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Solipsist - Gioco

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Fabio Succi Cimentini:
:°°°°D Ragionamento che fila.

Emanuele Borio:
Eccome U_U

Fossi in te mi preoccuperei. Celeste non me lo vedo bene a cambiare pannolini XDDDD

Marco Costantini:
Una settimana dopo l'incidente del campanile.

La scena si apre inquadrano il volto di una donna di colore, nigeriana o marocchina probabilmente, col volto rigato di lacrime che svanao due solchi sul viso impolverato.
La donna stringe al petto un bambino palesemente sfinito e malnutrito.
L'inquadratura si allontana di poco, mostrando alle spalle della donna una lunga fila di uomini in colonna, impolverati e stanchi, che procedono lentamente.
Sembrano profughi.
La donna fa ancora qualche passo, poi si ferma, accalcandosi addosso ad altri poveretti che sembrano gridare un qualche slogan o canto ritmato.
Ci sono migliaia di persone, con ogni colore di pelle immaginabile.
La donna si fa largo fra la folla mentre il coro di protesta aumenta di volume. Stringe ancora il bimbo al petto e da come sobbalza si ha quasi l'impressione che sia morto.
Viene spintonata e quasi perde l'equilibrio, ma alla fine riesce ad attraversare tutta la folla.
Davanti a lei si para questa scena: alcune mura di cemento armato prefabbricate -molto simili a quelle viste al telegiornale messe da Israele per dividere i territori palestinesi- bloccano le strede e chiudono quasi come fosse una fortezza medioevale una città che pare piuttosto moderna. Un cordone di militari armati fa da guardia, protetto da transenne fisse e da una serie di rovi di filo spinato che impediscono alla folla di farsi avanti con facilità.
La donna arriva prorpio vicino ad uno dei militari, che si trova dietro una rete metallica.
Piange e alza il bimbino in cielo gridando "Please! Please! Help him!" con un pesante accento.
Il soldato, molto giovane, si guarda intorno agitato, dando un occhio agli altri lì intorno, probabilmente i suoi superiori; a disagio, si sistema la mitragliatrice sulle spalle, ma non fa altro.
La donna continua a piangere disperata e alza ancora il bimbo...lo getta dall'altra parte.
Il soldato si sposta e intorno a lui tutti gli altri puntano spaventati le armi.
Il bimbo crolla a terra.
L'inquadratura si sposta poco distante: un uomo, un ragazzo in realtà, si slancia contro una delle reti e comincia a scalarla.
Un istante dopo una raffica di mitragliatrice lo falcia: la folla indietreggia, si sparge il panico.
Il giovane militare, terrorizzato, punta la sua arma sulla donna che ha gettato il bimbo e fa fuoco.
Si sentono altre raffice finchè molte voci, sia dai militari che dalla folla, urlano "Stop! Stop!".

L'inquadratura sale: si vede la folla dall'alto.
La città è completamente assediata da una moltitudine di persone che dall'alto sembrano un mare. Mura di cemento armato la circondano completamente.

E la città è la nostra città, quella in cui una settimana fa è apparso un angelo che ha salvato una ragazza.

Tho, beccatevi questa: c'ho messo un po' ma spero ne valga la pena.
Ah, vi chiederei un favore: non fatemi un Cambiamento che distrugga del tutto la scena... mi piace molto :) Serve più che altro a descrivere a che punti siamo arrivati.

Fabio Succi Cimentini:
Il giorno in cui questo accade, Celeste vede tutto dall'alto della piazza della cattedrale.
Sa che cercano lui, e per lui stanno rischiando di mettere la sua città a ferro e fuoco; guarda verso l'alto, pensa a Beatrice.
Lei è davvero un agente del Signore? E questa è la prova che da Lui gli sottopone?
"Allora... perchè avete coinvolto tutte queste persone?" Questo l'avrebbe accettato prima di giurare a Diana che non avrebbe più manipolato le persone. Prima di votarsi a riconoscere tutti gli uomini per amore di uno di loro.
Ma in questo momento - in cui non vuole neanche spiegare le ali - si sente da solo. Deve fare qualcosa ma non da solo. E non può compromettere Diana.

Per questo, arrivato al telefono più vicino nella piazza, compone freneticamente il numero di Chiara.
"Vieni qui... per favore. Ho paura di quello che devo affrontare... li voglio accontentare, tutti, ma non so come fare. Non posso farlo da solo."

E' vero, può sembrare l'inutile azione anti framing, ma al contrario mi interessa per settare la scena; perchè i due agiscano congiuntamente.
Bellissima idea, comunque. Io adesso sono spiazzato, ma ne vedremo delle belle.

Emanuele Borio:
Chiara siede in camera sua con i piedi sul letto, le ginocchia che le arrivano sotto il mento, le mani appoggiate a stringere le ginocchia. Sta fissando con gli occhi spalancati la televisione, e ogni tanto guarda il telefono con la coda dell'occhio. Quando vede la scena alla TV, sussurra "Celeste, cosa diavolo hai combinato? E perchè non mi chiami?" pensa quasi di aver fatto quello che lei sa fare poichè squilla il telefono. Frenetica tira su la cornetta ma facendo questo lascia la presa sulle ginocchia rovinando sulla moquette e tirando giù il tavolino. Celeste dall'altra parte sente suono di cornetta alzata, casino, roba che cade un "Ahia!" e poi "Pronto?" cordialissimo. Dopo le parole sputategli in faccia da Celeste Chiara rimane attonita. Poi un suo occhio scatta in un tick "Cioè scusa manco ti fai sentire, fai sto casino mi dici che devo venire da te ma come ti permetti io ho avuto paura dall'inizio alla fine non so come tu possa solo pensare!... Dove devo venire?" Cominciata come un urlo convulso, la sua voce si calma e torna normale, al momento più preoccupata per il suo amico che non per tutto il resto.

Zap. Zap. Zap. ò_ò

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