Autore Topic: Articoli sulla ludologia e sul gioco dell'Università di Siena.  (Letto 8893 volte)

Articoli sulla ludologia e sul gioco dell'Università di Siena.
« Risposta #15 il: 2010-02-03 01:34:51 »
@Lord Zero
Stai pigliando fischi per fiaschi e probabilmente hai voglia di discutere causa insonnia.

D&D viene citato come testo, il contenuto non importa che abbia valenza accademica è un riferimento bibliografico o, in questo caso, l'oggetto di alcune speculazioni.
Se cito un modello devo essere conscio del contenuto dello stesso, delle critiche e della valenza dello stesso; usare come fonte valida una tesi uscita da un programma di Giacobbo per un articolo accademico, probabilmente è usare una fonte poco affidabile e contestabile: di solito non è cosa buona.
Una ricerca degna di questo nome non può essere fatta su fonti di dubbia provenienza.

Citazione
Si, ma è quasi la stessa cosa. Giocare con la fiction... cos'altro sarebbe un gdr se non questo? ;-)

A questo punto ti invito a leggerti l'articolo per intero.

Aloa!
« Ultima modifica: 2010-02-03 01:39:32 da fenna »
Daniele "fenna" Fenaroli

Articoli sulla ludologia e sul gioco dell'Università di Siena.
« Risposta #16 il: 2010-02-03 03:43:03 »
Citazione
[cite]Autore: fenna[/cite]Una ricerca degna di questo nome non può essere fatta su fonti di dubbia provenienza.

Guarda che non stiamo parlando di dubbia provenienza... ma di cosa considerare fonte e cosa no. Non confondiamo l'oggetto osservato con l'analisi scientifica dello stesso, c'è una bella differenza. The forge non è di dubbia provenienza, ne lo è D&D. Sono cose reali e concrete, osservabili ed analizzabili, ergo possibili di studio scientifico. E possono essere considerate fonti attendibili e veritiere sia del fenomeno gdr, sia delle teorie di design sul gdr.
Da una parte abbiamo un prodotto (il D&D), dall'altra però abbiamo un insieme di osservazioni e descrizioni sull'attività del gdr molto ben accurate, scientifiche, e degne di considerazione, con tutti i "dati" disponibli e consultabili facilmente... e quindi anche suscettibili di analisi e critica.

Si potrebbe affermare che la teoria forgita, pur non rappresentando un riferimento accademico formale, in quanto non pubblicazione accademica, debba essere però considerata nell'analisi del fenomeno gdr o delle attività ludiche che riguardano il "giocare con la fiction e nella finzione". Ignorarla, significa semplicemente fare un pessimo lavoro... ovviamente se l'articolo venisse scritto oggi.

Citazione
[cite]Autore: fenna[/cite]
Citazione
[p]Si, ma è quasi la stessa cosa. Giocare con la fiction... cos'altro sarebbe un gdr se non questo? ;-)[/p]
[p]A questo punto ti invito a leggerti l'articolo per intero.[/p]

Si ho letto, e so che non è un articolo sul gdr, d'accordo. Ma io mi riferivo ovviamente solo alla parte di articolo che parla di gdr...
Lord Zero - (Domon Number 0)

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« Risposta #17 il: 2010-02-03 10:23:59 »
@Lord Zero
Ti giuro che faccio fatica a seguirti.
Stai confondendo l'oggetto dello studio con l'attendibilità delle fonti.
L'oggetto dello studio può essere anche uno scontrino, la nostra discussione, il disegno di un bambino.
L'oggetto dello studio non ha necessità di essere attendibile: deve essere concreto e analizzabile da chiunque.
Quello di cui sto parlando io è la credibilità e i metodi delle le teorie che si citano e a cui si fa riferimento durante l'analisi dell'oggetto.
Se invece, come credo tu ti stia riferendo invece al fare dell'oggetto di analisi il Big Model, questo è un altro discorso, visto che la raccolta di dati a supporto la dovrebbe fare lo studioso di turno.
Citazione
dall'altra però abbiamo un insieme di osservazioni e descrizioni sull'attività del gdr molto ben accurate, scientifiche, e degne di considerazione, con tutti i "dati" disponibli e consultabili facilmente... e quindi anche suscettibili di analisi e critica.

