Play by Forum > (NCaS) PbF 4: Silent Hill
[NCaS] Ritorno a Silent Hill - Topic di Gioco
Arioch:
Billy North
--- Citazione ---[cite]Autore: Mr. Mario[/cite]Involontariamente arretro di un paio di passi. Ma è tutto il giorno che scappo, cazzo. Adesso basta.
"Hai ragione. Non ho la più pallida idea di chi tu sia. Perché non mi racconti come ci siamo incontrati, intanto che io do un'occhiata in giro?"
E in effetti mi guardo intorno. In cerca di qualcosa da darle in testa se continua a guardarmi così. Chi cazzo è questa?
--- Termina citazione ---
"Non capisci, sei stato... chiamato qui, nel posto a cui appartieni. Non hai visto i segni?" la signora inizia a gesticolare, evidentemente molto presa nei suoi discorsi deliranti "E' il vero te che ti chiama, per completare la sua visione." Ti distrai un attimo, il tuo sguardo viene attirato da un pesante candelabro su un mobile vicino, e Amelia fa un balzo in avanti, afferrandoti la mano e fissandoti dritto negli occhi "Il tempo è giunto! Non resistere alla sua chiamata!"
Mr. Mario:
"Sì, ho visto i segni, se erano dei segni quegli schizzi fatti col gesso. Ma ti sbagli. Io non appartengo a questo posto. Questo è un posto in cui sono stato rinchiuso, non è mai stata la mia casa." Il mio viso si rilassa, diventa più tranquillo. Quasi minaccioso. Vuole tenermi stretto? Bene. Peccato che io abbia un accendino in mano se prova a fare qualsiasi cosa. "E adesso, Amelia, tu mi spiegherai per bene questa storia del vero me."
Arioch:
Helen
--- Citazione ---[cite]Autore: MikeT[/cite]Dove... è sparito. Non c'è più. La caldaia ronza lievemente, sembra quasi addormentata. Qui sotto il buio è fitto, ma in qualche modo... meno spaventoso, ora.
Comunque, qui sotto non c'è nulla, l'uomo nero è andato via. Spero che ora la bambina sia più tranquilla... dovunque essa sia.
Non è qui. Ma è ancora nella scuola, ne sono certo. Se io fossi stata in lei, avrei cercato aiuto in qualcuno per i bulletti... forse, il direttore scolastico? Potrei provare nel suo ufficio, magari ci sono ancora dei documenti, una foto, un qualcosa.
--- Termina citazione ---
Ancora un po' tremante risali lentamente le scale, tornando al piano terra. Mentre percorri i corridoi diroccati ti getti di tanto in tanto un'occhiata alle spalle, per scacciare il timore che l'essere del seminterrato ti stia seguendo. Affisso al muro vicino alla scalinata che porta verso il piano superiore trovi un vecchio cartello, su cui si riesce ancora a leggere "Segreteria - 2F". Seguendo le indicazioni sali di sopra, facendoti luce con la torcia. improvvisamente ti accorgi di ricordarti la strada dalle scale alla segreteria, l'hai fatta quando sei venuta qui da bambina, assieme al tuo papà.
Raggiungi l'elegante porta di mogano che da sull'ufficio, stranamente rimasta identica a come te la ricordavi, intoccata dal degrado del resto dell'edificio, ed entri nella sala d'aspetto della direzione.
Come entri nella stanza, i ricordi si fanno molto più vividi, quasi reali. Ti sembra di esser tornata la Helen bambina, che aspetta il suo papà seduta fuori dall'ufficio del direttore, mentre i grandi dentro parlano di cose importanti. Ti pare anche di sentire le loro voci provenire dalla porta in fondo alla camera. Cercano di parlare piano, perché è di te che stanno parlando, ma nel silenzio della sala non puoi fare a meno di sentirle.
