Gente Che Gioca > Sotto il cofano
Qual è la Creative Agenda del mio gruppo?
Gabriele Pellegrini:
[continuo il mio post con le "mollette" :) ]
--- Citazione ---mmm...potrei dire che ho agito (ricattare il setita) perchè era nell'interesse e psicologia del personaggio (manipolatore) e non per "dar prova di me".
Il tutto non solo giustificato dalle info possedute in-game, ma MOTIVATO dal personaggio stesso: lui vuole potere in una città dove è nuovo e non possiede nulla, vede un'opportunità, e la coglie.
--- Termina citazione ---
Il rischio è quello di confondere desideri del giocatore e del personaggio.
In molti punti direi che il vostro gioco è SIM. In più punti emerge questo protezionismo del sogno. Tuttavia questa componente potrebbe soggiacere ad una più forte componente GAM, come già detto.
E' difficile leggendo quanto scritto capire se le decisioni di gioco sono prese in virtù dei desideri del personaggio o invece in virtù dei desideri del giocatore. Però quanto segue potrebbe essere indicativo.
--- Citazione ---Però devo ammettere che in effetti guardando più da lontano io tendo SEMPRE (a Vampiri) a giocare personaggi che, per quanto diversissimi sotto molti aspetti, risultano sempre con le mani in pasta ovunque, che preferiscono delegare agli altri i compiri traendone però pieno beneficio, insomma sfruttatori e manipolatori.
E, lo dico spesso, quando gioco a Vampiri mi piace "costruire" qualcosa...riuscire con le mie sole forze di influenza sul setting a ottenere risultati concreti (contatti, influenze, informazioni, etc).
Ora che ci penso anche nei fantasy io tendo a fare l'illusionista e truffatore.
Mentre nei sci-fi sono spesso un meccanico o hacker.
--- Termina citazione ---
Alessandro Piroddi (Hasimir):
Diciamo che siamo per un "Gamismo Vestito"?
O magari un "Simulazionismo Giocoso"?
Tipo...non Sim alla "Super Quark" ma Sim tipo "Impariamo la storia guardando 300" ? :lol:
Niccolò:
gamismo con forti componenti simulazionistiche... come dice edwards, molto più efficente che il simulazionismo con componenti gamiste o narrativiste...
Moreno Roncucci:
Ciao, Hasamir!
Alcune premesse alla mia risposta:
- Se indaghi sulla Creative Agenda di un gruppo di gioco, quasi sempre (anzi, diciamo praticamente sempre) se non hanno già avuto contatti con giochi indie decisamente gamisti o narrativisti, tenderanno a definirsi "simulazionisti". A prescindere. Partono proprio da questa idea, anche prima di fare la domanda, e anzi sono spesso motivati, nel fare la domanda, solo dal desiderio di avere questa conferma.
Perchè questa preferenza aprioristica (anzi, spesso, sicurezza aprioristica), senza nemmeno sapere la definizione di simulazionismo? Perchè siamo tutti permeati da una "letteratura tecnica" (i manuali di gioco tradizionali le riviste del settore, i discorsi nei newsgroyp e nei forum) che assume, praticamente per scontato, che:
- "il vero gdr è il simulazionismo"
- "interpretare il personaggio è simulazionismo"
- "avete passione per un certo stile, genere o per la coerenza letteraria, è simulazionistico"
- "chi gioca gamista non sa giocare, e comunque non gica ad un gdr"
- "chi gioca narrativista non interpreta il personaggio e non fa gioco immersivo"
- "gamisti e narrativisti se ne fregano della verosimiglianza"
e via andare di baggianate... :lol:
Non c'è nemmeno una cosa in quell'elenco che sia anche solo lontanamente vera. Però c'è un sacco di gente che le dà per scontate... :roll:
Perchè? Propaganda. Pura e semplice. E la fede nell'idea che scopo del gdr sia "imitare il più possibile xxx" (dove xxx= mondo reale, o un libro, o un film). E il biosogno di sentirsi "diversi" dai muchkins, dai rules-lawyer, e dai power-players.
E' successo che i gruppi che escludevano man mano (dopo le classiche brutte esperienze) munchkin e power players perchè giocavano MALE, hanno identificato in essi il "gamismo". Completamente a sproposito. I muchkins sono distruttivi a livello sociale, in realtà non giocano nemmeno, se non a "giochiamo a rompere le palle a tutti", come fai ad assegnargli una creative agenda? E' come dire che i simulazionisti sono le Prime Donne che non lasciano mai la parola agli altri, o sono quelli che devono avere quattrocento tabelle di incontri casuali...