Ecco un'altro punto, i dati raccolti nella formulazione della teoria non sarebbero ammissibili sia perché non c'è stato un lavoro di raccolta ed elaborazione precisa degli stessi attraverso un metodo riconoscibile o attraverso una metodologia ragionata - non ho visto riferimenti a studi, o a raccolte di dati fatte in questo modo, l'uso degli actual play quando si fa teoria è una buona cosa, ma non è un metodo di raccolta unitario e preciso -, il che rende i dati disponibili, facendo delle ricerche mirate, ma non facilmente consultabili, ne organizzati secondo un ordine e una metodologia di ricerca precisa.
Il che non signfica che l'analisi non possa essere corretta, significa solo che per essere corretta e attendibile ha bisogno di essere lavorata secondo un metodo precisato.
Citazione
Si potrebbe affermare che la teoria forgita, pur non rappresentando un riferimento accademico formale, in quanto non pubblicazione accademica, debba essere però considerata nell'analisi del fenomeno gdr

Il problema che sollevo non è il riconoscimento dell'analisi, ma la sua attendibilità che ne limita la diffusione in campo accademico.
Citazione
o delle attività ludiche che riguardano il "giocare con la fiction e nella finzione".

Questo è assolutamente dare caratteristiche al BM che non ha; il rapporto ludico con la fiction si crea anche con media differenti, ed è un processo che ha radici più profonde e in processi decisamente più ampli rispetto al gdr, la portata di questi interconnessioni fra il giocare con uno spazio immaginato condiviso e la declinazione che questo aspetto prende nel rapporto coi media è oggetto di analisi del BM limitatamente al giocare di ruolo e basta.  
Citazione
Ignorarla, significa semplicemente fare un pessimo lavoro... ovviamente se l'articolo venisse scritto oggi.

No! Ignorarla significa che non è passata per ambito accademico, il che significa che è una teoria che si è diffusa ed è stata discussa in una ambito limitato al fandom e la sua diffusione e conoscenza è comunque limitata a questo ambito.
Se qualcuno si mettesse a studiare il fandom relativo al gioco di ruolo da tavolo, avrebbe delle probabilità di venire a contatto con TheForge o il Big Model; per il resto sarebbe difficile avere dei riferimenti: come fai a raggiungerla se non è citata in altre ricerche? In altri studi?
Questo è il punto.

Aloa!
Daniele "fenna" Fenaroli

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« Risposta #18 il: 2010-02-03 14:11:05 »
E' un discorso che ho già provato ad affrontare io.
L'accademia italiana, soprattutto quella umanista, di norma accetta come "fonti attendibili" quelle che sono state prodotte all'interno dell'accademia stessa.
Già il fatto che arrivino da università straniere ogni tanto fa storcere nasi.
Una fonte, quindi, per essere "attendibile" in Italia, deve di norma seguire un processo fatto in questo modo:
- Un docente universitario scrive un pezzo/articolo/studio/ricerca su un argomento non universitario
- qualcuno fa una tesi su suddetto argomento
- suddetto argomento diventa materia di esame universitario

L'ordine è più o meno questo; se viene saltato il primo punto, qualsiasi articolo o trattato scritto da un non-docente o da un docente che scriva extra-accademia, è una sorta di "simpatica deroga" alla serietà richiesta.
Io non sto dicendo che personalmente mi vada bene e/o che sia d'accordo, ma considerate solo che in Italia, per poter avere studi accademici "attendibili" sull'ipertesto, abbiamo dovuto pagare De Kerckhove e farlo venire in Italia ad insegnare, perché altrimenti nessuno riteneva "attendibile" un discorso fatto su una cosa che "serve solo a fare siti commerciali".

Il fatto che molti di noi stiano facendo tesi sui GdR, non rende il GdR attendibile, a meno che uno di noi non riesca a farsi assegnare una cattedra da ordinario e inizi a fare corsi sui GdR nella sua materia.
L'Italia funziona così.
il dado si lancia da solo, e da qualche parte nel mondo un orco muore - vincitore di un Ezio D'Oro per la Boiata della Settimana! ("This Is Something Only I Do!"™)

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« Risposta #19 il: 2010-02-03 15:15:16 »
Rispondo a kana, poi prego chiunque sia interessato a continuare, coinvolgendo me, kana, lord zero, il un discorso via whisper.
Leggete gli articoli, anche quelli nella pagina personale di Paglieri[1] riportate le parti che ritenete interessanti e discutiamone.

