Chiacchieriamo > Generale

Maschio, sfigato e segaiolo? No, grazie.

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Reckall:

--- Citazione ---[cite] Moreno Roncucci:[/cite]
Per andare su un ambito dove hai lavorato...  dire che Corto Maltese, o anche Martin Mystere, o persino Soldino e Nonna Abelarda, non sono manga, è offensivo per i manga?
--- Termina citazione ---


No. Ma se qualcuno dovesse dire "vai a una fiera, ignora i manga e guarda i VERI fumetti" allora si, lo troverei offensivo per i manga.  :roll:


--- Citazione ---[cite] Moreno Roncucci:[/cite]
Ci sarebbero da fare lunghi discorsi sul perchè invece nell'ambito dei gdr molta gente si offende e si considera ingiuriato dalla mera idea che qualcuno possa dire "no, noi non giochiamo/facciamo così"
--- Termina citazione ---


...Tipo "Ci vestiamo da elfi, e la gente che non gioca/fa cosi' porta addirittura gli amici a fare il giro largo perche' ci ritiene esempi offensivi e ingiuriosi verso la loro 'idea'..."


--- Citazione ---[cite] Moreno Roncucci:[/cite]
ma è un discorso lungo che richiederebbe un altro thread...   :?
--- Termina citazione ---


Concordo.

Moreno Roncucci:

--- Citazione ---[cite] Reckall:[/cite]
--- Citazione ---[cite] Moreno Roncucci:[/cite]
Per andare su un ambito dove hai lavorato...  dire che Corto Maltese, o anche Martin Mystere, o persino Soldino e Nonna Abelarda, non sono manga, è offensivo per i manga?
--- Termina citazione ---


No. Ma se qualcuno dovesse dire "vai a una fiera, ignora i manga e guarda i VERI fumetti" allora si, lo troverei offensivo per i manga.  :roll:
--- Termina citazione ---


Vero. Ma per fortuna non ho detto nulla di simile, e la cosa è facilmente verificabile.  8)

Ecco, testuale testuale, SENZA tutti gli "aggiustamenti" che hai fatto ogni volta al quote (per risparmiare preziosissimo spazio sul monitor, indubbiamente...  :twisted: ) nelle tre pagine di questa assurda polemica, quello che ho scritto veramente:


--- Citazione ---[cite] Moreno Roncucci:[/cite]

--- Citazione ---[cite] Rinello:[/cite]
quindi è ovvio che non puoi fare un filmato di presentazione con qualcuno in giacca e cravatta, che esce dall'ufficio, torna a casa dalla sua bellissima moglie e poi... accende la 360 o apre D&D..
perchè sarebbe semplicemente ancora più ridicolo del filmato della wizard!
--- Termina citazione ---



Perchè mai?

Non so, forse ti sembrerà inimmaginabile, ma quella scena (o una variante) è la cronaca delle mie serate di gioco da quasi vent'anni.

Vabbe', la bellissima moglie non è mia (non sono sposato), ma (1) hai dato per scontato che tutti i giocatori siano maschi (in realtà oltre il 50% del mio gruppo di gioco avrebbe semmai marito, non una moglie), e che non possa lavorare in ufficio. Il mio attuale gruppo di gioco comprende la padrona di un agenzia assicurativa e due editori, il mio gruppo precedente comprendeva un regista televisivo che ha lavorato anche per la RAI e con Mike Bongiorno, il suo tecnico del suono che adesso ha una piccola catena di negozi di elettronica, il padrone di un bar, un avvocato e il proprietario di una tenuta agricola con villa antica valutata miliardi. Abbiamo giocato nel soggiorno di quella villa, in altre due ville in montagna, in un bar e in uno studio televisivo, oltre naturalmente nelle case di normale abituazione dei giocatori. Con mariti, mogli, figli e figlie che non vedevano nulla di strano nella "serata di gioco" del padre o della madre con gli amici.

Ed era normalissimo che alcuni venissero a giocare ancora "vestiti da lavoro", in giacca e cravatta, se non avevano il tempo di cambiarsi.

