La vita di un bibliotecario, come ci insegnano i telefilm di "The Librarian" e il primo film de "La Mummia" (quello fracassone moderno, non quello bello in bianco e nero) è avventurosa e piena di insidie.
Mentre mi trovavo in un complesso sotterraneo nella francia meridionale (capite come non possa rivelarvi la posizione esatta) rintracciato seguendo la Via delle Stelle e il Codice delle Rune (segreti da bibliotecario), sono stato assalito da sicari inviati da Roberto Giacobbo, che volevano impedirmi di portare alla luce segreti che avrebbero messo in pericolo l'autorità monopolistica del loro inquietante capo.
Ovviamente è seguito il crollo del sotterraneo (sono cose che succedono tutti i giorni, ad un bibliotecario), ma sono comunque riuscito ad impadronirmi di alcune carte che provano una relazione inquietante.
Si dice, in ambienti massonici, che tre Cavalieri Templari, cercando le ossa del loro ultimo gran Maestro, Jacques di Molay, riuscirono a recuperare solo il teschio e i due femori.
Il resto del corpo era stato distrutto e disperso ai venti, probabilmente dagli Uomini in Nero.
Questi tre audaci sopravvissuti del Mysterioso Ordine emigrarono quindi in America (che avevano scoperto 200 anni prima di Colombo, come tutti sanno) e misero i resti al sicuro. Purtroppo dopo appena qualche secolo i loro vecchi nemici li trovarono. I discendenti di questi eroi misero quindi assieme un'associazione di uomini coraggiosi, pronti a combattere per difendere quelle terre che erano loro e a vendicare antichi torti subiti a causa delle monarchie di Francia e Spagna.
Come simbolo della loro lotta scelsero il tesoro che ii loro antenati avevano portato: dipinsero di nero le loro bandiere e vi ricamarono le rappresentazioni di quanto era rimasto del Gran Maestro de Molay.
Questa è la vera Storia della nascita del Jolly Roger, e dimostra come i Pirati siano i veri, unici e diretti discendenti dei Templari.
I Ningià non saranno mai così fighi...