[cite]Autore: khana[/cite]Nella logica della poetica greca invece, l'allontanamento dalla vita quotidiana aiuta a focalizzare l'attenzione sul topos e quindi sull'universalità dei problemi, secondo l'idea che "se anche Zeus ha questi problemi, è normale che li abbia anche io"
C'è da dire che nella poetica greca credo che quelle storie fossero studiate per ottenere quell'effetto, effetto che è piú difficile da ottenere improvvisando.
Inoltre, quante volte gli dei (dico "gli dei" per il tuo esempio su Zeus) erano protagonisti dell'opera?
Se poi chi fruiva dell'opera credeva nell'esistenza di Zeus, allora per quanto lontano dalla natura umana era comunque qualcosa di per lui esistente.
Comunque, mi viene da chiedere una cosa: nella poetica greca, ci si focalizzava su quali problemi? Perché il mio discorso è che "è piú difficile sentire quello che capita a personaggi che sono lontani da noi", mi chiedo se "Si riesce ancora a empatizzare con personaggi cosí lontani dalla nostra realtà quotidiana"; l'universalità dei problemi su cui ci si focalizza, nella poetica greca è quello che capita ai personaggi, il dolore che provano? Se sí, mi riesce difficile pensare che si possa sentire quel dolore tanto piú quanto i personaggi sono lontani da noi: se a un personaggio è morto un figlio, quello che riuscirà a empatizzare maggiormente con esso sarà colui al quale è morto un figlio, non quello che non ne ha mai avuti né voluti.
[cite]Autore: Airone[/cite][p]Sì, ok. Ma vedi che anche tu, come aggiungi magia, o l'essere un forgiato (2) aggiungi parallelamente paura dell'occultismo, problema dell'integrazione, ovvero 1.[/p][p]Aggiungere 2 non tglie spazio all' 1, anzi, dà più spunti[/p]
Non concordo; al massimo, è un modo diverso di dare spunti, ma la paura dell'occultismo e il problema dell'integrazione si potrebbero benissimo inserire senza andare in cose sovrannaturali.
[cite]Autore: triex[/cite]Credo che la traduzione inglese migliore non sarebbe Cool ma Awesome
Sí,
cool non è la traduzione piú felice.
[cite]Autore: Airone[/cite]Sì, la ragazzina violentata è tostissima. Ma non è "figo". Non ti fa dire "WOAH!"
Dipende da cosa intendi con "WOAH!"; perché a me la ragazzina fa dire "WOAH!", perché mostra un fegato, una risolutezza, che non so quanti avrebbero. Batman
appare piú della ragazzina; è sicuramente
visivamente piú figo del bambino-soldato; ma è
apparenza. Quanto è importante? Per me, ma credo anche per te, è secondaria: perché credo che entrambi concordiamo che tra un personaggio con contenuti, ma senza apparenza; e uno con apparenza, ma senza contenuti; è meglio il primo.
Onestamente, quello che può materialmente fare Batman mi interessa poco: ha i miliardi, grazie che riesce a farlo. Ma credo interessi poco anche a te: se non andasse in crisi, se non avesse nemici che lo mettono in difficoltà nonostante i miliardi, ti interesserebbe?
A renderlo figo non credo sia quello che può fare, quanto piuttosto il modo in cui, messo in difficoltà (dai nemici, dalla società, dalle donne che gli piacciono), reagisce.
O, per meglio dire: sí, Batman è figo perché ha l'auto, gli accessori, ecc.; ma diventa
interessante quando incontra delle crisi. Per quanto mi riguarda, che quelle crisi siano affrontate dal poliziotto di strada o da Batman è colore (che è importante: attenzione,
non sto dicendo "è colore, quindi chi se ne frega"), perché il punto focale, ciò che rende interessante storia e personaggio, sono le crisi.
Credo che ci sia stato un malinteso, sicuramente complici i miei messaggi: giocare
unsafe non significa giocare personaggi quanto piú possibile vicini a noi, né significa giocare personaggi che potrebbero esistere; il tuo esempio, "vado alla cena d'anniversario di 2 anni con Yvonne, oppure le do il pacco, indosso un costume nero e un lanciarampini e passo la notte a correre dietro ad un serial killer perchè non uccida un'altra prostituta di Hell's Kitchen", può essere
unsafe come no. Dietro quella frase vedo questo conflitto (ma potrebbero essercene altri): la mia vita personale, o gli obblighi che per le mie capacità mi sono dato? Ora: a te, a te
giocatore, quello è un conflitto che interessa? È un conflitto che
tu giocatore senti come tuo, che ti mette in difficoltà? Pensare a uno che sceglie la cena (o l'inseguimento) al posto dell'inseguimento (o della cena) ti dà fastidio? Se sí, bene: stai giocando
unsafe.
In tal senso, piú che il serial killer metterei qualcosa di meno forte: un furto milionario ai danni di un miliardario che nemmeno se ne accorgerebbe? Piú si alza la posta del crimine (furto, uccisione, distruzione del pianeta), meno l'opzione "cena con Yvonne" diventa appetibile.
Nota: non sto dicendo che quello sopra sia l'Unico e Vero modo di giocare, un D&D4ª si può giocare benissimo senza quello (è un gioco
tattico); vale però come risposta alla questione del perché un personaggio figo/non figo.
Aggiunta: Sovrapposto con Korin...