Autore Topic: [CnV] relazioni con i demoni (e il potere dei nomi?)  (Letto 10287 volte)

Moreno Roncucci

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[CnV] relazioni con i demoni (e il potere dei nomi?)
« Risposta #15 il: 2009-07-31 17:49:13 »
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[cite]Autore: Mauro[/cite]Quello che trovo confusionario è che Eleazar possa avere "Demoni 4d10" e Saul non possa avere "Demoni 1d8"


Chi lo dice?

Quello che Lapo chiedeva non era di AVERE QUELLO CHE HA ELEAZAR, ma di AVERE L'ANTIDOTO MAGICO A QUALCOSA CHE HA ELEAZAR E FINORA NON E' IDENTIFICATO.

Non ha chiesto di avere la macchina nuova come Eleazar. Ha chiesto un raggio laser che fermasse le automobili (sono metafore, non state a fissarvi sui dettagli).

Saul può avere, subito, immediatamente, una relazione con i demoni (con I DEMONI - se la vuole CON UN DEMONE bisogna che vada a cercarsi qualcosa per evocarlo alzando il sovrannaturale, suppongo).  Ma questo non gli darà dadi extra contro Eleazar esattamente come Eleazar non avrà dati extra contro di lui. Però permetterà a Saul di essere quello che è Eleazar: qualcuno che trae potere dal contatto con un demone (anche un demone interiore come la rabbia). Saul si può far possedere e ottenere dadi bonus come li ha Eleazar. Doventare COME ELEAZAR. Può persino diventare uno stregone, come Elezar, senza mai vedere nulla di sovrannaturale in vita sua. E a quel punto gli dò pure i dadi dell'influenza demoniaca a favore.

Se non è chiara la differenza fra questo "cedere ai demoni" (avere quello che ha eleazar) e "conoscere il demone di Eleazar per nome", esco dal thread perchè a sto punto ci rinuncio.
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Mauro

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[CnV] relazioni con i demoni (e il potere dei nomi?)
« Risposta #16 il: 2009-07-31 17:53:45 »
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[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]Quello che Lapo chiedeva non era di AVERE QUELLO CHE HA ELEAZAR, ma di AVERE L'ANTIDOTO MAGICO A QUALCOSA CHE HA ELEAZAR E FINORA NON E' IDENTIFICATO

Ma nemmeno come demone della Furia? Chiedo perché visto che sta passando la città a incazzarsi ipotizzare che sia posseduto dal demone della Furia è plausibile.
Per dirla altrimenti: la Relazione col demone deve essere (nel tuo caso specifico, ovviamente un altro gruppo avrà altri criteri) col demone X (identificato in qualche modo), e non un generico "Demone della Furia"?

[CnV] relazioni con i demoni (e il potere dei nomi?)
« Risposta #17 il: 2009-07-31 17:57:29 »
E anche fosse con il demone x, per quale motivo sarebbe necessario alzare il sopranaturale per prendere una relazione con lui?

Moreno Roncucci

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[CnV] relazioni con i demoni (e il potere dei nomi?)
« Risposta #18 il: 2009-07-31 18:08:18 »
Hai presente cosa dicevi prima, sul fatto che le cose hanno una doppia valenza, da sistema e nella fiction?

Da sistema, Lapo può prendersi una relazione con qualcuno in ogni momento.

Da sistema, se non ha senso nella fiction per TUTTI gli altri giocatori, gli viene cazzata (da sistema, in CnV il sistema è totalmente sottomesso alla fiction. Per fare un rilancio allunghi i dadi e narri. Se la narrazione non ha senso non conta anche se hai tutti dieci, non la fai. Se invece ha senso non importa se hai dadi scarsi te la pareranno, ma la fai. La fiction domina completamente su ogni altro aspetto del gioco. Questo mi convinco sempre di più che è il punto dolente che provoca casini, troppa gente è convinta che in CnV la fiction sia sottomessa ai dadi).

Ora, Lapo puo' benissimo dire che Saul grida, rivolto al cielo "demoni, fatemi sopravvivere e vi darò la mia anima", facendo aumentare il sovrannaturale e beccandosi il dado della relazione, e usarlo per infliggere più fallout o per subirne di meno. OK,  fila con la storia, non mi fa alzare il sopracciglio.

