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Apologia del Gioco Tradizionale
Simone Redaelli:
mmm... fai delle giustissime osservazioni, per cui ti rispondo subito.
Per "regola zero" intendo il potere lasciato al master di "gestire" il gioco e la storia al di sopra di regole scritte. se per "regola zero" non intendete questo mi scuso per l'uso improprio del termine. In tal caso sostituite la mia definizione scritta qui sopra laddove in tutti i miei precedenti post ho scritto "regola zero".
Quello che mi preme specificare è che questo "potere" non si applica necessariamente cambiando le regole con altre o barando sui tiri di dado (cosa che in effetti non faccio praticamente mai) ma anche e soprattutto gestendo le situazioni, magari non applicando sempre tutte le regole al dettaglio a seconda delle situazioni e usando gli eventi della storia e i PNG come carte versatili per direzionare il gioco.
Se tu dici che in parpuzio si possa trovare equilibrio sono d'accordo. Che la regola zero non aiuti l'equilibrio in assoluto mi trova invece in disaccordo, e qui possiamo discuterne.
I vantaggi che secondo me ha parpuzio preferisco trattarli più avanti (nella seconda parte) per amore di ordine.
--- Citazione ---
Terza cosa: il paragone tra giochi; prima di farlo, prova quelli nuovi, e provane piú di uno. Personalmente, trovo abbia poco senso disquisire sui pregi di una cosa rispetto a un'altra avendone provata solo una delle due, soprattutto vista l'estrema varianza che i nuovi giochi hanno. Fare altrimenti sarebbe come dire che mi piace piú il salame del prosciutto, ma non avendo mai provato il secondo. Su che base posso dirlo?
--- Termina citazione ---
sulle basi oggettive: cioè su quello che finora ho letto e sul fatto che i new wave non hanno la regola zero. Se vedo scritta sulla confezione del prusciutto che contiene troppi grassi e io sono a dieta....
Comunque per ora non sto parlando dei new wave (che appunto non conosco). Per ora non sto facendo paragoni tra giochi. sto solo difendendo parpuzio da alcune tremende accuse che qui gli vengono lanciate.
Parpuzio l'ho provato a profusione e quindi direi che su questa base posso ben difenderlo.
Per quanto riguarda cosa dicono precisamente i manuali di D&D o di vampiri o di qualsiasi altro gioco tradizionale... non mi interessa molto.
Se, come affermano alcuni stimati signori di questo forum, Parpuzio è un unico gioco.... allora se io ne salvo uno li salvo tutti.
In altre parole, se io dimostro che D&D giocato col mio metodo funziona, allora io potrei prendere il manuale di D&D (qualsiasi edizione) aggiungerci all'inizio un introduzione dove spiego come usare la regola zero secondo il mio metodo e avrei un parpuzio funzionante.
Che non sia in commercio non mi interessa, che non lo si voglia chiamare più D&D non mi interessa. Rimane il fatto che è Parpuzio. e che funziona.
Che è in effetti proprio quello che sto cercando di dimostrare con questa Apologia.
Simone
Daniele "fenna" Fenaroli:
Ciao,
Concordo pienamente con Mauro, credo anzi che se il tuo intento fosse stato capirci qualcosa, lurkando tutto sto tempo, senza provare nemmeno un gdr di quelli proposti, nemmeno quelli gratuiti: semplicemente hai perso il tuo tempo inutilmente.
Sulla parte educativa ti riporto il commento che ho fatto nell'altro topic.
Il punto è che con tutto il tuo post hai dimostrato che il gdr - parlo da ignorante in materia, se conosci, spero anzi di poter approfondire in un altro topic - non sono il massimo come strumento pedagogico-educativo, perché non sono progettato per quegli scopi.
Stai tentando di usare un rastrello, per pettinarti i capelli.
Non metto in dubbio che ci possa essere un gdr adatto, o più adatto, o studiato apposta per venire incontro alle esigenze degli educatori, però a me, che gioco con il fine del divertimento e voglio che il gioco sia divertente, emozionante, intenso, del fine pedagogico-educativo non me ne po' frega de meno.
Aloa!
Marco Costantini:
Alcune considerazioni sparse.
--- Citazione ---[cite]Autore: Umile SIRE[/cite]Non ho ancora mai provato a giocare a qualcuno di questi giochi ma ho letto alcuni dei manualetti di regole cercando di capirne la portata.