E il mio non era per nulla un gruppo "strano", se vai ad una convention e non ti fai spaventare da quelli in costume da elfo e vai a conoscere la gente VERA che gioca ci trovi professori universitari. professionisti, imprenditori e operai padri di famiglia.
--- Termina citazione ---


Quindi, ricapitolando. Ad una affermazione che sosteneva come "ridicola" l'idea che qualcuno potesse presentare D&D come un gioco a cui gioca gente sposata e che lavora in un ufficio in giacca e cravatta,  io faccio presente che la gente VERA (notare quel "vera" relativo alla GENTE - in contrapposizione alla rappresentazione del filmato WotC - che tu nella tua indignata indignazione da tre pagina sostieni riferirsi ai "veri giocatori") che gioca a D&D, se vai a vedere SENZA FERMARTI ALLA PRIMA IMPRESSIONE VEDENDO COSTUMI DA ELFO, è gente normalissima che lavora in ufficio e si sposa.

Ho detto che invece quelli col costume da Elfo sono come quelli del filmato? No, non ho detto nulla al loro riguardo. Ho detto di vedere cosa c'è oltre al costume.

La cosa che ti ha spinto a iniziare questa grottesca polemica (in cui, per l'ennesima volta, hai preso lo spunto da una frase stravolta come ti pareva per fare apprezzamenti su quello che, a tuo parere, io penserei o direi, argomento che da anni ossessiona la tua vita visto che ormai posti solo su questo argomento in IHGG e qui) è l'affermazione che la "gente che gioca a D&D" è gente normalissima come tutti gli altri.  :shock:

Dio mio che offesa intollerabile!  OK, chiedo scusa, tu non sei normale. E l'hai dimostrato con questa assurda filippica. Non mi azzarderò più a darti della persona normale.  :roll:

Mi perdoni?  8)

Moreno Roncucci:
Risolto il "casus belli" che ha dato vita a questo spreco di tempo e di sdegno, un paio di parole sul perchè c'è tanta gente che si offende se prendi le distanze da loro nei gdr vorrei dirle.

Non vi è mai capitato, a voi o a persone che conoscete, di parlare di "giocatori" e "non giocatori" come se il mondo fosse diviso in PG e NPG? Come se il fatto di giocare ai gdr fosse una caratteristica che distingue una precisa categoria di persone? Con gli altri, "fuori", i "babbani", che "non ci capiscono"?

Beh, vi pare normale?

A quanto pare sì. La cosa pare normalissima. Credo di aver visto praticamente tutte le persone che conosco che giocano ai gdr usare queste locuzioni. Spesso le ho usate anch'io.

Eppure, non è normale. Nessuno dividerebbe la gente fra "giocatori di Risiko" e "non giocatori di Risiko", come se il fatto di giocare a Risiko caratterizzasse la loro vita.  Magari se il Risiko fosse uno sport che praticano a livello agonistico. Come per i calciatori: "calciatori" sono quelli che lo fanno di mestiere, ma quelli che fanno ogni tanto una scapoli-ammogliati non è che da quel momento entrano per sempre in un mondo "magico" che i "babbani" non capiscono...

Perchè i gdr devono fare eccezione? Perchè devono essere visti (se va bene) come l'ingresso in un "nuovo mondo" che ti fa vedere cose che gli altri non vedono e a cui apparterrai per sempre (a meno che tu smetta, e sarai visto dai vecchi membri del tuo gruppo come un tristissimo e compatito "ex giocatore"), oppure come l'ingresso in una setta dove c'è "gente che non ci sta con la testa"?

Un po' è l'idea "tradizionale" del gdr. Campagne eterne, ritrovarsi un giorno alla settimana in uno scantinato a giocare in un mondo alternativo, facendo finta di non esistere e di essere veramente un altra persona, un impegno eterno (come se dovessi andare tutte le domeniche in chiesa) senno' "esci dal gruppo" (coè, decadi dalla Grazia...).  

Non "pare" un comportamento da setta. E' un comportamento da setta!

