[cite]Autore: Korin Duval[/cite][cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite][p]Quindi, l'equivalente sarebbe convincerti a leggere Pazienza.[/p][p]Ma l'hai già fatto, è la tua reazione è stata da "bravo master", quindi... ciccia![/p]
[p]Sono disposto a riprovare.
Davvero, sul serio, senza pregiudizi.[/p][p]Forse è "solo" che finora non ho trovato NESSUNO che riuscisse a dirmi i perché ed i percome è così bravo/importante, solo mugolii riguardo alla "perfezione", al "maestro" e altri rumori sospetti che provenivano da dentro la maglietta col Che. O__o;[/p]
Premessa: non ho mai creduto al discorso che la grandezza di un autore si misuri da come "supera i secoli" o da come "può parlare a tutti". Il tempo e la distanza colpiscono tutti. "Dublineers" di Joyce non riuscirà mai a parlare a noi come poteva fare ai dublinesi dell'inizio del XX secolo.
E Pazienza è intraducibile. Non solo in altre lingue, ma anche in altre epoche. Chi non è andato alle superiori negli anni 80, non riuscirà mai a capire QUANTO sia esatta, feroce e inquietante l'immagine che nè dà, per esempio, in Zanardi. Io in quelle discoteche ci sono stato, con quella gente ci ho parlato (anche se, per fortuna, non mi sono mai scontrato con un Zanardi, solo con tanti Petrilli). E non parlo di mera cronaca o di un documentario: l'arte, quella vera, ti mostra il tuo quotidiano in maniere che non riuscivi a vedere.
E questo non è limitato a Zanardi: persino quando lo sfondo si fa storico, parla semplicemente di altri aspetti di noi.
Per questo non credo che Pazienza sopravviverà al tempo. Intraducibile, e non inquadrabile: basta vedere come oggi, a soli vent'anni circa dalla morte, è già stato trasformato in un "santino", un "eroe giovanile" alla Jim Morrison. Completamente snaturato, lui che ha rappresentato soprattutto l'essenza di un epoca che ci cagava sopra, agli eroi e ai santini...
Rimane, oggi, semplicemente un autore dall'abilità tecnica mostruosa. E non uso il termine a caso. Quando sento dire a qualcuno che "non gli piace come disegna Pazienza" mi sembra di parlare, prima ancora che con qualcuno privo di gusto, con un matto: come sarebbe che "disegna Pazienza"? A quale delle decine di stili e riferimenti da lui impiegati si riferisce? Parla dello stile di Penthotal? Di quello di Zanardi? Di quello di Storia di Astrarte? Di quello di Lupi? Di quello di Campofame? Specificare please, che vorrei sapere con esattamente quale riduzione di Pazienza ho a che fare...
Lui ci giocava con il suo talento, si atteggiava nelle storie (ironicamente, ma anche con un certo astio) a talento naturale, a fare un po' il verso a chi lo riteneva "solo" tale (come quando disegna la fatina che gli porta il dono di saper fare le righine dritte...). Ma se è esploso a 20 anni, è perchè è da quando ne aveva meno di 13 che si faceva il xxxx a disegnare.
citando (a memoria, quindi probabilmente sbaglio la citazione)"Che sono un imbecille qualsiasi me lo posso dire da solo, perchè mangio in testa a chiunque dei vostri". Vero. Giocava a fare lo scemo, ma quando ci dava dentro non ce n'era per nessuno. Se su Penthothal all'inizio scimmiottava Moebius, alla fine se lo lasciava indietro di diverse lunghezze. Macinava l'influenza di Crumb e di Barks, e dopo averli digeriti se li usava e li mollava a piacimento.
Non posso indicarti un opera "introduttiva" a Pazienza, perchè Pazienza lo affronti nei suoi termini. Sei tu che devi entrare nel suo mondo e seguirlo. Non ha fatto Bonellidi di facile consumo per "abituarsi a suo stile", nè ha una progressione cronologica in cui abituarsi pian piano (anzi, Penthothal probabilmente è la sua opera più difficile). Il mio consiglio in generale è leggersi le Edizioni critiche della Baldini e Castoldi che cercano di spiegare il contesto per chi non c'era (come le note ormai necessarie per leggersi Dublineers...). Zanardi e Pompeo probabilmente vanno meglio per iniziare.
Per la pattumiera direi che basta. Se vuoi di più leggiti un libro.