--- Termina citazione ---
E questo, mi perdonerai, mi pare un pochino contraddittorio e un filino assurdo, visto che vuoi dedicare una seconda parte di questa discussione a
--- Citazione ---[cite]Autore: Umile SIRE[/cite]spiegare in cosa per ora ritengo parpuzio ancora migliore dei giochi new wave.
--- Termina citazione ---
.
Come intendi spiegare in che modo una cosa è migliore di un'altra che non conosci?
Essendo questi i presupposti, purtroppo il resto, almeno per me, ne risulterà un pochino inficiato.
A me interessa soprattutto una risposta -più chiara di quella che hai dato- alla domanda "a che ti serve il controllo?". Aspetto di leggere la seconda parte prima di altri commenti, perchè credo chiuderà il cerchio e potrà farmi capire meglio quello che pensi.
nel frattempo un piccolo appunto che spero non degeneri in off sul ruolo dell'educatore.
Dici:
--- Citazione ---[cite]Autore: Umile SIRE[/cite]Mi rivolgo per esempio ai capi scout o a qualsiasi altro utente che abbia esperienza come educatore: voi stabilite tutto, dove portare i ragazzi, cosa far fare ai ragazzi, quando farlo, se accogliere o meno richieste dai vostri ragazzi, se, quando e come punirli nel caso non si comportino bene.
--- Termina citazione ---
Questo è esattamente l'opposto di quello che il metodo scout insegna. Credo che non avrei potuto esprimerlo meglio io stesso. E, sempre riguardo la mia esperienza come educatore, continuo a ripeterti: le cose sono andate stramaledettamente meglio quando in questo ambito non c'è stata minimamente la presenza di una specie di regola-0. Le cose sono andate benissimo quando ai ragazzi sono state spiegate fin da subito quali fossero le regole del "gioco" e nel momento in cui hanno accettato di giocare si sono presi anche la responsabilità di rispettare quelle regole e di subire le conseguenze dell'infrangerle.
Per ora aspetto la seconda parte e spero che non ci sia troppo dogpiling.
Antonio Caciolli:
--- Citazione ---[cite]Autore: Umile SIRE[/cite]A me non interessa creare il gioco perfetto ma capire quale gioco è più consono alle mie esigenze
--- Termina citazione ---
prima di leggere gli altri post dico solo che già sta frase non mi rappresenta come utente di gdr
io cerco goiochi che mi piacciano e che mi divertano e che siano fatti bene. pensare che esista un gioco che fitti con tutte le mie esigenze la trovo un'esagerazione
Mauro:
Il problema di fondo della Regola Zero è che virtualmente non può essere abusata: è una regola che dà il potere di modificare quello che si vuole; anche ipotizzando che debba farlo per garantire l'equilibrio e il divertimento, se la sua idea di garantire equilibrio e divertimento è far seguire la sua storia perché sarebbe un abuso? La cosa è demandanta al suo arbitrio, ovvio quindi che applichi il suo arbitrio.
Che esistano altre "regole" non è particolarmente rilevante, visto che sono tutte soggette all'arbitrio del master; l'unica vera regola diventa tale arbitrio, e questo lo dice il sistema. Del resto, tu dici che è altamente sconsigliabile che il master cambi tutte le regole; dove viene detto, sul manuale? Perché se non è detto è una tua idea, non la regola.
Inoltre, ogni limitazione a tale regola è una scelta del master, cosí come ogni concessione; dici che ci si può mettere d'accordo sull'impronta da dare al gioco. Ma, visto che tale impronta sarà data "tramite l'uso della regola zero", allora discenderà direttamente dalla visione del master, sarà la sua impronta, non quella comune; la differenza è che Cani nella Vigna ha un sistema che media per arrivare a una visione comune, non un giocatore che dà la sua impronta. E hai citato un gioco in cui questo è importantissimo, visto che parla di scelte morali: se è il master a dare l'impronta, il gioco risentirà della sua morale, cosa ben diversa da quanto si raggiungerà in Cani.
Del resto, perché il master dovrebbe essere al servizio dei giocatori e non giocare, visto che è possibile fare altrimenti? Il tuo esempio sul calcio mi pare debole, visto che a differenza dei GdR non ci sono sistemi che permettano all'arbitro di giocare. Come già detto, dubito che ci sia chi, avendo la scelta:
- giocare;
- far giocare e giocare;
- far giocare;
sceglierebbe la terza.
Ora, tu dici che potrebbe essere necessario "direzionare" i giocatori; perché? Se non si stanno divertendo, cambieranno loro direzione; se si stanno divertendo, non c'è necessità di direzionarli; quindi? Mi sfugge Perché il master dovrebbe trovare necessario direzionare i giocatori, salvo, appunto, che voglia dare la sua direzione.