@kana
Puoi prendertela, anche giustamente, con l'accademia italiana e con il vecchiume dell'impostazione, ma credo e non ti sarà difficile riconoscere che, indipendentemente da ciò che uno faccia nel tempo libero, esiste una metodologia nell'approccio ad un testo accademico che è formale ed è anche grazie all'approccio formale che il testo può: essere discusso nei dettagli, essere criticato ed essere sfasciato o rimacinato.
Però questo non spiega ancora il perché delle risposte che ho dato a Lord Zero.
Il dott. Paglieri in questa sede non si può difendere, sono certo che sarebbe in grado di farlo da solo, ma in questo caso faccio io, spero non dispiaccia:
1] L'oggetto dell'articolo non era il gdr, il che significa che le considerazioni fatte in merito al gdr erano e rimangono frutto dell'espozione precedente a quel paragrafo e non è possibile slegarli perché ci fa comodo;
2] Il Big Model può essere un oggetto dell'analisi, ma sarebbe quantomeno azzardato citare o utilizzare come mezzo di spiegazione, così com'è scritto in un articolo accademico, di qualunque nazione, senza precisarne i limiti nell'approccio;
3] I limiti nell'approccio sono legati alla totale mancanza di riferimenti intertestuali, interdisciplinari e alla mancanza di una base di dati organizzata secondo principi dichiarati, riconoscibili;
4] La difficoltà di reperimento della stessa teoria dovuta alla sua diffusione limitata ad un ambito limitato del fandom del gdr.

Se si pone la questione: Paglieri dovrebbe essere al corrente della teoria del Big Model, la risposta è no, anche se ne fosse a conoscenza dovrebbe lavorarci sopra per poterla adottare come strumento di analisi in un testo accademico.
Piaccia o meno.

Ripeto l'invito a continuare via Whisper, gazie.



[1]http://www.media.unisi.it/cirg/fp/paglieri.html
« Ultima modifica: 2010-02-03 15:16:15 da fenna »
Daniele "fenna" Fenaroli

Articoli sulla ludologia e sul gioco dell'Università di Siena.
« Risposta #20 il: 2010-02-03 19:49:00 »
Citazione
[cite]Autore: fenna[/cite]Se si pone la questione: Paglieri dovrebbe essere al corrente della teoria del Big Model, la risposta è no, anche se ne fosse a conoscenza dovrebbe lavorarci sopra per poterla adottare come strumento di analisi in un testo accademico.
Piaccia o meno.

Ci siamo capiti male.
Rispondevo a Lord Zero, stavo cercando di spiegare a lui perché non si può dire "c'è scritto su the Forge" in un articolo "accademico".
Io sono perfettamente d'accordo con te e questa tua ultima frase dice quello che volevo dire anche io.
il dado si lancia da solo, e da qualche parte nel mondo un orco muore - vincitore di un Ezio D'Oro per la Boiata della Settimana! ("This Is Something Only I Do!"™)

Articoli sulla ludologia e sul gioco dell'Università di Siena.
« Risposta #21 il: 2010-02-03 19:51:38 »
Ho trasformato in whisper il mio ultimo intervento come richiesto dall'autore del topic, poi semmai apro un thread a parte per discuterne in termini generali perchè penso possa interessare anche ad altre persone. :)
Lord Zero - (Domon Number 0)

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« Risposta #22 il: 2010-02-03 19:59:29 »
@Kana
capiti male :-), capita, a me anche spesso e credo tu li sappia pure... chiedo pazienza.
Apro un altro topic dove quoto i vostri interventi per intero.

Prego i moderatori di obliterare gli interventi, grazie.

Per chi fosse iteressato a continuare:
http://www.gentechegioca.it/vanilla/comments.php?DiscussionID=1868&page=1#Comment_48827
« Ultima modifica: 2010-02-03 20:12:54 da fenna »
Daniele "fenna" Fenaroli

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« Risposta #23 il: 2010-02-03 20:17:20 »
Citazione
[cite]Autore: fenna[/cite]capiti male :-), capita, a me anche spesso e credo tu li sappia pure... chiedo pazienza.

ho sbagliato io a non esplicitare che era una risposta a Lord Zero :)
il dado si lancia da solo, e da qualche parte nel mondo un orco muore - vincitore di un Ezio D'Oro per la Boiata della Settimana! ("This Is Something Only I Do!"™)

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