Leon Morgan
Leon barcollò attraverso la porta. Subito fu presa di un altro conato, ma il suo stomaco ormai vuoto non poteva rimettere altro, né poteva farlo la sua mente, che invece lo desiderava ardentemente. Si sentiva come se fosse stato costretto, come in Arancia Meccanica, a sorbirsi ore ed ore di soap operas sudamericane, teatro d'avanguardia interpretato da collegiali pretenziosi, e porno molto, molto scadente.
Facendo uno sforzo cercò di ricacciare tutto quel frastuono nel silenzio e di guardarsi attorno. Si trovava su un balcone, da cui aveva una visuale di una città immersa nella notte, ma non per questo meno rumorosa. La porta da cui era uscito era scolpita nella pietra, per assomigliare alle fauci aperte di un elefante. Un elefante con un monocolo, a dire il vero. Si rese anche conto che qualcuno aveva montato una passerella di legno tra l'edificio in cui si trovava e il tetto di quello vicino, che sembrava essere una pensioncina scadente, e da lì è come se partisse una sorta di sentiero, o di ragnatela di passaggi tra un tetto e l'altro.
Stava osservando e riflettendo, quando vide qualcosa muoversi, un paio di tetti più in là. Era la sagoma di un ragazzino! Sembrava più grande di Jason, ma un ragazzino sarebbe sicuramente stato un interlocutore migliore i quegli strani esseri nella biblioteca, no?! Se poi questa era l'uscita, Jason avrebbe sicuramente dovuto passare di lì. Decise di fidarsi della passerella e di corrergli incontro.
"Ehi, tu, aspetta!"