Sí, so che hai detto che spiegherai poi il perché vedi questa necessità; ma spezzare un discorso in due parti ha senso finché le due parti sono indipendenti, se inserisci rimandi incrociati non si potrà capire la prima finché non si leggerà la seconda.
A parte quanto finora detto, volevo soffermarmi su una cosa: dici che ho fatto considerazioni giuste e dai la tua versione della Regola Zero; però nell'altra discussione ti riferivi a quella di D&D e sostenevi che fosse usabile come dicevi tu; non lo dico come critica, ma mi pare un indizio verso il fatto che tanto sana non è, se condividi quanto ho detto e nemmeno ti ricordavi cosa effettivamente diceva. Di nuovo, l'unico modo sano di usare la Regola Zero è stato dimenticare cosa diceva.
Ci si può benissimo rifare alla definizione che dai tu; che però è la tua idea, non la Regola Zero come scritta, quindi il discorso non è "La Regola Zero si può usare senza problemi", quanto piuttosto "Quello che io considero Regola Zero si può usare senza problemi". Le due cose sono diverse, soprattutto visto che la tua versione di "Regola Zero" è una versione autolimitata di quello che veramente è tale Regola.
Comunque, la Regola Zero non aiuta l'equilibrio; non lo aiuta perché tale equilibrio esce dalla capacità del master di mediare, di capire, di, appunto, equilibrare, non dalla Regola; senza tale capacità l'equilibrio non c'è.
Che poi sia possibile arrivare a un affiatamento tale da giocare bene anche con la Regola Zero penso sia vero, ma se quell'affiatamento diventa l'incapacità o l'estrema difficoltà a giocare con altri gruppi, con cui tale sintonia non c'è, isolando quindi di fatto le persone, allora la cosa non mi pare poi cosí positiva. E l'esperienza ha mostrato molte volte una cosa simile, che fosse l'impossibilità di giocare, il fastidio per determinate cose, o il classico "Ma questo non sa giocare!".
Tra un gioco come Cani e uno come D&D c'è una differenza fondamentale: in un gioco come Cani, è il sistema che dice al master (e ai giocatori) cosa fare a livello meccanico; in un gioco come D&D, è il master che dice al sistema (e ai giocatori) cosa fare a livello meccanico (dandogli inoltre il potere di dirigere le altre scelte). Personalmente mi pare ovvio che, mentre nel primo caso il sistema può dare un equilibrio, nel secondo questo non avviene, perché a darlo è al massimo il master.
A parte quanto sopra detto: il problema è che le accuse lanciate a Parpuzio sono sulla base del paragone con altri giochi, quindi non conoscendo quei giochi non hai le basi pratiche per capire effettivamente tali obiezioni. Tu non starai facendo il paragone, ma visto che i discorsi degli altri si basano su tale paragone non può essere escluso.
Non metto in dubbio che hai letto cose e che sai che quei giochi non hanno la Regola Zero; semplicemente, per esperienza diretta e indiretta sono convinto che non basti a capire questi giochi, sono da provare, altrimenti non si riesce a capirne la portata. Tutto quanto letto sarà sempre filtrato, com'è naturale che sia, attraverso l'unica esperienza pratica che si ha. Magari tu sarai un'eccezione, ma saresti la prima che vedo.
Il discorso "educatori" è un discorso a parte, in quanto i GdR non sono rivoli a loro, ma non condivido che abbiano la Regola Zero: c'è una grande discrezionalità, ma comunque soggetta a delle regole fisse (le leggi dello Stato, ma anche altro); e, se ci sono regole fisse, allora non c'è una Regola Zero. Se ci sono limiti, non è "potere assoluto". Tali regole saranno anche fissate dai singoli, il punto è che sono fissate a priori.
Per contro, la Regola Zero non ha limiti fissati a priori, non ha regole cui è soggetta.
Da notare inoltre che solitamente un educatore viene preparato e esaminato, un master no; il parallelo tra i due non mi pare poi cosí azzeccato.
Parentesi sui soprannomi: chiamarsi con soprannomi in un gruppo non è da psicopatici; avere una persona che impone di usare degli specifici soprannomi mi pare già piú delicato.
Rimando futuri miei commenti a piú avanti, magari a quando ci sarà la seconda parte, per evitare che, come nelle discussioni passate, si accumulino pagine su pagine.
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