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Catarsi (OT da "Wish-Fulfillment")

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Davide Losito - ( Khana ):

--- Citazione ---[cite]Autore: Mauro[/cite]se a un personaggio è morto un figlio, quello che riuscirà a empatizzare maggiormente con esso sarà colui al quale è morto un figlio, non quello che non ne ha mai avuti né voluti.
--- Termina citazione ---

Se così fosse, la catarsi sarebbe la più grossa burla di Dio ai nostri danni...
Il processo è esattamente il contrario, ossia riuscire a trasmettere quelle sensazioni a chi NON le ha già provate nella vita normale e attraverso una identificazione personaggio/spettatore, ci si "purifica" (catarsi...) dell'orrore che proviene dal non sapere a cosa potrà portare quell'avvenimento che le ha scatenate.
Se uno ha già fatto esperienza di quelle situazioni, non proverà nessuna catarsi e probabilmente si annoierà anche.

La Medea è stata pensata per insegnare agli spettatori che ad ammazzare i figli si sta male (e quindi non va fatto), non per far sentire "comprese" le madri che hanno assassinato i figli...


--- Citazione ---[cite]Autore: Mauro[/cite]Inoltre, quante volte gli dei (dico "gli dei" per il tuo esempio su Zeus) erano protagonisti dell'opera?
--- Termina citazione ---

Nelle Metamorfosi e nel Mito, tutti gli Dei sono in qualche modo protagonisti, assieme coi mortali.
Uno dei concetti pregnanti era che "nessuno sfugge al Fato... nemmeno gli déi".
Che poi Hollywood abbia stuprato tutto questo, è un altro discorso...

Mauro:

--- Citazione ---[cite]Autore: khana[/cite]Il processo è esattamente il contrario, ossia riuscire a trasmettere quelle sensazioni a chi NON le ha già provate nella vita normale e attraverso una identificazione personaggio/spettatore, ci si "purifica" (catarsi...) dell'orrore che proviene dal non sapere a cosa potrà portare quell'avvenimento che le ha scatenate.
Se uno ha già fatto esperienza di quelle situazioni, non proverà nessuna catarsi e probabilmente si annoierà anche
--- Termina citazione ---

Non ne sono convinto: se ho sofferto per quelle esperienze, il vederle proposte in scena può benissimo riportare quelle sensazioni, farle rivivere; chi non le ha vissute esperirà per la prima volta qualcosa di legato alla situazione (non necessariamente ciò che esperirebbe nel viverla veramente), ma chi le ha vissute sarà preso piú di quanto non sarebbe se non le avesse vissute.
So di una persona che non è riuscita a seguire una scena di una sessione che stava guardando perché aveva vissuto la stessa cosa di cui parlava la scena (chiedo scusa per la genericità, ma visto che tocca cosa personali per rispetto a questa persona preferisco non approfondire); magari non avrà provato catarsi, ma di certo l'ha vissuta in modo piú forte di chiunque nella stanza non avesse vissuto quello.


--- Citazione ---[cite]Autore: khana[/cite]La Medea è stata pensata per insegnare agli spettatori che ad ammazzare i figli si sta male (e quindi non va fatto), non per far sentire "comprese" le madri che hanno assassinato i figli
--- Termina citazione ---

Non dico che sia pensato per le madri, per farle sentire comprese; ma una madre che ha assassinato un figlio plausibilmente vivrà "piú in prima persona" l'evento rappresentato in scena.
Io non sto parlando di scopo dell'opera, ma di reazione emotiva dello spettatore.

Ashrat:

--- Citazione ---
--- Citazione ---[cite]Autore: khana[/cite][p]La Medea è stata pensata per insegnare agli spettatori che ad ammazzare i figli si sta male (e quindi non va fatto), non per far sentire "comprese" le madri che hanno assassinato i figli[/p]
--- Termina citazione ---
[p]Non dico che sia pensato per le madri, per farle sentire comprese; ma una madre che ha assassinato un figlio plausibilmente vivrà "piú in prima persona" l'evento rappresentato in scena.
Io non sto parlando di scopo dell'opera, ma di reazione emotiva dello spettatore.[/p]
--- Termina citazione ---


Vivrà l'evento rappresentato in scena, o rivivrà la sua esperienza prescindendo da quello che avviene effettivamente in scena?
E se la risposta alla domanda è la seconda, si tratta ancora di reazione emotiva all'opera, o è una reazione emotiva a una situazione, che sarebbe la stessa indipendentemente dal contesto in cui quella situazione venisse rievocata?

Davide Losito - ( Khana ):

--- Citazione ---[cite]Autore: Domon[/cite]verissimo quello che hai detto della catarsi, ma anche chi ha già vissuto una determinata situazione può immedesimarsi, trarre riflessioni, e rafforzare (ad esempio) il lutto... annoiarsi non è così automatico...
--- Termina citazione ---

Sì, hai ragione, annoiarsi non è automatico.
Però hai centrato il problema: nel caso di cui parli è un "rafforzare" l'esperienza e non un "purificarsene".
Per questo non è catarsi.
L'elaborazione di un'esperienza è un processo diverso dalla catarsi e non possiamo sapere, in ogni singolo caso personale, quale delle due può restituire la reazione più forte.