Idem come sopra se mi dice che la rabbia di Eleazar ormai lo ha contagiato e combatte selvaggiamente come un demone, e si becca quel dado per la relazione con un demone meno "con effetti speciali", e può usarlo ancora come nel caso precedente. Tutto OK.

Vuole invece avere quel dado non perchè cede ai demoni, ma perchè conosce bene il demone di Eleazar e lo può chiamare per nome? Bastava che lo rendeva accettabile nella storia. Poteva cercare nel Libro della vita riferimenti a certi demoni, dimostrare nel corso della storia di indagare su uesta cosa, e denunciare questa specifica possessione con riti e cerimonie particolari. Avrebbe alzato parecchio il sovrannaturale (a livello dell'Esorcista) ma filava, in un film non si sarebbe messo a ridere nessuno.

Ma se mi dice che in questo momento, dopo tutta questa storia, dopo gli avvenimenti passati, dice "ehi, ma tu sei posseduto da Pippo! Che combinazione, lo conosco! Ho un bonus senza rischiare l'anima, grazie!" mi sembra DA FICTION una cosa ridicola e grottesca che rovina il gioco.

DA FICTION.

E DA SISTEMA? Da sistema, il sistema si mette a novanta gradi rispetto alla fiction e zitto!

E' chiaro questo punto? Senno' non possiamo andare avanti.
« Ultima modifica: 2009-07-31 18:08:58 da Moreno Roncucci »
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[CnV] relazioni con i demoni (e il potere dei nomi?)
« Risposta #19 il: 2009-07-31 18:20:09 »
Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]Vuole invece avere quel dado non perchè cede ai demoni, ma perchè conosce bene il demone di Eleazar e lo può chiamare per nome? Bastava che lo rendeva accettabile nella storia.

STONK. Scusa. Ma. C'è. Qualche. Problema. Di. Comunicazione.
La mia era una domanda ‘preventiva’ e voleva chiedere “esiste (in qualche modo) questa opzione”?
La risposta è stata un sonoro "NO!"
È evidente che per fare qualcosa (qualsiasi cosa) avrei dovuto narrarlo (e che questa specifica cosa, in questo specifico punto della fiction, sarebbe stata complicata da narrare e probabilmente non l'avrei fatto), ma la narrazione è "costosa" e l'avrei fatta solo in caso di scegliere questa tra le varie opzioni, non certo in fase di domanda preventiva (che serviva soltanto a individuare le opzioni!).
-_-

Moreno Roncucci

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[CnV] relazioni con i demoni (e il potere dei nomi?)
« Risposta #20 il: 2009-07-31 18:23:39 »
Citazione
[cite]Autore: lapo[/cite]La mia era una domanda ‘preventiva’ e voleva chiedere “esiste (in qualche modo) questa opzione”?
La risposta è stata un sonoro "NO!"


Sicuro? :-)

Ecco l mia prima risposta:
Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]
Sì, se conoscessi il nome di qualcuno dei demoni che sta usando. Ma visto che i demoni non hanno nome, e gli vengono dati da chi li venera, e in questo caso Eleazar non ha la minima idea di essere aiutato dai demoni (e forse non lo è, finora abbiamo tenuto il supernatural dial abbastanza basso che può darsi che i demoni non esistano) e quindi ovviamente non gli dà nome, è abbastanza difficile da usare...  :-)


Dice qualcosa di diverso dal mio ultimo messaggio? (o, se è per questo, da uno qualunque degli altri messaggi in questo thread in cui ho cercato di spiegare questa cosa?)
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[CnV] relazioni con i demoni (e il potere dei nomi?)
« Risposta #21 il: 2009-07-31 18:26:52 »
Beh intanto nel testo citato dici che non ha un nome e non lo avrà mai, neanche teoricamente (dato che chi lo venera non sa di farlo) e #19 invece dici che uno potrebbe trovarlo da solo facendo una ricerca… e comunque mi resterebbe aperta la questione del pronome: nella partita con Rafu ho sbagliato, a segnare sulla scheda “il demone che sta facendo comportare Nome-del-PNG-di-fronte-a-me come un indemoniato”? (dicitura in realtà più corta, ma con quel senso)

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[CnV] relazioni con i demoni (e il potere dei nomi?)
« Risposta #22 il: 2009-07-31 18:29:39 »
Moreno, a me pare che qualcosa non quadri. Leggendo questo thread, ho l'impressione che Lapo abbia fatto una domanda sulle regole del gioco, e che tu gli abbia risposto "non puoi" sottintendendo un "perché non esiste una maniera in cui puoi narrare questa cosa in maniera da non farmi alzare il sopracciglio". Se è così, scusa tanto, ma la domanda era sulle regole del gioco, e non sul senso estetico di Moreno... ^_^;;;
In questo caso, ribadire "ma in ogni caso puoi farlo solo se nessuno alza il sopracciglio alla tua narrazione" può essere una nota messa a margine per completezza, ma niente di più.

