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[PbF][Anima Exalted] Character Scenes

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Mr. Mario:
Vento Inquieto sospira, e lascia che la sua luce si spenga, per tornare verso i suoi compagni senza bruciare il ragazzo.

"Già, la missione." dice con una certa amarezza. "Fai quel che devi, Nila."

Per la prima volta si volta verso il ragazzo. I suoi occhi neri striati di rosso sembrano scrutargli dentro, fin nel profondo.

"Qual è il tuo nome?"

Emanuele Borio:
Il ragazzo scruta Vento con una innata sorta di coraggio, come se le sue paure fossero ben altre. "Io... Non so bene come mi chiamo. O meglio, lo so, ma non posso ricordarlo. Mi è stata scagliata una maledizione. Più cerco di ricordare dettagli sul mio passato, più me ne dimentico".
E abbassa gli occhi tristemente.

Halleluja, stramaledettissima Telecom.

Mr. Mario:
Vento sospira. "E' come temevo. E' questo quello che fanno. Si mangiano via una parte di te, e poi ti sputano dentro qulcosa di loro. Ti marchiano come una cosa loro."

L'uomo del sud si china di fronte al ragazzo, e gli solleva il mento con le dita, in modo da guardarlo negli occhi.

"O almeno così credono. Ma tu non sei una cosa loro. Non importa quanto possa essere seducente la loro voce, quanto possa essere pieno di piaceri il loro abbraccio, e quanto fottutamente doloroso staccarsene. Tu non sei loro. Non gli appartieni, qualunque maledizione possano averti tirato addosso, loro non hanno questa autorità su di te. Tu non sei loro, capito? Io non so ancora come potrai fare, ma in qualche maniera è possibile liberarsi di loro, non credere mai il contrario. Tu non sei loro. Finché te lo ricorderai, noi saremo amici. Io sono Vento Inquieto. Quando avrai di nuovo un nome mi dirai il tuo."

Emanuele Borio:
Il ragazzo alza lo sguardo timidamente, guardando Vento Inquieto con rinnovata speranza e fiducia. Il contatto con la sua pelle tuttavia, brucia lievemente quella di Vento, ma non abbastanza per provocare dolore più forte di una puntura di zanzara. "Ora non ho altro nome che quello che mi affidarono loro, quando... Quando... Quando sono morto. Mietitore di Sangue, così mi chiamavano, ma temo che a usare questo nome io finisca per appartenergli davvero".

Si alza piano, come se le gambe gli cedessero, e facendo evidentemente fatica a muoversi "Questo posto... È strano, non, riesco a respirare... Che aria è mai questa?"

Francesco Berni:
"le loro tecniche non sono cambiate. Il vecchio gli ha insegnato bene." mi avvio verso il ragazzo "Piacere figliuolo, io sono Ombra Scarlatta, e so bene cosa ti è successo, quella tecnica ai loro maestri purtroppo l'ho insegnata io, ci vorra tempo per rimuoverla, e non ho gli strumenti per farlo al momento, ma è una parte dei miei numerosi errori in questa lunga vita e riparerò anche a questo" gli porgo e lo faccio alzare.


ricordasi che sembro un ventenne :D

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