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Nocciolo della questione
mattia somenzi:
--- Citazione ---[cite]Autore: il mietitore[/cite]Ciò che cambia non è tanto il quando bene si raggiunge un obiettivo, il che è tra l'altro piuttosto qualitativo (ma non è questo il luogo, e nemmeno il tempo); ciò che cambia è proprio il modo di raggiungerlo: da una parte i giocatori si muovono in una storia prefatta, dall'altra la creano. Lo scopo ultimo è completamente diverso, e solo lontanamente le meccaniche possonoassomigliarea quelle di un tradizionale. Toh, abbiamo dadi (e a volte nemmeno quelli), i giocatori (ma quanti poi? il master ogni tanto non c'è, a volte sono tutti master...) hanno il loro personaggio...
--- Termina citazione ---
il pollo puoi farlo arrosto con le patate.. ma esiste anche la possibilità di mangiarlo cotto nel tandoori marinato con spezie e yogurt oppure con le noci e il pane torstato (ricetta turca) ecc ecc
è cosi faticoso accettare che il modo tradizionale di gioco è solo uno tra millemila?
Arioch:
--- Citazione ---[cite]Autore: MikeT[/cite][p]Ma se li chiamiamo "giochi" e basta? Io non capisco, ora come ora, la necessità di dover distinguerli distinguere dagli altri giochi...
--- Termina citazione ---
In realtà non è così superflua come può apparire la categorizzazione, può risultare utile sia a chi questi giochi li crea che a chi cerca un gioco che dia un'esperienza specifica.
--- Citazione ---[cite]Autore: il mietitore[/cite]Ciò che cambia non è tanto il quando bene si raggiunge un obiettivo, il che è tra l'altro piuttosto qualitativo (ma non è questo il luogo, e nemmeno il tempo); ciò che cambia è proprio il modo di raggiungerlo: da una parte i giocatori si muovono in una storia prefatta, dall'altra la creano. Lo scopo ultimo è completamente diverso, e solo lontanamente le meccaniche possonoassomigliarea quelle di un tradizionale. Toh, abbiamo dadi (e a volte nemmeno quelli), i giocatori (ma quanti poi? il master ogni tanto non c'è, a volte sono tutti master...) hanno il loro personaggio...
--- Termina citazione ---
Carcassonee e Arkham Horror sono completamente diversi, giusto? Usano risoluzioni diverse, tempi di preparazione/gioco diversi, componenti diverse, hanno un fine diverso e danno un'esperienza diversa.
Eppure sono entrambe qualificati come "giochi da tavolo". Questo perché la categoria GdT è sufficientemente ampia da contenere tutti e due. Ovvio che poi ci saranno delle sotto-categorie che permettono di specificare meglio a che tipo di GdT ognuno dei due appartiene.
Per me per il GdR è la stessa cosa: "gioco di ruolo" è una categoria ampia, che include un grande numero di sotto-categorie. Vampiri e Mille e una Notte sono entrambe Giochi di Ruolo, ma appartengono a sotto-categorie diverse.
il mietitore:
@Matteo Turini: in effetti secondo me non hai colto il fulcro della questione: nella seconda parte di questo messaggio rispiego tutto con anche degli esempi, dunque forse ci chiariremo :S
@Arioch: In termini di GdT sono quantomai ignorante: mi viene da dire che una categorizzazione di quel tipo è possibile perchè anche se i giochi sono differenti probabilmente tutti i giochi da tavolo condividono qualcosa: il tavolo, e la presenza di una plancia da gioco (ma appunto, davvero, non sono sicuro).
i GdR secondo me, invece, sono ancora più differenti. Il tavolo a volte non c'è, prendi i Jeepform. C'è sempre e solo quel Role che però è regolamentato in maniere sempre molto, troppo, differenti perchè secondo me possano definirsi analoghe: il role di Traveller non è il role di Polaris, nè è il role di NCAS, mentre è certamente più affine a quello di Sine Requie.
Questo perchè cambia l'ordine dei meccanismi: in Traveller o in SR la storia già c'è, POI col roleplay ci si passa sopra, seguendola o modificandola (e su quanto questo sia possibile si è già disquisito abbastanza). Il master prevede le reazioni dei PG, o ci prova. Prevede tutto lo svolgimento, e le scelte effettuate dal gruppo comunque si baseranno su una storia di sfondo che il master ha prefabbricato. Quindi in un gioco di questo tipo PRIMA si fa la storia, POI viene il roleplay.
In un gioco del secondo caso (prendiamo Sporchi Segreti, Fiasco, LMVcP) la storia di sfondo non c'è, all'inizio, ma si crea in base al roleplay dei giocatori. Ergo, qui, PRIMA viene il roleplay, a cui SEGUE la storia che si genera giocando.
La finalità, e dunque l'ultima cosa che si ottiene nelle scalette di poco fa, è proprio opposta. Da una parte lo scopo è ottenere il roleplay a partire da una storia prepensata. Dall'altro, è ottenere una storia a partire da un roleplay.
Questo basta, secondo me (e come tutte le teorie non si impone come definitiva, dato che qualcuno portebbe crederci, altri no, ed è aperta a cambiamenti) a considerare le due tipologie di gioco di poco sopra differenti: da una parte giochi DI RUOLO (perchè la finalità è il roleplay) dall'altra giochi DI NARRAZIONE (perchè la finalità è creare una storia). Essendo giochi differenti possono piacere di più o di meno a seconda dei gusti personali, ma non trovo possibile paragonarli come funzionabilità delle meccaniche, essendo secondo me giochi simili solo ad una prima occhiata.
Fanno parte di una stessa categoria che secondo me, comunque, non è quella dei GDR, ma quella dei normali giochi di società (ed RPG è pure un lanciarazzi U_U).
Sicuramente ci sono anche un sacco di giochi intermedi, come per tutte le categorie: Eye of Judgement è un esempio di TGC che si mescola con un videogioco. NCAS può essere un po' un esempio di questo tipo, che unisce GDR e GDN.
Così è, per me :/
Ezio:
--- Citazione ---[cite]Autore: il mietitore[/cite]Si beh, casini espressivi miei, ormai mi conoscete... fondamentalmente mi riferivo alla diffusa teoria secondo la quale un gioco new wave funziona molto meglio di uno tradizionale. Si, ci assomiglia poco, ma volevo veramente dire questo ':(
--- Termina citazione ---
Si, e quindi?
È così.
Il gioco da scaffale anni '90 è scritto coi piedi, non è playtestato e per funzionare ha bisogno di cambiamenti, fa casini a livello sociale, richiede adattamenti personali e una cultura tribale che tramandi questi adattamenti. Non lo dico a caso. Quando giocavo a Vampiri avrei pagato oro per un manuale che si ricolleggasse agli altri, e che non contraddicesse le regole dei precedenti.
Ci sono poi giochi che sono playtestati, funzionali e funzionano così come è scritto.
I secondi, poi, centrano gli scopi dichiarati, i primi no.
Non mi importa se i secondi sono forgiti o meno... sono migliori, punto. In un qualunque ambiente non ci sarebbe bisogno neanche di parlarne, sarebbe auto-evidente. Nel gdr c'è la suddetta cultura tribale, da proteggere, che porta a fare questo genere di confronti strampalati.
Simone Micucci:
uno "spazio immaginario condiviso modificabile tramite un sistema" è una definizione tanto brutta? Eh si...ci rientra anche il caro vecchio cowboy&indiani.
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