Moreno Roncucci

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[CnV] relazioni con i demoni (e il potere dei nomi?)
« Risposta #23 il: 2009-07-31 22:18:45 »
Io sto iniziando a perdere la pazienza...  (sì, riesco ad essere esasperato per un bel po' prima di perderla. Non sempre è un bene, significa postare per un certo tempo da esasperati invece di troncare)

Vogliamo riguardare il thread post per post con la lente da certosini? Riguardiamolo!

Post #1: facendo riferimento ad una risposta che gli avevo dato nel play by forum in cui facevo esplicitamente riferimento alla difficoltà nel giustificare una cosa simile, Lapo mi chiede se nell'ambientazione c'è un "potere dei nomi".

Post #4: gli rispondo:
Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite][p]Il problema non è tanto il nome quanto dire "sì, è quel demone lì". Specie in una partita a sovrannaturale praticamente nullo.[/p][p]Se tu avessi visto un ombra con zoccoli e corna uscire da Eleazar non c'era problema, lo indicavi col dito "quello lì! Mi sono innamorato! Voglio una relazione con lui!", ma se mi dici che vuoi una relazione con la capacità di Eleazar di metterti in buca a parole, ci puoi scommettere che scatta il sopracciglio...  :-)[/p]


Finora nessuno ha parlato di regole. Lapo parla di ambientazione, io di situazione.

Post numero 6. Lapo tira, per la prima volta, in ballo le regole.

Post numero 7, gli spiego come funzionano le regole di Cani nella Vigna. Il fulcro fondamentale del goco.

Post numero 8: Lapo si offende e andiamo avanti fino ad adesso a ripetere, sempre la stessa cosa.

E io scopro sempre più che proprio il concetto di narrazione coerente qui è completamente alieno, e la gente gioca ad una strampalata variante di Cani nella Vigna dove il cavillo regolistico ha la precedenza su tutto...

Citazione
[cite]Autore: lapo[/cite][p]Beh intanto nel testo citato dici che non ha un nome e non lo avrà mai, neanche teoricamente (dato che chi lo venera non sa di farlo)


Nessun demone ha un nome. Pagina 115.   Non sei ancora riuscito a rileggerti il manuale alla luce del play-by-forum?

L'unica possibilità di fargli avere un nome quindi è che glielo dia lo stregone, e questo Eleazar non lo farà mai.

Citazione
e #19 invece dici che uno potrebbe trovarlo da solo facendo una ricerca…


La fiction, Lapo, la fiction...  non è "tira un d20 e vediamo se fai la ricerca"...  "fare una ricerca" significa alzare il livello di sovrannaturale di tutta l'ambientazione. Cerchi i nomi di vecchi demoni. Questo trasforma oggettivamente la situazione di Eleazar. Io lo sto caratterizzando come una persona dominata dalla furia. Se alzate il livello di sovrannaturale diventa un indemoniato.

Citazione
e comunque mi resterebbe aperta la questione del pronome: nella partita con Rafu ho sbagliato, a segnare sulla scheda “il demone che sta facendo comportare Nome-del-PNG-di-fronte-a-me come un indemoniato”? (dicitura in realtà più corta, ma con quel senso)[/p]


Forse, se una buona volta leggessi pagina 64, e vedessi anche tu, scritta nero su bianco, questa cosa che ormai avro' ripetuto decine di volte (quattro volte solo in questo thread) sulla precedenza assoluta della fiction e dei criteri estetici del singolo gruppo, adesso non mi stracceresti le scatole con esempi di gioco tratti da partite con altri gruppi come se contassero più di zero...

