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The Nuked Apple Cart (era \
lorenzo giulietti:
Scusa vodacce ma non hai posto un problema, ma raccontato una storiella, neppure so dirti quanto vera.
La differenza secondo me rilevante è proprio la rete, oggi chi si iscrive ad una associazione di gdr senza sapere che cos'è un gdr? Dico anche solo guardando un paio di siti internet, o giocando a qualche videogioco, (genere gdr), secondo me è quella la prospettiva con cui un possibile fruitore si accosta ai giochi oggi.
Ma queste sono chiacchere di pura speculazione.
[size=14](RANT ON)[/size]
Tornando a quanto detto da moreno, trovo che il venire meno dell'editoria può facilmente essere rimpiazzato dalla rete come collante transregionale, una volta c'erano le fanzine, e le associazioni, oggi c'è internet che rende tutto più facile.
A parte questo, trovo tristemente vero quanto dice moreno, i gdr nn sono di massa, e non vedo un gran ricambio generazionale, mi sembra di vedere gli adulti (20enni all'epoca ma a me apparivano come adulti)che giocavano ai wargame quando ero ragazzino, spariti loro, e i loro wargame, rimpiazzati da giochi semplici semplici, un epoca e finita e non ha lasciato alcuna traccia, non c'è stato ricambio, o continuità ma solo un declino rapido.
Non sto qui a tediarvi, ma anche proponendo o cercando giocatori per questa cosidetta visione differente di giochi, almeno qui a roma non è che ci sia stato tutta sta scelta ( escluso il buon adam che si è prestato a fare da demiurgo per CnV).
Questo mi porta a pensare che uno dei problemi dei gdr oggi (e per oggi intendo quanto meno gli ultimi 15 anni) è la competizione che esiste sui media ricreativi, il gdr richiede tempo, e pratica, io personalmente non credo neppure che i cosi detti "new wave" possano sensibilmente invertire la situazione, vedo gli stessi giochi da tavolo che hanno una tradizione e un aspetto familiare assai più rassicurante stentare, vendono i party game tipo lupus in tabula, taboo, e pictionary (per dire di quelli meno peggio).
[size=14](RANT OFF)[/size]
Chi vivrà vedrà.
Rafu:
--- Citazione ---[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]Sinceramente, non credo che il gdr oggi possa diventare di massa. Non sono più gli anni 70. Ma se si vuole vendere UN SOLO gdr (non tutti i gdr in generale, che è un idea ridicola), bisogna tornare alle origini.
--- Termina citazione ---
*sospiro* Erano gli anni Settanta... (sfumando ad lib)
TartaRosso:
Quindi mi sembra di capire che, in generale, pensate che la diffusione si soterrà tramite internet. Il settore rimarrà di nicchia ma ci sarà comunque (che è poi la cosa che interessa a me).
@Yaggo:
E' vero che i gdr richiedono tempo e che c'è la concorrenza multimediale ecc. ecc. . Ma proprio per questo credo che l'unico modello possibile sia quello del mercato indie e dell' autoproduzione
Intendiamoci io non ho nulla contro il mercato tradizionale. Magari gli si potrà imputare certe colpe (come evidenziato nell'articolo). Ma certe situazioni non sono certo ascrivibili solo al modello commerciale.
Però ritengo che in termine di qualche tempo (non so quanto) il mercato tradizionale sparirà.
Gli stessi editori (o almeno alcuni di loro) (in questo caso italiani) dicono che con i gdr i margini ci sono ma sono ridotti. E che portano avanti le linee per passione. Se venisse meno la passione, suppongo, punterebbero su altri prodotti con più margine e meno fatica.
P.S.
Sarebbe interessante vedere cosa succederebbe mettendo questa discussione su un altro forum. Ma NON FATELO! Sono allergico alle urla :) .
Moreno Roncucci:
Capitolo negozi. Altro tasto dolente.
Per quale motivo un negoziante di gdr dovrebbe cercare di vendere una copia di Avventure in Prima Serata (costo: 16,95 euro, bastanti per giocare all'infinito senza acquistare mai nient'altro, nemmeno i dadi) invece di D&D (costo: più del quadruplo, più supplementi, moduli, dadi e poi magari riviste e miniature)?