O meglio, lo è il richiederlo per giocare. "devi essere ammesso nel gruppo, e poi potrai partecipare al rito settimanale...".  Anche chi gioca a pallavolo può essere tanto appassionato da dedicare un tempo fisso alla settimana a partite regolari di campionato o di allenamento, ma li' si capisce che questo è un comportamento da iperappassonati o da professionisti, ma che niente impedisce di "giocarci e basta".

"giocarci e basta". Pensateci. I gdr come giochi normali, come tutti gli altri.  Gente "normale" che in libreria ha le scatole del monopoli, del Risiko e un paio di snelli manuali di gdr, semplici da leggere e imparare. Che li gioca ogni tanto quando ha tempo, giocando storie (o sfide) che porta a compimento in un tempo finito, senza impegnarsi per mesi.

"i gdr non si possono giocare cosi?". E chi l'ha detto? I gdr TRADIZIONALI spesso non si possono giocare così (e non è nemmeno vero per tutti, Call of Cthulhu può benissimo essere giocato in una one-shot di una singola sera. Cosa che ritengo importante per il suo successo), ma ormai diversi autori indie hanno dimostrato che si può benissimo creare gdr giocabili così.

Nè CnV nè AiPS sono giocabili in una sola serata (ma chissà, una delle prossime uscite Narrattiva potrebbe esserlo...   :wink:  ), ma sono comunque giochi con (utilizzando il termine usasto su The Forge), "una impronta sociale piccola". Non calpestano come dinosauri la tua vita imponendoti di non uscire più con la tua ragazza di lunedì vita natural durante. No, basta che ti trovi con gli amici almeno 5 volte (AiPS - e con qualche piccola variante si può gocare in 2 volte), o per un numero comunque piccolo di volte, di solito non più di 5-6 volte (CnV) e hai una storia soddisfacente e completa, da ricordare come una "storia" e non come un epica in 342 puntate (e la struttura episodica fa sì che ogni serata di gioco sia un unità autoconclusiva con un inizio e una fina, all'interno della storia principale)

Ora, cosa intendiamo quando diciamo di "far conoscere i gdr", di "farli uscire dall'ombra", di "aumentarne la diffusione"? Beh, troppo spesso, anche in questo thread, sento parlare di "creare nuove giocatori". Vale a dire "troviamo nuovi adepti alla nostra setta, serve sangue nuovo", e mi metto le mani nei capelli e mi viene voglia di picchiare il monitor.

"trovare nuovi adepti", "trovare nuovi giocatori"...  "facciamo entrare altre persone con noi al buio dello scantinato".... in cosa sarebbe utile, visto che alla fine il gdr rimane comunque nello scantinato?

Si è già visto che non funziona. I giocatori, passata la ventata di novità, sono in calo continuo da sempre. Pochi vogliono impegnarsi un settimo della vita in uno scantinato.  Preferiscono giocare ai giochi per PC, che giochi quando vuoi.  Così ci si estingue e basta, dentro lo scantinato.

L'unica maniera per diffondere veramente i gdr, e farli USCIRE dallo scantinato.  Farli diventare giocabili anche da chi non e' disposto a dedicarci un settimo della vita. Anche a chi non e' un super-appassionato.

E questo NON significa far venire gente a Lucca e fargli venire voglia di mettersi l'armatura.  Significa invece pubblicare giochi che puoi presentare ai tuoi amici e dire "proviamo? E' per una sola sera", o giochi che puoi giocare al bar, o in un pub. Giochi che non richiedano di studiarsi duecento pagine di tabelle.

Utopia? No, questi giochi esistono già. In gran numero. E man mano ne escono sempre di nuovi che si avvicinano ancora di piu' a questi obiettivi ideali.

Tutto questo, però, dà problemi a chi gioca nello scantinato? Ovviamente no. Nessuno gli impedisce di giocare come prima. Nessuno gli impedisce di giocare ogni settimana (io personalmente ho intenzione di giocare tutte le settimane ancora per un bel po', ma sono un iper-appassionato. E lo farò giocando a giochi sempre diversi, non più per anni allo stesso)

Allora, perchè tutte le reazioni rabbiose, furiose, oltraggiate, ad ogni minimo accenno a questo "uscire dallo scantinato", ma anche pure a qualunque maniera di giocare diversa?