Citazione
[cite]Autore: Rafu[/cite]Moreno, a me pare che qualcosa non quadri. Leggendo questo thread, ho l'impressione che Lapo abbia fatto una domanda sulle regole del gioco, e che tu gli abbia risposto "non puoi" sottintendendo un "perché non esiste una maniera in cui puoi narrare questa cosa in maniera da non farmi alzare il sopracciglio". Se è così, scusa tanto, ma la domanda era sulle regole del gioco, e non sul senso estetico di Moreno... ^_^;;;
In questo caso, ribadire "ma in ogni caso puoi farlo solo se nessuno alza il sopracciglio alla tua narrazione" può essere una nota messa a margine per completezza, ma niente di più.


La domanda era nel thread iniziale sulla situazione, e quindi aveva senso.

Non ha capito la mia risposta e ha fatto qui una domanda sull'ambientazione, a cui ho cercato di rispondere.

A quel punto è passato alle regole, ed è un peccato che non l'abbia fatto subito, perchè da regole gli puntavo dritto pagina 64 e avevamo finito di discutere...

il "non esiste una maniera in cui puoi narrare questa cosa in maniera da non farmi alzare il sopracciglio" te lo sei inventato, nel thread del play by forum ho detto esplicitamente che era difficile e basta. Certo, ADESSO sì, sono tanto estenuato da queste cervellotiche acrobazie per evitare di vedere la regola più importante del gioco che penso d'ora in poi veterò qualunque demone con un nome. C'è troppo rischio che provochino corti circuiti mentali strani.

Infine....

Citazione
"ma in ogni caso puoi farlo solo se nessuno alza il sopracciglio alla tua narrazione" può essere una nota messa a margine per completezza, ma niente di più.


No. Purtroppo credo di aver spiegato anch'io così il gioco all'inizio, e il risultato che vedo è l'apoteosi del rule-lawyering con la narrazione stravolta all'inverosimile per cercare di raschiare ancora qualcosa prima del veto, come gli slalomisti che toccano i paletti per risparmiare più strada possibile. Quesyo non è Cani nella Vigna. Questo è uno schifo.  La regola a pagina 64 non dice di esasperare i tuoi compagni di gioco finchè non si stufano e sbuffano e pongono il veto Questo rovinerebbe il gioco a chiunque. La regola a pagina 64 è chiarissima: il sopracciglio non è un limite, è una GUIDA.

Quella frase che ho quotato ti porta a giocare da schifo.  Va rovesciata. Il sopracciglio non è un "eventuale veto", è la linea guida che deve armonizzare rilanci e parate.

Chi non arriva a capire che deve fare quello che farebbe il personaggio, in maniera logica e sensata e plausibile per tutti quanti al tavolo, e i dadi sono solo di appoggio, non ha capito NIENTE di cani nella vigna.
« Ultima modifica: 2009-07-31 22:21:53 da Moreno Roncucci »
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« Risposta #24 il: 2009-07-31 23:23:29 »
Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]Chi non arriva a capire che deve fare quello che farebbe il personaggio, in maniera logica e sensata e plausibile per tutti quanti al tavolo, e i dadi sono solo di appoggio, non ha capito NIENTE di cani nella vigna.

Sì ma... inizia il conflitto, hai (comunque) tanti dadi e fai quello che vorresti.
Quello che vorresti fare, però, non ti dà dadi, e tu continui a farlo (dopotutto il personaggio che ne sa, di dadi).
Continui a farlo e ad un certo punto trovi un muro di gomma: hai finito i dadi.
Non puoi più fare niente. O meglio, sicuramente non puoi fare quello che volevi, puoi al limite fare altre cose.
Ma queste altre cose non le vuoi fare... e allora tu giocatore cedi la posta, perché non puoi fare altro: hai finito i dadi.
Ma il tuo personaggio non voleva perdere. Voleva solo continuare a seguire la sua natura e fare quella cosa che (tu giocatore sai) non ti dà dadi.
Ma non può farlo.

Se non ci fossero i dadi, il personaggio non sarebbe mai costretto a venire a patti col proprio senso morale: non ne avrebbe mai il bisogno.
Senza nulla sapere dei dadi, lui continuerebbe a seguire la sua natura, chiara e limpida, fino alla fine.
Ma il gioco vuole che il giocatore sia "tentato" da quei tratti in d4, vuole che sia "tentato" dal poter tirare influenza demoniaca... ma il giocatore non vuole fare quelle cose. Detesta quelle cose. E non ha motivo alcuno per farle, se non a causa dei dadi, che lui non conosce.