La sapete la leggenda metropolitana secondo cui è stata inventata da anni una lametta da barba eterna, che non deve più essere cambiata ogni tot rasature... e che la cosa viene tenuta per nascosta perché significherebbe la fine delle aziende che le producono? E' praticamente una barzelletta (almeno, spero...) ma nel campo dei gdr, il timore che potrebbe prendere un negoziante è proprio questo.
Se ci fermiamo qui, il discorso è risolto: il negoziante propone D&D. Punto. Ma il problema è che il negoziante che propone D&D si è già estinto.
Quanti negozi specializzati esistono ancora in italia? Cioè negozi che campano soprattutto sulla gamma di gdr, e non su altre cose tipo fumetti, giochi per computer, giochi di carte collezionabili o giochi in genere (dai tricicli al monopoli)? Potrei essere smentito, ma sinceramente credo NESSUNO.
Il mito è morto. Anzi, non si è mai realizzato. L'idea che si potesse campare sui gdr secondo un modello di periodici. Con il cliente che tutti i mesi arriva in negozio a comprarti le nuove uscite. Quei clienti si riempivano solo di carta, erano pochi e sono sempre calati.
Oggi, il negoziante se sta a fare quei conti non ti vende nemmeno D&D. Ti vende Magic. O un gioco per computer.
D'altro canto, offrire D&D (o, peggio ancora, una molteplicità di serie di gdr) COSTA. In termini di spazio occupato, di conoscenza del settore, di "servizio al pubblico". Vendi un gdr per computer e sei a posto. Vendi gdr, e ti trovi a dover rispondere su quando uscirà il quarto supplemento per i Forgotten Realms e cosa conterrà. Su che differenza c'è fra la prima e la seconda edizione di Forgotten Realms. E tenere anche un singolo gioco PORTA VIA UN CASINO DI SPAZIO. (lasciamo perdere i casi umani come un commerciante che conoscevo, che aveva centinaia di moduli invenduti e non teneva più i manuali base. E io "ma chi te li compra i supplementi se non possono comprare il manuale base?" e lui "non compro più niente della linea x finché non mi comprano i supplementi invenduti" ed io "auguri"!. Ovviamente è fallito...)
Se ormai in giro trovi solo i manuali base di D&D (che trovi anche in libreria) e nient'altro, c'è il suo perchè...
Se dimentichiamo il "sogno", il mito del negozio strapieno di soli gdr su tutti gli scaffali, e vediamo invece a realtà di questi negozi che se tengono ancora gdr è solo per completezza o perchè il padrone li gioca (o li giocava), e ci dimentichiamo dell'idea di vendere supplementi per tutta la vita alle stesse persone, vediamo invece qualche altra differenza:
Con AiPS, CNV, etc, non ti riempi scaffalature su scaffalature di supplementi. Puoi permetterti di offrire DECINE di giochi diversi, per tutti i gusti, occupando uno spazio ridicolo. Meno di quanto ti occupavano i supplementi per un singolo gioco di fascia bassa. Non essendo periodici, non devi continuare a comprare supplementi che poi ti rimangono invenduti, e non c'è il "gioco del mese" su cui rischi di bruciarti un sacco di soldi. Questi sono long-seller, senza scadenza. Li puoi vendere anche alla mamma che viene a comprare il triciclo per il bambino, da giocare la sera al posto del solito Monopoli. Non richiedono un impegno vita natural durante per "tenere in vita il gruppo". Non richiedono di studiarsi le differenze fra la prima e la seconda versione dei Forgotten Realms. Ti occupano lo spazio mentale (e negli scaffali) adeguato al giro di soldi che producono, e non sproporzionalmente più grande.
Però occorre che anche il negoziante, come l'acquirente, abbandoni il "mito" del modello periodico. Ed e' difficile, visto che se l'avesse abbandonato, probabilmente già adesso non venderebbe altri gdr se non i manuali base di D&D...
Mauro:
--- Citazione ---[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]La sapete la leggenda metropolitana secondo cui è stata inventata da anni una lametta da barba eterna, che non deve più essere cambiata ogni tot rasature... e che la cosa viene tenuta per nascosta perché significherebbe la fine delle aziende che le producono? E' praticamente una barzelletta (almeno, spero...) ma nel campo dei gdr, il timore che potrebbe prendere un negoziante è proprio questo
--- Termina citazione ---
"Se vuoi diventare ricco, devi inventare qualcosa che la gente possa usare e buttare" (il sig. Painter - inventore del tappo a corona - al sig. Gillette).
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