Arioch:
Nick
--- Citazione ---[cite]Autore: Talos 2.0[/cite][p][span style=color: rgb(255, 0, 255);]La luce della torcia trema inquadrando la figura, rivelando la mia ovvia tensione e disgusto alla vista di tale abominio, non ultimo mi tornano in mente Erick e i suoi squallidi, orripilanti e macabri sopra ogni aspettativa, tentativi di cucire assieme con lo spago e un ago appuntito una lucertola e qualche piccolo roditore trovato nel bosco...ricordi che assieme a questa visione non fanno altro che provocarmi un conato di vomito e un rifiuto assoluto di avere davanti agli occhi uno spettacolo del genere per ulteriore tempo
Curiosamente non scappo via, che per molti sembrerebbe la soluzione migliore e più ovvia...rimango per alcuni attimi ad osservare quella figura che si avvicina, in particolare la metà che mi ricorda tanto il sorriso compiaciuto di Erick....sento che il disgusto monta in rabbia..quasi furia si potrebbe dire...anzi no...non è una rabbia cieca....ma la ferma convinzione che una creatura del genere non dovrebbe esistere...non dovrebbe calpestare questa terra....se qualcuno gliel'ha permesso...beh chi meglio di me ora dovrebbe correggere il tragico errore...chi meglio di me dovrebbe correggere questichiari ed evidenti disturbi bipolari della personalità......fissare quell'espressione così simile ad Erick mi spinge un passo oltre la convinzione
"TU...NON DEVI...ESISTERE!"
Urlo forte alla creatura che nel frattempo prova ad allungare le sue grinfie verso di me......non ricordavo di averla...ma in un attimo sento di averla recuperata dal cappotto...la mazza da baseball...che con rapidità e forza inaspettata si va a schiantare contro il cranio della metà che ricorda così vividamente il mio caro nemico...l'urto è talmente forte da spezzare il legno della mazza assieme al cranio della creatura..e mentre questa inizia a .colare sangue e materia grigia da quello che una volta era il capo ecco che l'altra strabuzza gli occhi...si afferra la gola...ansima...sembra soffocare in assenza dell'altra sua metà...inizia a dibattersi come un animale ferito...cerca col suo braccio di arrestare inutilmente l'emorragia...si accascia al suolo mentre le forze la abbandonano..urla più di disperazione che di dolore mentre anche da lei la vita si allontana....rantola per l'ultima volta e poi tace....ucciderne uno ha ucciso anche l'altro.....brutta faccenda penso...mentre lascio cadere a terra la mazza ormai inutilizzabile e volto le spalle spero per sempre a quell'abominio
"Che dio abbia pietà di noi" sussurro alla notte fredda e nebbiosa[/span][/p][p][/p]
--- Termina citazione ---
La nebbia si dirada per un attimo, rivelando di fronte a te una tetra cancellata di ferro. Puntando la torcia verso la targa di bronzo affissa su uno dei pilastri leggi: "Cedar Grove Sanitarium - Centro di Igiene Mentale". Bene, a quanto pare sei arrivato.
Ti incammini su per il vialetto alberato che attraverso il parco del sanatorio, dirigendoti verso il cupo ed imponente edificio di mattoni rossi che ti sovrasta. Pianta squadrata, sbarre alle finestre... sembra più una prigione che una casa di cura.
Arrivi proprio di fronte all'ingresso. Piantata in un gruppo di aiuole poco distanti noti la macchina rubata da Erick... dunque anche lui alla fine è riuscito ad arrivare qui. Speriamo non si sia portato dietro la polizia. Titubante, spingi la porta d'ingresso ed entri nell'atrio del manicomio
Ivan Repetto:
Nick Fisher
"Perfetto" esclamo sarcasticamente al vedere il veicolo all'ingresso "Non me ne libererò mai dannazione". Mi ricordo che qualcuno dei miei pazienti all'Ospedale l'avevo indirizzato qui, certo che, a vederlo così, sembra un posto da incubo....non mi stupisco troppo ormai però....l'intera cittadina sembra bruscamente calata in un film horror, sorrido tra i denti pensando che ne vorrei maledetto copione, giusto per sapere cosa dovrei aspettarmi ancora.
L'ingresso ovviamente è quasi completamente immerso nel buio...che novità, le pochissime luci al neon ancora funzionanti balbettano ritmicamente caricando l'atmosfera di una tensione palpabile....a prima vita non sembra esserci nessuno...
Mi avvicino al bancone della reception....spero che il computer sia funzionante, devo trovare questo paziente...il suo medico e il suo ufficio, in caso contrario spero di trovare l'archivio....troverò una diamine di cartella di questo tizio no?
Spingo il tasto di accensione del computer incrociando le dita
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