[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]Come mai nessuno ha citato la scelta di Moore?
Perché non c'è molto da commentare, secondo me. Ha preso una scelta, anche artistica e non mi pare che il mondo ne abbia "perso".
Comunque non mi pare che V for Vendetta sia avulso da "calzamaglie"... il protagonista indossa un frack e una maschera, ma di fatto è "una calzamaglia"; un simbolo dietro al quale nascondersi per trasformarsi in una icona vivente di un set definito di ideali.
Depersonificazione dell'Eroe.
E' anche una tecnica tipica di certa propaganda militare del 20° secolo che faceva vedere solo "il colore della pelle" dei soldati nei manifesti.
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite][p]arlando di giochi... davvero giocare una serie in cui gli androidi lottano per la loro libertà può avere, per un giocatore americano, la risonanza morale di una storia di Steal Away Jordan ambientata nelle piantagioni della città dove vivi? E allora come mai giocatori che non si facevano problemi a giocare eroici combattenti per la libertà contro la dominazione degli Schiavisti di Vega, tremavano e cercavano scuse per non giocare a Steal Away Jordan alle convention? (tanto che Julia ha postato ben più di un rant al riguardo?)[/p]
Perché ci sono molte persone che non lo riconoscono più come "gioco".
Perché ci soon molte persone che devono "percepire" la fuga per pensare di potersi divertire (e come dargli torto,
divèrtere in latino vuole dire "volgersi altrove"...). Quindi una "superficie" di distacco la devono vedere e poi dentro ci puoi mettere quello che ti pare, ma devi anche accettare che quanto metti "dentro", più scendi con i livelli e meno sarà percepito.
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite][p]Il fantasy E' un meccanismo di "presa di distanza". Non a caso è inserito proprio come tale in alcuni giochi (l'esempio classico sono i dadi neri in It Was a Mutual Decision: in ogni momrnto del gioco qualunque giocatore, di sua volontà, può usarli per trasformare una terribile e terrificante storia di una separazione fra due persone che si amavano, in una tranquilla e rassicurante storia di Topi Mannari che divorano esseri umani... )[/p]
Credo che molte persone abbiano commentato questo paragrafo che sembrava la "conclusione" del tuo ragionamento.
Se dobbiamo parlare di giochi, credo che ci sia la forte possibilità che si individui un certo rapporto tra la (ri)giocabilità di un gioco e quanto questo distacco sia di fatto presente.
Ma nel senso contrario di quello che ci si può aspettare: più distacco viene presentato dall' "involucro" di gioco (il colore) più c'è la possibilità che il giocatore possa infilarci dentro qualcosa di "suo", quindi di fatto esiste la possibilità che il gioco diventi "interessante" perché "personalizzabile".
Un gioco dove invece il senso e le tematiche siano tutte lì, in superficie, dà l'idea che fatta una partita, il gioco ha già "dato" tutto.
Che coincide con certe critiche portate verso i NW, ultimamente.