Ora, questo discorso, come rientra in "i dadi sono solo di appoggio"?
I dadi sono essenziali: i dadi dicono al giocatore cosa il personaggio può o non può fisicamente fare.
Il personaggio forse non lo sa, ma certe cose anche se vuole farle, non può fare.
Quindi, come si può dire che il giocatore deve fare solo "quello che farebbe il personaggio", se poi gli è impossibile farlo?

Mauro

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[CnV] relazioni con i demoni (e il potere dei nomi?)
« Risposta #25 il: 2009-07-31 23:30:03 »
Citazione
[cite]Autore: lapo[/cite][p]Non puoi più fare niente. O meglio, sicuramente non puoi fare quello che volevi, puoi al limite fare altre cose.
Ma queste altre cose non le vuoi fare... e allora tu giocatore cedi la posta, perché non puoi fare altro: hai finito i dadi.
Ma il tuo personaggio non voleva perdere. Voleva solo continuare a seguire la sua natura e fare quella cosa che (tu giocatore sai) non ti dà dadi.
Ma non può farlo.[/p][p]Se non ci fossero i dadi, il personaggio non sarebbe mai costretto a venire a patti col proprio senso morale: non ne avrebbe mai il bisogno.
Senza nulla sapere dei dadi, lui continuerebbe a seguire la sua natura, chiara e limpida, fino alla fine[/p]

È il giocatore a lasciare la Posta, non il personaggio; questo è importantissimo, perché significa che nella storia il personaggio può continuare ad agire (sparare, parlare, portare argomentazioni, citare il Libro della Vita, quello che è) come se avesse possibilità di vincere. Meccanicamente non ce l'ha, ma nella storia il personaggio può continuare a seguire la sua natura.
Per fare un esempio: c'è una sparatoria per impedire che uno scappi; se tu lasci la Posta, il tuo personaggio può continuare a sparare, magari ferirà o ucciderà anche qualcuno (a seconda della scena e del gruppo), ma non riuscirà a impedire la fuga. In questo caso, il personaggio non ha rinunciato a com'è: avrebbe continuato a sparare, ha continuato a sparare.
Ovvio, avere pochi dadi (e/o dadi bassi) può far sí che il giocatore abbia tante argomentazioni e non riesca a portarle supportate dai dadi; ma qualcosa che dica quando la questione è chiusa ci deve essere, altrimenti si andrebbe avanti all'infinito. Ora, come detto, è vero che se il personaggio continua dopo aver lasciato la Posta non può vincere; ma qual è la differenza col fare un tiro per convincere, fallirlo, e portare tutte le argomentazioni senza riuscire a convincere (o portare le argomentazioni, fare il tiro, fallirlo; è lo stesso)?

lapo

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[CnV] relazioni con i demoni (e il potere dei nomi?)
« Risposta #26 il: 2009-07-31 23:53:58 »
Citazione
[cite]Autore: Mauro[/cite]qualcosa che dica quando la questione è chiusa ci deve essere, altrimenti si andrebbe avanti all'infinito.

Certo ma... in una rissa da bar, perché il secondo cazzotto non fa male quanto il primo, mentre se il secondo è lo sgabello, il terzo è un boccale da birra trovato sul bancone, il quarto è la finestra del bar (facendoci passare l'altra persona dentro), il quinto è il burrone che era fuori dalla finestra... il personaggio vuole farsi solo una normale scazzottata, ma il giocatore prima o poi lo "costringerà" a prendere tutti questi oggetti improvvisati...
Oppure no, per restare fedele al 100% alla fiction, il giocatore non dovrebbe mai prenderli, se il suo personaggio fosse un bravissimo boxeur ma molto compito che non si abbasserebbe mai a usare questo tipo di mezzucci?
In tutto questo c'è qualcosa che non mi quadra...

PS: tra l'altro, perché questi dubbi vengono in PbF ma non di persona?