Completamente a sproposito, perchè se vedi cosa fanno il 99% dei gruppi che ridono di quelli che "giocano solo per uccidere mostri e prendere tesori", vedi che... giocano a uccidere mostri e a prendere tesori! Solo che lo fanno parlando in prima persona! Sai che ENORME differenza! 8)
In realtà, il Gamismo non c'entra un tubo con i munchkis. Il gamismo è il giocare per diventare più bravi e giocare e dimostrarlo. il gamismo è cosiderare e decidere, in gioco, in base a cosa è "giusto", è considerare che un giocatore, i premi, se li deve meritare. E' il considerare giusto che tutti partano alla pari.
Ed è la Creative Agenda di gran lunga più comune, anche fra chi gioca non solo a AD&D ma anche a Vampire, Amber, Coc, Cyberpunk, e un sacco di altri gdr. Più delle altre due messe insieme. Probabilmente di un ordine di grandezza. Quasi tutti quelli di cui parlavo prima convinti di giocare simulazionista, in realtà giocano gamista. E se gli proponessi un gioco VERAMENTE simulazionista, probabilmente non gli piacerebbe nemmeno, o tirerebbero fuori la solita lamentela "ma questo non è un gdr!" :wink:
Vuoi un esempio di gioco abbastanza coerentemente simulazionista, e perchè? Pendragon, e alcune delle meccaniche che lo rendono tale sono discusse in questo thread (il link porta dritto al post più interessante). Fra le cose non discusse, il fatto di partire non tutti allo stesso livello, e "l'ingiustizia" presente ne sistema, il railroading, l'impossibilità di compiere modifiche significative alla storia, e il fatto che spesso e volentieri il giocatore NON PUO' scegliere in libertà cosa fa il personaggio, ma deve obbedire a quello che i dadi gli dicono di fare. Come detto in maniera chiara e concisa in quel thread, "The game tries less to adapt the milieu to the modem mind than to instruct the modern mind to the milieu.". La "conservazione del sogno" ha la precedenza sull'immersione, sull'interpretazione, sulla libera volontà dei giocatori, su quello che può essere "giusto", su qualunque scelta tematica.
Quanto ci commetti che tanti di quelli che si ritengono "simulazionisti" a priori scapperebbero da questo gioco protestando che "in un gdr dovrei essere libero di giocare il mio personaggio" (cosa che invece caratterizza gamismo e narrativismo)? :wink:
Questo "simulazonismo aprioristico" è spesso solo una facciata per darsi un tono, è una maniera di dire "io sono un roleplayer", perchè c'è ancora questa vaga idea che "i gamisti e narrativisti fanno cose strane che non sono gdr", quando in realtà, di gente che gioca simulazionista ce n'è POCHISSIMA. I potenziali narrativisti sono molto di più, e i gamisti di più ancora. Sparando cifre a casaccio, probabilmente per ogni gruppo coerentemente simulazionista che ne sono 10 narrativisti e 100 gamisti...)
(E non aiuta molto il fatto che l'industria dei gdr sia, quella sì, coerentemente simulazionista, perchè il simulazionismo vende più manuali...)
E' un errore che facevo anch'io: per anni ho creduto che alcuni problemi del mio gruppo fossero causati dal mio essere "simulazionista" (cioe', un "vero roleplayer") e avere nel gruppo dei gamisti. Poi un giorno ho letto l'essay di Edwards sul gamismo, e mi ha completamente flashato. O meglio, GASATO. Era la descrizione del gioco di ruolo che desideravo da ANNI, un gdr dove i giocatori le cose dovessero meritarsele, dove vincevano solo se lo meritavano, dove i migliori venivano premiati e chi non si impegnava no, senza dover per forza trattare da "eroi" personaggi veramente mediocri che dovevo spesso lasciar vincere per non rovinare "il sogno".
