finalmente dedicarci a sviluppare altre potenzialità intrinseche del gdr mettendo da parte quelle che sono state già compiutamente sviluppate nei videogiochi.

EDIT: in altre parole, ogni soddisfatto giocatore di WoW è un giocatore che dovremmo essere lieti di non avere più fra le palle noi.
« Ultima modifica: 2010-09-20 18:37:58 da Rafu »

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« Risposta #40 il: 2010-09-20 18:40:52 »
Rafu, parli con profonda saggezza! :-D
Lord Zero - (Domon Number 0)

Mattia Bulgarelli

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« Risposta #41 il: 2010-09-22 10:18:26 »
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vonpaulus

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« Risposta #42 il: 2010-09-22 11:00:20 »
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Niccolò

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« Risposta #43 il: 2010-09-22 15:20:52 »
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[cite]Autore: Rafu[/cite]EDIT: in altre parole, ogni soddisfatto giocatore di WoW è un giocatore che dovremmo esserelietidi non avere più fra le palle noi.


no, è un giocatore che dovrebbe essere LIETO di non averci più tra le palle.

Matteo Suppo

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« Risposta #44 il: 2010-09-22 20:29:22 »
Comunque si può giocare ad entrambe le cose senza dover rinunciare a una qualche identità eh :P
Volevo scrivere qualcosa di acido ma sono felice :(

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