Mauro

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« Risposta #27 il: 2009-08-01 00:05:45 »
Citazione
[cite]Autore: lapo[/cite]Certo ma... in una rissa da bar, perché il secondo cazzotto non fa male quanto il primo, mentre se il secondo è lo sgabello, il terzo è un boccale da birra trovato sul bancone, il quarto è la finestra del bar (facendoci passare l'altra persona dentro), il quinto è il burrone che era fuori dalla finestra... il personaggio vuole farsi solo una normale scazzottata, ma il giocatore prima o poi lo "costringerà" a prendere tutti questi oggetti improvvisati...
Oppure no, per restare fedele al 100% alla fiction, il giocatore non dovrebbe mai prenderli, se il suo personaggio fosse un bravissimo boxeur ma molto compito che non si abbasserebbe mai a usare questo tipo di mezzucci?

Se non si abbasserebbe mai a usarli, o non li userebbe, o cambierebbe: è anche per questo che si dice che col sistema di Cani è impossibile che un personaggio non cambi.
Non è una questione del secondo cazzotto che fa meno male o piú male, i dadi non indicano quello: indicano la forza narrativa che ha il secondo cazzotto, ossia la forza che ha nel portare la storia sulla strada che vuole il tuo personaggio. Del resto, portassi avanti anche un doppio dieci non significa un pugno forte, dipende dai dadi che l'altro userà per parare (e dal Fallout che tirerà: se sette o meno, o il pugno era debole, o ha colpito male).
Prendi NCaS: quella scazzottata sarebbe un unico tiro, e poi si narrerebbe tutto. Se il giocatore perde, può tirare tutti i pugni che vuole, nella narrazione, ma tanto ai fini di quello che vuole ottenere sono inutili. Se il giocatore in Cani lascia la Posta, ma il personaggio continua a picchiare, la situazione è la stessa.
Oppure, dal PBF: se fosse in NCaS, vista la situazione attuale penso che avrebbe vinto il master con Dominanza di Follia (spuntato Lotta); sarebbe stato un unico tiro, tutto quello successivo, anche quello che verrà dopo, sarebbe stato narrazione. Di nuovo, se il giocatore in Cani lascia la Posta, ma il personaggio continua ad agire, la situazione è la stessa.
Il fatto che in Cani si arrivi alla situazione "Ho ancora argomentazioni, ma non dadi per sostenerle" può essere frustrante, ma concettualmente significa solo "Il mio personaggio ha perso, ma può continuare ad agire senza saperlo"; la differenza è solo che ci si può accorgere della sconfitta a metà Conflitto, e quindi pensare di avere argomentazioni ma non dadi; mentre se ci fosse un unico tiro, essendo l'intera narrazione successiva, questo non potrebbe accadere.

Citazione
[cite]Autore: lapo[/cite]tra l'altro, perché questi dubbi vengono in PbF ma non di persona?

Penso che sia perché si è creata una situazione decisamente complicata e che tocca molti aspetti meccanici; inoltre, il PBF è lungo; cose che aiutano a mettere in luce i dubbi.
Inoltre, Moreno ha la brutta abitudine di tirare una media di 25d10, cosa che ti mette davanti uno squadrone di risultati alti :P

lapo

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« Risposta #28 il: 2009-08-01 10:58:44 »
Citazione
[cite]Autore: Mauro[/cite]Non è una questione del secondo cazzotto che fa meno male o piú male, i dadi non indicano quello

Sì ok, cattivo esempio... uno può narrare anche 20 minuti di cazzotti con un solo rilancio da 1 1, non sono cose che rappresentano le azioni, ma l'andamento generale della posta... in ogni caso anche se non è "fa meno male" è evidente che un rilancio 10 10 fa più "avanzamento al tuo obiettivo" che non un 1 1.

Citazione
[cite]Autore: Mauro[/cite]Il fatto che in Cani si arrivi alla situazione "Ho ancora argomentazioni, ma non dadi per sostenerle" può essere frustrante

Mhh, no, parlavo più che altro di "Ho argomentazioni, ho dadi per sostenerle, ma al mio personaggio non verrebbe in mente di fare quelle altre cose dato che ha argomentazioni per queste"... sono per forza io-giocatore che vedo quali dadi ho e cosa il personaggio potrebbe fare per avere dadi.