E lì ho capito che il problema era quello opposto: io volevo un gioco gamista, coerentemente, e certi giocatori no. Il simulazionismo non c'entrava un tubo. Non c'era un simulazionista coerente in tutto il gruppo, e quelli che ogni tanto avevano botte di simulazionismo erano proprio i problematici, che volevano avere vittorie e tesori anche senza meritarle perche' "nelle storie fantasy gli eroi vincono sempre"... :roll:
Perchè tutta questa introduzione? Un po' perchè è un po' che volevo parlarne e questa è una buona occasione, un po' perchè mi è sembrato di notare un "oddio, Gamista? Mica sara vero? Si deve sbagliare per forza, noi giochiamo bene" nella tua risposta, e un ingiustificato "ah ah ah, Gamista!" nelle altre risposte di altri, cioè la solita risposta che i gamisti hanno quando QUALCUN ALTRO viene chiamato "gamista"... :lol:
Salvo il messaggio perchè non vorrei perderlo adesso, il resto nel prossimo post!
Moreno Roncucci:
Dov'ero rimasto? OK, alla diffusione del simulazionismo...
Dov'è che si vede l'effetto dell'onnipresenza di manuali e sourcebook e articoli di stampo "simulazionista", o dove in generale si vede il simulazismo? Nella sua diffusione come Agenda secondaria, che "convive" con la primaria.
[e qui a tanti salterà il cappello: "ma come, prima dici che sono incompatibili, e poi dici che ce ne può essere una secondaria?". Certo. La creative agenda è una faccenda di PRIORITA'. In CIMA, in vetta, ad avere la priorità assoluta, ce n'è una. Ma poi, le altre due sono alla pari, o ce n'è una che vince sulla seconda? Beh, quella è l'agenda secondaria. In assenza di un "interesse" per l'agenda principale, la secondaria batte la terza. (per esempio, nelle cose che non riguardano il raggiungere un obiettivo o il giocare bene a livello tattico, è più importante rispettare il genere letterario o affrontare un tema?)
Molti, molti gruppi sono interessati sia agli aspetti gamistici (giustizia, meritarsi le cose, chi gioca bene è più rispettato, etc.) che a quelli simulazionistici (e qui c'è varietà, perchè il simulazionismo è poco diffuso come primario, ma ha tante di quelle suddivisioni che pare enorme. Può puntare ai personaggi, al setting, al sistema, al colore, etc.), e la combinazione gamismo=primario, Simulazionismo=secondario in questi casi è praticamente una certezza.
["perchè non potrebbe essere il simulazionismo il primario?". In teoria potrebbe. In pratica... niente vince contro il gamismo. Ci vuole un autodisciplina da monaco shaolin per resistere alla tentazione del dimostrare la propria bravura di giocare che sa giocare a quel gioco, se il sistema la premia. E' dura evitare apposta di prendere xp in D&D e in tutti gli altri giochi che danno xp. E' dura perdere apposta e uscire dal gioco per rispettare il simulazionismo. Quanta gente gioca a CoC sacrificando apposta i personaggi per seguire le storie di lovecraft, facendo anche cose stupide apposta? Quanta gente invece la gioca per vedere quanto riesce a sopravvivere, perche' GIOCA BENE, anche in una situazione così disperata? Non a caso, per riuscire a giocare narrativista, la prima cosa da fare è eliminare sin da subito qualunque premio o incentivo al gioco gamista (nota, per esempio, come in DitV se vinci acquisti meno tratti, e meno potenti, che se perdi, e che se ti muore il personaggio sei più premiato che se ti sopravvive... e come in AiPS non ci sia nemmeno il concetto di avanzamento del personaggio) ]
Se vedi sia gamismo che simulazionismo, ci puoi scommetere che il gamismo è dominante (idem se vedi narrativismo e gamismo). Non è un caso se quasi tutti giocano gamista.
Stessa cosa con simulazionismo e narrativismo: come minor sicurezza, perchè la partita è un po' meno impari, ma di solito anche qui il simulazionismo è perdente contro il narrativismo.
Perchè? Perchè Gamismo e Narrativismo sono comportamenti naturali, insiti nei nostri istinti. In fondo, tolte tutte le tecniche, gamismo è il gusto del dimostrare il proprio valore, narrativismo è raccontare storie. Lo facevamo anche centomila anni fa attorno ad un fuoco, senza bisogno di alcun gdr.
Il simulazionismo è un atteggiamento acquisito, moderno. E' nato con il fandom. L'imitazione di qualcosa che si ama tanto da annullarsi in esso. Evitando di apparire, per non modificare, sia tramite le proprie capacità sia tramite la propria fantasia. Bisogna annullare completamente i propri imput, sia tattico-strategici che tematici, perchè noi non esistiamo, non dobbiamo turbare il sogno.
Il prossimo messaggio, finalmente, rispondo...
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