--- Citazione ---[cite]Autore: Mauro[/cite]ma una madre che ha assassinato un figlio plausibilmente vivrà "piú in prima persona" l'evento rappresentato in scena.
Io non sto parlando di scopo dell'opera, ma di reazione emotiva dello spettatore.
--- Termina citazione ---

Ecco, -questo- è un giro importante.
"Spettatore" è la parola giusta. Per ottenere questa reazione emotiva "forte" (che non è "catarsi"), l'esperienza deve essere vista come "spettatore".
Quindi nella logica di come funziona un GdR, l'esperienza la devi vedere interpretata da un altro giocatore al tavolo.
Se la interpreti tu, non è detto che nell'enfasi del gioco tu riesca a percepire che l'esperienza sia la stessa.
E' molto più probabile che questa reazione ci sia verso qualcosa di cui hai una forte opinione ma della quale non hai mai avuto esperienza.
Tipo prendere un giocatore che sia un volontario per l'accoglienza dei clandestini e metterlo in una situazione in cui prima gli si fa sterminare un villaggio di orchetti e poi gli si fa trovare la prova scritta che questo orchetti erano "buoni" e tutti adolescenti e metterlo di fronte a ciò che lui, come persona, odia di più, facendogli notare ciò che ha fatto con le stesse frasi con cui lui di solito apostrofa i "razzisti".


--- Citazione ---[cite]Autore: Mauro[/cite]So di una persona che non è riuscita a seguire una scena di una sessione che stava guardando perché aveva vissuto la stessa cosa di cui parlava la scena (chiedo scusa per la genericità, ma visto che tocca cosa personali per rispetto a questa persona preferisco non approfondire); magari non avrà provato catarsi di certo l'ha vissuta in modo piú forte di chiunque nella stanza non avesse vissuto quello.
--- Termina citazione ---

Anche in questo caso è uno "spettatore".

Oggettivizzare un'esperienza e soggettivizzare un'esperienza sono due processi differenti e portano a risultati differenti.

EDIT: Crosspost con Ashrat che ha -centrato in pieno- una differenza notevole che si aggiunge al mio discorso.

Mauro:

--- Citazione ---[cite]Autore: Ashrat[/cite]Vivrà l'evento rappresentato in scena, o rivivrà la sua esperienza prescindendo da quello che avviene effettivamente in scena?
--- Termina citazione ---

Credo un misto tra i due: vivendo l'evento rappresentato ci sarebbe una sovrapposizione con l'esperienza, cosa che porterebbe a vivere la sovrapposizione delle due cose.
E sì, credo si tratti ancora di reazione emotiva all'opera, influenzata e rafforzata dall'emotività legata alla sofferenza vissuta; reazione che non credo sarebbe la stessa a prescindere dal contesto di rievocazione, in quanto il contesto può rafforzare o smorzare la sovrapposizione, così come può mettere o togliere reti di sicurezza.


--- Citazione ---[cite]Autore: khana[/cite]"Spettatore" è la parola giusta. Per ottenere questa reazione emotiva "forte" (che non è "catarsi"), l'esperienza deve essere vista come "spettatore".
Quindi nella logica di come funziona un GdR, l'esperienza la devi vedere interpretata da un altro giocatore al tavolo
--- Termina citazione ---

Sì e no: almeno in alcuni giochi, il giocatore è sia autore, sia spettatore (anche di ciò che accade al suo stesso personaggio, tramite le meccaniche); quindi, per quando è spettatore il discorso che fai, anche ipotizzando che valga solo quando si è spettatori, potrebbe essere valido.
Magari sbaglio, ma che sia più probabile che ci sia reazione in chi non ha esperito la sofferenza messa in scena non mi convince (e sottolineo che non sto dicendo che non avrebbe reazioni), così come non mi convince che sia più probabile che abbia una reazione più forte (nota: essendo persone diverse può essere che abbia una reazione più forte; il discorso è se, avendo vissuto l'esperienza, sarebbe stata più forte di quella avuta non avendola vissuta).


--- Citazione ---[cite]Autore: khana[/cite]E' molto più probabile che questa reazione ci sia verso qualcosa di cui hai una forte opinione ma della quale non hai mai avuto esperienza.
Tipo prendere un giocatore che sia un volontario per l'accoglienza dei clandestini e metterlo in una situazione in cui prima gli si fa sterminare un villaggio di orchetti e poi gli si fa trovare la prova scritta che questo orchetti erano "buoni" e tutti adolescenti e metterlo di fronte a ciò che lui, come persona, odia di più, facendogli notare ciò che ha fatto con le stesse frasi con cui lui di solito apostrofa i "razzisti"
--- Termina citazione ---

Ma che quello che provi sia quello che proverebbe sterminando un villaggio di persone non mi pare così certo.

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