Esempio: nell'ultima Veduta il mio Saul ha parato col coltello... cose che succedono, sopratutto se qualcuno spara con un fucile da 5 metri verso un gruppo di tre persone che si divincola per la predominanza su una pistola e chiaramente Saul non può sapere che questo gli ha dato il dado essenziale per poter sparare a Eleazar qualcosa di (a meno di nuovi dadi) imparabile piuttosto che parabile. Mi pare piuttosto evidente che, se non fosse stato per quel 1d6, quell'evento abbastanza improbabile non sarebbe accaduto. Quindi, a giocare bene, avrei dovuto evitarlo?
C'è qualcosa che mi sfugge, ma qua mi pare che si stia andando a dire qualcosa tipo "tu gioca e basta, la scheda e i dadi li ha in mano un'altra persona e ci pensa lei a posteriori ad usarli come supporto a quel che dici"... ma in questo modo ci vorrà un gran culo a 'casualmente' pensare azioni che mi diano la possibilità effettiva di andare avanti. E, tra l'altro, a giocare strettamente così non esiste neanche la famosa "tentazione" di quei dadi pericolosi (i tratti da d4, il corrompersi con i demoni)...
Cosa mi sono perso? Quale è il nocciolo della questione?
Essenzialmente a me pare che l'attenzione debba sì essere per la narrazione, ma non possa prescindere dai dadi; voi dite che deve invece prescindere, oppure ho capito male?

Mauro

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« Risposta #29 il: 2009-08-01 14:07:44 »
Citazione
[cite]Autore: lapo[/cite]parlavo più che altro di "Ho argomentazioni, ho dadi per sostenerle, ma al mio personaggio non verrebbe in mente di farequelle altre cosedato che ha argomentazioni per queste"

Con "non ho dadi per sostenerle" volevo dire che non ne hai tra quelli tirati (o tra quelli tirabili senza cambiare ambito), perché se per avere dadi devo andare in Fisico, almeno per quel Rilancio devo mettere da parte le argomentazioni verbali (il fulcro del Rilancio dovrebbe essere fisico).

Citazione
[cite]Autore: lapo[/cite]cose che succedono, sopratutto se qualcuno spara con un fucile da 5 metri verso un gruppo di tre persone che si divincola per la predominanza su una pistola e chiaramente Saul non può sapere che questo gli ha dato il dado essenziale per poter sparare a Eleazar qualcosa di (a meno di nuovi dadi) imparabile piuttosto che parabile. Mi pare piuttosto evidente che, se non fosse stato per quel 1d6, quell'evento abbastanza improbabile non sarebbe accaduto. Quindi, a giocare bene, avrei dovuto evitarlo?

Non necessariamente, dipende dal tuo senso estetico: i dadi sono una risorsa unicamente del giocatore, come giustamente dici il personaggio non ne è conscio; però, per lo stesso motivo, il fatto che l'evento sia improbabile lo vedi tu giocatore, che hai di fronte i dadi, il personaggio può consideraro tanto probabile quanto impossibile.
Saul potrebbe sparare e pensare che è impossibile colpire mentre Lapo porta avanti due dieci con un altro dieci d'aiuto (quindi è impossibile non colpire); oppure, potrebbe essere certo di colpire mentre tu porti avanti un uno (quindi impossibile colpire). L'unione dei dadi che usi per Rilanciare e di quelli che l'altro usa per Vedere stabilisce l'esito dell'azione, ma è una meccanica esterna; internamente succede solo la storia, che non sa nulla dei dadi.

Citazione
[cite]Autore: lapo[/cite]a me pare che l'attenzione debba sì essere per la narrazione, ma non possa prescindere dai dadi; voi dite che deve invece prescindere, oppure ho capito male?

La narrazione non può prescindere dai dadi, nel senso che un Rilancio è comunque narrazione piú dadi; nel dire che prescinde da (o, meglio, è sopra) essi il senso è che l'approccio giusto non è "Narro qualunque cosa mi possa dare dadi", quanto piuttosto "Narro qualcosa di sensato e vedo se mi può dare dadi".

Piccola nota sul problema del senso di frustrazione che si può sentire nell'avere argomentazioni, ma non dadi per supportarle (nel senso detto sopra): penso dipenda dal fatto che il sistema di Cani permette di dare un peso a ogni singola argomentazione, mentre sistemi a tiro singolo (D&D, NCaS, LMVcP, VtM, ecc.) non lo permettono; arrivati a fine dadi, viene naturale dire "Ma io ho ancora mille cose da dire, però il sistema non mi permette di farlo. Il punto è che ti permette di farlo, ma senza il peso meccanico che potevi dare prima; peso che i sistemi a tiro singolo non ti permettevano di avere nemmeno per parte di quanto avevi da dire.

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