Inspiegabile, se pensiamo ad un gioco. Spiegabilissima, se vediamo le analogie con le sette religiose. Nel momento in cui l'appartenenza ad un gruppo diventa parte della propria identità personale, qualunque "scisma ideologico" viene visto come una minaccia. Da combattere, per dimostrare la propria "fedeltà all'ideale".

Giovanni Gugliantini:
Anatema a te, Moreno, che divulghi i Segreti Ineffabili del Mistero!  :mrgreen:

Marco Costantini:
Vorrei spendere due parole in questo difficile topic, postando diciamo un Actual Play :) , riportando cioè un'esperienza vissuta poco tempo fa.

Il tutto ha luogo proprio in quel di Lucca, ed ha per protagonista la ragazza di un mio amico. Come premessa dico che sia il mio amico sia io siamo giocatori di lungo corso, mentre lei si sta avvicinando al gioco da pochissimo. Altra considerazione da fare è che, nonostante gli anni di "militanza gdristica" (tanto per trovare un termine settario :P ) il mio amico ed io siamo restate comunque "persone normali" ( non siamo, insomma quei maschi che danno il titolo al topic) ed ovviamante anche la ragazza è una tipa normalissima.

Bene, andiamo al succo della vicenda.
Recandoci a Lucca, la suddetta ragazza ha notato (come anche io ed il mio amico avevamo già fatto in passato) come una buona fetta dei partecipanti di Lucca presentassero delle caratteristiche simili riconducibili allo stereotipo "nerd". In particolare (ed intressante) la ragazza notava il "pallore" di molte persone (segno di quel "rinchiudersi nello scantinato"?).

Con ciò che cosa voglio dire?
Presto detto: che, se è vero che i giocaotri di gdr possono essere le persone più "normali" del mondo, spesso non lo sono. Diciamo che è più facile incontrare un certo tipo di personaggi intorno ad un tavolo di gdr piuttosto che altri. I motivi? Troppi per analizzarli in questo topic uscito già troppo dai suoi binari, ma sicuramente non dipendenti (non esclusivamente, almeno) dalle campagne pubblicitarie passate. Se un certo tipo di persona si è avvicinata ad un certo tipo di attività è anche (e maggiormente) per altri fattori ed è con questo che dobbiamo fare i conti.
Lo spot della WotC non fa che "rinforzare" questo stereotipo che però già esiste ed è reale. La strada intrapresa dalla WotC è rinforzare questa idea, giocando con uno stereotipo che si attacca molto bene a quello che è nell'immaginario comune il giocatore di D&D (e purtroppo per estenzione ai giocatori di ruolo, che lo si voglia o no) e forse proponendo con più forza l'idea di setta.
Analizziamo un istante proprio "la setta". L'analisi di Moreno è giusterrima. Io aggiungo una considerazione da scienziato della comunicazione fuori corso (prendetela con le pinze quindi  :P ): la WotC è un'azienda che deve fatturare; possibilmente il più possibile. Rinforzare l'idea di "setta" è perfettamente in linea con questo scopo. Detta brutalmente: la setta fa vendere di più (non mi dilungo in una spiegazione sennò non ne usciamo più).

Possiamo quindi essere offessi o meno da questa campagna (perchè, come già detto, per motivi "storici" l'immagine del giocatore di ruolo è nell'immaginario quella del nerd e scommetto tutto quello che ho che non a tutti piaccia essere compreso in quell'immagine), ma la Wizard ha tentato una strada economicamente sensata.

La soluzione a tutto questo lungo pistolotto  è semplice:  differenziare l'offerta, cioè proporre una nuova immagine; cosa che la zona indie del gdr sta ampiamente facendo (e Narrattiva in Italia). Ma dubito si riuscirà mai ad abbattere il vecchio stereotipo del giocatore.

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